venerdì 31 ottobre 2014

La Kyenge vuole processare Salvini: "Impuniti, professionisti dell'odio"

Ebola e razzismo, Cécile Kyenge contro Salvini e Lega Nord: "Impuniti professionisti dell'odio, la politica li fermi"
Toghe, politica e Unione Europea unite insieme contro la Lega Nord. E' la speranza di Cécile Kyenge, ex ministro dell'Integrazione del governo Letta e ora europarlamentare del Pd, che sul suo blog su HuffingtonPost.it parte all'attacco di Matteo Salvini e Carroccio. La Kyenge, ricorda sibillina in chiusura, è coinvolta nel processo contro il senatore padano Roberto Calderoli. Presto arriverà la sentenza che "costituirà un precedente storico", perché, spiega l'ex deputata di origine congolese, stabilirà "se dire che un avversario ha le sembianze di un orango sia normale dialettica politica o reato". Ma la giustizia non basta. Serve, piuttosto, una mobilitazione dell'Europa tutta contro i barbari leghisti. 
Ebola, salute e razzismo - "Ieri a Strasburgo - affonda la Kyenge - l'alleanza nazional-secessionista di Lega Nord e Front National ha riproposto l'ennesimo aberrante condensato di luoghi comuni e dichiarazioni xenofobe". Qual è la frase sotto accusa? Questa qui, di Marine Le Pen e Salvini: "Per scongiurare facili e controproducenti allarmismi circa le reali possibilità di diffusioni in Europa del virus Ebola serve una risposta ferma e responsabile da parte delle autorità europee e internazionali". Bene, secondo la Kyenge queste parole fomentano il razzismo insieme all'allarmismo sul virus Ebola. "Il risultato, voluto, è quello di aumentare il malessere sul quale questo partito trae gran parte dei propri consensi", commenta la Kyenge, dimenticando però che l'allarme sul virus Ebola è arrivato nelle ultime settimane da autorità non tacciabili di simpatie per il Carroccio, dalle Nazioni unite all'Oms. Eppure, "la costante e martellante diffusione dell'allarme che la Lega Nord opera ormai da anni ha diffuso la cultura dell'odio in modo talmente capillare, che assistiamo ad episodi come quello che ha visto protagonista una bambina italiana di tre anni, respinta a scuola nei giorni scorsi, in seguito ad un viaggio in Uganda, a causa della paura irrazionale di un gruppo di genitori, intimoriti dal virus ebola". Colpa della Lega, insomma. Ed è colpa della Lega anche il pestaggio di una giovane guineana di 26 anni, sempre a Roma. Figurarsi cosa pensa Cécile dello scontro in tv tra Khalid Chaouki e lo stesso Salvini, che ha invitato il giovane deputato del Pd di origine marocchina "a farsi eleggere in Africa". 
Da Libero Quotidiano

Cassazione: l'immigrazione clandestina è ancora reato

L'immigrazione clandestina è ancora reato. Parola di Corte di Cassazione che con una sentenza depositata il 29 ottobre ha decretato che l'ingresso irregolare nel territorio italiano resta reato penale e non semplice "violazione amministrativa". In sostanza, i giudici hanno dovuto prendere atto di un vuoto normativo perché l'abrogazione di questo reato votata in Parlamento lo scorso 2 aprile con Matteo Renzi da poco insediato a Palazzo Chigi, non ha poi avuto seguito.

Legge Maroni - Il voto di Montecitorio, infatti, rappresenta una sorta di "delega" con cui il Parlamento autorizza il governo a emanare i cosiddetti decreti attuativi che rendono poi applicabili le nuove norme. Decreti che però non sono mai stati emanati. La Cassazione ha infatti precisato che "questa delega non è ancora stata esercitata" per cui restano in vigore le norme precedenti, ovvero la Legge Maroni che prevede il reato di clandestinità. Di più, aggiungono gli ermellini: "la direttiva europea non vieta che il diritto di uno Stato membro qualifichi il soggiorno irregolare come reato o lo punisca con una sanzione penale". 
da Libero Quotidiano

