giovedì 31 luglio 2014

Moschea a Vicenza? Zaia: NO


“Come la penso non è una novità, ma ogni tanto, di fronte a richieste e ipotesi di questo tipo, è bene ribadirlo: dico no alla Moschea fino a che non sarà affermato aldilà di ogni ragionevole dubbio il criterio della reciprocità, il che significa poter aprire una Chiesa cattolica in un paese dove vengono applicate rigorosamente le leggi islamiche.
Le religioni vanno rispettate tutte, nessuna esclusa, ma il rispetto deve essere reciproco e non mi pare sia ancora così”.
Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’ipotesi di realizzare una Moschea Vicenza.
“E poi – aggiunge Zaia – ci sono altre priorità delle quali la pubblica amministrazione ha l’obbligo di occuparsi prima di spendere energie e magari soldi per una Moschea: assistere per quanto possibile le persone in difficoltà, i disoccupati e le loro famiglie travolte dalla crisi, la sicurezza, gli anziani, l’arredo urbano, l’organizzazione dei servizi in generale. Questo chiedono prima di tutto i cittadini ai loro amministratori e noi tutti abbiamo il dovere di rispettare le priorità reali, non quelle piazzate mediaticamente da chi fa la voce più grossa perché, se la mettiamo così, la voce più grossa sanno farla i veneti, su queste questioni come su molte altre”.

Riforme, la Lega batte il governo con lo scrutinio segreto

Voto segreto al Senato e il governo va subito sotto. Lo spauracchio dello scrutinio segreto alza un velo sulla fragilità dell'esecutivo Renzi. L' Aula di Palazzo Madama ha approvato a voto segreto l’emendamento 1.1979 presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani. Favorevoli 154, contrari 147, 2 astenuti. Il Governo aveva espresso parere negativo mentre i relatori avevano presentato pareri contrastanti: favorevole quello di Roberto Calderoli (Ln), contrario quello di Anna Finocchiaro (Pd). 

Il voto - La proposta di modifica dell’articolo 55 della Costituzione interviene sulla competenza del Senato sui temi della famiglia e del matrimonio, su quelli della salute e su quelli etici previsti dagli articoli 29 e 32 della Carta.  Dopo la votazione il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sospeso la seduta. Una battuta d'arresto secca e dura da digerire per Renzi e per la Boschi. Lo sgambetto a scrutino segreto sull'emendamento della Lega mette in allarme il governo. Sale dunque la tensione anche sul fronte delle riforme.
L'allarme - Se dovesse passare la linea di un voto segreto anche sulle riforme istituzionali come aveva annunciato lo stesso presidente del Senato Pietro Grasso, allora la strada per Renzi si complica. I frondisti avrebbero gioco facile per affossare il piano del premier. Va detto che non è la prima volta che l'esecutivo va sotto in uno scrutinio segreto. Ma se dovesse accadere anche sulla strada delle riforme le conseguenze a questo punto sono inimmaginabili. Il premier ora trema...
I 101 di Prodi - Intanto attacca subito da Bruxelles, l’europarlamentare Pd Pina Picierno, con un tweet:"A volte ritornano. La ricarica dei 101". Le fa subito eco da Roma, il compagno di partito Davide Faraone, membro della segreteria, con un alto tweet: "Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti", mentre Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, a sua volta affida al social il suo disappunto: "La norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista".


da Libero Quotidiano

mercoledì 30 luglio 2014

Gli 80 euro “costano” a Vicenza mezzo milione

Il Governo ha obbligato i Comuni a diminuire la spesa corrente.
VICENZA. Stop agli acquisti. Nuovo semaforo rosso a palazzo Trissino. Non bastavano i 12 milioni di euro di mancati trasferimenti “sottratti” dallo Stato al Comune dal 2008 al 2013; ora il Governo chiude anche il portafoglio dell'amminsitrazione, obbligandola a limitare al minimo la spesa per i beni e i servizi. L'obiettivo non è stato ancora messo nero su bianco da Roma. «Ma con ogni probabilità - afferma l'assessore al bilancio Michela Cavalieri - rischiamo di dover risparmiare anche mezzo milione».
IL MOTIVO. Se non è una vera doccia fredda, poco ci manca. Non tanto perché lo Stato ha chiesto all'ente locale di tirare i cordoni della borsa ma per il fatto che la decisione è arrivata solo a fine maggio; più di qualche settimana dopo, cioè, che l'amministrazione aveva dato il via libera al bilancio. «E tutto ciò - confessa Cavalieri - ci mette in difficoltà». «È un bel guaio», aggiunge il Ragioniere capo, Mauro Bellesia. Ma per quale motivo Renzi ha spedito a Variati la richiesta di risparmiare ulteriori quattrini sulla spesa corrente? La risposta si chiama “Bonus da 80 euro”. (...)

GdV del 30.07.2014

martedì 29 luglio 2014

Vicenza: coppia di nomadi scappano dopo il colpo e dimenticano la bimba


La piccola di quattro anni figlia di nomadi è stata trovata in lacrime I poliziotti poi si sono presi cura di lei fino all'arrivo della madre.
VICENZA. Non c'è un secondo da perdere, devono fare in fretta. Sono disposte a tutto pur di non finire nei guai, anche a lasciare lì da sola, in lacrime, una bambina.
Pensano solo a mettersi in salvo dopo quel furto. Il colpo è stato scoperto e allora non resta che abbandonare il bottino e pure la piccola. Ha appena quattro anni, piange, ripete solo il suo nome, Alice e quello della madre. È la polizia che si prende cura di lei. Gli agenti la portano in questura, cercano di calmarla, le offrono delle caramelle. Poi, dopo un'ora, arriva la mamma, sostiene che l'ha affidata a dei parenti che però l'hanno persa di vista e di voler sporgere denuncia di scomparsa. Un racconto, il suo, che appare un po' fantasioso certo, ma che non può essere smentito perché tutto il gruppetto di nomadi che ha “dimenticato” la piccola ha fatto perdere le sue tracce.
IL COLPO. È successo domenica mattina, alle 10.30, davanti alla chiesa di San Carlo, a Villaggio del Sole. Mancavano pochi minuti alla messa e un'anziana di 84 anni stava per entrare insieme al marito. (...)
GdV 29.07.2014

lunedì 28 luglio 2014

"Rangieve" (Arrangiatevi)


A fronte di un esodo di dimensioni epocali, lo Stato sta approntando in Veneto campi profughi che rischiano di diventare strutture di accoglienza a medio-lungo termine, difficilmente gestibili. E’ difficile spiegare ai cittadini come mai lo Stato riesca a tirar fuori circa 38,50 € al giorno per profugo con una spesa mensile di oltre 1.100 € per persona, quando oltre il 40 per cento dei pensionati italiani riceve meno di mille Euro al mese.
Stando ai calcoli Istat, la soglia di povertà assoluta nel Nord Italia, vivendo in un Comune sotto i 50 mila abitanti è di circa 736 € per una adulto tra i 18 e i 59 anni. La soglia di povertà relativa è pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti: va da sé che davanti a queste cifre, e alla spesa sostenuta per profugo, è comprensibile l’indignazione e la rabbia dei cittadini che si sentono gabbati. Cosa può pensare un disoccupato, un esodato, un pensionato con la minima sociale?
Ci sono poi aspetti meno conosciuti: pensiamo al problema della salute pubblica: giorno dopo giorno emergono verità inquietanti “basti pensare che pochi giorni fa è toccato ad un solo medico militare controllare in due ore e mezza 1300 profughi, con una media di sette secondi a visita, poi sarà questa cartella clinica a far fede sul rischio infettivo”. A denunciare questa situazione è il sindacato di Polizia. Pochi sanno che per mesi gli agenti di polizia impiegati nel trasporto e smistamento dei profughi hanno effettuato il loro servizio in condizioni a dir poco approssimative con il risultato che non sappiamo quanti di essi abbiano contratto malattie, la Tbc o persino la meningite: su 580 controlli a campione effettuati tra gli agenti solo (si fa per dire) una decina i casi di positività alla tubercolina, l’ultimo registrato a Ferrara. Ma 580 test rispetto al numero di agenti impiegati in questi mesi sono sufficienti? I generali e i capi altolocati ordinano e poco si curano di chi esegue gli ordini e chi li subisce: lo stato italiano ha spesso fatto così.
Solo venerdì scorso sono stati sbloccati dal governo i fondi per dotare i poliziotti di mascherine, guanti di lattice, camici adeguati, insomma il minimo per garantire una minima profilassi. Siamo lontani dagli standard europei e del resto un controllo vero dei profughi richiederebbe forme adeguate di screening, dalle schermografie agli esami del sangue, che richiedono spese e necessitano di tempo.
Ma lo stato ha fretta, deve liberarsi dell’incubo profughi. Non bada alla sicurezza dei suoi agenti, non costruisce alcun cordone sanitario, poco si cura dei cittadini né valuta la situazione di crisi socio-economica dei territori a cui impone con ordine sovrano di dare accoglienza a chicchessia. Che poi parte degli accolti fugga chissà dove, evitando ogni controllo e cura medica finendo magari ad alimentare le fila della manodopera della criminalità questi son fatti e problemi dei cittadini e dei territori a cui prefetti impongono la solidarietà.
Così sindaci, che erano già stati trasformati in gabellieri dal governo Monti, oggi finiscono per essere dei secondini avvisati all’ultimo minuto. L’ordine è quello di sempre quando lo stato assume il comando e fa la voce grossa con i sottoposti: arrangiarsi. Ora i profughi son fatti vostri. Lo stato italiano il suo dovere l’ha fatto. L’ha fatto?
di Roberto Ciambetti, Assessore Regione Veneto

