lunedì 28 agosto 2017

Profughi, la Lega: “Continua il business dell’accoglienza" - VicenzaReport

Da Erik Pretto, segretario della Lega Nord Liga Veneta per Vicenza e provincia, riceviamo e pubblichiamo l’intervento che segue, a proposito della gestione dell’arrivo di nuovi profughi sul nostro territorio
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Vicenza – Apprendiamo dalla stampa la notizia della pubblicazione ad opera della Prefettura di Vicenza, rappresentante territoriale del Governo italiano, di una procedura di gara per la gestione dei cosiddetti “servizi di accoglienza ed assistenza, per un numero presunto di 2.900 cittadini stranieri”. Già il fatto che i vicentini, i rappresentanti politici e gli amministratori locali, vengano a conoscenza dalla stampa di una notizia così impattante per il nostro territorio è di per se molto grave. Ma la cosa che più ci turba è l’importo economico dell’appalto: quasi 74.1 milioni di euro + Iva, ovvero ben 25.550 euro + Iva a persona. Ci apprestiamo quindi a fornire un trattamento di vero lusso, a queste persone.
Una cifra astronomica, degna di una importante opera pubblica di cui il nostro territorio avrebbe tanto bisogno. Soldi che si sono trovati per la gestione di presunti profughi, ma in realtà persone di cui non conosciamo spesso né l’identità, né la provenienza, né la storia. Persone spesso prive di un banale profilo sanitario, mentre i nostri figli sono costretti alle vaccinazioni. Soldi che, evidentemente, non sono stati trovati per le famiglie vicentine in difficoltà, né per i giovani senza lavoro o per gli esodati, né per gli anziani o per i diversamente abili, né per i risparmiatori che hanno perso tutto con il fallimento di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Una cifra che invece è stata messa a disposizione dal Governo italiano per alimentare un business senza etica, grazie al quale schiere di cooperative stanno decuplicando i loro fatturati. Un affare appetitoso per pochi privati, che carica però sulla collettività i costi relativi alla tutela della sicurezza, alla garanzia dell’assistenza sanitaria, alla lotta al degrado. Una vergogna assoluta, della quale parleremo in maniera approfondita nel corso della riunione del direttivo provinciale della Lega Nord di Vicenza che si terrà lunedì 28 settembre.
Erik Umberto Pretto – Segretario provinciale Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza
Da VicenzaReport del 25 agosto 2017

COMUNICATO STAMPA – CONTINUA IL BUSINESS DELL’ACCOGLIENZA DIFFUSA.

Apprendiamo dalla stampa la notizia della pubblicazione ad opera della Prefettura di Vicenza, rappresentante territoriale del Governo italiano, di una procedura di gara per la gestione dei cosiddetti “servizi di accoglienza ed assistenza, per un numero presunto di 2.900 cittadini stranieri”.
Già il fatto che i vicentini, i rappresentanti politici e gli Amministratori locali vengano a conoscenza dalla stampa di una notizia così impattante per il nostro territorio è di per se molto grave. Ma la cosa che più ci turba è l’importo economico dell’appalto: 74.095.000,00 Euro + IVA, ovvero ben 25.550 Euro + IVA a persona. Ci apprestiamo quindi a fornire un trattamento di vero lusso, a queste persone.
Una cifra astronomica, degna di una importante opera pubblica di cui il nostro territorio avrebbe tanto bisogno. Soldi che si sono trovati per la gestione di presunti profughi, ma in realtà persone di cui non conosciamo spesso né l’identità, né la provenienza, né la storia. Persone spesso prive di un banale profilo sanitario, mentre i nostri figli sono costretti alle vaccinazioni.
Soldi che, evidentemente, non sono stati trovati per le famiglie vicentine in difficoltà, né per i giovani senza lavoro o per gli esodati, né per gli anziani o per i diversamente abili, né per i risparmiatori che hanno perso tutto con il fallimento di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Una cifra che invece è stata messa a disposizione dal Governo italiano per alimentare un business senza etica, grazie al quale schiere di cooperative stanno decuplicando i propri fatturati. Un affare appetitoso per pochi privati, che carica però sulla collettività i costi relativi alla tutela della sicurezza, alla garanzia dell’assistenza sanitaria, alla lotta al degrado.
Una vergogna assoluta, della quale parleremo in maniera approfondita nel corso della riunione del Direttivo Provinciale della Lega Nord di Vicenza che si terrà lunedì 28 settembre.
Erik Umberto Pretto
Segretario Provinciale Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza

lunedì 21 agosto 2017

Regione Veneto raddoppia i contributi per le aziende ‘in rosa’: 3 milioni a fondo perduto

