venerdì 25 luglio 2014

Profughi: un conto è l'emergenza, un conto è il casino


“Un conto è l’emergenza. Un conto è il casino. Affrontare la prima con il secondo significa solo inguaiarsi ed è quello che ha fatto e sta facendo il governo italiano”. Dopo un confronto con alcuni sindaci dei centri minori del Veneto “preoccupati per quanto si fa profilando” l’assessore regionale del Veneto agli enti locali Roberto Ciambetti lancia l’ennesimo ‘warning’ per una situazione che “gestita con superficiale e colpevole dilettantismo rischia di innescare una serie di tensioni difficilmente governabili".
"Mare Nostrum è stato ed è un fallimento, sancito dall’arroganza e supponenza con cui lo stato centrale ha scaricato nel territorio, nei sindaci delle comunità minori, problemi e responsabilità: lo stato ordina, detta consegne, impone all’ultimo minuto senza preavviso e il sindaco deve eseguire, neanche fosse un soldatino acefalo costretto a fare i conti con ordini ingiusti e a gestire la giusta rabbia e preoccupazione degli abitanti. Anche l’ultima trovata, il chiamare a raccolta in summit organizzati dai Prefetti i sindaci dei capoluoghi provinciali, quando sappiamo bene che a pagare le conseguenze maggiori saranno invece i centri minori, è l’ennesima riprova dell’atteggiamento pilatesco di chi alla fine si lava le mani dei problemi della gente qualunque”. L’assessore Ciambetti non lesina critiche. “Si parla di utilizzare le caserme dismesse, ma i sindaci interessati lo s coprano da indiscrezioni giornalistiche, perché verranno informati solo a cose fatte o, come si dice a Firenze, a babbo morto. Nelle prossime 48 ore si prevede l’invio in Veneto di almeno 200 profughi, l’ennesima tranche di un nuovi contingente che vedrà altre 600 unità a breve, e si punta a creare di punti di smistamento destinati all’accoglienza per un numero limitato di giorni – ha spiegato Ciambetti – ma nessuno a Roma o nelle prefetture si interroga sulle tensioni che vanno crescendo nel territorio: cosa può pensare quel pensionato che percepisce meno di mille € al mese, il disoccupato, la famiglia che non ce la fa a tirare avanti con uno stipendio solo, il cittadino che fatica a pagare il mutuo, l’imprenditore che non riesce accadere al credito davanti ai 38,5 € spesi dal governo al giorno per profugo? E da chi va a protestare il cittadino in difficoltà giustamente indignato perché il suo Comune magari è costretto ad ospitare una trentina di profughi, ma non può spendere un Euro in più nell’assistenza sociale per anziani, disabili, cittadini in difficoltà perché lo impone il patto di Stabilità? Da una parte si invoca il dovere dell’ospitalità, dall’altra si fa calare la scure del Patto di stabilità, quasi che ad aiutare i propri connazionali, contribuenti spremuti all’inverosimile, sia un crimine. Non dimentichiamo – ha concluso Ciambetti – che i profughi inviati in Veneto si inseriscono in un territorio già gravemente e tristemente gravato dai problemi dell’immigrazione, della clandestinità, dell’elevata quota di immigrati senza lavoro. Basta leggere le cronache quotidiane: in città come Vicenza ci sono aree ormai off limits nelle quali è pericoloso avventurarsi anche durante il giorno. Il problema della sicurezza sta esplodendo, ma i prefetti sono impegnati a individuare centri di smistamento, caserme dismesse, attivare convenzioni con organismi assistenziali per ospitare i profughi. I sindaci dei centri minori hanno tutte le ragioni di questa terra ad essere preoccupati per la superficialità allarmante in cui va crescendo una tensione sottostimata dalle autorità statali”
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto

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