venerdì 25 luglio 2014

Profughi: un conto è l'emergenza, un conto è il casino


“Un conto è l’emergenza. Un conto è il casino. Affrontare la prima con il secondo significa solo inguaiarsi ed è quello che ha fatto e sta facendo il governo italiano”. Dopo un confronto con alcuni sindaci dei centri minori del Veneto “preoccupati per quanto si fa profilando” l’assessore regionale del Veneto agli enti locali Roberto Ciambetti lancia l’ennesimo ‘warning’ per una situazione che “gestita con superficiale e colpevole dilettantismo rischia di innescare una serie di tensioni difficilmente governabili".
"Mare Nostrum è stato ed è un fallimento, sancito dall’arroganza e supponenza con cui lo stato centrale ha scaricato nel territorio, nei sindaci delle comunità minori, problemi e responsabilità: lo stato ordina, detta consegne, impone all’ultimo minuto senza preavviso e il sindaco deve eseguire, neanche fosse un soldatino acefalo costretto a fare i conti con ordini ingiusti e a gestire la giusta rabbia e preoccupazione degli abitanti. Anche l’ultima trovata, il chiamare a raccolta in summit organizzati dai Prefetti i sindaci dei capoluoghi provinciali, quando sappiamo bene che a pagare le conseguenze maggiori saranno invece i centri minori, è l’ennesima riprova dell’atteggiamento pilatesco di chi alla fine si lava le mani dei problemi della gente qualunque”. L’assessore Ciambetti non lesina critiche. “Si parla di utilizzare le caserme dismesse, ma i sindaci interessati lo s coprano da indiscrezioni giornalistiche, perché verranno informati solo a cose fatte o, come si dice a Firenze, a babbo morto. Nelle prossime 48 ore si prevede l’invio in Veneto di almeno 200 profughi, l’ennesima tranche di un nuovi contingente che vedrà altre 600 unità a breve, e si punta a creare di punti di smistamento destinati all’accoglienza per un numero limitato di giorni – ha spiegato Ciambetti – ma nessuno a Roma o nelle prefetture si interroga sulle tensioni che vanno crescendo nel territorio: cosa può pensare quel pensionato che percepisce meno di mille € al mese, il disoccupato, la famiglia che non ce la fa a tirare avanti con uno stipendio solo, il cittadino che fatica a pagare il mutuo, l’imprenditore che non riesce accadere al credito davanti ai 38,5 € spesi dal governo al giorno per profugo? E da chi va a protestare il cittadino in difficoltà giustamente indignato perché il suo Comune magari è costretto ad ospitare una trentina di profughi, ma non può spendere un Euro in più nell’assistenza sociale per anziani, disabili, cittadini in difficoltà perché lo impone il patto di Stabilità? Da una parte si invoca il dovere dell’ospitalità, dall’altra si fa calare la scure del Patto di stabilità, quasi che ad aiutare i propri connazionali, contribuenti spremuti all’inverosimile, sia un crimine. Non dimentichiamo – ha concluso Ciambetti – che i profughi inviati in Veneto si inseriscono in un territorio già gravemente e tristemente gravato dai problemi dell’immigrazione, della clandestinità, dell’elevata quota di immigrati senza lavoro. Basta leggere le cronache quotidiane: in città come Vicenza ci sono aree ormai off limits nelle quali è pericoloso avventurarsi anche durante il giorno. Il problema della sicurezza sta esplodendo, ma i prefetti sono impegnati a individuare centri di smistamento, caserme dismesse, attivare convenzioni con organismi assistenziali per ospitare i profughi. I sindaci dei centri minori hanno tutte le ragioni di questa terra ad essere preoccupati per la superficialità allarmante in cui va crescendo una tensione sottostimata dalle autorità statali”
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto

Immigrato libero dopo 34 furti. Zaia: Se la legge è impotente va cambiata


“In uno Stato in cui la legalità abbia la giusta attenzione dopo la prima volta non ci sarebbero state le altre 33. Purtroppo invece questa storia da pessimo guinness dei primati emerge una realtà ben diversa, che sfiora l’impunità, e poco importa che si tratti di cosiddetti ‘piccoli reati’”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto commenta la vicenda di un immigrato rumeno di 31 anni che ha collezionato 34 denunce per altrettanti furti in supermercati nel vicentino, nel veronese, e poi via via lungo tutto il nord Italia fino in Piemonte.
“Siamo di fronte – incalza Zaia – ad un esempio eclatante di un fenomeno che è purtroppo diffusissimo. Chiamiamo pure il furto e il taccheggio ‘piccoli reati’ – aggiunge – ma reati sono e, aldilà del valore economico di ogni singolo episodio, determinano un allarme sociale crescente tra le persone, che non si sentono più sicure nemmeno nelle normalissime attività quotidiane, e danni ingenti agli esercizi colpiti”.
“La legge attuale è impotente? – conclude Zaia – allora la si cambi e finalmente si dia la priorità alla difesa del sacrosanto diritto alla sicurezza delle persone per bene invece che a un’ormai inaccettabile atteggiamento garantista verso chi commette reati”.
da GdV

Arrivano nuovi profughi. Vicenza non ha più posti

È previsto l'arrivo di 30 migranti Ma la prefettura ora lancia l'Sos «Qui gli spazi sono terminati e servono al più presto soluzioni».
VICENZA. L'emergenza si sposta nel Vicentino. L'arrivo imminente era stato annunciato e oggi trenta profughi saranno trasferiti nella provincia berica. L'accoglienza sarà predisposta come di consueto dalla prefettura che, dopo aver allertato e ottenuto l'ok dell'hotel Adele e delle suore Orsoline di Breganze, lancia un messaggio di allerta: «I posti sono terminati. La situazione è critica e servono soluzioni».
MANCANO SPAZI. Massimo Marchesiello l'ha ribadito proprio nella giornata di mercoledì, durante il tavolo sull'immigrazione che si è tenuto a Venezia. «In quell'occasione - spiega il viceprefetto - è stato annunciato l'arrivo nelle prossime ore di altri 200 profughi nel Veneto e immediatamente abbiamo messo le mani avanti: lo smistamento nelle varie province, abbiamo detto, dev'essere effettuato in base alla disponibilità. E qui da noi la situazione è critica». Il Comune da tempo ha fatto scattare il semaforo rosso e le strutture che in provincia hanno messo a disposizione letti sono ormai sature. (...)
da GdV

giovedì 24 luglio 2014

Duro colpo al commercio illegale cinese. Zaia si complimenta con le forze dell'ordine

“La capacità di fare squadra dei carabinieri e degli altri organi di controllo presenti sul territorio ha permesso di mettere a segno un duro colpo all’illegalità cinese. Si tratta di un’operazione capillare, che dimostra ancora una volta come queste attività siano dei veri e propri laboratori di irregolarità dove il rispetto delle regole e dei diritti è completamente sconosciuto. I miei complimenti vanno agli uomini e alle donne dei carabinieri e a tutte le forze coinvolte per lo straordinario lavoro svolto”.
Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, plaude alla vasta operazione dei carabinieri dei 7 comandi provinciali di tutto il Veneto (più Nas, Noe, Nil e Dpl) compiuta in questi giorni nei confronti delle attività commerciali e artigianali gestiti da cittadini cinesi.
“Sono state denunciate 69 persone e 17 attività poste sotto sequestro, mentre, altre 2 sono state sospese da parte degli ispettori dell'Ulss. Non si tratta di semplici numeri, ma dietro questo bilancio - sottolinea Zaia - si nascondono lavoratori pagati come schiavi, persone che lavoravano in condizioni disumane e un danno ingente al nostro sistema economico. In un momento di crisi operazioni come queste sono un segnale importante per tutelare tutte quelle persone che lavorano onestamente e non si arrendono, ma resistono e continuano con il sudore della fronte a mandare avanti la propria attività”.
“Il mio grazie – conclude Zaia – va a tutta la task force impegnata in queste operazioni, che confermano come il Veneto sia una fucina nel controllo del territorio e nella lotta all’illegalità cinese”. 
Da ThieneOnLine

