mercoledì 30 settembre 2015

San Vito. Blitz in campo rom della Polizia Locale: fatti sgomberare con cani e porcellini a seguito

Si erano accampati nell’area campestre adiacente via delle Arti e dei Mestieri a San Vito di Leguzzano. I rom avevano allestito un vero e proprio campeggio con baracche, stendibiancheria, fornelli dove cucinare all’aperto e gli animali che scorazzavano : 5 cani e due porcellini d’india.
Grazie al Regolamento Comunale di Polizia Urbana approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nel mese di aprile scorso, è stato possibile farli sgomberare da quell’area accanto al torrente Leogra e quindi soggetta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico.

Un vero e proprio blitz quello della Polizia Locale Alto Vicentino, diretta dal comandante Giovanni Scarpellini, che ha diretto ‘la trattativa’ con i rom, che in un primo momento, sembravano non volerne sapere di lasciare il posto. I nomadi, che alla vista degli agenti di Polizia Locale supportati anche dai poliziotti della Provinciale, hanno tentato invano di opporre resistenza, vivevano senza acqua, luce nè gas ed in totale assenza dei necessari requisiti igienico-sanitari.
Dopo lo sgombero, si è proceduto alla bonifica dell’area.
Altovicentinonline 30.09.2015

Vicenza. Già 40 migranti hanno rinunciato ai lavori volontari

VICENZA. Dalla teoria alla pratica. I primi 24 richiedenti asilo impegnati a titolo volontario nella manutenzione urbana hanno preso servizio ieri. Oggi dovrebbero iniziare altri 17 e domani altri 20. Un avvio scaglionato, dovuto alla necessità di mettere tutti in regola dal punto di vista assicurativo e sanitario. Ogni migrante deve essere coperto infatti da assicurazione personale, di cui si fanno carico le cooperative, e deve essere a posto con le vaccinazioni, antitetanica in testa.
Man mano che gli adempimenti saranno svolti, tutti i 130 migranti formati diventeranno operativi. Un numero inferiore rispetto ai 170 che avevano dato la disponibilità lo scorso 10 settembre, giorno della firma del protocollo in prefettura. A conferma che la contabilità - in materia di profughi - è sempre altalenante. Le ragioni di queste 40 defezioni sono varie, come spiegano dal Comune. In una minima parte si tratta di persone che si sono viste rifiutare la richiesta di asilo e sono quindi uscite dal programma di accoglienza; la maggior parte invece non ha completato il progetto perché nel frattempo ha lasciato la città per essere sistemato in altri Comuni della provincia. (...)
Alessia Zorzan (GdV 30.09.2015)

Nomade risulta proprietario di 122 automobili

Per un certo periodo, polizia e carabinieri si sono imbattuti sempre in quel nome e cognome. Possibile che tutte le auto sospette siano intestate alla stessa persona?, si chiedevano gli inquirenti che indagavano su qualche furto o che verificavano qualche segnalazione. Vecchie Fiat Panda, modelli più recenti di Punto, ma anche Opel Corsa, Mercedes o Audi: il suo parco macchine è fornitissimo e molto variegato. Quando è stato effettuato un controllo al computer, incrociando varie banche dati, è emerso infine che Saymir Ahmetovic, 41 anni, di macchine ne ha intestate ben 122; pare che, in passato, il numero fosse anche più elevato. Ora il nomade, che vive in Lombardia, è stato iscritto sul registro degli indagati per riciclaggio, in quanto si sarebbe intestato delle auto provento di truffe, commesse anche nel Vicentino. E in provincia, peraltro, avrebbe anche vissuto alcuni anni fa. Adesso abita fra il Veronese e la provincia di Milano. (...)
Diego Neri (GdV 30.09.2015)

martedì 29 settembre 2015

Tagli alla Sanità. Zaia ricorre alla Corte Costituzionale

La Giunta regionale del Veneto, riunitasi oggi a Palazzo Balbi, su proposta del Presidente Luca Zaia, ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto legge 78 del 19 giugno 2015, convertito nella legge 6 agosto 2015, che contiene la manovra di tagli alla sanità per 2 miliardi 352 milioni entro il 2015 e le modalità con le quali le Regioni dovrebbero recuperare tale somma.
“Avevamo preso solenne impegno che avremmo combattuto con ogni mezzo contro questi tagli – sottolinea Zaia – per difendere il diritto alla salute dei nostri cittadini e puntare l’indice contro l’illegittimità dei tagli, che vanno a colpire indiscriminatamente sia le Regioni virtuose, come il Veneto, sia quelle sprecone, senza applicare i costi standard formalizzati fin dal lontano decreto legislativo 68 del 2011. Non so nel resto d’Italia – incalza Zaia – ma qui in Veneto ogni promessa è un debito”.
“A parere dei nostri legali – aggiunge il Governatore – esistono in quel provvedimento numerosi profili di incostituzionalità, che abbiamo a lungo segnalato nel corso dell’iter della questione, e che ci avevano spinto a votare contro l’Accordo con lo Stato in Conferenza dei Presidenti delle Regioni e a non partecipare poi alla Conferenza Stato-Regioni. Non è quindi vero – tiene a sottolineare Zaia – ciò che va sostenendo il Ministro Lorenzin, e cioè che i tagli sono stati approvati dalle Regioni. Una Regione che disse un no chiaro e forte c’è, senza alcun dubbio: il Veneto! Volevamo tenerci le mani libere, ed ora quelle mani intendiamo affondarle fino in fondo in quella che riteniamo una gravissima ingiustizia nei confronti dei cittadini e delle Regioni che hanno saputo tenere i loro conti in ordine nonostante le mille notissime difficoltà. Scendiamo dalle barricate concettuali e politiche sulle quali ci trovavamo da tempo – scandisce Zaia – ma solo per portare il contenzioso ai massimi livelli. Siamo convinti di avere ottime ragioni e le difenderemo con le unghie e con i denti sul piano giuridico e della costituzionalità”.
Secondo la Regione Veneto, tra l’altro, la norma nazionale impone di operare un taglio del tutto lineare delle forniture, che contrasta con i principi di ragionevolezza e proporzionalità ex articolo 3 della Costituzione, dal momento che, a prescindere da ogni definizione di standard di efficienza, che espressamente la norma ammette non esistere, al momento in cui essa dispiega la sua operatività, mette a rischio la garanzia dei servizi sanitari in violazione dell’Articolo 32 della Costituzione (assistenza universalistica), laddove impone tagli anche agli enti che hanno già raggiunto elevati livelli di efficienza.
Nel mirino del ricorso del Veneto, anche la parte riguardante il blocco degli investimenti e le modalità con le quali si intenderebbe arrivare ad una maggiore appropriatezza prescrittiva. Tali disposizioni, secondo la Regione del Veneto, stabilendo un regìme sanzionatorio per i medici del servizio sanitario regionale, non compensato da una adeguata ridefinizione del regìme di responsabilità civile e penale degli stessi, si pongono in contrasto con i princìpi di proporzionalità, ragionevolezza e buon andamento di acui agli articoli 3, 32,e 97 della Costituzione.
Altovicentinonline 29.09.2015