giovedì 30 ottobre 2014

Vicenza. Consiglio degli stranieri: Celebron, provvedimento razzista

Matteo Celebron, segretario cittadino della Lega Nord Vicenza, dopo l’approvazione in Commissione consiliare Affari istituzionali del regolamento per l’elezione e il funzionamento del Consiglio degli stranieri e l'approvazione della Giunta del regolamento per questa nuova istituzione, definisce questo provvedimento "razzista che isola ancor di più le comunità di cittadini stranieri presenti a Vicenza”. La sua riflessione integrale di seguito. 
“L’istituzione del Consiglio dei cittadini stranieri è un provvedimento razzista che isola ancor di più le comunità di cittadini stranieri presenti a Vicenza. Quello che si appresta ad approvare è un provvedimento di pura facciata. Nel regolamento si specifica che ‘il Consiglio si esprimerà su proposte di deliberazione riguardanti le problematiche dell’immigrazione’. Ma quali sono le problematiche dell’immigrazione che non possono già essere risolte dal Consiglio comunale e dai 32 consiglieri eletti? C’è davvero bisogno di un Consiglio parallelo solo per le problematiche degli immigrati? Ho i miei seri dubbi, e come me anche molti vicentini, immagino. L’approvazione di questo provvedimento evidenzia ancora una volta come l’Amministrazione Variati si dimentichi dei veri problemi della Città. L’introduzione di questo organo non previsto dalla Costituzione tanto cara al Partito Democratico, andrebbe inoltre a delegittimare il Consiglio comunale eletto e votato regolarmente dai vicentini. Il fatto che Variati oggi sia anche Presidente di Provincia pone sul tavolo un’altra domanda, istituirà anche a livello provinciale il Consiglio degli stranieri?”.

mercoledì 29 ottobre 2014

Ebola, Stefani (LN): vero pericolo viene da Mare Nostrum

Migliaia di clandestini senza controlli ne' quarantena. Fermare subito invasione.
"E' nata una polemica sui soldati americani a Vicenza messi in quarantena. Ovviamente la questione ci preoccupa anche se noi ci preoccupiamo soprattutto delle miglia di clandestini che sono arrivati e continuano ad arrivare in tutto il paese e nel vicentino che non sono né controllati né messi in quarantena", lo dichiara Erika Stefani, vice presidente dei senatori della Lega Nord. 
Erika Stefani, vice presidente dei senatori della Lega Nord.
"Addirittura - aggiunge la senatrice leghista - si rifiutano di dichiarare la loro provenienza il che impedisce agli operatori di capire se arrivano dai paese africani maggiormente colpiti dal virus ebola. Il vero pericolo è l'operazione mare nostrum che sottopone cittadini e forze dell'ordine a rischi sanitari altissimi. Il governo fermi subito questa demenziale operazione".

Ebola, Zaia: "in Usa la quarantena dei marines di Vicenza"

"Ragionevole e scientificamente provata necessità chiudere frontiere in uscita da paesi infetti". 
"La sanità veneta, se richiesta, è pronta a collaborare attivamente con le autorità americane della base di Vicenza ma, proprio per l'amicizia e la franchezza reciproche, devo dire che i marines rientrati dall'Africa e quelli che rientreranno nei prossimi giorni non dovrebbero essere reinviati in Veneto per trascorrere la quarantena per l'Ebola, ma negli Stati Uniti, che sono la loro patria".
Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, nel corso del punto stampa tenutosi oggi al termine della seduta della Giunta regionale.
"Farò presente la mia convinzione all'Ambasciatore statunitense - ha aggiunto Zaia - perché considererei più rispettosa per i cittadini veneti una scelta di questo tipo, quantunque si possa essere certi che i militari in questione vengono monitorati costantemente e sono giunti in buona salute". Allargando il ragionamento, Zaia ha ricordato che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, già il 4 agosto scorso, ha ufficializzato che il periodo di incubazione varia da 2 a 21 giorni, ma anche che un paziente guarito può ancora trasmettere la malattia, ad esempio attraverso il liquido seminale, per altri 28-29 giorni, il che porta a 49-50 giorni il tempo complessivo per avere la certezza della guarigione e della non infettività. "Sulla base di queste informazioni puramente scientifiche - ha detto Zaia - riteniamo ragionevole e utile che le frontiere dai Paesi a rischio vengano chiuse alla fonte, cioè sin dai punti di partenza. E' vero che le possibilità di esportare l'infezione sono minime - ha aggiunto - ma in 49-50 giorni totali una persona infetta può non solo arrivare in un Paese straniero, ma fare il giro del mondo. Per questo non vedo nulla di male nel fare ciò che, ad esempio, ha già deciso la progredita e civilissima Australia. E' una questione anche di rispetto per il popolo italiano e veneto che sta vivendo con molto allarme lò'intera vicenda".
Regione Veneto