Palazzo Chigi prepara nuove tasse per accogliere altri immigrati

Sale il conto di "Mare nostrum". In arrivo l'aumento delle accise sulle sigarette. Ma il Cdm prende tempo.
Operazione militare e umanitaria nata sull'onda emotiva dopo uno dei tanti traffici di esseri umani finito in naufragio.
Portata avanti orgogliosamente da un paese, l'Italia, tanto esposto alle ondate di migranti quanto debole economicamente e periferico nel risiko degli equilibri europei. Ora Mare nostrum mostra la corda e presenta il conto: più di 86 milioni, pagati dai soli contribuenti italiani con aumenti fiscali come quelli più recenti, su casa rendite finanziarie. E sui tabacchi, per restare sul prossimo aumento in programma. A lanciare il segnale di allarme sulla sostenibilità di Mare Nostrum è stato il ministro della Difesa: L'operazione, ha spiegato Roberta Pinotti durante il question time alla Camera dei deputati - costa mediamente 9,3 milioni di euro al mese, da quando è scattata, di cui 7 per il funzionamento e la manutenzione dei mezzi e i rimanenti per gli oneri relativi all'indennità del personale impegnato. «Una cifra sostenuta finora solo dal ministero della Difesa, ma ora non è più sostenibile da questo solo dicastero». 
In sostanza, da quando è stata avviata l'operazione sono stati spesi più di 86 milioni di euro ai quali ora se ne aggiungeranno altri. Sempre trovati a margine del bilancio dello Stato, tramite la legge di assestamento, come ha ricordato la stessa Pinotti. «In attesa delle iniziative sollecitate all'Unione europea» il finanziamento «non sarà inserito nel decreto legge di proroga delle missioni internazionali per il secondo semestre ma incluso nel disegno di legge di Assestamento 2014 con un finanziamento per la Difesa di 60 milioni di euro». Soldi che serviranno a coprire il periodo dall'inizio dell'anno e fino alla prossima. L'Italia continuerà a dispiegare il «dispositivo navale», circa 900 militari una Nave Anfibia, due fregate, due pattugliatori, piu velivoli e sistemi radar della Marina. Per proteggere le vittime dei trafficanti e fare da guardie di confine anche per gli altri Paesi europei. 
Non ci sta Laura Ravetto, esponente di Forza Italia e presidente della Commissione bicamerale Schengen: «Pinotti ha confermato che la missione verrà rifinanziata per 60 milioni di euro. Mi chiedo come questa intenzione sia conciliabile con le dichiarazioni fatte a più riprese dallo stesso ministro, nonché dal titolare del dicastero dell'Interno, in ordine al fatto che Mare nostrum debba essere un'operazione a termine. L'Italia non può sopportare a lungo». I costi, ricadono sui contribuenti, ma - ha proposto Ravetto - «sarebbe decisamente più opportuno inviare all'Europa la check-list dei costi aggiuntivi che l'Italia sta sostenendo».
Per i contribuenti italiani si prospettano altri aumenti. Ieri al Consiglio dei ministri è slittato l'esame del decreto legislativo con il riordino della tassazione sui tabacchi, per l'assenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Rinvio tecnico, gli aumenti arriveranno: circa due centesimi a pacchetto a partire da agosto, che non dovrebbero pesare sui consumatori. Poi, dal prossimo anno, rincari per i consumatori fino a 20 centesimi a pacchetto. 
A proposito di Europa, ieri il centro studi di Confindustria ha diffuso la congiuntura flash lasciando poche speranze sulla ripresa. «L'Italia era in crisi prima della crisi e continua a esserlo». Nel 2014 il Pil registrerà una «crescita piatta». Meno, quindi, dello 0,2% di Bankitalia. Il «buco nero della crescita mondiale» per viale dell'Astronomia «è rappresentato dall'Eurozona, dove i divari nelle performance sono sempre meno sostenibili e la lista dei paesi che stentano a ritrovare il rilancio va ben oltre i soliti noti».
di Antonio Signorini (Giornale)

mercoledì 23 luglio 2014

No ai centri profughi in Veneto


"Siamo stanchi di subire in silenzio questa ‘invasione legalizzata’ di clandestini messa in atto dal Governo Renzi-Alfano. Il Veneto ha già dato troppo in termini di accoglienza e di solidarietà, ospitando 1.245 immigrati nei primi sei mesi del 2014. Adesso basta: non siamo disposti ad accogliere altri presunti profughi in arrivo dal Nord Africa, e non vogliamo in nessun modo che vengano realizzati centri di accoglienza sul nostro territorio".
Lo dichiara l'europarlamentare e vice segretaria veneta della Lega Nord Mara Bizzotto.
“Dall’inizio del 2014 sono già sbarcati 85 mila clandestini, quasi il doppio rispetto all’intero 2013: le nostre città non sono in grado di ospitare più nessuno – continua l’eurodeputata Bizzotto – Stop a Mare Nostrum, frontiere blindate e ripristino del reato d'immigrazione clandestina: soltanto così fermeremo l’invasione di clandestini che, oltre a creare seri problemi sanitari e di ordine pubblico, sta togliendo servizi e risorse preziose ai nostri cittadini”
Mara Bizzotto, LN

lunedì 21 luglio 2014

Solidarietà e milioni per i profughi a Vicenza

“Chiedo, in sostanza, di dare un contenuto pratico alla parola solidarietà”. Queste parole, che la stampa attribuisce al prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, suonano come l’ammissione del fallimento della strategia con cui il governo italiano sta gestendo, in maniera scandalosamente dilettantesca, la questione profughi.
Eugenio Soldà non ha colpa: dipende gerarchicamente da un ministro, Angelino Alfano, che è stato tra i più modesti nella storia del Viminale e non è colpa di un prefetto se le strategie scelte dal governo siano pericolose e tengano in scarso conto la situazione socio-economica in cui versa il Paese e sottostimi quanto sta crescendo attorno al business dell’accoglienza. 
Le inchieste giornalistiche che alcune testate hanno effettuato, ad iniziare dalla Sicilia, sull’uso dei fondi teoricamente destinate all’accoglienza lasciano intravvedere una situazione alquanto preoccupante che fa chiedere a più d’uno se oltre ai soldi sporchi di sangue dei nuovi schiavisti lungo le tratte della disperazione ci sia anche il business dell’accoglienza, con troppi spregiudicati e improvvisati che approfittano del caso: il rischio è reale e denunciato anche da operatori attivi nel sociale e da figure simbolo dell’impegno cattolico come don Vinicio Albanesi. 
Quando il governo lancia un appello alla solidarietà praticata, come è accaduto a Vicenza, dovrebbe spiegare alcuni dati: 36,60 euro a profugo al giorno riconosciuto al privato per vitto, alloggio, assistenza medica e legale a cui aggiungere 2,50 euro al dì che vanno al singolo profugo ed una ricarica telefonica di 15 euro una tantum. Il tutto mentre, a causa della famigerata legge di stabilità, i Comuni non possono spendere soldi che hanno già in cassa, per garantire la prevenzione, la sicurezza ma ancor più l’assistenza sociale, aiuti ai giovani e sostegni agli anziani, ai disoccupati, agli esodati anche questi scomparsi nel nulla e finiti nelle statistiche della povertà.
Non so se il governo, ad iniziare dal ministro Alfano, si renda conto della situazione folle in cui le scelte governative mettono un amministratore locale: un sindaco, che dovrebbe mobilitarsi per garantire assistenza ai profughi, non può dare assistenza ai propri cittadini. Il tutto negli stessi giorni in cui l’Istat certifica che in Italia ci sono 10.048.000 persone che vivono in condizioni di povertà relativa, pari al 16,6% della popolazione. Secondo la Fondazione Zancan in Veneto potrebbero esserci circa 135 mila famiglie relativamente povere: a queste Regione e Comuni possono offrire forme di assistenza molto limitate, stante i tagli imposti nella spesa dal governo e ai limiti, imposti dal Parlamento, del Patto di stabilità che rammento essere in Veneto 312 € anno per cittadino: la quota giorno riconosciuta per l’accoglienza è pari al 12 per cento del tetto massimo di spesa assegnato alla Regione per ciascun veneto. Questa è una follia. 
La Regione ha investito 1.960.000 euro per costituire un fondo straordinario da indirizzare ai Comuni a sostegno delle persone e delle famiglie in difficoltà e sapevamo fin da subito, ma non per colpa nostra, che la cifra non avrebbe potuto coprire la domanda sociale. Cosa rispondiamo ai cittadini che furono esclusi dalle graduatorie stilate dai Comuni per accedere a quel milione e 960 mila € e che oggi leggono l’appello alla solidarietà dal governo che stanzia, per la sola provincia di Vicenza, un milione di € per assistere i profughi?
di Roberto Ciambetti*

domenica 20 luglio 2014

Salvini scala il centrodestra: "Rivolti al Nord, ma aiutiamo tutti"