Altavilla (VI). Autista li scopre nel tir, in fuga sei clandestini

ALTAVILLA. Arrivano su un camion dalla Grecia, tagliano il telo del rimorchio e fuggono. I carabinieri stanno cercando sei uomini che alle 12.30 circa sono giunti ad Altavilla su un mezzo che si era imbarcato sulle coste elleniche. L'autista si è accorto della loro presenza solo poco prima di entrare nella sede della Rhenus Logistics, in via Retrone. Proprio mentre stava chiamando i carabinieri assieme ai responsabili della ditta, i clandestini hanno tagliato la copertura del camion, sono usciti e sono scappati in direzione dell'autostrada.
GdV 29.09.2015 

lunedì 28 settembre 2015

Regione ricorre a Consulta contro tagli sanità, Coletto: sacrosanto, ma era evitabile

"Con un po' di buon senso del Governo, e un po' di più coraggio da parte di alcune Regioni, lo scontro giuridico, secondo noi sacrosanto, si sarebbe potuto evitare. Risparmiare si doveva, bastava farlo nel modo corretto, applicando i criteri e i costi standard, come peraltro previsto dalla legge e promesso con la solita dicotomia tra il dire e il fare, sia dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Adesso è tardi. Zaia ha fatto benissimo. Dobbiamo difenderci con tutte le armi possibili dallo sfascio della buona sanità che si sta perpetrando".
Con queste parole, l'Assessore alla Sanità della Regione del Veneto Luca Coletto commenta la decisione, assunta oggi dalla Giunta regionale su proposta del Presidente Luca Zaia, di ricorrere alla Corte Costituzionale contro le legge nazionale che contiene i tagli in sanità.
"Dissi in tempi non sospetti, fin dal confronto in Commissione Salute con i colleghi delle altre Regioni - aggiunge Coletto - che si andava prefigurando una situazione nella quale sarebbe stata a rischio anche l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, come effetto a cascata della mannaia che si voleva far calare indiscriminatamente sulla spesa di chi già aveva dimostrato di saper spendere e chi invece continuava a spendere troppo e male, intaccando così il diritto costituzionale alla salute universalistica in Italia. Ora vedremo cosa ne pensano i Giudici della Consulta, ma sono ragionevolmente fiducioso, perché la Costituzione è prima di tutto il baluardo per la difesa dei diritti del cittadino, e nel caso dei tagli in sanità di violazioni di questi diritti ne vedo più d'una, una più grave dell'altra".
Regione Veneto 

Rovigo. Ristoratore offre pizza gratis (ma solo a italiani in difficoltà)

Il patron della della pizzeria: "Se non ci aiutiamo tra di noi, è difficile che lo facciano altri"
Dopo il parroco che organizza la mensa per i poveri italiani, ecco il ristoratore che offre lapizza solamente agli italiani in difficoltà.
Siamo a Ficarolo, in provincia di Rovigo. Bruno Gurnari, patron della pizzeria Renegade, ha deciso di avviare un nuovo progetto, chiamato "Una pizza per un sorriso", "che mira a dare sollievo alle famiglie italiane duramente colpite dall'attuale crisi economica", come riporta Il Gazettino.
Il signor Bruno è così venuto incontro a quei genitori che hanno perso il lavoro o che magari si trovano ad affrontare spese impreviste. Come riporta Il Gazzettino, "il ristorante Renegade di via D'Annunzio, in collaborazione con le associazioni locali, i servizi sociali e le parrocchie, offrirà settimanalmente a una famiglia in difficoltà, composta da quattro persone, una pizza ciascuno, una bibita a scelta e caffè, il tutto accompagnato da tanta allegria e serenità. L'iniziativa si protrarrà a oltranza".
Gurnari ha spiegato così il perché di questa iniziativa: "La crisi ha messo in ginocchio diversi ristoranti, ma se non ci aiutiamo tra di noi, è difficile che lo facciano altri. Ci auguriamo che la nostra idea si allarghi ad altri locali. Il contributo che vogliamo donare è solo una goccia nel mare, ma far tornare il sorriso per una sera sul volto di tanti genitori e bambini, è una cosa molto importante".
di Andrea Riva (Giornale)

domenica 27 settembre 2015

San Vito si ribella «No ai profughi senza controlli»

A San Vito stanno per arrivare 25 profughi e i residenti si riuniscono per manifestare pubblicamente la propria preoccupazione e studiare delle proposte per favorire controllo e integrazione. C’è grande apprensione nel quartiere più popoloso della città per l’ormai imminente arrivo dei richiedenti asilo in una palazzina di via Monte Sabotino. L’inquietudine tra gli abitanti è alta e il comitato di quartiere è stato costretto ad indire una riunione straordinaria cui hanno preso parte più di cento persone per ascoltare la presidentessa del comitato, Loredana Sandra Zarpellon, che ha illustrato la vicenda e per avanzare delle proposte all’Amministrazione. Nonostante alcune posizioni estreme e poco propense all’accoglienza, la maggioranza si è dichiarata più che altro contraria alle modalità di gestione del problema. (...)
Enrico Saretta (GdV 27.09.2015)

Vicenza. Aggredisce carabiniere e due volontari Arrestato 39enne marocchino

VICENZA. I carabinieri hanno arrestato la notte scorsa un 39enne marocchino per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Bououch Abdellah, questo il suo nome, ha aggredito un militare arrivato in contrà della Fascina per sedare una rissa scoppiata all'associazione Ozanam onlus tra l'uomo e due operatori dell'associazione. Per il carabiniere, caduto a terra durante il litigio, lievi lesioni. GdV 27.09.2015 

sabato 26 settembre 2015

Sandrigo (VI). I profughi in albergo «Lo faccio chiudere»

