martedì 31 marzo 2015

Sito Tosi, Stefani: sconcerto e stupore nella Lega Nord


C’è sconcerto e grande stupore per la rivelazione del sito Dagospia, in base alla quale il portale tosipresidente.it sarebbe stato registrato già dal 17 febbraio. Una notizia che ci lascia perplessi perché getta ombre su un lungo confronto che, se fosse vero questo assunto, da parte di Tosi aveva un esito già deciso.
Sono notizie che deludono. Si sono spese settimane per tentare una mediazione, mortifica pensare che la decisione di ‘rompere’, da parte di Tosi, fosse già stata assunta.
Erika Stefani, senatrice Lega Nord

da VicenzaPiù

In che spera Alessandra Moretti?


E’ tempo di elezioni regionali nel Veneto e già conosciamo alcuni candidati, tra cui l’avvocatessa Alessandra Moretti di Vicenza, la cui carriera politica si è svolta come Vicesindaco di Vicenza, poi portavoce dell’on. Bersani, e da questo inserita nel suo “listino” affinché diventasse Deputatessa alla Camera della Repubblica Italiana.
Successivamente, dopo un mese, ha abbandonato l’on Bersani e si è fatta socia dell’attuale vincitore nel PD, ossia quel Renzi che a Vicenza aveva come supporter il Sindaco Variati, che saltò sul carro dell’attuale Primo Ministro tra i primi. Così ora, surclassando il Sindaco di Vicenza Variati, si è fatta candidata alla Presidenza delle Regione Veneto, ma con quale visione politica, nessuno lo sa. Si mormora che fosse “comunista” da studentessa, ma gli ultimi eredi del totalitarismo non ne vogliono sapere, tranne quelli di Vicenza, chissà come mai. Non ha delineato un vero Programma politico, si pronuncia ora su questo ora su quello, cercando di far notizia, ma quale sia la sua direzione di governo nessuno lo sa. Ha abbandonato pure ciò che l’aveva resa, si dice, nota, ossia una grinta televisiva, manifestata quando era portavoce dell’on Bersani, e si è fatta più sommessa, quasi esprimendosi sottovoce. Ma forse vi sono della capacità di gestione. Come Vicesindaco di Vicenza poco o nulla, il mattatore fu ed è Variati e non dà certo spazio a nessuno, come ben sanno anche gli attuali assessori, che possono agire solo con il suo permesso e forse per questo l’avvocatessa ha abbandonato Vicenza e soffiato il posto a Variati che pure avrebbe tanto appetito la candidatura in Regione. Come Parlamentare italiana ed europea nessuno ricorda che cosa ha proposto / compiuto la ex Vicesindaco di Vicenza, tranne il saltare sul carro della proposta del divorzio breve, ma questa è stata ideata da altri parlamentari. Allora su che cosa spera per essere eletta alla Regione Veneto? Un accordo con gruppi forti, dicono, ossia gli industriali vicentini che da Calearo sembrano aver scelto la sinistra, quella PD e suoi alleati vicentini come i comunisti che dichiarano voteranno Moretti, ma soprattutto la candidata, che ha ridotto anche i giovani del PD, quelli del consigliere Possamai, a miti consigli e a far parte della sua schiera, spera che gli elettori votino PD perché affezionati alla sigla e perchè l’alternativa sarebbe solo Zaia, Tosi non è un vero concorrente, se realizza qualcosa lo fa a Verona e non altrove. Una prospettiva di speranza quella della Moretti di cui però l’antica saggezza dei contadini, anche veneti, diceva “son piene le fosse”.

Di Italo Francesco Baldo (Vicenzapiù)

lunedì 30 marzo 2015

Ciambetti: rivedere con norme severe il regolamento dei campi nomadi a Vicenza


Anche per Vicenza credo sia ora di rivedere il Regolamento del campo sosta nomadi con norme molto precise e rigorose. E' impensabile fornire una serie di servizi e non avere in cambio comportamenti e atteggiamenti rispettosi delle norme del vivere civile. E’ una cosa che ripeto e dico a tutti i sindaci che mi chiedono cosa fare per assicurare maggiore sicurezza ai loro cittadini davanti a una sequenza di episodi in cui è facile leggere tecniche e obiettivi tipici dei nomadi.
Chi pretende sia applicata la legge che prevede campi sosta per nomadi, deve anche rispettare tutte le altre leggi che regolano la civile convivenza. In via Cricoli a Vicenza, ad esempio, si parla del distributore di metano, prossimo al campo nomadi, sostanzialmente in ostaggio e vittima di continue provocazioni, furti, danneggiamenti. Nello scorso febbraio tre nomadi, tra cui un minorenne, residenti nel campo di viale Cricoli hanno aggredito una anziana, gettandola a terra e ferendola, per rubarle 15 €. Mi fermo qui, ma l’elenco dei fatti è ben lungo. La misura è colma e bisogna dare un segnale: chi sgarra paga. Così non basta far sottoscrivere contratti con le Aim per le forniture dei servizi, bisogna pagarle quelle fatture come bisogna saldare gli eventuali arretrati, né più, né meno, di quanto accade in tanti condomini della città. E chi non paga e non è in regola? E chi usa il campo sosta come base per razzie e reati predatori? Ecco, qui deve scattare il nuovo regolamento. Già quello entrato in vigore nel 2006 prevedeva la possibilità da parte dell’amministrazione della revoca della concessione e l’allontanamento ‘anche nel caso in cui l’utente dell’area rechi turbative e tensioni di particolare gravità sia all’interno dell’area di sosta, sia nei confronti del vicinato o nei rapporti con la cittadinanza, su segnalazione del Comando di Polizia Municipale’. Ora bisogna applicare alla lettera quella norma e rafforzarla, prevedendo controlli sistematici a sorpresa: chi vive nel campo di via Cricoli deve sapere che non ammetteremo coperture e protezione a chi si macchia di reati ma nemmeno più connivenze e complicità. So bene che questa richiesta d’aggiornamento delle norme solleverà polemiche, ma la sicurezza è un bene comune imprescindibile, e il rispetto delle leggi è la condicio sine qua non per poter godere di servizi assistenza garantiti dalla comunità. L’essere Rom e Sinti non può essere sinonimo di impunità né si può sventolare una presunta e sedicente condizione di povertà e pretendere servizi e spazi, richiesta che agli occhi dei cittadini onesti appare essere una sorta di provocazione. Occorre dare dall’amministrazione e dall’intero Consiglio comunale un segnale forte e chiaro: rivediamo il regolamento dei campi sosta nomadi con regole chiare e poi facciamole applicare queste regole, attraverso controlli sistematici prendendo i provvedimenti conseguenti. Lo dice il buon senso, lo pretendono i cittadini onesti: credo che il Consiglio comunale debba farsi carico di questa problematica, a dimostrazione che c’è una intera città dietro la richiesta di comportamenti corretti e di giustizia. Una città che inizia a stancarsi di vandalismi, furti e violenza.
Roberto Ciambetti, assessore regionale agli enti locali

domenica 29 marzo 2015

Gli scafisti deridono gli italiani: "Facciamo 800mila euro a tratta e in patria diventiamo dei miti"