Il leader della Lega al lavoro per ricostruire il centrodestra: "Noi unica alternativa al renzismo". Sul fisco: "Aliquota fiscale secca al 20%".
Matteo Salvini si prepara a scalare il centrodestra. "Oggi il centrodestra non esiste quindi non potrei candidarmi per un soggetto che non esiste, noi lanceremo delle idee, dei programmi, delle proposte".
 Parlando a Padova, in occasione del congresso del Carroccio, Salvini detta l'agenda a una Lega che, pur continuando a parlare al Nord Italia, guarda a tutto il Paese. "Il nostro è un messaggio rivolto al Nord e a tutta l’Italia - spiega - rimaniamo Lega Nord, ma accettiamo la scommessa di aiutare chi al centro e al sud ha voglia di liberarsi e di riprendersi energie, libertà, lavoro". L'obiettivo per il futuro dei lumbard è a dir poco ambizioso: "Se arriveremo al 51% al Nord e a livello nazionale, vuol dire che avremo raggiunto il nostro obiettivo".
"Oggi proponiamo un’alternativa al renzismo, che è una deriva pericolosa, statalista, che sta cercando di annullare tutto quel che rimane dell’identità, del commercio, del territorio, della democrazia - tuona Salvini - proporremo non ai partiti, ma ai padani e agli italiani una visione diversa, coraggiosa, rivoluzionaria, scommettendo sui cittadini, sugli imprenditori, su chi produce e crea ricchezza, facendo loro pagare la metà delle tasse che pagano oggi". Dalla sicurezza all'immigrazione, fino ad arrivare alla rivolta fiscale. Il congresso del Carroccio serve a Salvini per tracciare, con coerenza e concretezza, i punti cardine su cui la Lega dovrà battersi a Roma e a Bruxelles. E la prima battaglia sarà, senza alcun dubbio, la rivoluzione fiscale che, a partire dal prossimo ottobre, porterà in piazza milioni di persone. "Proporremo un’aliquota fiscale secca al 20% uguale per tutti, dal nord al sud, per ricchi e poveri - spiega da Padova - la nostra scommessa è quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa".
Per il momento Salvini, che oggi è stato confermato alla guida del Carroccio fino al 15 dicembre del 2016, intende andare avanti da solo. Niente alleanze, insomma. Ma non è escluso che qualcosa cambi in futuro. "Per il momento andiamo soli, perchè siamo l’unica alternativa seria al renzismo - spiega - se qualcun altro ci farà compagnia sono solo contento".
di Sergio Rame (Giornale)

giovedì 17 luglio 2014

Sinti "senza reddito", acquistati a Sarcedo beni per 600.000 euro. Ciambetti: è uno scandalo


"Quanti anni servono a un lavoratore onesto per risparmiare 600 mila €? Chiediamocelo, visto che una giovane Sinti a Sarcedo ha acquistato una villa appunto per quella cifra, risultando però totalmente sconosciuta al Fisco".
L'assessore regionale al Bilancio del Veneto Roberto Ciambetti è più che severo nel commentare quanto è accaduto nel Vicentino, dove appunto dei Sinti ufficialmente poveri per l'Erario hanno acquistato una villa da 600 mila €.
"Quella villa acquistata da nullatenenti fiscali è un insulto ai milioni di poveri veri che si registrano in Italia - ha detto Ciambetti - dove la soglia di povertà relativa è pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti, dove cioè anche con un lavoro onesto si è talvolta in situazioni di autentica povertà o grandi difficoltà economica. una larga parte delle nostre famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Questo è lo sfondo su cui proiettare la scena dei Sinti di Sarcedo, che domenica scorsa hanno dato vita ad una sparatoria in piazza e dei quali oggi scopriamo proprietà e investimenti da ricchi. Non mi si venga a parlare di inclusione sociale. Nello scorso gennaio vedemmo il sindaco di Vicenza spendere 60 mila € per pagare gli allacciamenti e i conti delle bollette dei campi nomadi, poi a giugno scopriamo che la famiglia di nomadi di via Nicolosi, sempre a Vicenza, assistita dalla Caritas, è titolare di conti correnti da 100 mila € e finita nel mirino della Guardia di Finanza. Adesso i Sinti nullatenenti con ville da 600 mila € a Sarcedo: non ci sono parole. Lo scandalo è evidente"
*Giovanni Scapellini, comandante Polizia locale nordest vicentino - Dopo i noti fatti criminosi posti in essere da un appartenente ad una famiglia italiana di etnia Sinti regolarmente residente nel territorio del Comune di Sarcedo, il Comune di Sarcedo stesso ed consorzio di polizia locale nordest vicentino hanno eseguito una indagine mirata a verificare le capacità reddituali di questa famiglia. Le prime risultanze hanno permesso di rilevare ingenti acquisti di immobili e di terreni agricoli a fronte dei quali risulta una mancanza di redditi dichiarati. Una ragazza 25enne, familiare di Romeo Maier, balzato agli onori della cronaca dopo i noti fatti del 06 luglio, nei soli anni 2009 e 2010 risulta avere acquistato beni per un valore dichiarato di € 602.135, senza avere mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi.
Le ipotesi di gravi violazioni fiscali che emergono da tale prospettiva e dalle quali possono scaturire anche violazioni alle norme penali/tributarie sono state immediatamente segnalate agli enti preposti, per le dovute valutazioni di competenza e per i conseguenti sviluppi operativi. La partecipazione a tale attività del Comune di Sarcedo è dettata non solo per un aspetto prettamente giuridico, ma anche per un aspetto etico-morale di recupero dei principi di legalità, e continuerà per altri soggetti residenti nel territorio.
Ecco le dichiarazioni dell'assessore al sociale Antonio Tammaro: "Dopo la commissione affari generali, l'intera amministrazione ha invitato le autorità preposte a fare delle verifiche fiscali su alcuni cittadini di Sarcedo. Come nuova amministrazione, siamo al fianco delle autorità. In pochi giorni si è visto che siamo una amministrazione che non parla solamente. Alle parole seguono i fatti."
Roberto Ciambetti, assessore regionale al Bilancio Lega Nord

mercoledì 16 luglio 2014

Sarcedo (VI). Rom ufficialmente nullatenenti, ma proprietari di immobili per 600mila euro

Altro che rom disagiati e senza tetto, sono questi i veri ricchi dei giorni nostri. E così salta fuori che una delle famiglie di sinti che risiedono a Sarcedo, risulta proprietaria di numerosi terreni, ma per il fisco, è nullatenente. La solita storia insomma. 