Arrivano nuovi profughi all’hotel Virginia di Sandrigo e il sindaco vuole farlo chiudere. Dopo che l’altro ieri, su disposizione del prefetto, sono arrivati nella struttura alberghiera 29 profughi già all’hotel Adele di Vicenza, il sindaco Giuliano Stivan ha firmato un’ordinanza di chiusura, accampando irregolarità dal punto di vista normativo, in particolare il rilascio di autorizzazioni da parte dei vigili del fuoco. Il primo cittadino aveva già dichiarato di non condividere la decisione del prefetto di indirizzare a Sandrigo un gruppo di profughi maschi e non, come avrebbe preferito lui, di donne e bambini. Oggi la polizia municipale farà eseguire l’ordinanza. (...)
Giordano Dellai (GdV 26.09.2015)

venerdì 25 settembre 2015

Migranti da Malo a piedi dal prefetto per protestare

VICENZA. Non protestavano per il wi-fi e neppure per l’albergo. Chiedevano acqua calda, vestiti, un bagno decente e il pocket money da 2,5o euro al giorno gli undici richiedenti asilo che all’alba di ieri sono partiti da Priabona e hanno raggiunto la prefettura dopo una marcia di 25 chilometri.
Alle 6.15, quando la temperatura al passo tra la valle dell’Agno e la pianura vicentina la temperatura sfiorava i dieci gradi, sono stati avvistati da un cittadino mentre scendevano in direzione di Malo. La notizia è presto arrivata anche alle forze dell’ordine e un paio di auto di polizia e carabinieri hanno scortato gli immigrati in fila indiana lungo la Provinciale Pasubio fino alla città. Il gruppetto, composto da dieci senegalesi e un cittadino della Guinea, tutti maschi di età compresa tra i 18 e i 40 anni, ha raggiunto contrà Gazzolle alle 10.30. Ad attenderli, oltre al servizio di ordine pubblico, c’era un mediatore culturale. (...)
Paolo Mutterle, Elia Cucovaz (GdV 25.09.2015)

Thiene (VI). Sala parrocchiale data ai musulmani Dubbi e polemiche

THIENE. Una cerimonia religiosa musulmana nei locali della parrocchia del Santo di Thiene. Ha scatenato non poche polemiche la celebrazione ieri mattina nella palestra parrocchiale della preghiera per la “Festa del Sacrificio”, che ha richiamato nel quartiere centinaia di fedeli musulmani, con non pochi disagi per il traffico e perplessità per la scelta del parroco di concedere gli spazi senza avvertire la cittadinanza.
Giulia Armeni (GdV 25.09.2015)

giovedì 24 settembre 2015

Recoaro Terme. Fiamme all’hotel dei profughi. Il rogo è doloso

Rogo doloso all’ex hotel “Bersagliere” di Recoaro, che nei prossimi giorni ospiterà la cinquantina di profughi che attualmente sono all’ex colonia alpina di Valli del Pasubio. Nella notte qualcuno si è introdotto nella struttura dando fuoco a uno dei materassi presenti nelle camere da letto. L’allarme è scattato attorno alle 22, quando i residenti in via Campogrosso (dove si trova il “Bersagliere”) hanno notato una densa colonna di fumo uscire dalle finestre. L’intervento dei vigili del fuoco, durato fino a mezzanotte, ha evitato che le fiamme si propagassero alle altre stanze dello stabile e agli edifici vicini. Indagini in corso da parte dei carabinieri della stazione recoarese e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Valdagno, coordinati dal capitano Mauro Maronese.
Luigi Cristina (GdV 24.09.2015)

martedì 22 settembre 2015

Schio (VI). La marcia dei profughi: «Fuori i soldi»

SCHIO. «No money, no medical assistance, no documents». Ma soprattutto «no money».La litania pronunciata dai profughi davanti alla caserma dei carabinieri di Schio è sempre la stessa. La loro protesta è partita ieri mattina alle 7 dall’ex casa alpina del Pian delle Fugazze, di proprietà del Comune di Schio. Quasi 20 km a piedi sino a via Maraschin, dove sono arrivati poco dopo le 11. Strada bloccata dai vigili, carabinieri e poliziotti schierati ad attenderli.
La sera prima la protesta invece si era propagata ai Corzati a Valli.
I FATTI. La sera precedente i referenti dell’associazione Csfo avevano tentato di consegnare ai 55 profughi un acconto di 20 euro su quelle che sarebbero le loro spettanze. Circa la metà li ha incassati. Gli altri hanno subodorato un possibile imbroglio e si sono rifiutati di incassare. «O tutti, o niente»: 18 di loro si sono messi in marcia verso Schio, scortati dalle forze dell’ordine. (...)
Mauro Sartori - Sara Panizzon (GdV 23.09.2015)

Vicenza. Clan di accattoni romeni. Botte e insulti alla mensa Caritas

Anche la carità cristiana ha un limite. E così 13 persone, tutti cittadini romeni senza fissa dimora - ma da tempo in città dove hanno collezionato sanzioni, denunce e arresti - sono stati espulsi “sine die” dalle strutture della diocesi berica dopo la lite scoppiata venerdì a Casa Santa Lucia, la mensa per i poveri di via Raffaele Pasi. Alcuni sono stati anche denunciati dalla polizia, intervenuta a sedare la rissa.
L’episodio è avvenuto attorno alle 13.45 di venerdì. Sono stati gli operatori della Caritas a chiamare il 113, dato che i romeni, frequentatori abituali della struttura (...)
Paolo Mutterle (GdV 21.09.2015)

Schio. Protesta immigrati: 4 africani fermati per resistenza a pubblico ufficiale

Ci sarebbero quattro nordafricani fermati dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale in seguito alla protesta inscenata stamattina, da un gruppo di immigrati, che si sono piazzati davanti alla caserma dei carabinieri di Schio per protestare contro chi non darebbe loro soldi, schede telefoniche per comunicare con i familiari a casa, vestiti e cibo adeguato.
‘Non sono profughi questi – ha spiegato il sindaco Valter Orsi, raggiunto dalla notizia di quanto stava avvenendo in via Maraschin – questi sono quattro nigeriani che nulla hanno a che fare con i profughi. La misura è colpa e sono solo un gruppetto, che fanno parte degli ultimi arrivati, quelli che stanno creando problemi anche ad altri immigrati che invece, non vorrebbero questi disordini’.
Stamattina, il gruppo ha iniziato a protestare davanti  alla caserma sbraitando contro tutti e tutto. Qualcuno si è pure denudato. Quando i carabinieri sono usciti dalla caserma per tentare di sedare gli animi, i quattro hanno inveito contro gli uomini in divisa opponendo resistenza.
Per questo, sono stati portati in camera di sicurezza, dove sono piantonati. Dei fatti è stata informata la Procura di Vicenza e non si sa ancora che tipo di provvedimento verrà preso nei loro confronti.
Stamattina, erano scesi da Pian delle Fugazze in 20 circa. Avevano bloccato il traffico ed è intervenuta la Polizia Locale per ripristinare la viabilità bloccata per la manifestazione, alla quale hanno assistito in molti. Altri momenti di tensione si sono vissuti quando alcuni immigrati hanno chiesto un pullman per rientrare a Pian delle Fugazze, una volta convinti a desistere dalla protesta che stava creando così tanto disagio.
Altovicentinonline 22.09.2015