Ecco le conversazioni choc di tre scafisti rinchiusi in carcere: Quando torniamo, dobbiamo comprare una nuova barca. Speriamo di riempirla..."
Il barcone naufragato viene raccolto da una nave mercantile che deve fare rotta nel porto del capoluogo ligure.
Nonostante cerchino di confondersi tra i clandestini, gli scafisti vengono presi e sbattuti in cella al carcere di Marassi.
Qui parlano liberamente, senza sapere della cimice che registra le loro conversazioni. Per loro essere arrivati a portare gli immigrati fino a Genova è un motivo di vanto. "Perché nessuno è mai arrivato fino qui - si lodano gli egiziani Idris, Hani e Abdalla - in patria diventeremo dei miti, quando tutti sapranno che siamo riusciti ad arrivare fino nel porto di Genova diventeremo famosi. Nessuno dei migranti è stato mandato indietro". Dietro alle sbarre parlano anche del risvolto pubblicitario che avrà il viaggio. "Quando sapranno che tutti quelli che erano a bordo - dice Mohamed, un loro connazionale recluso - sono entrati a Genova con il vostro viaggio lavorerete proprio tanto".
"I passeggeri sono degli scemi, spendono una fortuna anche 35mila lire egiziane (circa 3.500 euro) e poi più della metà viene rispedita. Sai quanto ha guadagnato il proprietario della barca? 8 milioni di lire egiziane (800mila euro)...". Le "cimici", nascoste dagli agenti della squadra mobile su mandato dei sostituti procuratori della Dda Federico Manotti e Federico Panichi, dimostrano come il giro d’affari dietro al traffico di esseri umani sia enorme: "Quando torno - dice Hassan - dobbiamo comprare una nuova barca... Speriamo di riempirla...". A quel punto Idris, uno dei leader della cellula, lo tranquillizza: "Stai tranquillo, giù di lavoro (inteso come passeggeri da trasportare) se ne trova sempre".
Ai detenuti nordafricani con i quali condividevano la cella del carcere di Marassi, gli scafisti facevano anche "lezione" su come si svolgeva la loro attività di trafficanti di esseri umani. "Partiamo alle 2 o a mezzanotte e prendiamo la fluka (piccolo gommone ndr) si caricano dieci persone per volta e si mettono sulla barca più grande- dice Hassan - se fai così è perfetto, nessuno ti spara se fai così". Il compagno di cella chiede il motivo per cui, per far prima, non usino due gommoni. Hassan controbatte: "Ci sono dei controlli sulla spiaggia con i cammelli. Sono per la sorveglianza?". Poi si interrompe e rivela: "Ma si possono corrompere con dei soldi... comunque la fluka non viene mai controllata". "I clienti migliori sono i siriani - dice Labib - loro hanno la certezza di non essere rispediti indietro e pagano fino a 5mila dollari". Gli scafisti consigliano anche di usare il cellulare satellitare: "Devi sempre usare questo per telefonare, non il tuo - dice Hassan - quando poi arriva la guardia costiera lo butti in mare. A me hanno sequestrato il mio personale ma dentro non troveranno niente. Le telefonate importanti le ho fatte con quello che è in acqua!".
di Sergio Rame (Giornale) 

Zaia: curiamo i veneti e mezza Italia


La Direzione Regionale Area Sanità e Sociale del Veneto, il presidente Luca Zaia e l'assessore Luca Coletto diffondono alcuni dati sulla mobilità verso il Veneto di pazienti nel 2014
Nel 2014 la capacità della sanità veneta di attrarre pazienti da altre Regioni italiane è notevolmente aumentata. Il valore delle prestazioni erogate a pazienti provenienti da tutto il resto d’Italia si è attestato a 325 milioni 705 mila 223 euro, quasi 10 milioni in più rispetto al 2013.
Il dato emerge da uno studio comparativo effettuato sui flussi di pazienti non residenti in Veneto da parte dei tecnici della Direzione Regionale Area Sanità e Sociale.
“Ciò significa – commenta con orgoglio il Presidente della Regione Luca Zaia – che la sanità veneta, che qualche marziano si ostina a descrivere allo sfascio, cura pressochè tutta Italia, accogliendo pazienti non solo da Regioni dove la qualità delle cure è palesemente inferiore, ma anche da altre dove invece il livello è ottimo, come Lombardia, Emilia Romagna, o Friuli Venezia Giulia. Un successo costruito con i fatti, con il lavoro quotidiano di 95.000 uomini e donne in camice, con il livello internazionale della Scuola di Medicina dell’Università di Padova e di un’altra realtà di eccellenza storica come l’Università di Verona, con la qualità diffusa che mette a disposizione picchi d’eccellenza in tutte le strutture sanitarie del territorio e non solo nei grandi centri, con gli investimenti in nuove tecnologie, pari a 70 milioni l’anno. A questa realtà Renzi vuole tagliare 240 milioni di finanziamenti anche nel 2015. Non commento, lascio giudicare alla gente, che è il nostro unico punto di riferimento”.
In termini assoluti i cittadini lombardi sono quelli che hanno richiesto più prestazioni al Veneto, pari ad un valore di oltre 63 milioni, seguiti dagli emiliano-romagnoli con oltre 57 milioni, e dai friulani con oltre 46 milioni. Quindi Sicilia (oltre 23 milioni), Campania (oltre 17 milioni), Puglia (oltre 15 milioni); Lazio (oltre 11 milioni).
Tutte le Aziende Sanitarie e le Ulss venete hanno fatto registrare vistosi tassi di mobilità attiva. Tra queste spiccano, per fare qualche esempio, l’Azienda Ospedaliera di Padova (44 milioni 417 mila euro nel 2014 con più 1 milione 847 mila euro rispetto al 2013), l’Azienda Ospedaliera di Verona (stabile, ma con ben 53 milioni di prestazione erogate nel 2014), l’Ulss 22 di Bussolengo (59 milioni 840 mila euro con più 2 milioni 175 mila euro sul 2013); l’Ulss 20 di Verona (14 milioni 783 mila euro con più 1 milione 566 mila euro sul 2013); l’Ulss 12 Veneziana (13 milioni 279 mila euro con più 1 milione 489 mila euro sul 2013); l’Ulss 17 di Este (10 milioni 498 mila euro con un più 1 milione 146 mila euro sul 2013).
“L’aumento della mobilità attiva verso il Veneto da parte di cittadini del resto d’Italia è la miglior dimostrazione della qualità espressa dalla nostra sanità, ottenuta senza tagli ma con una revisione migliorativa dell’organizzazione complessiva, accompagnata da importanti investimenti in strutture, tecnologie, eccellenze specifiche e professionalità”.
E’ questa la chiave di lettura dell’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto dei dati 2014 sulla mobilità verso il Veneto di pazienti provenienti pressochè da tutte le altre Regioni d’Italia, con un valore complessivo di 325 milioni 705 mila euro, circa 10 milioni in più rispetto al 2013.
“Ciò vuol dire – sottolinea Coletto – che il saldo tra mobilità attiva e passiva è pari a circa 100 milioni a favore del Veneto. Significa che meno veneti hanno scelto di andarsi a curare altrove e più italiani hanno scelto la sanità veneta per guarire”.
“Estremamente significativo – aggiunge Coletto – è anche il fatto che l’aumento arriva dopo alcuni anni di contrazione della mobilità attiva, il che vuol dire che, pur in un lungo periodo di tagli lineari da Roma, con le scelte e gli investimenti fatti in questa legislatura, siamo riusciti ad accrescere la qualità della nostra sanità e la sua percezione fuori dai confini del Veneto. E’ una specie di miracolo – conclude Coletto – che anche quest’anno la legge di stabilità nazionale tenta di annullare con altri tagli per 240 milioni di euro calati sul Veneto”.

Brescia, 2mila immigrati sfilano per ottenere il permesso di soggiorno

Corteo con la Cgil. Salvini: "Non è un paese normale"

"Noi lottiamo per un Paese "normale" secondo molti aspetti. Per esempio un Paese in cui non si tengano manifestazioni come quella di oggi a Brescia, dove 2.000 immigrati hanno sfilato pretendendo il permesso di soggiorno.
Una cosa del genere in Paesi come la Svizzera, l’Austria e molti altri sarebbe impensabile". Matteo Salvini commenta così il corteo organizzato a Brescia dalla Cgil e dagli immigrati che chiedevano di ottenere il permesso di soggiorno in base alla sanatoria del 2012. Secondo la questura di Brescia sono stati tremila i manifestanti presenti, mentre per gli organizzatori hanno superato le cinquemila unità. Nella città lombarda, l'80 per cento delle domande di permesso di soggiorno viene respinta (la media italiana è del 20%).
Il motivo di ciò, secondo il deputato di Sel Franco Bordo, risiederebbe nel fatto che "il permesso di soggiorno di un anno per attesa occupazione non viene quasi mai concesso perché la questura impiega mediamente più di un anno a rinnovare il permesso di soggiorno, quando la stessa legge Bossi-Fini stabilisce un termine massimo di 60 giorni. E quindi il termine di un anno per cercare lavoro viene "consumato" nell'attesa del rinnovo, riducendo enormemente le possibilità di trovare una nuova occupazione perché è molto più difficile farsi assumere con un permesso di soggiorno scaduto".
"Viviamo proprio in un Paese al contrario, mentre a Brescia immigrati e centri sociali manifestavano per chiedere ancora più diritti per i clandestini, a Torino qualche centinaio dei soliti violenti si scontrava con le Forze dell'ordine", ha tuonato Roberto Calderoli.
di Angelo Scarano (Giornale)

sabato 28 marzo 2015

Veneto, spunta il manifesto porno accanto a quello di Alessandra Moretti e si scatenano sul web

A sinistra il manifesto di Alessandra Moretti, a destra - chissà se affisso prima o dopo - quello di un imperdibile spettacolo osè con un tre giovani "artiste" che posano ammiccanti. A diffondere il muro un po' imbarazzante per la candidata Pd è stata la pagina Facebook "Matteo Salvini leader" seguito da Luca Morisi, spin doctor della comunicazione del leader leghista. "Involontarie simmetrie" ha scritto Morisi che ha poi aggiunto l'hashtag #iostoconzaia. Pioggia di like per il muro dell'infamia, tra i quali anche quello del senatore leghista Gian Marco Centinaio e un fiume di commenti scatenati dei leghisti: "In effetti - si legge in un commento - Questa è l'unica cosa che potrebbe venirgli bene..." anche se qualcuno ha dubbi anche su questo.