martedì 28 ottobre 2014

Salvini: sgomberare subito le case popolari occupate abusivamente

L'ultimo episodio di una lunga serie avvenuto a Mestre. Il leader del Carroccio: «Dobbiamo tornare subito padroni a casa nostra. E riassegnare gli alloggi con priorità ai cittadini». 
«A Mestre un'anziana di 93 anni, ricoverata in ospedale per una frattura, si è ritrovata con la casa occupata da una Rom. Questa "brava ragazza", visto che era incinta, non voleva andarsene, e solo l'intervento di polizia e soprattutto degli altri inquilini regolari l'ha costretta a liberare l'appartamento. Roba da matti, ormai vige la legge della giungla». La denuncia del nuovo caso di sopraffazione da parte di persone solitamente estranee alla comunità e al territorio, troppo spesso classificata e sottovalutata come "microcriminalità", viene direttamente dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini con un banner postato sulla sua pagina Facebook.
La vicenda, sicuramente non l'unica di un'occupazione abusiva realizzata in assenza del titolare, ha avuto come protagonista un'anziana signora costretta al ricovero ospedaliero a causa di una brutta caduta. L'appartamento, per la quale viene corrisposto regolarmente l'affitto, è stato così disabitato per qualche mese.  In questo periodo, una famiglia di etnia Rom ha approfittato della situazione, occupando abusivamente l'abitazione. Le cronache locali riferiscono che lo scorso sabato sera, i vicini hanno visto un un uomo arrampicarsi sul balcone della casa, dando immediatamente l'allarme alla figlia della titolare dell'appartamento.  La figlia dell'anziana donna, giunta sul posto, si è trovata davanti una ragazza rom in evidente stato di gravidanza che fumava una sigaretta sul balconcino. Con lei, anche un bambino ma nessuna traccia dell'uomo visto arrampicarsi. «Sono incinta, non potete toccarmi. Ho bisogno di un posto dove crescere i miei figli» avrebbe detto l'occupante abusiva alla polizia, chiamata dalla figlia dell'anziana signora. Sempre secondo le cronache, la rom e il figlio hanno accettato di sgomberare la casa dopo lunghe trattative "accompagnate" da ferme prese di posizione da parte dei vicini di casa, preoccupati ed esasperati dalle continue occupazioni. Questo, infatti, è segnalato come il terzo episodio in un solo mese.  «È il momento di tornare padroni in casa nostra», ha commentato ancora il leader del Carroccio sempre sulla sua pagina Facebook. «Case popolari occupate? Da sgomberare, subito. E da riassegnare con priorità ai cittadini italiani. Per qualcuno è "razzismo"? Chissenefrega», ha concluso Salvini. Anche a Milano, al Lorenteggio, tra venerdì e sabato la polizia ha dovuto intervenire in seguito all'occupazione abusiva di un appartamento di un uomo anziano ricoverato in ospedale, e occupato da una famiglia rom. Anche in questo caso, i vicini si sono radunati nel cortile con la chiara e ferma intenzione di sloggiare gli intrusi.

Mestre. Esce per andare all ospedale: i nomadi le occupano casa

Una famiglia di nomadi si è introdotta nell'appartamento di una signora novantenne di Mestre ricoverata per farsi curare una frattura.
Un'anziana signora di Mestre viene ricoverata in ospedale per una frattura. Sta via di casa solo pochi giorni, ma nel frattempo l'abitazione viene occupata da una famiglia di nomadi.
La donna, di 93 anni, vive da sola al piano rialzato in una casa dell'Ater (l'azienda di case popolari di Mestre, ndr) per cui paga regolarmente l'affitto. Mentre era assente da casa per sottoporsi alle cure mediche, però, la figlia ha ricevuto una telefonata dalla vicina di casa: alcune persone erano state viste forzare la portafinestra del terrazzino ed introdursi nell'appartamento.
Giunta sul posto, la figlia dell'anziana non riusciva a credere ai propri occhi: "In terrazzino che fumava una sigaretta c’era una donna in avanzato stato di gravidanza e un bambino", spiega la donna al Gazzettino. Anche di fronte agli uomini delle forze dell'ordine la nomade però ha dichiarato di non avere intenzione di andarsene, sostenendo che, in quanto incinta, nessuno avrebbe potuto toccarla e che le serviva comunque una casa per crescere i due figli.
Dopo aver ascoltato la versione dei vicini, che hanno raccontato come a forzare l'appartamento fosse stato un uomo poi dileguatosi, i poliziotti hanno tentato con ogni mezzo di convincere la nomade ad allontanarsi. Quest'ultima però ha cambiato idea solo quando è scoppiata una rivolta tra gli inquilini della palazzina e ha accettato di allontanarsi dopo una lunga trattativa con gli agenti: quella di ieri è già la terza occupazione di appartamenti in pochi giorni.
di Giovanni Masini (Giornale)

lunedì 27 ottobre 2014

Rinviato a giudizio per omicidio vicentino che sparò a due nomadi. Finco: avrei sparato anch'io