Schio. Nuova protesta dei profughi. Orsi: ‘Attenzione sempre alta su cooperative’

Manifestazione di protesta da parte di un gruppo di profughi davanti alla caserma dei carabinieri di Schio, in via Maraschin. E’ l’ennesima e stavolta, sono scesi da Pian delle Fugazze per arrivare fino in centro a Schio. Motivo della nuova insurrezione, mancanza di documenti e mancati soldi da parte della cooperativa. Solita storia insomma.
Tutto pronto intanto, per il trasferimento di giovedì, in un albergo di Recoaro. Il trasferimento avverrà in pullman e così si chiuderà un capitolo, che ha suscitato non poche polemiche con ben due interrogazioni da parte di politici che vogliono andare fino in fondo sulla gestione degli immigrati da parte delle cooperative. Una nota dolente anche per il sindaco Valter Orsi, che  ha assicurato che la guardia sul mondo delle coop non verrà mai abbassata.
Se infatti, i 50 profughi di Pian delle Fugazze non saranno tra poche ore più ‘affare suo’, rimangono i circa 40  dislocati in città e gestiti dalle cooperative con cui, ha raccontato il primo cittadino, ‘non è sempre facile il dialogo’.
‘Spesso sono introvabili al telefono – ha spiegato Orsi – ma mi preme avere un contatto costante con loro perchè la presenza dei profughi va gestita con la massima attenzione, ai fini della sicurezza per la popolazione e per loro stessi. Si parla di persone di diversa etnia, con usi e costumi diffenti, che possono portare a contrasti che vanno gestiti con delicatezza e professionalità affinchè non sfocino in situazioni di violenza’.
Altovicentinonline 22.09.2015

lunedì 21 settembre 2015

Recoaro Terme. I migranti si scelgono l'hotel

Prima protestano: "Qui non prende il telefono". E poi vengono mandati a fare sopralluoghi nell'hotel che li ospiterà.
Va bene, dobbiamo accogliere. Ce lo dicono tutti. Da Angela Merkel - novella madre Teresa, come l'ha immaginata lo Spiegel - in giù.
Ma se l'accoglienza è diventata ormai obbligatoria, dobbiamo però chiederci: chi dobbiamo accogliere? E soprattutto: come?
Accogliere non significa né abbandonare i migranti nei centri di prima accoglienza né portarli a spasso alla ricerca di un albergo adatto ai loro gusti. In provincia di Vicenza, invece, accade proprio questo: una delegazione di profughi viene portata in gita a Recoaro per "valutare le condizioni della struttura che li ospiterà".
Attualmente, come avevamo già avuto modo di documentare, i profughi sono ospitati aPian delle Fugazze, nella ex colonia alpina di Valli del Pasubio. Da qui i profughi se ne vogliono andare. Anche perché, sottolineano i profughi, il cellulare non prende.
L'altro giorno i migranti hanno inscenato una protesta contro le condizioni di vita del centro, dove vivono senza soldi e senza documenti.
Ora se ne vogliono andare e l'amministrazione locale li appoggia. Una parte di profughi è stata portata a Recoaro, a visitare l'ex hotel "Al Bersagliere". Come scrive Il Giornale di Vicenza, "i profughi hanno mostrato gradimento" per questa struttura.
La loro presenza però non è passata inosservata: "Davanti all'albergo sono arrivati cittadini e rappresentanti politici per verificare quanto stesse accadendo. Sulle prime si pensava fosse un primo arrivo di migranti; poi si è accertato che si trattava solo di un sopralluogo".
Alex Cioni, portavoce del Comitato civico PrimaNoi, ha commentato così questa "gita" dei migranti: "Riteniamo che spostare da un Comune all'altro i sedicenti profughi non sia la soluzione del problema ma una pezza utile solo ad evitare di affrontare con efficacia le reali cause del problema e le responsabilità oggettive del Governo e delle Prefetture. L'unica responsabilità del comune di Schio è di aver accettato di accogliere questi falsi profughi in una propria struttura, quando dovevano fare da muro contro questa follia dell'accoglienza senza se e senza ma di soggetti che dovrebbero invece ricevere un'immediata espulsione.Piegarsi al compromesso con la Prefettura per una sorta di realpolitik - conclude - significa accettare i diktat del Governo Renzi che, invece di attuare delle serie politiche di respingimenti, apre le porte a chiunque salga su di un barcone".
Nel pomeriggio, il Comitato civico PrimaNoi ha organizzato un sit-in protesta davanti all'ex albergo "Al Bersagliere". I manifestanti sono anche riusciti ad entrare all'interno della struttura e realizzando dei filmati.
Di Matteo Carnieletto (Giornale)

sabato 19 settembre 2015

Recoaro Terme. Gli immigrati "gradiscono" il nuovo albergo

Profughi in gita a Recoaro, per una visita all'hotel. Obiettivo, valutare le condizioni di accoglienza della struttura che li ospiterà. L’altro giorno, un gruppo di migranti che attualmente alloggiano al’ex colonia di Pian delle Fugazze è stato accompagnato con un pulmino all'albergo “Al Bersagliere” per vedere di persona lo stato in cui si trova la struttura recoarese.
I profughi hanno mostrato gradimento, visto che l'ex albergo è sicuramente in condizioni migliori rispetto a quanto garantito dall'ex colonia alpina di Valli del Pasubio dove si trovano adesso e dalla quale vogliono assolutamente andarsene, come mostrato con fermezza in una protesta inscenata l’altro giorno a Valli del Pasubio. (...)
Luigi Cristina (GdV 19.09.2015)

giovedì 17 settembre 2015

Vicenza. Sei migranti su 10 non “superano” l’esame di profugo

VICENZA. Non basta provenire da un Paese in balia di tensioni sociopolitiche per ottenere lo status di rifugiato. A testimoniarlo l’ultimo report messo a disposizione dalla prefettura di Vicenza che analizza l’esito di 90 richieste di asilo presentate in questi mesi dai migranti ospitati nel Vicentini (1142 attualmente) e valutate da marzo dalla Commissione territoriale di Verona.
Tra queste pratiche, quelle rifiutate sono state 57 (ossia il 63%). Persone per le quali è scattata l’intimazione ad abbandonare il territorio italiano, ma che possono comunque presentare ricorso se convinte di dimostrare che le condizioni sono cambiate. Nel 2014 sono state formalizzate 316 domande da parte dei richiedenti asilo ospitati nel Vicentino, alle quali si sono aggiunte altre 404 richieste nel 2015, per un totale di 720. Quelle avviate, ma in attesa di completamento dell’iter, sono invece 400. Numeri elevati che richiedono a prefettura e questura un lavoro senza sosta. E senza un rafforzamento degli organici. (...)
GdV 17.09.2015