Ladylike Alessandra Moretti in tv: sorrisini, spocchia e bugie della renziana perfetta

Le chiedi degli indagati al governo? Lei risponde parlando dell’ufficio anticorruzione del Veneto. Le chiedi del record delle imposte sulla casa? Lei risponde parlando dello spread. Le chiedi dell’Imu agricola? Lei risponde parlando delle quote latte. Ogni tanto ci infila dentro qualche dichiarazione spiazzante, come quando in mezzo al dibattito sulle pensioni esclama: «Non è vero che gli imprenditori si divertono a licenziare», che è un po’ come se uno in mezzo alla foresta equatoriale si mettesse a gridare: «Non è vero che i pinguini sono rossi». Verità indiscutibile, per l’amor del Cielo, solo appena un filo fuori contesto. Quando proprio non sa come svicolare dalle domande ricorre alle paroline magiche che evidentemente le hanno fatto imparare a memoria: «macchina del fango» (anche nella versione civettuola: «macchinetta del fango»), «linee guida», «questo governo», «80 euro», «le cose fatte». E soprattutto «Cantone». Dovete sentirla con quanto gusto pronuncia il nome del magistrato, pensando così di salvare il resto della sua esibizione: un Cantone per mille cantonate.
Se non avete assistito allo show di Alessandra Moretti l’altra sera da Floris su La7, beh, avete perso l’occasione di vedere all’opera il concentrato del renzismo sottovuoto spinto, paradigma perfetto di come il premier intende trattare gli italiani, cioè da citrulli cui puoi raccontare che gli elefanti volano, le tasse si abbassano, i sottosegretari si nominano da soli, le monete crescono sugli alberi e i ministri si dimettono senza che il premier nemmeno lo sappia. Manuale in tre regole per farci fessi: basta mostrare una bella faccia, sparare balle impunemente e deviare sempre il discorso da un’altra parte per non dover mai rispondere nel merito. Bugia e sorrisetto, renzista perfetto.
Se aveste avuto mezz’ora da dedicare alla trasmissione tv avreste avuta piena consapevolezza di ciò. Alessandra Moretti, già portavoce di Bersani convertitasi al renzismo dopo un breve passaggio nel cuperlismo, è uno dei migliori prodotti della batteria Pd per i salotti tv. Per esempio, quando dice cose false è insuperabile: «Il premier Renzi non ha mai chiesto a Lupi di dimettersi», oppure «La pressione fiscale è diminuita», oppure «Abbiamo tolto l’Imu sui terreni agricoli». Sa benissimo che niente di tutto ciò è vero, sa benissimo che il premier Renzi ha fatto il diavolo a quattro per ottenere le dimissioni di Lupi, che la pressione fiscale non diminuisce (dati del Documento di programmazione economica e finanziaria del suo governo) e che l’Imu agricola l’hanno messa, non tolta (l’unica cosa è che, in extremis, hanno aumentato il numero dei Comuni esentati, ma c’è una bella differenza tra aumentare le esenzioni e togliere una tassa…). Ma i dati di fatto non importano: con quella bella frangetta, due complimenti («Ah Giordano, com’è bravo lei, leggerò il suo libro») e una smorfia sarebbe in grado di dire che il Veneto confina con Calabria e Molise. «Guardi Moretti, che non è vero…». «Ma noi abbiamo nominato Cantone…».
È meravigliosa in questo suo vagare lungo i confini della logica, spesso oltrepassandoli. La coerenza, si capisce, è un optional assai meno utile dei suoi orecchini. Per esempio dice per tutta la sera che le questioni per cui Lupi si è dimesso sono politiche, che non si può dipendere dalla magistratura, un conto sono gli avvisi di garanzia un conto è la sensibilità istituzionale di chi ricopre incarichi pubblici e ha ricevuto favori da persone che possono trarre da lui vantaggio. Poi quando Giorgia Meloni le chiede perché Renzi quand’era sindaco (incarico pubblico) e ha ricevuto favori (la casa) da chi poteva trarre da lui vantaggio (Marco Carrai), non ha mostrato la stessa sensibilità istituzionale, risponde: «Ma la magistratura non ha avuto nulla da dire…». Ma come? La magistratura? Quindi dobbiamo dipendere dalle toghe? Oppure no? Insomma: per giudicare sconveniente il comportamento di un politico dobbiamo aspettare gli avvisi di garanzia o no? Che ne pensi davvero, Moretti?
Lei, ovviamente, non risponde. Se uno prova a insistere lei si spazientisce. «Oh, insomma, sempre a rinvangare queste cose del passato». In effetti: la questione della casa di Renzi appartiene al passato, non bisogna più tirarla fuori. Mica come la questione delle quote latte (che lei tira fuori) o delle mutande verdi di Cota (che lei tira fuori, con rispetto parlando) o dei diamanti di Belsito (pur essi citati dalla Moretti con abbondanza di enfasi). Ma perché la casa di Renzi è «una cosa vecchia» e i diamanti di Belsito o le quote latte un argomento di attualità? Non provate a chiederlo alla damigella del Pd, sarebbe inutile. Le hanno fatto credere che si può dire qualsiasi cosa, basta avere un po’ di fard e una faccia che buca lo schermo. L’unico problema è che quando lei si è alzata, nel salotto di Floris, e al suo posto si è seduta l’onorevole Francesca Puglisi, nouvelle vague rampante del Pd da talk show, ci è venuta quasi la nostalgia. «Le province sono state abolite», ha esordito infatti l’onorevole Puglisi, impunemente. «Adesso infatti ci sono gli enti territoriali vasti…». Quindi è cambiato solo il nome? «No, è che c’è bisogno di qualcuno che spali la neve...». Ecco, a sentire che la neve giustifica il pasticcio delle province, la Moretti d’improvviso con i suoi Cantoni e le sua cantonate ci è parsa un gigante. La deriva del sottovuoto renzista, evidentemente, ci sta preparando al peggio…
Mario Giordano

giovedì 26 marzo 2015

Sbarchi, Salvini sbotta in radio "L'Italia è uno Stato di merda"

Il leghista: "Lo Stato che sfratta due 70enni è lo stesso Stato italiano di merda che offre colazione, pranzo e cena a migliaia di immigrati"
"Quello italiano è uno Stato di merda". Matteo Salvini sbotta a Radio Padania.
Commentando la notizia di una coppia di anziani in difficoltà economiche, il leader della Lega Nord ha duramente attaccato lo Stato italiano che "sfratta anziani in difficoltà" e, al tempo stesso, "paga i pasti agli stranieri".
"Lo Stato che sfratta due cittadini 70enni - ha tuonato Salvini ai microfoni di Radio Padania - è lo stesso Stato italiano di merda che offre colazione, pranzo e cena a decine di migliaia di immigrati". A preoccupare l'eurodeputato del Carroccio è la mala gestione del governo nei confronti sia dell'emergenza immigrazione sia dell'allerta terrorismo. Due facce della stessa medaglia. D'altra parte l'inchiesta "Balkan connection" ha dimostrato che il pericolo è reale e grave. "Siamo messi male, con un ministro dell’Interno che un giorno ti dice che l’Italia non corre rischi - ha commentato Salvini - il giorno dopo, invece, ci sono arresti e perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana per cellule jihadiste potenzialmente operative? Fortuna che c’è il buon Dio che ci protegge, se fossimo solo nelle mani di Renzi e Alfano, gli italiani dovrebbero prendere il barcone e chiedere asilo ad altri Paesi".
di Sergio Rame (25.03.2015)

