La nuova Tasi ci costerà più
dell'Imu. Con l'aliquota standard nelle casse dei Comuni
finiranno 3,7 miliardi invece dei 3,3 della vecchia imposta. Cifra che
lievitare fino a 9 miliardi qualora venga applicata l'aliquota massima. La Cgia
di Mestre avverte: "Le case modeste pagheranno di più".
Un taglia e
cuci senza precedenti. Via l'Imu, dentro la Tasi. Cambia il nome, ma l'effetto
è lo stesso. Se non peggio. Perché, stando alla relazione tecnica definitiva
alla legge di Stabilità per il 2014, appare drammaticamente evidente come la
nuova imposta sulla casa non solo andrà a gravare su quelle cinque milioni di
case sempre ignorate perché di modesto valore catastale, ma porterà nelle casse
pubbliche un gettito superiore di almeno 433 milioni di euro.
La nuova
tassa sugli immobili colpirà maggiormente le abitazioni principali più
modeste. Se, per esempio, si prende in esame alcune tipologie abitative come le
A2 (civili), le A3 (tipo economico) e le A4 (tipo popolare), appare subito
evidente che la Tasi sulle abitazioni popolari sarà più cara rispetto all’Imu
sulla prima casa pagata nel 2012. L'imposta messa a punto dal governo Letta
rischia così di penalizzare i proprietari che maggiormente beneficiavano
dell'abbattimento dell’Imu grazie alla detrazione base (200 euro) e quella
ulteriore di 50 euro per ogni figlio residente. "Se questa situazione
dovesse trovare conferma dalla versione ufficiale del provvedimento - commenta
il segretario Giuseppe Bortolussi - chiediamo alla politica di intervenire per
correggere il tiro. Sarebbe una vera e propria beffa se fossimo costretti a
rimpiangere l’Imu". Purtroppo il calcolo della Cgia di Mestre trova
piena conferma nella relazione tecnica del ministero dell'Economia. I 433
milioni di euro in più, che lo Stato incasserà a partire dal prossimo anno,
saranno infatti garantiti dallo "scadere" delle detrazioni
aggiuntive da 50 euro per ogni figlio fino ai 26 anni e dall'estensione dei
benefici dell'abitazione principale all'edilizia sociale e ai militari. In
soldoni, si passa dai 3,331 milioni garantiti dall'Imu ai 3,764 milioni di euro
della Tasi. Insomma, Letta batte Monti uno a zero.
In realtà,
la stangata potrebbe essere ben peggiore di quella prospettata fino a
questo momento. I conti della Ragioneria generale sono,
infatti,impostati sull'aliquota "base" dell'uno per mille. "I
tetti massimi sono molto più in alto", fa notare il Sole 24Ore
ricordando che "sull'abitazione principale il tributo sui servizi
indivisibili può chiedere fino al 2,5 per mille, mentre sugli altri immobili
Imu più Tasi non potranno sfondare quota 11,6". Per un gettito totale
di 9 miliardi, euro più euro meno. Una cifra da capogiro che già fa gola alle
casse dell'erario pubblico. Per quanto riguarda gli immobili strumentali, poi,
al salasso si aggiunge pure la beffa. Perché, se da una parte la legge di
Stabilità fissa uno sconto medio di 58 euro ogni 100mila di valore
catastale attraverso la deducilbilità Ires-Irpef del 20%, dall'altra la Tasi
introduce un aggravio di un centinaio di euro.
"In
parlamento occorrerà riscrivere tutto, con coraggio e con rispetto degli
impegni presi con i cittadini italiani, a partire dal tema casa". Il presidente della Commissione
Finanze della Camera Daniele Capezzone è fermamente deciso a lavorare per
sventare quella che si configura come una inaccettabile stangata ai danni dei
cittadini. Se con l'addio all'Imu la pressione fiscale sul mattone non
dovesse diminuire, a farne le spese non saranno solo i proprietari di case, ma
tutto il sistema Italia già messo in ginocchio dalle politiche repressive del
governo Monti. "Tale stangata - promette Capezzone - va assolutamente
sventata nell’interesse dei contribuenti".
di Andrea Indini (Giornale)
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