Vicenza. Parco Fornaci. Fermato clandestino, ingoia ovuli di cocaina

Pur di non finire nei guai ha rischiato veramente grosso. Ha ingoiato ben otto ovuli di cocaina, poco più di quattro grammi. Ma è stato inutile: non è riuscito ad evitare l’arresto.
Nei guai con l’accusa di spaccio, martedì pomeriggio, è finito Harrison Nmoyem, 29 anni, nigeriano, clandestino senza fissa dimora. È stato bloccato dai carabinieri di Gazzo Padovano a parco delle Fornaci nell’ambito di un’indagine anti-droga. L’arresto è scattato dopo che l’immigrato aveva venduto cinque ovuli di eroina, del peso di circa due grammi, ad un padovano di 33 anni conosciuto alle forze dell’ordine (...)
GdV 17.09.2015

mercoledì 16 settembre 2015

Oriana aveva ragione: l'islam è un male

Dopo l'11 settembre ci ha trasmesso un concetto rivoluzionario: il problema non è il terrorismo islamico, ma è l'islam.
Ho avuto la fortuna di frequentare Oriana Fallaci negli ultimi tre anni della sua vita. Ieri, nel nono anniversario della sua morte, per la prima volta, invitato da Tommaso Villa – presidente del Club Forza Italia «Giglio azzurro» -, ho reso omaggio alla sua tomba a Firenze.
La sobrietà del Cimitero Evangelico agli Allori e la semplicità della lapide con l'unica scritta «Scrittore», appaiono riduttivi rispetto alla grandiosità di un personaggio chiave della nostra storia contemporanea.
La Storia ricorderà Oriana per essere stata la voce che prima e più di altre, all'indomani della tragedia dell'11 settembre, ci ha trasmesso un concetto rivoluzionario: il problema del male non è il terrorismo islamico, ma è l'islam. Io stesso, da musulmano, faticavo a digerire la condanna assoluta dell'islam perché la percepivo come criminalizzante di tutti i musulmani, quindi in una mia autocondanna.
Nel discorso all'accettazione dell'Annie Taylor Award, nel 2005, Oriana fu esplicita: «L'islam moderato è un'altra invenzione. Un'altra illusione fabbricata dall'ipocrisia, dalla furberia, dalla quislingheria o dalla Realpolitik di chi mente sapendo di mentire. L'islam moderato non esiste. E non esiste perché non esiste qualcosa che si chiama islam buono e islam cattivo. Esiste l'islam e basta. E l'islam è il Corano. Nient'altro che il Corano. E il Corano è il “Mein Kampf” di una religione che ha sempre mirato a eliminare gli altri».
Nei miei confronti Oriana ha avuto un particolare riguardo, nella comune condivisione della denuncia sia del terrorismo islamico sia della pavidità dell'Occidente. Nell'estate del 2003, mentre era immersa nella scrittura di «La forza della ragione», mi scrisse: «Davvero, quando avrò (bene o male) concluso questo lavoretto, la primissima copia sarà per te. Più ti leggo, più ci penso, più concludo che sei l'unico su cui dall'alto dei cieli o meglio dai gironi dell'inferno potrò contare. (Bada che t'infliggo una grossa responsabilità)».
Il legame con Oriana è stato talmente forte da incentivare un cambiamento del mio pensiero anche dopo la sua morte, prendendo atto che lei aveva ragione. Se pensiamo che il 4 aprile 2002 Ahmed Al Tayeb, attuale Grande imam dell'Università islamica di Al Azhar, equiparabile al «Papa dell'islam sunnita», quando all'epoca era il Mufti d'Egitto, massimo giureconsulto islamico, legittimò il terrorismo suicida affermando: «La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah»; e nel 2003 confermò: «Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica». Lo stesso presidente turco Erdogan ha detto: «Non c'è un islam moderato e un islam non moderato. L'islam è l'islam».
In serata a Firenze, partecipando a un convegno sulla Fallaci insieme a Vittorio Feltri e Daniela Santanché, organizzato da «Una via per Oriana» di Armando Manocchia, ho rievocato quanto ho scritto nel mio nuovo libro «Islam. Siamo in guerra»: «Sogno l'Italia libera, fiera e forte che metta al bando l'islam in quanto apologia del razzismo e del terrorismo, perché ciò che Allah ha prescritto nel Corano, ciò che ha detto e ha fatto Maometto, che sanciscono la discriminazione dei miscredenti, che legittimano l'uccisione di ebrei, cristiani, infedeli, apostati, adulteri e omosessuali, che contemplano la sottomissione e la riduzione in stato di schiavitù delle donne e dei bambini, sono in flagrante contrasto con le nostre leggi, sono incompatibili con i principi fondanti della nostra Costituzione, sono la principale minaccia alla nostra civiltà laica e liberale che esalta la sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta».
Questa è l'eredità di Oriana. Solo facendola nostra ci salveremo dalle barbarie dell'islam. Grazie Oriana!
Magdi Cristiano Allam - Mer, 16/09/2015

Salvini: «Leader del centrodestra? Vedrei bene Zaia»

ROMA. «Io non mi sento il leader del centrodestra ne di altro. Sono una persona normale e se gli italiani, così come sembrano dire i sondaggi, accordano fiducia a me e alla Lega significa che hanno bisogno di normalità. Il mio obiettivo politico è mandare a casa Renzi, non andare al Governo. Come presidente del Consiglio vedrei molto bene Luca Zaia, il presidente del Veneto. Ci metterei la firma domani». Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, intervenendo questa mattina ad Agorà su Rai 3.
GdV 16.09.2015

martedì 15 settembre 2015

Arsiero. Sparò ai ladri nomadi. I fans di Ermes Mattielli lo vogliono ‘libero’

La scritta ‘Ermes libero’ in stile murales compare da qualche settimana davanti all’abitazione di Ermes Mattielli, il 61enne di Arsiero che il 13 giugno 2006 sparò a 2 nomadi entrati nella sua proprietà per rubare e che da allora rischia il carcere per tentato omicidio.
La scritta era stata cancellata, ed è probabile che sia stato lo stesso Mattielli a togliere il simbolo di una popolarità che forse riteneva eccessiva. Fatto sta che il misterioso fan non si è dato per vinto ed ha riscritto per la seconda volta il suo accorato grido di libertà.
La Comunità dell’Alto Vicentino, insomma, non si è dimenticata dell’uomo che sparò ai ladri che entrarono nella sua casa per rubare. Qualcosa che era già accaduto e che Mattielli non tollerava più al punto da armarsi e fare fuoco, inguaiandosi con la giustizia.
GdV 15.09.2015