Bilancio, Ciambetti a Moretti: "non ha idea di come funziona"


L’assessore regionale al bilancio Roberto Ciambetti replica alle parole della candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, Alessandra Moretti, che aveva criticato il presidente Luca Zaia per la tardiva approvazione del bilancio
L’inesperienza e le potenzialità di un candidato si misurano anche dalle critiche che muove: chi sostiene che la mancata approvazione del Bilancio previsionale della Regione reca un danno a scuole, imprese, Comuni, associazioni, aziende del trasporto pubblico e via dicendo, non ha esattamente idea di come funzionano i conti.
Ed è legittimo chiedersi come potrebbe amministrare il bene comune chi non ha una idea chiara riguardo i meccanismi contabili e le norme di bilancio, cosa comprensibile peraltro in personaggi privi di ogni esperienza istituzionale reale.
Innanzitutto faccio una considerazione: diversamente dal governo nazionale, la Giunta regionale non ha la possibilità di porre il voto di fiducia né di avvalersi di norme canguro che permettono di azzerare senza dibattito gli emendamenti ostruzionistici. Detto ciò, e rammentato che il Governo è quello che è maggiormente ricorso al voto di fiducia negli ultimi vent’anni, preciso che i veneti non sono per nulla danneggiati dalla mancata approvazione del bilancio previsionale. Sarebbero stati molto più concretamente danneggiati se la Regione fosse ricorsa all’aumento delle imposte e addizionali varie, magari per compensare i tagli inopinatamente fatti dai governi Renzi e Monti al decentramento e agli enti locali, che hanno veramente danneggiato i cittadini (si tratti dei disabili sensoriali vittime della riforma Delrio, o delle biblioteche comunali, fino ai tagli in sanità imposti da Roma). Chi reca danno ai cittadini non è la Regione, che pur avendo le risorse in cassa non può pagare: questo non perché non abbia ancora approvato il bilancio, bensì perché il regime della spesa e la possibilità di spendere sono rigidamente vincolati dalla Legge di stabilità nazionale. Quanto ai Trasporti, faccio notare al candidato PD che lo Stato non ci ha ancora trasferito l’anticipazione concordata con le Regioni ancora a febbraio: non appena lo farà, provvederemo con celerità a erogare i finanziamenti alle Aziende locali.
Il fatto che in questi giorni si stia accuratamente lavorando in Consiglio regionale sul bilancio non è un male: è la ricerca della miglior collocazione possibile delle risorse, poche, che sono rimaste in una Regione che vanta assieme a Lombardia ed Emilia il record del residuo fiscale.

Zaia sull'ex Domenichelli: «Un mezzo dell'esercito come deterrente»


“Sicurezza significa anche non permettere che a pochi metri dalle scuole si concentrino attività di spaccio e prostituzione come hanno giustamente denunciato i residenti. È una situazione vergognosa e sono certo che, come da ripeto da mesi, che la semplice presenza di un mezzo dell’esercito potrebbe fare da deterrente a chi viene qui senza rispettare residenti, famiglie e soprattutto ragazzi”. Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta la denuncia del degrado dell’area Ex Domenichelli a Vicenza fatta dai residenti.
“È inammissibile – spiega il Governatore – che gli abitanti siano costretti ad assistere a questo spettacolo indecente, ed è ancora più grave che tutto questo avvenga a pochi metri da una scuola. Le nostre forze dell’ordine stanno facendo un lavoro straordinario nel controllo del territorio e nella lotta allo spaccio nonostante i tagli di risorse e straordinari fatti dal Governo, ma sono poche e stremate”.
“Residenti, studenti e famiglie – continua Zaia - devono vivere in posto sicuro e non essere spettatori impotenti di certe scene. È una priorità evitare che i nostri ragazzi incontrino uno spacciatore o una prostituta andando a scuola. Ssenza ombra di dubbio è un fatto di civiltà e dignità”
“La sicurezza – conclude il Presidente - è un aspetto che va garantito “senza se e senza ma” e per questo mi auguro che l’allarme lanciato da questi cittadini venga ascoltato e risolto al più presto. Un intervento che chiediamo da mesi sbattendo i pugni sul tavolo a causa di un bollettino della criminalità che ogni giorno segna la presenza nei nostri territori di situazioni delittuose di ogni genere”.
GdV 25.03.2015

Vicenza. Flussi di profughi. In un solo anno spesi 2,7 milioni

Emergenza lunga 12 mesi: nel Vicentino si sono fermati 437 migranti e ne sono transitati 1.306. Molti vivono in case e all'hotel Adele ne restano 96.
VICENZA. Un'emergenza chiamata profughi che dura da un anno, e che si potrarrà quantomeno fino a dicembre, per poi proseguire, che razza di emergenza è? Forse sarebbe meglio definirla una quotidianità, alla quale - almeno per il resto dell'anno - ci dovremo abituare. Sbarchi, trasferimenti in aereo, in pullman, visite mediche, fotosegnalamento in questura, agenti di polizia impegnati a tutte le ore. Vicenza si aggiudica il primo posto regionale nell'accoglienza con 437 migranti, seguita da Verona con 361, Padova 339, Venezia 284, Treviso 273, Belluno 175 e Rovigo 168.
I COSTI. Finora, la prefettura per il 2014 ha speso 1 milione e 900 mila euro e 850 mila per i primi due mesi del 2015. In totale si tratta di 2 milioni e 750 mila euro che il ministero dell'Interno ha erogato alle associazioni che hanno preso parte al bando dell'agosto scorso, che ora si ripeterà e resterà valido da aprile fino a dicembre di quest'anno con una spesa prevista di altri sette milioni di euro per altri 350 posti, fino a raggiungere la quota finale di 783 come prevede la ripartizione ministeriale.
GdV 26.03.2015.

mercoledì 25 marzo 2015

Fanno sloggiare i disabili per far posto ai clandestini

L'incredibile vicenda di don Lupino, costretto a ospitare a tempo indeterminato degli immigrati nigeriani nei locali della parrocchia destinati ai minori disabili.
Il savonese è da tempo al centro di una grande polemica sulla gestione degli immigrati. Il parroco di Lavagnola, don Lupino, infatti, come scrive il Secolo XIX, ha preso carta e penna per scrivere al prefetto, "segnalando le problematiche davanti a cui la parrocchia si è trovata dovendo ospitare, forzatamente, due coppie di nigeriani".
Secondo quanto raccontato dal parroco, i profughi, affidati alla cooperativa "Il Faggio" sarebbero dovuti essere accolti "all’interno di una struttura per cui la cooperativa sociale paga regolarmente l’affitto, Villa Raggio".
Il sindaco, però, avrebbe rifiutato l’accoglienza di nuovi immigrati profughi, "a causa della presenza massiccia sul territorio valbormidese di stranieri, inviati dalla Prefettura in occasione dei diversi sbarchi".
Così i nigeriani sono stati trasferiti nella canonica di Lavagnola, "all’interno di un’abitazione destinata ai minori disabili". Così don Lupino ha scritto al prefetto: "Ora devo confessarle che i parrocchiani di San Dalmazio sono generosi ma non fessi, e che non hanno intenzione di continuare a mantenere gratuitamente degli stranieri che per altri sono un affare. Sono un cittadino che, quando è stato interpellato, ha risposto prestando la propria disponibilità e rispondendo all’emergenza. Ora, sono io a chiedere, a chi di dovuto, di assumersi le proprie. In primis al signor Prefetto, che non ha risposto alla mia lettera. In secondo luogo, mi chiedo come un sindaco di Sinistra non accolga, nelle strutture presenti sul proprio territorio, profughi inviati dalla Prefettura stessa".
E ha aggiunto: "Ho ristrutturato i locali della canonica per creare una comunità diurna per disabili minorenni: tutto a norma, alla perfezione. Mi sta bene rimandare l’apertura se c’è un’emergenza, ma non può superare i due mesi. E non è giusto che sia la comunità di Lavagnola ad accollarsi le spese dei profughi che, ad altri, fruttano quattrini. Le parole che ho usato sono chiare: i miei parrocchiani sono bravi, ma non sono fessi".
di Andrea Riva (Giornale)