Dopo la sparatoria di due domeniche fa, quando famiglie di nomadi si sono prese a bastonate e a pistolettate in via Asiago a Sarcedo,in pieno giorno, è partita l'offensiva del Comune del sindaco Luca Cortese, che ha dato mandato alla Polizia Locale Nord Est Vicentino di verificare la situazione patrimoniale della famiglia Maier, il cui 'capo' è ancora irreperibile e ricercato sull'intero territorio. Sul suo capo pende l'accusa di tentato omicidio.
'Le ipotesi di gravi violazioni fiscali che emergono da tale prospettiva e dalle quali possono scaturire anche violazioni alle norme penali/tributarie sono state immediatamente segnalate agli enti preposti, per le dovute valutazioni di competenza e per i conseguenti sviluppi operativi - ha spiegato Scarpellini -  La partecipazione a tale attività del Comune di Sarcedo è dettata non solo per un aspetto prettamente giuridico, ma anche per un aspetto etico-morale di recupero dei principi di legalità, e continuerà per altri soggetti residenti nel territorio'.
Soddisfazione è stata espressa dall'assessore al Sociale Antonio Tamaro per la scoperta sui Maier: 'Dopo la commissione affari generali, l'intera amministrazione ha invitato le autorità preposte a fare delle verifiche fiscali su alcuni cittadini di Sarcedo. Come nuova amministrazione, siamo al fianco delle autorità. In pochi giorni si è visto che siamo una amministrazione che non parla solamente. Alle parole seguono i fatti."
'Dopo aver avuto mandato dall'amministrazione comunale di avviare le indagini - conclude Scarpellini - ci siamo messi subito al lavoro, scoprendo quanto abbiamo ora documentato e da cui scaturiranno dei provvedimenti'.
Quanto scoperto in questi giorni sulla famiglia Maier rappresenta solo la punta dell'iceberg di un'indagine appena avviata e molto complicata perchè eseguire accertamenti patrimoniali di questo tipo non è affatto semplice per le forze dell'ordine. Il Comune di Sarcedo pare intenzionato ad andare fino in fondo in questo senso per dare un segnale di tolleranza zero a chi pensa di poter vivere nell'illegalità, a dispetto di onesti cittadini che pagano le tasse e fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Quanto emerge è quanto in molti immaginavano. I dati raccolti dal Comandante Giovanni Scarpellini e dal Comune di Sarcedo hanno portato alla luce tutta una serie di acquisti da parte dei Maier, di cui non ci sarebbe traccia nella dichiarazione dei redditi del nucleo familiare.  Una ragazza 25enne, familiare di Romeo Maier, nei soli anni 2009 e 2010 risulta avere acquistato beni per un valore dichiarato di € 602.135, senza avere mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi.
di Redazione Thiene on line

Padova, sgomberata la Marzolo dagli studenti del centro sociale Gramigna

Aria nuova nella Città del Santo: blitz delle forze dell'ordine per ripristinare la legalità nell'ex mensa universitaria. Bitonci: «Aperti alla creatività, anche critica, ma nel rispetto delle regole».
È scattato nella mattinata il blitz che ha permesso di sgomberare l'ex mensa universitaria Marzolo, a Padova. Un'operazione cha ha visto impegnati agenti della polizia e della Polizia locale e che si è svolta senza incidenti, anche se non sono mancati momenti di tensione con gli occupanti.
La struttura, nella zona del Portello, era stata occupata nel gennaio scorso da un'associazione di studenti vicina al centro sociale Gramigna. I mezzi e gli uomini della polizia sono entrati nell'edificio per liberarlo dalle strutture sistemate dagli studenti, che l'avevano trasformata in un teatro sociale. «A nome dell'amministrazione - ha detto il sindaco di Padova Massimo Bitonci - ringrazio le donne e gli uomini della Questura e del Comando di Polizia Locale che oggi hanno portato a termine lo sgombero dell'ex mensa di via Marzolo, occupata da gruppi antagonisti. Padova è una città aperta e accogliente, che vuole valorizzare creatività e culture giovanili, anche critiche, ma solo nell'ambito del rispetto delle regole. Regole senza le quali non vi può essere alcuna crescita sociale».
La rinascita di Padova targata Bitonci non è solo legalità: venerdì andrà infatti in scena la "Notte dei Colori", un'iniziativa che prevede negozi aperti fino alle 24, bar fino alle 2, musica, danza, spettacoli e visite guidate. «L'obiettivo dell'Amministrazione - ha aggiunto Bitonci - è quello di essere capofila di un gruppo di interlocutori che guardano al commercio, al turismo, nell'interesse dei cittadini e quest'iniziativa è solo il primo step di un lungo cammino. Ho tante idee per la nostra città dal mercato dell'antiquariato nelle piazze, all'ideazione di un format di concerti per l'estate in centro storico. Tutte iniziative che puntano a rivitalizzare e a rendere più sicuro il cuore di Padova, per tutti».
Per organizzare al meglio l'iniziativa, l'Amministrazione Comunale ha previsto anche il potenziamento dei servizi di sicurezza e vigilanza da parte della Polizia Locale, del trasporto pubblico con metrobus più frequenti dalle 19.30 alle 24 e agevolazioni anche per i parcheggi. «Con la Notte dei Colori, - ha detto ancora Bitonci - organizzata in pochi giorni grazie ad un'idea di Ascom che ho immediatamente condiviso e sostenuto, è cominciato un percorso che ci condurrà fino all'organizzazione del grande Natale».
«Ringrazio Ascom e la Camera di Commercio - ha concluso Bitonci - che ha scelto di sostenere l'evento con un contributo economico, ringrazio tutti coloro che hanno creduto in quest'iniziativa mettendo da parte quei pregiudizi che, in passato, possono aver ostacolato la Padova che vogliamo: in movimento».

martedì 15 luglio 2014

Bankitalia smentisce il governo, lo Stato è una idrovora


“Più di un osservatore politico chiede che venga detta la verità al Paese, perché tra quello che il governo racconta e la realtà c’è un abisso nel quale l’intero sistema Paese rischia di sprofondare. I dati sul debito pubblico pubblicati da Bankitalia lo confermano”. E’ particolarmente critica l’analisi che l’assessore regionale al Bilancio del Veneto, Roberto Ciambetti, fa sull’andamento del debito pubblico italiano.
“Nuovo record: oltre 2.166 miliardi di debito pubblico nazionale, cresciuto di circa il 4.7 per cento rispetto all’inizio dell’anno. Il tutto mentre il decentramento, Comuni, Province e Regioni risparmiano e hanno abbattuto la spesa. il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi: lo stato centrale è una idrovora che sottrae risorse al Paese, è un apparato che continua a indebitarsi, a spendere senza arrestare una discesa senza fine. Tutti i sacrifici vissuti in questi anni dai cittadini, dalle famiglie, dagli enti locali e Regioni sono vanificati da una amministrazione centrale che si dimostra nei numeri una struttura bulimica. N0on ha senso parlare di riforme, se poi vediamo questi numeri: le Regioni diminuiscono la spesa, le famiglie e le imprese hanno pagato più tasse, visto che le entrate tributarie statali sono cresciute nei primi mesi del 2014 di 2,2 miliardi, ma il fabbisogno dello stato aumenta al passo incredibile di circa 20 miliardi al mese. Con questi numeri, con questo indebitamento che pesa come un macigno formidabile nelle generazioni future, la nostra economia non può agganciare la ripresa e s’allontana sempre di più ogni prospettiva reale di svolta occupazionale”
Roberto Ciambetti, Assessore Regione Veneto

lunedì 14 luglio 2014

Veneto, invasione di venditori abusivi in spiaggia, è emergenza

Zaia chiede l’aiuto del governo, “situazione causata dalla mafia delle braccia a poco prezzo”
“L’invasione dei venditori abusivi sulle spiagge venete ha assunto le caratteristiche di una vera e propria emergenza, sul piano della concorrenza sleale, su quello della sicurezza perché vanno facendosi sempre più aggressivi, su quello della salute pubblica, perché nessuno sa da dove vengano, dove vivano, come stiano, su quello della criminalità organizzata, perché dietro a questi poveretti, magari arrivati con Mare Nostrum, c’è una vera e propria mafia delle braccia a poco prezzo, che li sfrutta e li intimidisce. Occorre un’operazione sicurezza a livello nazionale, che sradichi il fenomeno alla radice, individuando i livelli superiori e rendendo poi impossibile commettere il reato finale lungo i litorali.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia lancia un allarme nazionale rispetto al problema del proliferare dei venditori abusivi il cui numero sulle spiagge venete aumenta di giorno in giorno, assieme anche ad alcuni episodi d’intolleranza e aggressività nei confronti dei tutori dell’ordine. Il Ministro Alfano ed il suo Governo considerino le conseguenza della loro operazione Mare Nostrum e si preoccupino di questo vero e proprio fenomeno di malavita organizzata, dedicando le energie investigative necessarie a scoprire i vertici dell’organizzazione, i traffici attraverso i quali arrivano le merci taroccate, gli intermediari che le fanno arrivare sui territori, gli sfruttatori che reclutano i disperati spedendoli per ore e ore sotto il sole a commettere un reato e a mettere in crisi i commercianti onesti, alle prese con tasse, regolamenti, controlli, pos con commissione da pagare per poche decine di euro”.
“Non è più ammissibile – aggiunge Zaia – che a fronteggiare il problema ci debbano essere, soli come sempre, i Sindaci, le Polizie Locali, i Carabinieri delle piccole e benemerite stazioni sul territorio. Lo Stato si svegli e faccia di tutto e subito per sgominare questo nuovo fenomeno di mafia”. “Attenzione – ammonisce Zaia – le nostre antenne all’estero ci dicono che in Europa e nel mondo il fenomeno è già stato notato e catalogato alla voce scarsa sicurezza in Italia, ed è già ampiamente utilizzato per distogliere i turisti dalle destinazioni del Veneto e dell’Italia e indirizzarli altrove. Ancora una volta governanti ciechi e sordi alle reali necessità della gente e degli operatori economici sembrano volgere lo sguardo altrove. Mi auguro – conclude il Governatore del Veneto – che si sveglino al più presto, perché l’economia turistica sta correndo un grave rischio”.

domenica 13 luglio 2014

Zaia a fianco di Coldiretti contro "l'invasione" del riso asiatico


“Aderisco con tutta la forza e la convinzione possibili alla protesta della Coldiretti contro l’ennesimo attentato alla tipicità dei prodotti agricoli, in questo caso il riso, e contro la scellerata libera circolazione addirittura senza dazio, di produzioni asiatiche prive di qualsiasi tracciabilità, che rappresentano un grave problema di qualità e anche, lasciatemelo dire, dal punto di vista della salute”.