"Parco vietato agli adulti non accompagnati": l'ordinanza di Bitonci anti migranti

Così il sindaco di Padova spera di impedire bivacchi e degrado tra i giochi per bambini.
Massimo Bitonci continua la sua battaglia contro i migranti e il degrado. Il sindaco di Padova ha infatti vietato il parco Cavalleggeri "agli adulti non accompagnati".
Un modo per impedire ai circa 500 profughi alloggiati in una tendopoli in corso Milano di bivaccare sulle panchine tra i bimbi che giocano. "Nel parco giochi l’ingresso è consentito ai bambini fino a 12 anni accompagnati da adulti e alle persone anziane", riporta l'ordinanza e il cartello all'ingresso dell'area verde, come riporta il Mattino di Padova.
"Ad oggi, come noto, sono cinquecento i profughi che trovano collocazione nella disdicevole tendopoli allestita dalla Prefettura all’ex caserma Prandina, in pieno centro storico e questo ha sicuramente influito sulla frequentazione del parco Cavalleggeri che è diventato spazio per numerosi, troppi immigrati", dice l'assessore alla sicurezza Maurizio Saia, "Le segnalazioni dei residenti che non si sentono sicuri, i continui arrivi sul territorio, ci spingono a fare altre scelte per tutelare la sicurezza dei cittadini".
Chiara Sarra (Giornale)

Vicenza. Oltre mille migranti presenti sul territorio. C’è un solo siriano

Sono 1132 i richiedenti asilo attualmente presenti nel Vicentino. Tra questi tuttavia - paradosso di questo flusso continuo - solo quattro arrivano dalle zone dove il clima geopolitico è più caldo: un migrante dalla Siria e tre dalla Libia. Va detto però che dall’inizio dell’anno circa 700 persone hanno rifiutato il fotosegnalamento per proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. Sono migranti, questi ultimi, che arrivano per lo più dal Corno d’Africa, dalla Siria e dalla Palestina.
Tra chi è entrato invece nel programma di accoglienza promosso nel Vicentino, l’80 per cento proviene dall’Africa, in particolare dalla zona subsahariana, e il restante 20 per cento da Asia e Medio Oriente. Fuggono dalla guerra, dal terrorismo, ma non tutti. Alcuni cercano “solamente” un’alternativa alla miseria, alla fame, a condizioni di vita al limite. Dettaglio che di questi tempi fa la differenza, visto che gli Stati stanno attuando una stretta sulla distinzione tra rifugiati politici e migranti economici, con l’intento di rimpatriare i secondi, come ribadito anche in più occasioni dal presidente del consiglio Matteo Renzi. (...)
Alessia Zorzan (GdV 15.09.2015)

lunedì 14 settembre 2015

Renzi a NY dalle tenniste: come Pertini? Monade

Renzi non è venuto in Veneto dove lo attendevano i lavoratori e i cittadini di Negrar. Non era venuto in Veneto neanche quando un tornado, fatto eccezionale, più unico che raro nella storia italiana, aveva seminato distruzioni e dolore nella Riviera del Brenta. E’ andato a New York, a vedere la finale degli Open Us, a cercare di rubare la scena che due eccezionali tenniste pugliesi avevano conquistato non senza fatica e straordinario impegno.
C’è molto di Renzi e del suo carattere in questa scelta e dell’appropriarsi del lavoro e dei risultati altrui spacciandoli per propri: il premier si sente protagonista del racconto che egli stesso fa dell’Italia, è il demiurgo senza il quale “è impossibile che ogni cosa abbia nascimento” e all’ Arthur Ashe Stadium ha vinto lui, mettendo in secondo piano Flavia Pennetta e Roberta Vinci.  Che poi la realtà sia ben diversa lo sappiamo, ma in Renzi prevale sempre il racconto, la favola, rispetto alla realtà.
C’è chi ha tirato in ballo l’esempio di Pertini che volò a Madrid per la finale della Coppa del Mondo contro la Germania: il paragone è improponibile e la diversa statura dei due uomini lo spiega bene. Ricordate cosa disse Pertini a Fiumicino con la nazionale appena scesa dall’aereo presidenziale e i fotografi che gli chiedevano di prendere in mano la Coppa del Mondo per immortalarlo con tutti gli azzurri? “No, no, io la coppa non la tocco, l’hanno vinta loro, è soltanto la loro”.
Spadolini, allora capo del Governo, era rimasto a Roma e i due ministri italiani che seguirono la partita andarono in Spagna con un volo di linea e a spese proprie. Quella sera a Madrid in Tribuna d’onore c’erano il Cancelliere tedesco e il re  Juan Carlos e il Presidente italiano non poteva mancare anche perché la presenza di una platea di politici come  Henry Kissinger serviva  a rafforzare l’appoggio internazionale alla ancora debole democrazia spagnola che proprio l’anno prima era aveva vissuto un tentativo di golpe.
Insomma, parallelo più inopportuno non si poteva fare e colpisce che siano stati proprio esponenti della sinistra a suggerire la presunta analogia tra le due finali: con Pertini, a Madrid, c’era l’Italia;  con Renzi, a New York c’era Renzi,  il suo egocentrismo, il suo sentirsi essere completo e indistruttibile, centro di attività e di forza, quello che in filosofia viene definito come monade.
In Veneto, con buona pace dei  leibniziani,  definiamo così le sciocchezze, cose di scarso  valore, bazzecole, quisquilie, pinzellacchere. 
Renzi come Pertini? Non diciamo monade, per favore.
Roberto Ciambetti 

Alla ‘Festa dei popoli’ Salvini contro i ‘falsi’ profughi.