La vicenda di Ermes Mattielli, imprenditore invalido civile di Arsiero, in provincia di Vicenza, che nel giugno 2006 sparò e ferì due nomadi entrati nella sua azienda, è giunta al rinvio a giudizio per tentato omicidio. Sulla decisone presa dal giudice è molto duro il commento rilasciato dal consigliere regionale vicentino della Lega Nord Nicola Finco.
“Una follia possibile solo in Italia. Il gup, che ha accolto il ricorso della Procura, non ha ben presente forse il concetto di proprietà privata e legittima difesa. Personalmente mi sarei comportato allo stesso identico modo perché casa e lavoro sono sacri e vale la pena di difenderli sempre. E’ ora di finirla con l’ipocrisia in un Paese in cui avere Giustizia è impossibile, e in cui le Forze dell’Ordine non sono messe in condizione di operare perché lo Stato non investe su di loro. Decisioni come quella di quel gup ci confermano che viviamo in un Paese in cui la Giustizia tutela prima i ladri e i delinquenti, e mai gli imprenditori onesti. I due nomadi infatti una volta sorpresi nell’azienda di Mattielli lo avevano minacciato con delle spranghe. Mi chiedo cosa dobbiamo fare per tutelare la nostra proprietà violata, farci ammazzare? In questa vicenda l’imprenditore è vittima due volte: la prima dei ladri, la seconda della ‘Giustizia’ di questo strano Paese che gira al contrario”.

Scabbia a San Vito (VI). Chiarimenti o a casa i figli

Ieri è saltato l'incontro con la dirigente scolastica la quale però darà delle delucidazioni domani prima dell'inizio delle lezioni.
Non si placano le polemiche in seguito al caso di scabbia rilevato alla scuola elementare “Giardino” di quartiere San Vito. La dirigenza scolastica fissa un incontro con le famiglie ma intanto una parte dei genitori pensa di non mandare a scuola i figli.
Le famiglie dei circa duecento iscritti sono venute a conoscenza del problema venerdì attraverso la fotocopia di un comunicato dell'azienda sanitaria portato a casa direttamente dai figli. Comunicato che invita le famiglie controllare eventuali eruzioni cutanee o arrossamenti sospetti della pelle fino al 4 dicembre, termine massimo del periodo di incubazione della malattia in caso di contagio.
«È tutto sotto controllo - spiega la dirigente dell'istituto comprensivo, Anna Rita Marchetti - Abbiamo agito tempestivamente, osservando i protocolli. Il caso ci è stato segnalato dall'Ulss giovedì pomeriggio e venerdì abbiamo mandato alle famiglie la circolare con tutti i dettagli». (...)
GdV. 26.10.2014 

domenica 26 ottobre 2014

Legittima difesa sì o no? Lega Nord Vicenza intanto "censura" i giudici

Sul nuovo capitolo della vicenda di Ermes Mattielli, il quale, secondo l’accusa, non si sarebbe trovato in uno stato di pericolo tale da giustificare la scarica di proiettili contro i ladri rischiando di ucciderli, interviene con un attacco ai giudici il Segretario Provinciale della Lega Nord Vicenza Antonio Mondardo il quale annuncia che saranno"mobilitati i propri militanti e la cittadinanza tutta".
La Segreteria Provinciale di Vicenza della Lega Nord Liga Veneta, nell’esprimere la propria solidarietà ad Ermes Mattielli per la vicenda giudiziaria che lo coinvolge, censura il comportamento della magistratura nei confronti di chi, in assenza di tutela da parte dello Stato Italiano, è costretto suo malgrado difendere il proprio lavoro, la proprietà privata e la dignità personale. 
Auspica che la riforma della giustizia preveda che i giudici siano scelti nel territorio dove vivono e quindi in grado di rispettare e tener conto anche le tradizioni e i valori che un territorio esprime. 
Esprime, inoltre, piena solidarietà alle forze dell’ordine che spesso sono frustrate, in quanto molto spesso vedono rilasciati dopo poche ore, i criminali che vengono arrestati , rendendo vano il rischio della propria incolumità fisica per l’esercizio del proprio dovere e con stipendi molto spesso inferiori degli stessi criminali arrestati. 
Comunica che saranno mobilitati i propri militanti e la cittadinanza tutta con manifestazioni di sostegno a favore del Sig. Ermes Mattielli nei tempi e nei modi che saranno comunicati successivamente.