Lo ha detto oggi il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, incontrando una delegazione di Coldiretti Veneto guidata dal direttore regionale Pietro Piccioni che, nell’ambito di un’iniziativa nazionale, sta protestando oggi contro il massiccio ingresso di riso asiatico (quello cambogiano ha avuto un aumento di importazioni del 360% nel 2014) nel mercato italiano. In questa situazione, secondo Coldiretti, si sono anche moltiplicati i pericoli per la salute, tanto che il sistema rapido di allerta europeo ha effettuato quasi una notifica alla settimana per riso e derivati provenienti dall’Asia con presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie.
“E’ un problema serio da affrontare con serietà e celerità, sia a livello comunitario che nazionale – ha detto Zaia – e non sarebbe male che si usassero le forze dell’ordine più per cacciare queste porcherie che arrivano da fuori che per rincorrere pensionati che lavorano nei vigneti”.
“Il semestre italiano di presidenza europea – ha incalzato il Governatore del Veneto – deve adoperarsi con urgenza perché Bruxelles attivi la clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere in questi casi, pena il perpetuarsi di una concorrenza spregiudicata a tutto scapito del Made in Italy e delle migliaia di agricoltori che coltivano riso buono e di qualità tracciata, etichettata e garantita, come nel caso delle 120 aziende venete che gestiscono 3 mila ettari di risaie e contribuiscono in qualità e in quantità alla produzione nazionale”.
”Siamo al fianco della Coldiretti – conclude Zaia – nel porre con tutta la forza la questione del valore identitario del prodotto e della sicurezza alimentare e nel ricordare al sempre più distratto burosauro europeo l’irrinunciabilità della tracciabilità, dell’etichettatura e della tipicità dei prodotti”.

Immigrazione: vergognosa la proposta Alfano sulla "sosta lampo"


“Alfano ha lanciato l'ennesima proposta a esclusivo beneficio dei clandestini: saranno fuori dai Cie in sei mesi. Sull’immigrazione il ministro dell’Interno è del tutto impreparato e la sua politica è estremamente dannosa per la società”. A dirlo la senatrice leghista Erika Stefani, commentando l’ultimo annuncio di Alfano, secondo il quale occorre “ridurre i tempi di permanenza nei Cie”.
"Alfano è il ministro dei clandestini, gli unici che tutela con il suo lavoro mentre i cittadini di nazionalità italiana per lui non esistono. Esattamente il contrario di ciò che dovrebbe fare un buon ministro - aggiunge Stefani -. Gli basterebbe prendere esempio da quanto fatto da Roberto Maroni quando era ministro: pugno duro, zero concessioni, difesa dei confini".
Erika Stefani, LN

sabato 12 luglio 2014

Oslo caccia i clandestini, Roma caccia i soldi

Inutile l'appello Ue: gli Stati membri devono contribuire. Ma noi cacciamo i soldi e Oslo caccia i clandestini.
Da una parte l'obbligo per l'Italia, sancito dalla convenzione di Ginevra, di garantire l'accoglienza a profughi e rifugiati. Dall'altra la manifesta impossibilità di accogliere tutti indiscriminatamente.
Per motivi economici, certo, ma anche per ragioni meramente tecniche. Il tutto aggravato dalla posizione del nostro Paese, ideale punto di approdo per tutti i disperati che fuggono dalle coste del nord Africa. Risultato: assistere quasi impotenti a sbarchi quotidiani e al dramma di chi trova la morte nel tentativo di fuggire a guerre e persecuzioni.
Ma se l'Italia, nonostante limiti e pasticci, in fondo ce la mette tutta per tentare di fronteggiare l'emergenza, c'è chi non si fa scrupoli e affronta il problema con un piglio ben diverso. È il caso della Norvegia, Paese dove quelle che vengono definite «deportazioni forzate», ovvero espulsioni di stranieri che non abbiano permessi di residenza ufficiale o che siano accusati di reati, stanno aumentando in maniera esponenziale. 3.167 «deportati» solo negli ultimi 6 mesi, una media di 18 al giorno. Dati enormi per uno stato che per posizione e conformazione non ha certo gli stessi problemi dell'Italia. «La deportazione forzata è quello che vuole il governo», ha ammesso il capo del servizio immigrazione della polizia norvegese Kristin Otesen Kvigne. Senza se e senza ma.
E proprio mentre l'Italia è costretta all'ennesimo piano di emergenza, con lo stanziamento di 370 milioni di euro per il 2014 dopo l'accordo raggiunto tra governo, Regioni, Comuni e Province per la gestione dell'emergenza profughi, per l'ennesima volta l'Unione Europea ci sbatte le porte in faccia. «La sostituzione di Mare Nostrum con Frontex è difficile perché non abbiamo i mezzi per farla», ha detto il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom, ribadendo che il cerino rimane in mano al nostro Paese, benché il problema sbarchi riguardi tutta Europa. Basti pensare alle migliaia di migranti che sbarcano sulle coste siciliane per poi intraprendere un nuovo viaggio verso altri Paesi come Germania, Francia e Regno Unito. «Siamo in contatto quotidiano con l'Italia, sappiamo quanto spendono - ha aggiunto il commissario Ue - Stiamo analizzando tutti gli aspetti ma se vogliamo che Mare Nostrum sia sostituito da un'operazione europea serve che gli Stati membri contribuiscano in maniera largamente superiore rispetto ad oggi». Ma questo lo sapevamo già. E intanto continuiamo a pagare. Da soli.
di Matteo Basile (Giornale)

venerdì 11 luglio 2014

Vicenza, la chiesa chiama i vigilantes "Impossibile integrare i rom".

Nel Vicentino la chiesa di San Pio X presa d'assalto dai nomadi: don Ferdinando li accoglie ma loro devastano e sporcano.
Un gesto estremo, preso con non poco dolore. Alla fine, per garantire il decoro della chiesa di San Pio X e per difendere tutti i presenti, don Ferdinando Pistore ha dovuto chiamare i vigilantes.
Perché il nutrito gruppo di nomadi, soprattutto rom e romeni, che da settimane bivaccavano sotto i portici della parrocchia nel Vicentino non faceva altro che sporcare, devastare e disturbare. "Si è trattata di una decisione presa con grande rammarico e sofferenza a cui non si sarebbe mai voluti giungere - spiega il consiglio pastorale della San Pio X - ma parsa inevitabile visto il fallimento dei percorsi di integrazione intrapresi con queste persone".
Prima di arrivare a chiamare i vigilantes, don Ferdinando le ha davvero provate tutte. L'accoglienza, il dialogo, la carità. Ma è stato inutile. Ben presto i senza tetto che erano soliti dormire sotto i portici della chiesa si sono visti costretti a spostarsi per "lasciare spazio ad altri gruppi di persone, più numerose e poco disponibili a osservare le poche regole concordate, rendendo così la situzione, già molto precaria, del tutto insostenibile". Muri insozzati e schiamazzi per tutta la notte. Un disturbo continuo. Nemmeno la cancellata ha fatto cambiare idea ai nomadi che, notte dopo notte, ha preso a scavalcare per andare avanti a bivaccare sotto i portici della chiesa. Solo allora don Ferdinando si è visto costretto a ingaggiare i vigilantes. Una decisione sofferta, appunto, a cui non sarebbe mai voluto arrivare. "La parrocchia ha dovuto riconoscere di non possedere le risorse umane e professionali necessarie per affrontare una situazione così complessa - scrive il consiglio pastorale sul sito della parrocchia - ma ha soprattutto dovuto prendere atto della non disponibilità di queste persone a intraprendere percorsi di inserimento più consoni alla loro dignità umana e alla convivenza".
di Sergio Rame (Giornale)

martedì 8 luglio 2014

Renzi a Venezia: altro che riforme, mille giorni di chiacchiere


"Altro che 1000 giorni per fare le riforme, da Renzi possiamo aspettarci solo altri 1000 giorni di chiacchiere e di promesse campate per aria". Lo dichiara l'europarlamentare leghista Mara Bizzotto, vice segretaria veneta della Lega Nord, commentando la visita di Matteo Renzi a Venezia.
"Renzi incanta tutti a parole ma tra poco si scoprirà il suo bluff - continua l'eurodeputata Bizzotto - In questi sei mesi di presidenza italiana dell'UE, Renzi e il nostro Paese si giocano tutto: e non sarà certo con le sue chiacchiere che vinceremo le sfide fondamentali che dobbiamo affrontare".
Mara Bizzotto, LN