Pensioni, Europa, scuola ed immigrazione gli argomenti principe trattati da Matteo Salvini all’annuale ‘Festa dei popoli padani’ a Cittadella (Pd).
Ma dal palco, affiancato da altri vertici del Carroccio come il presidente della Regione Luca Zaia e dal sindaco di Padova Massimo Bitonci, ha arringato i migliaia di fedelissimi accorsi da tutto il Nord Italia a lungo anche sulla questione profughi che in questi mesi sta popolando le prime pagine di tutti i quotidiani.
‘Chi scappa dalla guerra va aiutato, è mio fratello – ha dichiarato alla folla Salvini – ma noi spalanchiamo le porte a tutti senza controllo e ci dimentichiamo dei nostri italiani come il Sig. Giovanni, disoccupato, con due figli e senza casa, che dorme da due anni in macchina. Di questo passo tra qualche anno a protestare per l’indipendenza ci saranno loro in piazza al posto nostro.’
Sceso dal palco Salvini ha parole dure anche per le cooperative che gestiscono i profughi: ‘Sono mosse solo da interessi economici – ha dichiarato sibillino – non importa chi sia chi scende dai barconi, per loro sono solo numeri che arricchiscono il loro business’.
Altovicentinonline

domenica 13 settembre 2015

Bestie e umani. Il buonismo degli sciacalli

Pensare di risolvere – come ha fatto Matteo Renzi – in una battuta, di qua gli umani, di là le bestie, la sfida epocale che i fenomeni migratori ci pongono innanzi, significa non solo minimizzare le ragioni grandi e profonde di tale sfida quanto fare dello sciacallaggio alla rovescia. Di questo si tratta, quando – com’è accaduto per la foto del piccolo Aylan, annegato nel mare della Turchia – si fa del dolore un’arma di ricatto e del buonismo uno schermo dietro cui nascondere le responsabilità.
La foto del bimbo portato a riva esanime non può non ferire le coscienze. Proprio perché uomini ne siamo stati toccati. Poi però bisogna guardare oltre l’immagine. Bisogna evitare di strumentalizzare. Bisogna soprattutto evitare di fare di quel corpicino un’arma di ricatto, quasi che l’indignazione, da sola, renda più lieve la gravità di quella morte e la condivisione lavi le coscienze, annullando le responsabilità profonde e le ragioni vere di quella e di tante altre morti. Bisogna indignarsi per le violenze massmediatiche che hanno accompagnato la pubblicazione di quella foto. Bisogna sentirsi feriti per titoli e messaggi come quello de “il Manifesto”, che ha sparato l’immagine di Aylan a tutta pagina, sotto il titolo “Niente asilo”.
Bisogna respingere al mittente la brutale distinzione bestie-umani con cui Renzi ha tacitato le incertezze della sua base politico-elettorale. Bisogna riprendere il filo di una discussione matura, che rimetta in primo piano le responsabilità autentiche di certe morti, di quella del piccolo ritrovato sulla spiaggia di Bodrum e di altre centinaia di migliaia, provocate dall’incapacità politico-militare dell’Occidente, dai suoi troppi silenzi, dalle sue connivenze, dalle sue pavidità. Bisogna smetterla con la retorica di chi ha scambiato l’inverno della ragione per la “Primavera araba”. Bisogna tornare all’azione politica piuttosto che assecondare.
Allora si dimostrerà di essere veramente umani, dotati cioè di sentimenti e di ragione, di passioni e di buon senso. Allora non si strumentalizzerà la foto di un bimbo annegato, ma si daranno risposte politiche rispetto ai numeri degli sbarchi, alle inumane condizioni in cui vivono migliaia di immigrati, alla gracilità del sistema europeo, incapace di misurarsi con fenomeni di portata epocale, che chiedono molto di più di qualche appello sentimentale o delle battute di pessimo gusto di un presidente del Consiglio a corto di argomenti.
di Mario Bozzi Sentieri

La rabbia della figlia della coppia uccisa dall'ivoriano: "Perché Renzi non vola qui?"

Pronto, signora Rosita Solano? Qui è Libero. Perdoni il disturbo, ma ci chiedevamo se qualcuno l' avesse chiam… «No guardi. Assolutamente no. Sto ancora aspettando risposta. Sono esterrefatta, come tutti gli italiani, perché chi doveva metterci la faccia non risponde e va a destra e manca. Non faccio nomi ma…». Chi parla (tono cortese, voce pacata, accento meridionale), è una delle figlie di Vincenzo e di Mercedes Ibanez, brutalmente assassinati nella loro villetta di Palagonia, Catania
È stato arrestato subito un ivoriano ospite del vicino Cara di Mineo, il centro accoglienza richiedenti asilo. A caldo, davanti alle telecamere, la signora Rosita aveva invocato Renzi: «Venga qui e mi spieghi». Sono passati quasi 10 giorni e c' è un altro sospettato.
Quindi non c' è stata neanche una telefonata?
«A parte Alfano, assolutamente no».
«Non ho perso la speranza e non la perderò mai, perché prima o poi arriverà qualcuno a darmi spiegazioni…».
«No guardi, se la devono vedere loro. Io chiedo solo giustizia per i miei. Ho fiducia in chi conduce le indagini, ma chi ha permesso che questa cosa accadesse è responsabile. Sono responsabili della sicurezza degli italiani e del controllo del territorio. Dico solo questo, del resto non mi interesso».
«Ha chiesto un incontro per fare le condoglianze ed esprimere vicinanza, ma l' abbiamo incontrato non perché è Salvini.
Avremmo accettato qualunque politico. Ma gli altri non sono venuti. L' unico che ci ha chiamati al telefono, come detto, è stato il ministro Alfano».
«Comunque non perdo la speranza. Aspetto. Non voglio fare provocazioni ma chiedo verità e giustizia, mentre c' è chi va a destra e manca ma non ci ha ancora messo la faccia. Questi sono i nostri rappresentanti».
«Mi raccomando. Scriva bene. Scusi, mi ripete di che giornale è? Perché a me la politica non interessa ma...».
«No, appunto, non mi interessa parlare di politica, di quello che pensavo prima o di quello che penso adesso. Quando mi fanno domande di politica dico a tutti "no comment". Voglio solo che quelli che stanno al governo si prendano le loro responsabilità. Voglio giustizia. Di altro non mi interessa. Ha capito, vero?».
«Devono tutelare la sicurezza del popolo italiano. Perché una cosa del genere poteva capitare a tutti, anche a loro. A quelli che ci governano. E se fosse successo a loro non so come avrebbero reagito. Non credo se ne sarebbero andati in giro a destra e manca…».

Ha perso le speranze?
Intanto, il ministro Maria Elena Boschi ha parlato di possibile chiusura del Cara di Mineo. Cosa ne pensa?
Ricapitolando. L' unico politico che è venuto a trovarla è stato Matteo Salvini?
Ah.
Il concetto è chiarissimo.
...ma prima aveva un' altra opinione di Renzi?
Chiarissima.
Grazie signora.
«Mi raccomando. Voglio solo giustizia. Di altro non mi interessa. Si devono prendere le loro responsabilità. E invece… Però non perdo la speranza».
di Matteo Pandini (Libero Quotidiano)

sabato 12 settembre 2015

Angélica Liddell al Teatro Olimpico. Ma che c’entra San Paolo con la masturbazione?