3 milioni a fondo perduto sono messi a disposizione da Regione Veneto per le imprese ‘in rosa’.
Le donne nel mondo delle imprese venete rappresentano solo il 27,1%, ma la percentuale è in crescita e una delle motivazioni che spingono le donne a mettersi in gioco in prima persona, potrebbero essere proprio gli aiuti che arrivano da Venezia.
“Questo è il nostro 8 marzo – ha commentato Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico – E’ stato attivato un pacchetto di interventi per aiutare il lavoro e la capacità imprenditoriale delle donne”.
3 milioni di euro nel 2017, di contributi a fondo perduto, per donne imprenditrici e imprese a prevalente partecipazione femminile, sono stati stanziati dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore Marcato.
Il bando si rivolge alle 87.699 imprese ‘in rosa’ del Veneto e si aggiunge ad ulteriori provvedimenti di iniziativa dell’assessorato allo Sviluppo Economico. La prossima riattivazione con 477.105 euro del fondo per l’imprenditoria femminile della  finanziaria regionale Veneto Sviluppo, consentirà così di erogare i finanziamenti richiesti dalle 63 imprenditrici che erano rimaste escluse, nonostante la loro domanda godesse dei necessari requisiti e l’inserimento di criteri prioritari per le imprese guidate da donne nel bando di aiuto agli investimenti delle start-up, finanziato con i fondi Fesr 2014-2020.
“Questo è il nostro ‘8 marzo’ – ha sottolineato Roberto Marcato presentando il ‘pacchetto’ a sostegno delle imprese femminili – La Regione riesce a dare un sostegno concreto e sostanzioso alla capacità imprenditoriale delle donne in Veneto, aiutandole a fare impresa. Il contributo in conto capitale, per l’acquisto di macchinari, attrezzature, arredi, impianti e programmi informatici, potrà rappresentare una buona leva per incentivare i progetti di consolidamento e crescita delle imprese ‘in rosa’. Per la prima volta si tratta di un contributo del 30%, percentuale doppia rispetto alla precedente misura attivata con Veneto Sviluppo. Se a questa misura sommiamo lo sblocco del fondo di Veneto Sviluppo e l’asse prioritario attribuito alle imprese femminili nell’ambito dei fondi Por Fesr 2014-2020 (già 24 imprese finanziate per 1.089.071 euro) per le start up, il ‘pacchetto’ di interventi a sostegno delle 186 mila donne  imprenditrici del Veneto supera i 4.5 milioni di euro. In Veneto le imprenditrici rappresentano il 27,1 per cento dei titolari d’azienda: una percentuale in continua crescita negli ultimi anni, grazie anche alle politiche regionali. La realtà veneta dell’imprenditoria femminile è fatta soprattutto di micro imprese o di aziende con meno di 5 dipendenti, attive soprattutto nel settore dei servizi, del commercio e dell’artigianato. La Regione Veneto sostiene e finanzia da tempo  l’imprenditoria femminile con uno specifico provvedimento normativo (LR. 1/2000), ma lo stanziamento di quest’anno  risulta essere tra i più sostanziosi dei 16 anni di applicazione della legge, grazie anche al recupero ‘ad hoc’ di fondi dal bilancio regionale. La Regione Veneto si dimostra una istituzione ‘amica’ delle donne – ha continuato sottolinea il titolare delle politiche economiche della Regione – non solo delle titolari d’azienda ma di tutte le lavoratrici. Ricordo infatti che questa amministrazione ha promosso il ‘tavolo etico’, di intesa con associazioni di categoria, sindacati, il coordinamento delle associazioni che si riconoscono in don Torta e i parlamentari veneti, per contrastare l’apertura  dei negozi e della grande distribuzione nelle festività più importanti dell’anno, in difesa dei diritti delle donne e della famiglia. La proposta di legge in materia è stata sostenuta a parole da tutti, ma purtroppo il parlamento non ha ancora trovato il tempo per discuterla”.
Quanto al bando 2017 per l’imprenditoria femminile, i destinatari sono le imprese già esistenti in Veneto al momento della presentazione della domanda, costituite da donne residenti in Veneto da almeno due anni, se imprese individuali, oppure i cui soci e organi di amministrazioni siano costituiti per almeno i due terzi da donne che risiedono in Veneto da almeno due anni e il cui capitale sociale sia per il 51% al femminile, qualora si tratta di società, anche di tipo cooperativo. Inoltre, requisito per accedere al contributo regionale è che la sede operativa dell’impresa nella quale si realizza l’intervento sia nel territorio regionale. Potranno concorrere al contributo regionale le imprenditrici che quest’anno effettuano spese per macchinari, impianti produttivi, hardware e programmi informatici, attrezzature e arredi, mezzi di trasporto ad uso aziendale, opere edili e di impiantistica, per importi compresi tra i 20 mila e i 150 mila euro. Il contributo regionale coprirà il 30% della spesa rendicontata.