"Mi hanno pagato per votare Renzi": la procura indaga

Aperto un fascicolo a Firenze sulle primarie 2013. L’accusatore: "Mi diedero 50 euro per votarlo alle primarie".
"Ti offriamo 50 euro per votare Matteo Renzi alle primarie". La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e senza indagati, sulla base della denuncia di un presunto voto di scambio a favore dell’attuale presidente del Consiglio dei ministri, che l'8 dicembre 2013 venne eletto segretario del Pd con il 68% delle preferenze, seminando Gianni Cuperlo e Pippo Civati.
È stato Maurizio Martigli, fiorentino di 55 anni, come racconta ilTempo, a denunciare il fatto all’autorità giudiziaria. "Fui contattato da un cliente che abitualmente frequentava la rosticceria in cui lavoravo - si legge nell’esposto depositato il 5 gennaio 2015 - e mi venne proposto un accordo: votare Matteo Renzi alle primarie per far sì che le potesse vincere. Tutto questo era pagato con un compenso di 50 euro + 15 per la tessera del Pd che mi sarebbe stata fatta al circolo "Vie Nuove", situato in via Giannotti, prima della votazione". "Visto il momento di crisi accettai - spiega nella denuncia Martigli - Mi fu anche chiesto di portare altra gente "fidata", se la conoscevo. Il giorno delle primarie ci trovammo davanti al circolo io e altri due amici a cui avevo segnalato la cosa, che, come me, avevano bisogno". In un’integrazione alla denuncia, presentata l’8 gennaio scorso, Martigli precisa che: "Fabio Giorgetti, attuale consigliere comunale di Palazzo Vecchio, è la persona che materialmente ha pagato 65 euro affinché io e i due testimoni da me citati votassimo Renzi". Il pm titolare è Luca Turco, lo stesso a cui sono stati assegnati anche i due esposti presentati da Alessandro Maiorano, dipendente di Palazzo Vecchio, conosciuto ormai come il "grande accusatore" di Renzi.
di Mario Valenza (Giornale)

Disabili sensoriali, Ciambetti: il governo cancella i servizi ai più deboli


Il 22 marzo del 1926 nasceva a Roma Franca Falcucci, democristiana destinata ad essere la prima donna Ministro dell’Istruzione carica che mantenne tra il 1982 e il 1987. Nel 1974 Franca Falcucci fu incaricata di presiedere la commissione chiamata a svolgere una indagine nazionale sui "Problemi degli alunni handicappati".
Da quell’impegno scaturì il Documento Falcucci considerato all’epoca una delle analisi più avanzate in Europa sul problema dell’integrazione scolastica degli handicappati. In seguito al Documento Falcucci, l’Italia si dotò di una legislazione specifica all’avanguardia e grazie all’impegno di famiglie e associazioni di solidarietà si creò quel clima che portò alla sentenza 215/ 1987 della Corte Costituzionale che decretò il diritto pieno ed in condizionato degli alunni disabili a frequentare le classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado. Fu così che lo stato assegnò ai Comuni la il compito di seguire i disabili nelle scuole dell’obbligo scolastico delegando alle Province l’affiancamento ad alunni e famiglie per le scuole Secondarie.
Ora, il percorso di revisione delle Provincie, le norme di spending review la Legge di Stabilità azzerano questo, come altri, servizi. Entro il 31 marzo sapremo quale sarà la quota di spesa che le province venete dovranno abbattere in aggiunta ai 23.981.000 già tagliati nel 2014: in Veneto, una stima dell’Upi dice che si potrebbe arriva a un tetto complessivo di 77.837.000 €.
Il caso dei disabili sensoriali è l’emblema di una ingiustizia, una ingiustizia che brucia se consideriamo che il Veneto vanta un residuo fiscale di una ventina di miliardi di € anno. Siamo la Regione dove il costo della Pubblica amministrazione è il più basso in assoluto, versiamo ben più di quanto riceviamo, ma non abbiamo più soldi per pagare servizi essenziali, per tutelare i più deboli.
Se il Governo Renzi vuol cancellare dei servizi lo dica chiaramente; non scarichi il problema a Regioni e Comuni.
C’è chi accusa le Regioni di non far nulla. Ma proprio le Regioni, tra gli enti decentrati, hanno sopportato in questi anni i tagli maggiori. In Veneto la spesa non vincolata a disposizione della Regione è passata da 575 milioni nel 2010 ai soli 70 milioni di oggi Per il 2015, la scure inciderà in maniera ancor più pesante, visto che i tagli colpiranno anche il settore sanitario. C’è chi accusa la Regione di ritardare il riordino delle deleghe provinciali, ma proprio giovedì scorso, in audizione alla Commissione parlamentare sull’attuazione della Legge Del Rio, quella di riforma delle Province, la Conferenza delle Regioni ha ribadito la complessità della situazione: nei fatto lo Stato non paga più i servizi per i quali aveva delegato direttamente le Province e le Regioni non hanno risorse, né le hanno mai avute, per coprire queste spese. L’assessore al Bilancio della Toscana, Vittorio Bugli ha spiegato in Parlamento che “avevano fatto al governo una proposta di estrema concretezza in base alla quale le Regioni avrebbero gestito l’intera fase di transizione, purché il Governo avesse garantito almeno l’integrale copertura dei costi del personale”.
Ciò non è avvenuto: il governo ha fatto orecchie da mercante. Sorge il sospetto che nei corridoi ministeriali i mandarini che hanno elaborato queste norme non si rendano conto dell’impatto sociale dei loro provvedimenti che servono solo al ministro Padoan a dimostrare che l’Italia sa come risanare i suoi conti. I conti, scusate il bisticcio di parole, contano più delle persone. Così ci si indigna sia nel capire che i primi a contare meno sono gli ultimi, i disabili. Dopo di loro toccherà agli anziani e poi?. Per Franca Falcucci oggi sarebbe stato un compleanno amaro: è morta il 4 settembre scorso e per sua fortuna non ha visto la macelleria sociale a cui oggi, sgomenti, assistiamo.
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto

I "nuovi italiani" dell'Isis. Sgominata cellula terroristica: ecco come reclutavano i jihadisti


Una cellula di estremisti islamici che operava tra l’Italia e i Balcani è stata smantellata dall’Antiterrorismo della Polizia, al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell’Isis.
Sono tre le persone arrestate nell’operazione della Polizia contro una cellula di estremisti islamici attiva in Italia e nei Balcani. Gli arresti sono stati eseguiti in provincia di Torino e in Albania. Perquisizioni nei confronti di alcuni soggetti ritenuti simpatizzanti dell’Isis sono in corso in Lombardia, Piemonte e Toscana.
I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip di Brescia nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote: il primo è residente in Albania mentre il secondo vive in provincia di Torino così come il terzo arrestato, che è un ventenne cittadino italiano di origine marocchina. L’accusa ipotizzata nei confronti dei due albanesi è di reclutamento con finalità di terrorismo mentre nei confronti del 20enne il reato contestato è apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di internet.
L’indagine, rende noto il direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), il prefetto Mario Papa, è durata due anni ed è stata coordinata dall’Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle questure di Torino, Como e Massa Carrara. Uomini dell’ Antiterrorismo, della questura di Brescia e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia stanno operando anche in Albania, nella zona di Tirana.
Il ventenne italiano di origine marocchina arrestato oggi nell’ambito dell’operazione antiterrorismo della Polizia, sarebbe l’autore del documento di propaganda dell’Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola “Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”.
Il giovane, secondo le indagini, era attivissimo su Internet e avrebbe preparato il documento, di cui si è saputo solo lo scorso 28 febbraio, a novembre scorso. Il testo illustra nel dettaglio le attività del Califfato in Siria e Iraq, descrivendolo come uno Stato che offre protezione ai suoi cittadini ed è spietato con i nemici. L’importanza del documento, sostengono gli investigatori, sta non tanto nei contenuti quanto nel fatto che è stato ideato specificatamente per il pubblico italiano. Le indagini hanno accertato che dopo esser stato messo in rete dal ventenne, il documento è stato rilanciato da diversi utenti, attraverso Facebook e siti internet.
Altovicentinonline (25/03/2015)

martedì 24 marzo 2015

Salvini contro Chaouki: "Mandiamolo in Siria con Greta e Vanessa"