C’erano una volta le prese in giro goliardiche, “Il don Sculacciabuchi”, i “co sta pioggia e co sto vento che fasemo ner convento”. Poi c’erano i canti da osteria (“Osteria del Vaticano/ paraponzi ponzi po”,…).  E c’era una gran tradizione poetico-satirica, massimo rappresentante Pietro Aretino: “Sul c… che rizzato avea fra Carlo/ Giù dal balcon cascò suor Margherita” è l’incipit di uno dei suoi “Dubbi lussuriosi”. Si parla di rapporto tra sessualità e religione, che un paio di millenni di cultura avevano trattato in modo intelligente, urticante. Ma spiritoso.
E poi sono arrivate l’arte e la performance contemporanea a dare una bella botta di tristezza, di dramma e di angst. Ma soprattutto di necessità. Non c’è rappresentazione artistica contemporanea che occupandosi di religione non finisca per metterci dentro anche il sesso. E in modo triste. Come se il contemporaneo quando pensa alla religione ci dovesse per forza mettere un quid di braghetta: in teoria come rottura di categorie etiche ed estetiche, anche se all’ennesima provocazione spompata viene il sospetto che si tratti di un riflesso condizionato, di un non-pensiero venato di un puritanesimo inavvertito. Come se tutta la questione religiosa stesse lì, nel punto X. Nel dormite con le mani fuori dalle coperte. Molti artisti contemporanei sembrano ossessionati da pisellino e patatina ben più di qualsiasi testo religioso.
Da un po’ in ambito artistico ne abbiamo viste di ogni: dai papi che guardano youporn di Federico Solmi, a quelli in perizoma e autoreggenti di Paolo Schmidlin. Ora a Vicenza arriva la “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi” di Angélica Liddell al Teatro Olimpico. In scena sangue e masturbazioni, con scandalo cercato e polemichella di dovere. Ma che noia. E che nostalgia non solo di Aretino, ma financo dei canti da osteria.
Bruno Giurato (Giornale)

Adesso Salvini sfida Fassino: sindaci leghisti fuori dall'Anci

Il leader della Lega Nord: "Renzi se ne fotte... e Fassino è complice". 300 sindaci pronti a lasciare l'associazione.
Matteo Salvini sfida Piero Fassino. Nei prossimi giorni centinaia di sindaci leghisti daranno il benservito nall'Anci.
Se ne andranno via uno dopo l'altro dopo che domani il leader del Carroccio avrà dato l'annuncio ufficiale. "I soldi dell'iscrizione (all'Associazione dei Comuni, ndr) - spiega aItaliaOggi - li utilizziamo per pagare gli asili nido e assistere gli anziani". Una protesta concreta contro il governo Renzi, che riempie i Comuni di immigrati, e contro lo stesso Fassino, che assiste impotente alla morte degli enti locali. "Noi diciamo basta - continua - che quelli del Pd se la cantino e se la suonino tra di loro".
Domani, a Cittaddella, i sindaci della Lega Nord racconteranno la propria esperienza di governo. Ci sarà chi parlerà di come sia riuscito ad abbassare le tasse locali nonostante ilpatto di stabilità. E chi racconterà come sia riuscito a dare alloggi agli italiani bisognosi o a non far pagare l'Iva a chi è in credito con lo Stato. Da qui, come annunciato ieri dal sindaco di Padova Flavio Bitonci, Salvini annuncerà la sfida a Fassino. "I sindaci ormai non hanno più poteri, a cominciare dall'immigrazione - spiega il leader del Carroccio a ItaliaOggi - il governo e i prefetti mettono ogni giorno i primi cittadini davanti al fatto compiuto". Il problema è, insomma, sia legato alle risorse economiche sua alla rappresentanza. Da qui la provocazione di chiamarsi fuori dall'Associazione dei Comuni. "L'Anci è sempre stata a guida del Pd - continua - quando eravamo noi al governo minacciava la rottura delle relazioni istituzionali e alzava barricate. Quando a Palazzo Chigi c'è un premier di sinistra il motto diventa: non disturbare il manovratore".
di Sergio Rame (Giornale)

venerdì 11 settembre 2015

11 settembre a New York: il ricordo delle Regione Veneto, Ciambetti, Marcato

“Nel commemorare le vittime dell’attentato alle Twin Towers il pensiero va a quanti difendono la libertà e i valori su cui è fondata la nostra società: libertà di pensiero e di espressione, uguaglianza di tutti davanti alla Legge, diritto alla mobilità sociale”. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto ha voluto ricordare così gli eventi dell’11 settembre 2001. “Il terrorismo non è una forma esasperata di lotta politica ma è violenza pura compiuta su persone inermi e innocenti – ha detto Ciambetti – come abbiamo visto a Bangkok, al Cairo, nel Sinai, a Parigi e via via in un elenco di luoghi in cui, in maniera vile, sono stati assassinati uomini, donne, bambini per seminare paura e dolore". Il presidente del Consiglio veneto ha così concluso: "il terrorismo è una forma di violenza per la quale la vita umana non ha valore alcuno in una concezione che viola ogni principio laico e insulta ogni autentica fede e religione. Il terrorismo vuole insinuare nella nostra vita quotidiana la paura, perché nella paura non si può vivere a lungo: a questa logica di morte e sopraffazione noi dobbiamo rispondere senza tentennamenti, senza divisioni, riaffermando la supremazia della libertà e della democrazia e del diritto all’autodeterminazione delle persone, autonome e indipendenti nelle loro scelte, come dei popoli. Il rispetto delle tradizioni, delle culture e identità locali è determinante nella lotta all’oscurantismo terrorista”.
“Dobbiamo riprenderci la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra anima. Solo così sconfiggeremo la cultura di morte del terrorismo”. Lo ha sostenuto l’assessore regionale Roberto Marcato che è intervenuto alla cerimonia per l’anniversario dell’attentato dell11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York, svoltasi oggi a Padova davanti al Monumento “Memoria e Luce” progettato da Daniel Libeskind. Erano presenti il sindaco di Padova e numerose autorità civili e militari, rappresentanti del consolato USA a Milano e dei vigili del fuoco del Veneto e degli Stati Uniti.
Marcato ha rinnovato, a nome del presidente Luca Zaia e dell’amministrazione regionale, la vicinanza al popolo americano. “Oggi siamo di nuovo qui davanti al Monumento alla Memoria – ha aggiunto – ma faremo un torto alle vittime se ci limiteremo a ricordare, perché il terrorismo non è ancora debellato”.
L’assessore veneto ha fatto riferimento ad un sondaggio dell’emittente araba Al Jazeera secondo cui l’81 per cento degli intervistati si è detto favorevole ad una presa di potere dell’Isis in Iraq e in Siria. “Il problema – ha concluso Marcato – è quindi culturale e per vedere affermarsi una cultura di pace e sconfiggere la cultura di morte, dobbiamo riprenderci la nostra cultura, i nostri valori, la nostra anima”.
Da VicenzaPiù