Il bando, a sportello, si aprirà lunedì 6 novembre e si concluderà il 16 novembre. Le domande, corredate dalla rendicontazione dell’investimento fatto, dovranno essere presentate, via web, alla Direzione Industria Artigianato Commercio e Servizi della Regione Veneto secondo lo schema e le indicazioni pubblicate nel sito della Regione Veneto all’indirizzo http://bandi.regione.veneto.it/Public/Index

Veneto. Cure dentistiche gratis, Zaia: «promessa mantenuta»

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha presentato ieri la delibera che introduce le “Cure odontoiatriche gratis per i disoccupati, i titolari di assegni sociali e di pensione minima”. Un provvedimento incluso nel programma elettorale del 2015. «Quando lo lessero, molti sorrisero – ricorda Zaia – e ci fu anche chi fece l’ironico sulle “dentiere per tutti”. Per me, invece, quella delle cure dentarie è una sfida importante, che va oltre l’estetica o la relazione sociale. Per me è un investimento, perché una bocca in ordine permette di evitare l’insorgenza di patologie future dell’apparato digerente con complicazioni che spesso hanno costi decisamente superiori a quelli di una visita preventiva dal dentista».
Il presidente della Regione – riporta Marco Bonet sul Corriere del Veneto a pagina 6 –  ha poi spiegato: «di qui alla fine dell’anno metteremo a punto i provvedimenti attuativi – spiega Zaia -, anche confrontandoci con le sigle di categoria. Siamo tra le prime amministrazioni in Italia ad intervenire in quest’ambito e mettiamo in conto che l’idea sia perfettibile, penso ad esempio alla possibilità di chiudere convenzioni con gli studi dentistici privati, dopo aver concordato con loro dei costi standard per cui, ad esempio, curare una carie costa tot e quel tot viene rimborsato dalla Regione direttamente al dentista»
Da Vvox.it

BARCELLONA «Ennesima strage di infedeli»

Ennesima strage di "infedeli" occidentali: questa volta è toccata a Barcellona. Nonostante l'impossibilità di negare la matrice religiosa islamica, il politically correct e il dialogo interreligioso con l'islam fortemente voluto da papa Francesco, come da copione, non pochi opinionisti hanno tentato di minimizzare la mattanza con il vetusto refrain dei soggetti frustrati, squilibrati, psicopatici e disadattati. Non comprendere, o meglio, fingere di non capire che è sin dalla notte dei tempi dalla fondazione dell'Islam che i fedeli di Allah cercano con tutti i mezzi prescritti dal Corano di conquistare e sottomettere gli infedeli, è a dir poco pietoso. Eppure, basterebbe leggere gli innumerevoli versetti del Libro vergato da Maometto che incitano alla guerra santa, alla conversione forzata e alle teste mozzate, per rendersi conto che il Corano non è quel libro dei sogni decantato dagli "idealisti" del Dio uno, nessuno e centomila. Ma venendo al macello di Barcellona, pochi ricordano che nel febbraio di quest'anno, nella città catalana scesero in strada centinaia di migliaia di persone al grido «Basta scusa: accogliamo subito i rifugiati». Perno, la sindaca comunista di Barcellona Ada Colau, se ne uscì fuori con uno sconsolato «Vorremo accogliere i rifugiati, ma lo Stato spagnolo non ce lo consente». Azioni e parole che, a distanza di sei mesi suonano con una tremenda beffa.
Gianni Toffali - lettera al direttore de Il Giornale di Vicenza

Da Karl Marx a Maometto. La diabolica alleanza spagnola tra sinistra e fondamentalisti

Nel 2004, la Fallaci nella "Forza della ragione" scrisse: "A Madrid il processo di islamizzazione procede spedito