"Salvini strumentalizza i migranti morti". "Siano i clandestini a pagare lo stipendio di Chaouki"
Da Facebook a Twitter. Un alterco scatenato nei giorni scorsi si trascina sui social network. "Mi piacerebbe che lo stipendio dell'onorevole Chaouki, più educato che saggio, lo pagassero i clandestini, non gli italiani", tuona Matteo Salvini dal profilo Facebook. 
Poi, in un altro post, rincara la dose: "Chaouki del Pd e Librandi di Scelta civica. Li mandiamo in vacanza in Siria con Greta e Vanessa?". A far infuriare l'eurodeputato lumbard sono stati i continui attacchi dei due parlamentari che lo avevano accusato di "dire solo buffonate" in materia di immigrazione e di "strumentalizzare i migranti morti" per portare avanti le sue tesi.
Il battibecco tra Salvini e Chaouki ha subito chiamato in causa il Partito democratico. Che ha tacciato il leader del Carroccio di "razzismo e xenofobia". "Queste vergognose provocazioni fanno solo male alla nostra democrazia - ha commentato la piddì Laura Garavini - il leader della Lega smetta questa penosa propaganda e trovi, se ne è capace, argomenti seri sui problemi del Paese". Durissimo anche il capogruppo dem alla Camera, Roberto Speranza, che ha parlato di "frasi vergognose".
di Sergio Rame (Giornale)

Schio (VI). Le rapiscono il cane. Lo ritrova in un campo nomadi grazie alla Polizia Locale


Non si è rassegnata al rapimento della sua Briciola e l’ha cercata dappertutto fino a ritrovarla in un campo nomadi in sosta nella zona industriale di Schio.
L’11 marzo scorso, E.Z., una 35enne di Schio, aveva lasciato la sua cagnolina di 4 mesi di razza Yorkshire all’interno dell’auto parcheggiata in via Lazio a Schio, mentre lei si era recata a fare la spesa nel supermercato vicino.
Una volta tornata alla macchina, E.Z. si è accorta che la serratura del lato anteriore destro era stata forzata e che Briciola era sparita.
Un rapimento bello e buono che E.Z. non si è rassegnata a subire, e che l’ha spinta a cercare la sua amica pelosetta dappertutto.
Domenica pomeriggio, dopo tante ricerche, la donna si è accorta che vicino ad alcune roulotte di nomadi in sosta in zona industriale a Schio circolava una cagnolina che somigliava come una goccia d’acqua alla sua Briciola. E.Z. ha chiamato subito la Polizia Locale che ha inviato immediatamente due pattuglie. Dopo aver interpellato il capofamiglia, che continuava a negare fermamente la presenza di un cane, e dopo aver sentito l’abbaiare di un cagnolino, gli agenti hanno provveduto a controllare l’interno di una roulotte e lì hanno ritrovato una piccola Yorkshire stretta tra le braccia di una nomade minorenne. Il controllo del microchip ha permesso di identificare che il cane in Briciola e la pelosetta è stata subito restituita alla sua proprietaria.
I nomadi sono poi stati denunciati per il reato di furto.
Altovicentinonline 24.03.2015

lunedì 23 marzo 2015

Il benzinaio vicentino Graziano Stacchio ospite centrale al parlamento europeo


In una tavola rotonda che affronterà il problema dei confini giuridici della legittima difesa nelle diverse legislazioni dei Paesi Ue, mercoledì 25 marzo al Parlamento europeo è stato invitato come ospite centrale per portare la propria personale testimonianza Graziano Stacchio, l'ormai famoso benzinaio vicentino indagato per eccesso di legittima difesa dopo aver sparato e ucciso un rapinatore, nel febbraio scorso, per sventare una rapina a mano armata in una gioielleria.
Interverrà anche Giovanni Toti, membro della Commissione giuridica del Parlamento europeo, insieme agli avvocati Roberto Ponzio e Roberto Guida, patrocinanti in Cassazione, che si focalizzeranno, il primo, sui confini giuridici e geografici della legittima difesa attraverso un’analisi comparativa tra le principali legislazioni europee, e, il secondo, sugli aspetti processuali penali del sistema italiano nell'ottica della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
L’appuntamento, in programma alle ore 9 presso la sala A5F385 del Parlamento europeo, è stato organizzato dall’eurodeputato Alberto Cirio del quale pubblichiamo le dichiarazioni:
“Abbiamo voluto invitare al Parlamento europeo Graziano Stacchio per un duplice motivo - dichiara Alberto Cirio - Innanzitutto perché è un cittadino che ha messo a repentaglio la sua vita per salvare quella di un’altra persona e, in una società in cui prevale l’egoismo, la sua è una figura rara da prendere a modello. E, soprattutto, perché è un caso che non può passare sotto silenzio, ponendo una problematica giuridica importante che va affrontata con serietà, senza strumentalizzazioni e pressapochismo. Casi come questo non devono più ripetersi in Italia ed è giusto che l’Europa abbia sulla legittima difesa leggi omogenee, perché se quanto accaduto a Stacchio fosse successo a Lubiana in Slovenia o a Manchester in Regno Unito, invece che a Vicenza, oggi lui probabilmente non si ritroverebbe ad affrontare gli stessi guai giudiziari. Questo è quello che spiegheremo attraverso la relazione dell’avv. Ponzio durante la tavola rotonda del 25 marzo, in cui porteremo il caso di Stacchio come spunto per chiedere alla Commissione giuridica del Parlamento europeo di intervenire a favore di una uniformità dei codici penali dei paesi Ue sul tema della legittima difesa. Questa iniziativa - conclude Cirio - dimostra che di fronte a problemi o situazioni gravi come questa non basta urlare o indignarsi, come fa qualcuno, ma occorre abbinare all’indignazione una azione concreta perché ciò non accada più. Come parlamentari siamo legislatori europei, abbiamo gli strumenti per farlo e li utilizzeremo concretamente perché un altro Stacchio non possa più esistere in Italia e, da domani, chiunque difenda la propria vita o quella di un’altra persona venga trattato da eroe, quale è, e non da delinquente.”

Matteo Salvini, l'idea sulle pensioni: assegno minimo per tutti a mille euro

Il piano del carroccio: mille euro al mese per 14 mensilità indipendentemente dal reddito percepito durante la carriera.
Mille euro di pensione al mese per 14 mensilità indipendentemente dal reddito percepito durante la carriera lavorativa.
È questo il piano per previdenziale nel programma di Matteo Salvini e del Carroccio. A realizzarla è proprio il teorizzatore della tassazione ad aliquota unica al 15%, Armando Siri, leader del Partito Italia Nuova.
Il versamento medio annuale previsto è di 7.500 euro per un versamento complessivo in 40 anni di 300mila euro. Calcolando 20 anni di erogazione delle pensione in base all’aspettativa di vita media, emerge un valore lordo di 15mila euro l’anno, cioè 14mila euro netti. Per i lavoratori autonomi invece la pensione viene così calcolata: 3.500 euro di versamenti annuo per 35 anni danno diritto a 500 euro al mese; 3.500 euro l’anno per 40 anni sviluppano una pensione di 600 euro; con 5.000 euro l’anno per 40 anni si ha diritto ai fatidici mille euro al mese.
La riforma si applicherebbe a tutti i lavoratori a prescindere dal reddito senza alcun vincolo di età: gli unici parametri sono il numero di anni e l’entità di effettiva contribuzione. Nel nuovo sistema saranno coinvolti tutti i neolavoratori e quelli che hanno fino a 10 anni di anzianità, ai quali, nel caso di versamenti superiori a 5.000 euro l’anno da parte del datore di lavoro, verrà erogata una tantum dall’Inps per recuperare la differenza. I lavoratori che hanno fino a 25 anni di anzianità contributiva potranno invece scegliere il nuovo sistema solo se la loro aspettativa di pensione è superiore ai mille euro al mese e in questo caso otterranno un rimborso una tantum rateizzato in tre anni per recuperare la differenza. A spiegare il progetto è l'economista Siri in persona: "Il principio - sottolinea al Tempo - è lo stesso della Flat Tax. Tutti percepiranno la stessa pensione, indipendentemente dal reddito. Resta però fermo il principio di progressività, il differenziale della ricchezza sarà salvaguardato durante l'attività lavorativa" 
di Mario Valenza (Giornale)