Senza casa? Nell'hotel da 2.000 euro

Ieri a protestare davanti all'Aler anche una donna ospite da cinque mesi in un albergo stellato.
«Costretta» a stare a scrocco sulle spalle della collettività. Da cinque mesi una poverina, si fa per dire, costa al Comune 500 euro a settimana.
Duemila euro al mese, a sentire quanto denuncia il centro sociale Cantiere, solo per vivere in albergo. Soldi pari a un ottimo stipendio per chiunque che potrebbero essere usati diversamente.
Hakima è una donna che avrebbe diritto a una casa. Casa che ci sarebbe pure visto che le è anche stata assegnata da tempo, ma inutilmente visto che dopo cinque mesi vive ancora in albergo a spese del Comune. Il problema è a livello di burocrazia: la casa le è stata assegnata, ma non consegnata e grazie alle nuove regole del Comune ha diritto a restare ancora per molto tempo a vivere in albergo. L'Amministrazione infatti ha stabilito che chi ha una situazione simile può stare a carico della collettività fino a che non gli vengono consegnate le chiavi. E visti i tempi biblici della burocrazia italiana, non è detto che Hakima debba andarsene tanto presto. Anzi. Potrebbero passare anni.
E a lei manca la casa che le è stata assegnata. E allora ha deciso di inscenare una protesta che è sicuramente piaciuta ai centri sociali, ma forse un po' meno a chi sta versando i soldi affinchè lei possa vivere una vita più che dignitosa: c'è chi vive infatti con molto meno di 2000 euro al mese all'ombra della Madonnina. Così ha protestato, forse anche per la spinta di chi come i «cantierini», molto ascoltati in Comune, pensa che a loro sia tutto dovuto e ha denunciato la sua situazione e quelle di altre centinaia di persone . Ieri mattina sono stati dunque occupati gli uffici Aler di viale Romagna per smuovere chi dovrebbe sveltire le pratiche per risolvere il problema consegnando le case che almeno sulla carta ci sarebbero.
Una pressione che probabilmente non sortirà nessun effetto, anche per i litigi tra Aler e Comune. E che intanto sta provocando dei cortocircuiti a livello istituzionale visto che sono 640 le persone a cui è stata assegnata una casa sei mesi fa senza che gli siano poi state effettivamente consegnate le chiavi. Intanto mentre si stabilisce chi ha ragione, anche questa volta Pantalone - quindi tutti noi - continua a pagare e a subire manifestazioni surreali come quella di ieri. Uffici pubblici che vengono occupati perché a qualcuno non va bene vivere in una più che dignitosa situazione grazie agli sforzi economici delle casse pubbliche. Un alloggio decente e pulito, a duemila euro al mese, non sembra ancora abbastanza.
di Michelangelo Bonessa (Giornale) 

lunedì 7 luglio 2014

Crociati contro il crocifisso. Il sindaco di Padova attaccato dalla stampa.

Il sindaco leghista di Padova rimette i crocifissi negli uffici pubblici e viene crocifisso a mezzo stampa.
Il sindaco leghista di Padova rimette i crocifissi negli uffici pubblici e viene crocifisso a mezzo stampa. Rozzo, autoritario, intollerante, impone la religione. Poi esci e vedi le chiese, i monasteri, le strade dedicate, i toponimi delle nostre città. Pieni di simboli cattolici.
Dicono che il grezzo sia lui e invece sono loro gli analfabeti di ritorno che non capiscono più il linguaggio della nostra civiltà, i segni e i simboli millenari del nostro vivere civile. Arrivo a dire che anche in una società che non crede più in Cristo, non solo laica e liberale ma perfino atea, quei simboli restano la nostra carta d'identità, il nostra Dna. Possiamo poi criticarla e pure rifiutare i nostri padri e le nostre madri ma non possiamo negare che siamo loro figli. E non si tratta di una paternità fra tante, ma quella che ci ha più formato, e pure deformato, nei secoli.
Intolleranza sarebbe obbligare la gente a farsi il segno della croce, a professare la fede cristiana e non altre. Ma un simbolo inerme, che ricorda un martirio subito e non inflitto, che ci dice da dove veniamo, nel bene e anche nel male, nella salute e nella malattia della fede, non offende ma ricorda. Se fossi di un'altra fede o di nessuna fede mi sentirei perfino rassicurato dal legame visibile con la nostra storia della pietà.
Mi avvilisce una società in cui l'unica universalità sono la tecnica e il denaro, in cui si esibisce la sfera sessuale e si inibisce la sfera religiosa. Vi dite emancipati ma siete solo sradicati. Barbari chic.
di Marcello Veneziani

domenica 6 luglio 2014

Immigrazione, il governo Renzi deporta migliaia di profughi al Nord

Milano dormitorio all’aperto. Milano Lampedusa d’Italia. Milano casa dei profughi. Lo si può declinare in tanti modi, ma la sostanza è sempre la stessa: da ottobre a oggi nel capoluogo lombardo sono arrivati almeno 12mila rifugiati. Siriani ed eritrei prevalentemente. Qualche somalo, libici. La maggior parte di essi, in fuga dalla guerra e da situazioni interne ormai insostenibili, vuole raggiungere il nord Europa. Svezia e Germania sono i paesi dove spesso hanno parenti, amici, ai quali appoggiarsi. Non si può escludere che alcuni, anche “solo” qualche migliaio, resteranno in Italia. Magari a Milano. Presumibilmente da clandestini.
La colpa è del governo, che rivendica la sacralità della norma Mare nostrum, senza preoccuparsi delle conseguenze. E non è solo Milano ad essere oppressa dal peso dei clandestini. Anche Piemonte e Veneto hanno alcune situazioni critiche. Comunque l’allarme si concentra tutto nelle regioni del Nord, senza che il premier Matteo Renzi si sia ancora preoccupato di dire e fare qualcosa per porre rimedio.
A Milano, che tra meno di un anno dovrà ospitare Expo e un turismo di prima classe, sembra di essere in un dormitorio a cielo aperto. I profughi arrivano a frotte in stazione centrale, che si è trasformato in un hub di smistamento stranieri. Solo ieri ne sono arrivati una cinquantina, ma la media ormai da mesi è di 400 al giorno. «I maggiori arrivi sono due o tre giorni dopo gli sbarchi, lì si toccano i picchi», spiega l’assessore al Welfare del Pd, Pierfrancesco Majorino. La situazione, però sta sfuggendo di mano. I profughi, alcuni richiedenti asilo e la maggior parte, invece, in attesa di “scappare” all’estero (dove chiederanno asilo solo una volta giunti a destinazione), sono talmente tanti da aver riempito praticamente tutti i centri di accoglienza disponibili. Per non parlare di quelli che preferiscono arrangiarsi da soli, e scelgono le strade come casa temporanea. Con il risultato che in una zona non lontana dalla stazione, corso Buenos Aires e le piccole vie nei dintorni, è frequente ormai incontrare gruppi di stranieri seduti per terra a mangiare, a dormire, o intenti a giocare a carte o al pallone. 
Da venerdì il Comune di Milano, non sapendo più dove sistemare tutti questi disperati (e per evitare che bivacchino in stazione per troppi giorni) ha deciso di aprire persino le palestre delle scuole. L’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, ha fatto appello a tutti i privati che abbiano spazi non utilizzati. «Anche solo per un paio di mesi - ha detto - finché dura l’emergenza». Alcuni eritrei giunti negli ultimi giorni hanno trovato ospitalità presso due moschee.
La tensione tra istituzioni è alta. Come dimostra il duro botta e risposta con la Curia, dopo che il Comune l’ha invitata, goffamente, ad aprire le chiese. «Come Caritas e chiesa siamo attivi per un’infinità di soluzioni - hanno replicato dalla Caritas - Evitiamo polemiche sterili. La soluzione non può essere aprire le chiese». Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, rinvendica da mesi l’orgoglio di assistere tante persone in difficoltà, ma punta il dito contro il governo e la Regione. «Milano da ottobre a oggi ha soccorso oltre 12 mila persone. Il ministero dell’Interno latita, la Regione attende il governo». Ma il governatore Roberto Maroni non si lascia criticare gratuitamente. «Lo ho detto chiaramente al prefetto e al governo. Se il governo ci chiama e concorda con le Regioni un piano complessivo per la gestione noi non ci tiriamo indietro, ma se chiede di intervenire sulla base di invii di persone che arrivano e di cui non sappiamo nulla, io non sono disponibile». Critico anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, dove nei prossimi giorni sono attesi 700 stranieri. «Alla fine i disagi dei continui sbarchi sulle nostre coste sono messi in conto, come sempre, ai nostri territori. Dopo le dichiarazioni da copione di Bruxelles che ci rassicurano, l’emergenza dovrà essere risolta dai sindaci. È una situazione ormai insostenibile e che rischia di creare dei pericolosi risvolti sociali».
di Michela Ravalico (Libero)