Ma, soprattutto, il discorso vale per la Spagna. Quella Spagna dove da Barcellona a Madrid, da San Sebastian a Valladolid, da Alicante a Jerez de la Frontera, trovi i terroristi meglio addestrati del continente.
(Non a caso nel luglio del 2001, cioè prima di stabilirsi a Miami, il neodottore in architettura Mohammed Atta vi si fermò per visitare un compagno detenuto nel carcere di Tarragona ed esperto in esplosivi). E dove da Malaga a Gibilterra, da Cadice a Siviglia, da Cordova a Granada, i nababbi marocchini e i reali sauditi e gli emiri del Golfo hanno comprato le terre più belle della regione. Qui finanziano la propaganda e il proselitismo, premiano con seimila dollari a testa le convertite che partoriscono un maschio, regalano mille dollari alle ragazze e alle bambine che portano lo hijab. Quella Spagna dove quasi tutti gli spagnoli credono ancora al mito dell'Età d'Oro dell'Andalusia, e all'Andalusia moresca guardano come a un Paradiso Perduto. Quella Spagna dove esiste un movimento politico che si chiama «Associazione per il Ritorno dell'Andalusia all'Islam» e dove nello storico quartiere di Albaicin, a pochi metri dal convento nel quale vivono le monache di clausura devote a san Tommaso, l'anno scorso s'è inaugurata la Grande Moschea di Granada con annesso Centro Islamico. Evento reso possibile dall'Atto d'Intesa che nel 1992 il socialista Felipe González firmò per garantire ai mussulmani di Spagna il pieno riconoscimento giuridico. Nonché materializzato grazie ai miliardi versati dalla Libia, dalla Malesia, dall'Arabia Saudita, dal Brunei, e dallo scandalosamente ricco sultano di Sharjah il cui figlio aprì la cerimonia dicendo: «Sono qui con l'emozione di chi torna nella propria patria». Sicché i convertiti spagnoli (nella sola Granada sono duemila) risposero con le parole: «Stiamo ritrovando le nostre radici»
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Forse perché otto secoli di giogo mussulmano si digeriscono male e troppi spagnoli il Corano ce l'hanno ancora nel sangue, la Spagna è il paese europeo nel quale il processo di islamizzazione avviene con maggiore spontaneità. È anche il paese nel quale quel processo dura da maggior tempo. Come spiega il geopolitico francese Alexandre Del Valle che sull'offensiva islamica e sul totalitarismo islamico ha scritto libri fondamentali (e naturalmente vituperati insultati denigrati dai Politically Correct) l'«Associazione per il Ritorno dell'Andalusia all'Islam» nacque a Cordova ben trent'anni fa. E a fondarla non furono i figli di Allah. Furono spagnoli dell'Estrema Sinistra che delusi dall'imborghesimento del proletariato e quindi smaniosi di darsi ad altre mistiche ebbrezze avevan scoperto il Dio del Corano cioè erano passati da Karl Marx a Maometto. Subito i nababbi marocchini e i reali sauditi e gli emiri del Golfo si precipitarono a benedirli coi soldi, e l'associazione fiorì. Si arricchì di apostati che venivano da Barcellona, da Guadalajara, da Valladolid, da Ciudad Real, da León, ma anche dall'Inghilterra. Anche dalla Svezia, anche dalla Danimarca. Anche dall'Italia. Anche dalla Germania. Anche dall'America. Senza che il governo intervenisse. E senza che la Chiesa cattolica si allarmasse. Nel 1979, in nome dell'ecumenismo, il vescovo di Cordova gli permise addirittura di celebrare la Festa del Sacrificio (quella durante la quale gli agnelli si sgozzano a fiumi) nell'interno della cattedrale. «Siamo-tutti-fratelli.» La concessione causò qualche problema. Crocifissi sloggiati, Madonne rovesciate, frattaglie d'agnello buttate nelle acquasantiere. Così l'anno dopo il vescovo li mandò a Siviglia. Ma qui capitarono proprio nel corso della Settimana Santa, e Gesù! Se esiste al mondo una cosa più sgomentevole della Festa del Sacrificio, questa è proprio la Settimana Santa di Siviglia. Le sue campane a morto, le sue lugubri processioni. Le sue macabre Vie Crucis, i suoi nazarenos che si flagellano. I suoi incappucciati che avanzano rullando il tamburo Gridando «Viva l'Andalusia mussulmana, abbasso Torquemada, Allah vincerà» i neofratelli in Maometto si gettarono sugli ex fratelli in Cristo, e giù botte. Risultato, dovettero sloggiare anche da Siviglia. Si trasferirono a Granada dove si installarono nello storico quartiere di Albaicin, ed eccoci al punto. Perché, malgrado l'ingenuo anticlericalismo esploso durante il corteo della Settimana Santa, non si trattava di tipi ingenui. A Granada avrebbero creato una realtà simile a quella che in quegli anni fagocitava Beirut e che ora sta fagocitando tante città francesi, inglesi, tedesche, italiane, olandesi, svedesi, danesi. Ergo, oggi il quartiere di Albaicin è in ogni senso uno Stato dentro lo Stato. Un feudo islamico che vive con le sue leggi, le sue istituzioni. Il suo ospedale, il suo cimitero. Il suo mattatoio, il suo giornale «La Hora del Islam». Le sue case editrici, le sue biblioteche, le sue scuole. (Scuole che insegnano esclusivamente a memorizzare il Corano). I suoi negozi, i suoi mercati. Le sue botteghe artigiane, le sue banche. E perfino la sua valuta, visto che lì si compra e si vende con le monete d'oro e d'argento coniate sul modello dei dirham in uso al tempo di Boabdil signore dell'antica Granada. (Monete coniate in una zecca di calle San Gregorio che per le solite ragioni di ordine pubblico il Ministero delle Finanze spagnolo finge di ignorare). E da tutto ciò nasce l'interrogativo nel quale mi dilanio da oltre due anni: ma com'è che siamo arrivati a questo?!?
Il Giornale 19.08.2017