Ecco la mossa di Bruxelles: manda la Kyenge in Nigeria

Dovrà monitorare le elezioni presidenziali. Il Paese è in balia delle violenze causate dalla setta islamista Boko Haram.
L'Unione europea "spedisce" Cècile Kyenge in Nigeria. L'eurodeputata piddì parteciperà alla delegazione del parlamento europeo che sarà inviata dal 26 al 30 marzo in Nigeria per la missione di osservazione elettorale nel Paese.
"La missione - informa una nota dell'Europarlamento - monitorerà le elezioni presidenziali, che si terranno il 28 marzo, dopo essere state posticipate lo scorso febbraio, a causa delle violenze causate dalla setta islamista estremista Boko Haram". I numeri del conflitto provocato dal gruppo islamista, che si richiama apertamente al califfato dello Stato islamico, sono allarmanti: 14mila morti e oltre un milione e 600 mila sfrollati. La Nigeria, Paese più popoloso del continente, è uno dei principali esportatori di greggio in Africa. Le elezioni, dal risultato tutt’altro che scontato, vedranno a confronto due candidati, il presidente uscente Goodluck Jonathan per il Peoplès Democratic Party e l’ex generale Muhammadu Buhari per l’All Progressives Congress, coalizione dei principali partiti di opposizione.
di Sergio Rame (Giornale)

Thiene (VI). Faccia a faccia con i ladri, li mette in fuga minacciandoli con un coltello da cucina

Si è trovata faccia a faccia con i ladri che stavano entrando dalla finestra e li ha spaventati brandendo un coltello da cucina. Silvia Carollo, 39 anni di Thiene, non ha perso tempo quando ha sentito qualcuno graffiare una finestra e dopo aver capito che si trattava di ladri che avevano preso di mira la sua casa, in viale Europa, ha afferrato un grosso coltello e ha atteso che entrassero. 

Quando se li è trovata davanti ha cominciato a urlare e ha mostrato l’arma affilata, spaventando i 2 ladri che se la sono data a gambe levate.
“Erano 2 ragazzi di colore molto giovani e un terzo era fuori che faceva il palo – ha spiegato Silvia Carollo – Erano circa le 12.30 di ieri e mentre ero a letto perché non stavo bene ho sentito rumori strani provenienti dal giardino. Mi sono alzata e ho visto da una finestra questi tre ragazzi di circa 17 anni. Siccome è l’età di mia figlia, subito ho pensato che fossero amici suoi, poi mi sono resa conto che stavano cercando un modo per entrare in casa e ho capito le cattive intenzioni”.
La donna ha immediatamente chiamato il padre, ma nel frattempo ha preso un coltello dalla cucina e si è nascosta, in un punto dove poteva vedere osservare l’esterno, in attesa di sviluppi. Quando i 2 ragazzi hanno aperto la finestra, lei si è fatta vedere con il coltello in mano e ha iniziato a urlare a squarciagola. I giovani se la sono data a gambe levate, e i vicini, usciti in strada richiamati dalle urla, li hanno visti scappare in bicicletta, ma ormai i tre erano già lontani.
“Non ho avuto paura al momento, forse per la giovane età dei ragazzi – ha commentato Silvia Carollo – più tardi però, quando ho realizzato quello che era successo, mi sono agitata. Ho chiamato i Carabinieri di Thiene, che sono arrivati immediatamente. Avevo preso il coltello con l’intento di spaventarli, non per usarlo contro di loro. Ora sono più tranquilla – ha concluso – purtroppo però mi rendo conto che i furti sono diventati un’abitudine e dobbiamo essere pronti a trovarci di fronte ai ladri in qualsiasi momento”.
A.B.(Altovicentinonline)

domenica 22 marzo 2015

Nove (VI). Ladra mette a segno colpo al "comizio" della Moretti

Una donna ha approfittato  della confusione nella pasticceria Marcon per sottrarre la cassetta e una colomba pasquale.
NOVE. Ieri mattina c'erano tutti nella sala bar della pasticceria Marcon, in pieno centro a Nove. S'erano dati appuntamento i big del Partito democratico della zona in un happening con la candidata alla presidenza in Regione Alessandra Moretti.
Insieme a lei c'erano pure la senatrice Rosanna Filippin e Antonella Corradin, candidata del Bassanese alle prossime elezioni regionali.
A far gli onori di casa il sindaco di Nove Chiara Luisetto. In pasticceria, naturalmente anche un gran numero di sostenitori e simpatizzanti del partito.
Insomma, il locale di Valter Marcon, presidente del mandamento marosticense della Confartigianato era davvero affollato. È stato in quel frangente che fra i presenti nella pasticceria si è infiltrata una donna dai tratti vagamente stranieri e, arraffata la cassetta delle offerte per la Città della Speranza e una colomba pasquale, è fuggita all'esterno facendo perdere le proprie tracce. (...) 
GdV 22.03.2015.

La prefettura sta predisponendo un bando per l'accoglienza di 783 profughi a Vicenza

L'avviso che sarà pubblicato dovrebbe prevedere una base d'asta vicina ai 7 milioni come a Venezia. Il costo di ogni migrante è di circa 35 euro al giorno.
VICENZA. La prefettura sta predisponendo un nuovo bando, voluto dal ministero dell'Interno, per trovare altre strutture per accogliere i profughi. Ed è il secondo avviso in meno di un anno. Ad agosto si cercavano 279 posti letto che sono aumentati successivamente sulla base degli arrivi. Ora le cifre sono più consistenti: si cercano alloggi per sistemare 783 richiedendi asilo da reperire nei prossimi mesi con una serie di strutture del privato sociale. 
Il bando sarà pubblicato nei prossimi giorni, ma altre prefetture come Venezia e Padova l'hanno già predisposto sulla base di una ripartizione regionale che prevede per il capoluogo 783 posti letto, gli stessi destinati al Vicentino e 250 a Padova. Tutti i dettagli saranno sul sito dell'Ufficio territoriale del governo di contra' Gazzolle a partire dalla prossima settimana. (...) GdV 21.03.2015.

sabato 21 marzo 2015

Cristianesimo ed Islam, dialogo (im)possibile? Dibattito organizzato dalla Lega Nord

La strage di Charlie Hebdo a Parigi, l'attentato di Copenhagen, l'avanzata dell'Isis in Nordafrica e, più recentemente, la drammatica uccisione di 19 persone, fra cui due cittadini italiani, a Tunisi. La prima pagina della cronaca mondiale è sempre più spesso occupata da episodi riconducibili al conflitto ingaggiato dagli estremisti dell'Isis contro l'Occidente. Fatti di cronaca che incalzano e rendono sempre più vivo il dibattito su una possibile convivenza fra le due grandi religioni monoteiste nel mondo, Cristianesimo e Islamismo. Per questo la segreteria provinciale della Lega Nord di Vicenza organizza un dibattito dal titolo: “Cristianesimo ed Islam in Europa, un dialogo (im)possibile?”. L'incontro si terrà domani sera, venerdì 20 marzo alle ore 20.30 ai chiostri di Santa Corona di Vicenza. Interverranno Souad Sbai, giornalista e presidente di Acmid Donna (Associazione della comunità marocchina delle donne in Italia) e Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici, settimanale di informazione della Diocesi di Vicenza. La giornalista Alessandra Altomare modererà il dibattito. “Sarà l'occasione per un confronto fra due personalità rappresentanti delle due religioni, un 'occasione di riflessione e approfondimento”, afferma il segretario provinciale della Lega Nord di Vicenza, Antonio Mondardo. “Sarà l'occasione per approfondire il concetto di laicità dello Stato -continua Mondardo- il rapporto tra i diritti e le libertà religiose e cercherà di mettere a fuoco le esperienze e le difficoltà che tuttora persistono in riferimento all’integrazione nel nostro Paese delle comunità islamiche. Un'occasione per riflettere -conclude il segretario provinciale- in una realtà come Vicenza, che da sempre è provincia di approdo per immigrati da tutto il mondo, migliaia di persone professano la religione islamica nelle sue diverse declinazioni e che non può, quindi, sottrarsi al dibattito internazionale”.
GdV 21.03.2015

Schio (VI). Emergenza nomadi. Cento ordinanze

Il sindaco richiede almeno due blitz degli agenti a settimana, sei solo negli ultimi tre giorni, dei quali quattro per lo stesso nucleo.
SCHIO. Continuano gli sgomberi a raffica contro i nomadi. Altre due ordinanze sono state eseguite ieri dagli agenti della polizia locale Alto Vicentino in zona industriale e a San Vito di Leguzzano. Questi due nuovi provvedimenti si aggiungono ai quattro già emessi tra Schio e Santorso.
L'azione di contrasto ai nomadi negli ultimi tempi ha assunto un'impennata. Sono state oltre 100 le ordinanze di sgombero firmate dal sindaco di Schio Valter Orsi in otto mesi di mandato, mai meno di due a settimana. Presto però questo strumento potrebbe diventare obsoleto.
È deciso infatti che il nuovo regolamento di polizia urbana sarà presentato dalla Giunta al prossimo Consiglio comunale. Se sarà approvato, gli agenti non avranno più bisogno di ingiunzioni firmate dal sindaco per far rispettare il divieto di campeggio in vigore su tutto il terririo.
DI LAGO IN LAGO. Dalla zona delle piscine, a via Lago Trasimeno, a via Lago di Garda. (...)
GdV 21.03.2015.