sabato 5 luglio 2014

Lezioni su gay e sesso ai bambini, due richieste della Lega Nord in Veneto


La Lega Nord del Veneto chiede alla Giunta regionale di istituire la “Festa della Famiglia naturale”, per scongiurare il rischio "di destrutturare la famiglia tradizionale" la famiglia, cioè, fondata sull’unione fra uomo e donna. Ma nella mozione presentata dalla Lega c'è anche un'altra richiesta, riguardante l'educazione sessuale dei bambini.

A spiegarla è Arianna Lazzarini, prima firmataria del documento sottoscritto dai consiglieri leghisti:
"Nella mia mozione inoltre chiedo alla Giunta di attivarsi presso il Governo perché non sia applicato il “Documento standard per l’educazione sessuale in Europa”, redatto dall’OMS, che di fatto ignora i genitori come responsabili dell’educazione dei figli e prevede per la fascia di età tra i 4 e i 6 anni l’introduzione della masturbazione infantile precoce e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschi o femmine”.
Poi Lazzarini torna a parlare dei motivi che sottendono la mozione presentata in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di istituire la “Festa della Famiglia naturale”:
“Promuovere sia direttamente che indirettamente in scuole, associazioni ed Enti, la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali della famiglia naturale. Siamo all’assurdo se pensiamo che in Parlamento c’è in fase di approvazione la legge “Scalfarotto” per la quale chiunque si dichiarerà contrario al matrimonio omosessuale sarà punito d’ufficio anche con 18 mesi di reclusione come fosse un reato d’opinione".
“In Italia e purtroppo anche in Veneto – conclude Lazzarini – si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo scolastico e culturale. E’ legittimo e condivisibile che la scuola insegni a non discriminare le coppie gay o altre minoranze, ma c’è un abisso tra questo e un modello che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi. Per questo chiedo alla Giunta di istituire la Festa della Famiglia naturale, intesa come comunità di valori etici e sociali essenziali per il benessere dei propri membri, in primis i minori”.

venerdì 4 luglio 2014

Via dal dormitorio per far posto ai profughi, la Lega: «Vergogna!»


Salvini sulla vicenda di Antonio di Salvo, il senzatetto milanese che da dieci giorni vaga in cerca di un letto perché il suo posto è stato assegnato a un eritreo. L'indignazione popolare convince anche il Comune a rimediare.
Sfrattato da un dormitorio. Perché bisognava lasciare spazio ai profughi eritrei. E lui, Antonio Di Salvo, 56 anni, residente a Milano, costretto a dormire nella sala d'attesa dell'aeroporto di Linate. Una storia come tante, purtroppo. Nella Milano di Giuliano Pisapia una storia ordinaria. 
Sono centinaia i milanesi che si sentono rispondere «non c'è posto» nei dormitori della città, sia in quello comunale di viale Ortles, sia nelle strutture convenzionate. Tutto occupato, perché prima bisogna fare spazio agli altri, siano essi profughi eritrei, siriani, immigrati marocchini o rumeni. La società multirazziale è questa, non quella che esiste solo nella testa della sinistra.
«Chiedo solo un posto per dormire», dice Antonio che da dieci giorni vaga per la città con la sua stampella (residuo di un'operazione all'anca), una busta con i pochi vestiti e uno zainetto con dentro le medicine. «Lavoravo come magazziniere ma non ho ancora accumulato abbastanza anni di contributi per poter andare in pensione», spiega. Due figli, divorziato, «c'è voluto un attimo a perdere tutto». Una crisi aziendale, un divorzio, gli alimenti da pagare e si passa da una condizione «normale» alla strada.
La crisi economica causa anche questo. Il tutto aggravato da amministrazioni come quella di Pisapia, incapace di dare risposte ai bisogni emergenti. Così, Antonio, è stato cacciato dal dormitorio gestito dalla Fondazione Fratelli di San Francesco d'Assisi Onlus «per fare posto ai profughi». Ente che ora si difende: «Antonio è stato ospite per diversi anni della casa e a lui, come ad altri, è stata offerta la disponibilità di una soluzione alternativa, che lo stesso ha tuttavia rifiutato, tenendo conto del fatto che quanto prospettato era un alloggio anche migliore del precedente». Sarà, ma la versione di Antonio è diversa: «Di punto in bianco, - racconta - mi hanno mandato via, insieme ad altri, per far posto ai profughi eritrei. Era il 21 giugno». «Gli assistenti sociali mi hanno chiesto di pazientare un paio di giorni perché per me ci sarebbe stata accoglienza in una struttura vicino al cimitero Monumentale. Ma lì mi hanno rifiutato. Aspetto una chiamata da circa una settimana, non posso continuare così, sto affrontando la fisioterapia e presto dovrò operarmi di nuovo».
Ci ha provato anche con la Questura che lo ha spedito in viale Ortles. Per tre giorni. Tre miseri giorni. «Ma 3 giorni volano, mi serve qualcosa di più stabile. Vorrei poter restare». Ma non è possibile. Ci sono i profughi. L'assessore alle Politiche Sociali, come spesso gli capita, dice di non saperne nulla. Era già successo con i corsi sadomaso da lui autorizzati in strutture del Comune. «Non lo sapevo». Oggi, identica risposta. «Ci tengo a ribadire che: il dormitorio in questione è gestito dalla Fondazione Fratelli di San Francesco. Il Comune mai e poi mai avrebbe approvato una scelta simile; il Comune non sapeva nulla della questione. Pur sapendo, oggi, che la Fondazione avrebbe proposto al cittadino un altro posto ribadisco che mi pare allucinante la gestione di una simile vicenda; Antonio, il cittadino in questione, sarà regolarmente ospitato, viste anche le sue condizioni di salute, nel Centro di accoglienza del Comune di Viale Ortles; qualsiasi ente o struttura che vorrà ospitare i profughi e per questo sfratterà i senzatetto di Milano si vedrà istantaneamente annullata, da parte nostra, qualsiasi convenzione per l'ospitalità dei profughi stessi; alimentare i conflitti tra i deboli è il modo peggiore per aiutarli; i leghisti, però, tacciano. Abbiamo raddoppiato, in due anni, i posti per i senzatetto. Loro li scoprono ora solo perchè intendono alimentare l'odio etnico; una situazione del genere è alimentata dall'immobilismo di Governo e Regione». Perché non è mai colpa sua. «La Giunta Pisapia - osserva il capogruppo leghista in Comune Alessandro Morelli - la deve piantare con lo scaricabarile, è colpa del Governo, della Regione, della Provincia, dell'Onu e dei marziani, visto che la responsabilità dell'emergenza è dovuta al silenzio sull'assurda operazione Mare Nostrum voluta dal Governo Renzi. Pisapia da mesi fa finta di niente, ma è ora di dire "basta", visto che a pagare le conseguenze del suo silenzio sono i milanesi. Ora, per assurdo, la colpa ricade sugli ultimi della catena, le Associazioni che da anni collaborano con il Comune per trovare soluzioni ai problemi della Città».
Sulla vicenda era intervenuto anche il segretario della Lega Matteo Salvini definendo «una vergogna» la vicenda di Antonio.
Critiche che alla fine hanno smosso anche l'assessore. Antonio Di Salvo finalmente, assicura in serata Majorino, avrà un posto nel dormitorio comunale. Ma per le altre centinaia di milanesi che non sono finite sui giornali la soluzione è ancora lontana. Prima i profughi. Poi i milanesi.