mercoledì 16 agosto 2017

Referendum, aereo su spiagge venete lo promuove

La campagna per il referendum sull’autonomia del Veneto, che si svolgerà il 22 ottobre, sta entrando nel vivo. In questi giorni di relax e di pienone sulle spiagge venete è stato usato un aereo che, sorvolando la riva, trascinava uno striscione che ricorda ai bagnanti di andare a votare.
Il video è stato postato dal presidente del Veneto, Luca Zaia, sul suo profilo Facebook: «alzate lo sguardo al cielo per il futuro del Veneto. Il 22 ottobre avremo in mano il nostro destino di veneti e il futuro benessere dei nostri figli, dei nostri nipoti, delle nostre famiglie».
Da Vvox.it 16.08.2017

lunedì 7 agosto 2017

La corsa per l'Autonomia riparte da Asiago


Dopo l'inaugurazione della campagna referendaria tenutasi a Thiene lo scorso 6 giugno con la presenza del governatore Luca Zaia, nella mattinata di ieri si è tenuto ad Asiago, nella centrale piazza Mazzini, il primo gazebo ufficiale per il Sì all'Autonomia del Veneto. Iniziativa organizzata dal Movimento Giovani Padani della provincia di Vicenza, che ha visto il pieno sostegno della Segreteria Provinciale della Lega Nord - Liga Veneta.
"E' stata una scelta simbolica ben precisa", afferma il Segretario Provinciale Erik Pretto, "quella di organizzare questo primo gazebo sull'altopiano di Asiago, terra storicamente votata all'autonomia e all'autogoverno, memore della grande tradizione lasciataci dalla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Come è significativo il fatto che l'organizzazione di questo evento sia stata demandata al rinnovato gruppo MGP provinciale, in quanto i nostri giovani dovranno essere in prima linea in questa battaglia che ci darà finalmente la possibilità di immaginare un nuovo futuro per la nostra terra, con rinnovate speranze ed opportunità".
Un'iniziativa che ha riscontrato grande successo e curiosità fra i tanti turisti presenti in centro, che si sono avvicinati per chiedere materiale informativo e gonfaloni di San Marco, da poter esporre presso le loro abitazioni in occasione della campagna referendaria. "Abbiamo voluto mettere a disposizione della gente bandiere e magliette raffiguranti il leone di San Marco", continua il Segretario Provinciale Erik Pretto, "per dare loro la possibilità di identificarsi concretamente con la campagna referendaria in atto".
Sono stati presenti al gazebo, oltre al Segretario Provinciale ed al nuovo responsabile provinciale MGP Edoardo Bonato, il Vice Segretario nazionale Paolo Franco, l'on. Filippo Busin, il Segretario di Circoscrizione n.13 Denis Frison, oltre a numerosi giovani aderenti alla Lega Nord assieme a tanti militanti della Sezione della Lega Nord dell'Altopiano di Asiago.
Si è respirata una grande energia, che certamente ci spronerà a dare il massimo nel lavoro che porteremo avanti nei prossimi mesi.
Segreteria Provinciale Lega Nord - Liga Veneta di Vicenza