«Ha diffamato la deputata sul web». In tribunale per rispondere di diffamazione aggravata ai danni di Mara Bizzotto,

L'europarlamentare era stata pesantemente attaccata su alcuni siti internet con commenti che però avrebbero superato il diritto di critica.
VICENZA. A processo per aver diffamato su internet l'eurodeputata. La procura, con il pubblico ministero Gianni Pipeschi, ha chiuso le indagini ed ha citato a giudizio Paolo Gobbato, 58 anni, residente a Pove del Grappa in via Bastianelli. L'imputato, assistito dagli avv. Alessandro Bellotti e Stefano L'Erario, dovrà presentarsi in tribunale nei mesi prossimi per rispondere di diffamazione aggravata ai danni di Mara Bizzotto, parlamentare europea del Carroccio, di Tezze sul Brenta, e del marito Antonio Merlo. 
IL CASO. La vicenda che vede per presunta vittima la politica leghista era diventata un caso, un anno fa, quando la diretta interessata aveva fatto sapere di aver sporto denuncia contro ignoti al commissariato di Bassano. La sua vicenda personale era infatti diventata una battaglia politica contro un fenomeno sempre più diffuso, quello della diffamazione su internet. La politica, sia quella nazionale che quella di paese, usa internet per diffamare l'avversario del momento con termini e espressioni da codice penale. (...)
GdV. 21.03.2015

venerdì 20 marzo 2015

Il suicidio dell'allevatore Doveva pagare 4 milioni

Slaviero mercoledì aveva ricevuto la maxi multa. Dopo la tragedia dell'allevatore la solidarietà da tutta Italia. Giaretta: «È un omicidio di Stato»
GRISIGNANO. Oltre 4 milioni di euro. A tanto ammonta la multa per le quote latte che Franco Slaviero, 47 anni di Grisignano di Zocco, si era visto notificare nei giorni scorsi. Una cifra che mai avrebbe potuto pagare e che andava ad aggravare la difficile situazione in cui versava l'azienda di via Immacolata. E così l'allevatore mercoledì pomeriggio ha deciso di farla finita, impiccandosi all'interno della stalla. A trovare il corpo ormai privo di vita è stata la madre.
I COSPA. «Questo non è un suicidio, questo è un omicidio di Stato». Mauro Giaretta, coordinatore dei Cospa del Veneto e grande amico di Slaviero, trova la forza di parlare. E le sue sono parole di fuoco. Perché la storia di Franco Slaviero è la storia delle quote latte e dei tanti allevatori «che si sono opposti ad un sistema che ci sta schiacciando - attacca Giaretta -. Solo noi con le nostre proteste abbiamo sollevato il problema - evidenzia - ed è grazie a noi se dal 1° aprile questo regime deleterio cesserà». Intanto, però, le cartelle esattoriali di Agea (l'agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) sono arrivate. (...)
GdV 20.03.2015.

Nomadi a Schio, sgomberi a ripetizione alle piscine

Le carovane si sono spostate in vari punti dell'area sportiva e vicino alle aziende dove hanno lasciato rifiuti ed escrementi.
SCHIO. La sera sgomberati alle “piscine”, la mattina li ritrovi in zona industriale in mezzo a un macello di immondizia e escrementi. Ricomincia anche quest'anno il valzer tra nomadi e polizia locale, con quattro sgomberi in due giorni tra Schio e Santorso e nuove carovane già segnalate.
e cose, però, potrebbero cambiare. La giunta infatti, nell'ambito del nuovo regolamento di polizia locale sta discutendo la possibilità di rivoluzionare le relazioni tra Comune e nomadi, garantendo al primo più potere d'azione ai e ai secondi una via per uscire dalla clandestinità.
Intanto il problema è già esploso e nei giorni scorsi i centralini del consorzio Alto Vicentino erano bollenti per le segnalazioni provenienti da varie parti della città. Le ordinanze di sgombero, ove necessarie, sono state eseguite in poche ore: «Un segnale positivo, che però non risolve il problema». La pensano così alcuni lavoratori sentiti in via Lago di Lugano, dove ieri mattina la ditta “Nar" si è trovata una brutta sorpresa all'ora di aprire il cancello. Davanti c'erano escrementi e nel parcheggio, un immondezzaio. (...)
GdV 20.03.2015.

Arresto per droga di rifugiati politici a Vicenza? Zaia e Bizzotto indignati


Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e l’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto, commentano la notizia di arresti effettuati a Vicenza che hanno portato in manette degli spacciatori di droga con il sequestro di 30 chili di sostanze stupefacenti. Alcuni di loro sembrerebbero in possesso di permessi di soggiorno per protezione sussidiaria che li assimilano ai rifugiati politici, e un rifugiato di nazionalità liberiana, nonostante i precedenti arresti, si troverebbe ancora in libertà.

“Spaccio di droga anche al nono mese di gravidanza - esordisce Bizzotto - rapine e violenze di ogni genere: ecco cosa sono venuti a fare in Italia i clandestini presunti profughi che lo Stato accoglie a braccia aperte con tanto di status di rifugiati. Ne sono la prova gli episodi accaduti a Vicenza dove è stata sgominata una banda di spacciatori nigeriani con lo status di ‘rifugiati’ e dove un liberiano, anch’esso rifugiato politico più volte arrestato e mai espulso, è tornato indisturbato in città a fare danni e a compiere reati. Complimenti al Governo Renzi-Alfano: questi gravi fatti sono la conseguenza della loro fallimentare e disastrosa gestione dell’emergenza immigrazione”.
“Ecco i frutti della tanto celebrata politica dell’accoglienza voluta dalla sinistra che considera tutti gli immigrati una risorsa per le nostre comunità –continua l’on. Bizzotto– Altro che rifugiati politici che scappano dalla guerra: tanti di questi immigrati vengono nel nostro Paese a delinquere e ad ingrossare le fila della criminalità, sapendo che c’è uno Stato colabrodo che li accoglie senza tanti problemi e che permette loro di fare ciò che vogliono”.
“Quante volte ancora dobbiamo assistere a fatti del genere? E’ ora di dire basta a queste situazioni: i falsi rifugiati politici che delinquono nelle nostre città devono essere espulsi e rimandati subito a casa loro” conclude l’eurodeputata Bizzotto.
“E’ una forma d’importazione da stroncare - dice Zaia - Il Veneto ne fa volentieri a meno. E’ evidente che i controlli fanno acqua da tutte le parti, anche quando dovrebbero essere rigorosi, come nel caso del riconoscimento dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria, che non sono procedure nelle quali ci si possa giustificare con l’emergenza. Servono meno chiacchiere buoniste e più severità di valutazione, perché poi chi ci rimette non sono i burocrati romani, ma i cittadini sui territori”.
“In queste vicende – aggiunge Zaia – c’è l’intero campionario di uno Stato e di un Governo allo sfascio: un’ondata migratoria gestita con superficialità pasticciona; un buonismo ipocrita fatto di parole senza attenzione né ai migranti trattati come pacchi, né alla sicurezza della gente e dei territori; l’acclarata incapacità di effettuare controlli seri anche quando le procedure non sono in emergenza; leggi colabrodo grazie alle quali a qualsiasi tipo di delinquente può succedere di tutto tranne che di andare in galera”.
“Sul fronte dell’ordine, della sicurezza e della gestione di situazioni di emergenza come la migrazione dal Nordafrica – conclude Zaia – faccio fatica a ricordare un momento più basso nella storia recente delle Istituzioni che avrebbero prima di tutto il compito di occuparsi dei loro cittadini che, con le ingenti tasse versate ogni anno, hanno pagato servizi e attenzione che non ricevono più”.
di Edoardo Pepe (VicenzaPiù