sabato 25 ottobre 2014

Vicenza. Certificati “collettivi” per i profughi in arrivo

Niente controlli singoli per gli stranieri portati a Vicenza dopo i viaggi della disperazione.
VICENZA. Come vengono controllati i profughi che arrivano in città? A vista, a quanto pare. Almeno stando al certificato consegnato agli agenti che li scortano dopo il loro arrivo a Vicenza al termine dell'ulteriore viaggio che segue di pochi giorni quello che, in barcone, li ha portati in Italia. Il “certificato” rilasciato dall'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento non lascia infatti troppi dubbi al riguardo. Il foglio (di cui riportiamo qui a fianco una copia) è datato 14 ottobre. È stato rilasciato a Porto Empedocle: una sorta di “bolla di accompagnamento” emessa dalle strutture sanitarie su richiesta della polizia che di fatto, però, non certifica nulla. Dopo l'oggetto: «Certificato di idoneità sanitaria per immissione extracomunitari in centri di accoglienza», il documento continua in due righe precedute dalla dicitura: «A richiesta degli organi di polizia, in data odierna si certifica che i signori (parola poi barrata) n.19 extracomunitari di nazionalità sub sahariana» sono stati già sottoposti a precedente triage sanitario sulla Nave Militare. (...)
GdV 24.01.2014.

venerdì 24 ottobre 2014

Zaia stoppa i tagli: il Veneto ha già raschiato il barile

Alla vigilia dell'incontro tra Renzi e i governatori nuovo affondo del governatore del Carroccio: «Non è giusto che le amministrazione virtuose debbano pagare come le altre».
La battaglia delle Regioni contro il Governo per i quattro miliardi di tagli contenuti nella legge di stabilità arriva al dunque.
Questa mattina, infatti, Matteo Renzi incontrerà Sergio Chiamparino per ascoltare dal presidente della Conferenza delle Regioni - con il quale la scorsa settimana c'era stato un furibondo diverbio - la contro-proposta dei governatori.
A guidare la controffensiva, tuttavia, sono ancora i presidenti leghisti del Nord la cui protesta è tutta incentrata sull'ingiustizia del Governo centrale di trattare allo stesso modo, se non addirittura peggio, amministratori virtuosi e amministratori spreconi. Luca Zaia non ne vuole sapere di aumentare le tasse ai veneti e tanto meno di tagliare sulla sanità. E' proprio su ospedali e Asl, infatti, che rischiano di creare più effetti collateralli i tagli del Governo. «Nel primo semestre del 2014 - fa notare il Governatore del Carroccio - abbiamo risparmiato 28 milioni di spesa farmaceutica rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma lavorando sull'appropriatezza delle prescrizioni e senza tagliare le medicine ai nostri malati. E non siamo disposti a farlo né domani né mai». L'amministratore leghista, tra i più duri e determinati, insieme al collega Roberto Maroni, nel braccio di ferro con Palazzo Chigi, prende spunto da un'inchiesta del Corriere della Sera sul continuo aumento dei prezzi dei farmaci. «Spero che Renzi e il Governo, prima di incontrarci, abbiano approfondito a dovere i contenuti di questa interessante inchiesta sul caro medicine che, lo dicono gli esperti interpellati e non le Regioni, può affondare la sanità italiana». I costi dei farmaci, infatti, sono sempre più alti e rischiano di far saltare i bilanci delle Regioni che oggi si trovano tra l'incudine delle case farmaceutiche e il martello dei tagli del Governo. «A Renzi - spiega Zaia - chiederò come conciliare altri tagli, insopportabili per le Regioni virtuose come il Veneto che hanno già raschiato il fondo del barile, con i costi che lo stesso Stato lascia lievitare senza far nulla. Mettere le Regioni nella condizione di non poter più usare queste medicine perché troppo costose significa negare agli italiani le cure migliori possibili e questo, oltre che contro l'etica, è anche contro la Costituzione. Ci sono tante cure, tra le quali le antitumorali che costano migliaia di euro a dose. In Veneto le eroghiamo tutte e abbiamo i conti in attivo, in altre Regioni invece hanno risolto il problema decidendo di non usarle e ancora fanno passivi. Se Renzi vuole davvero attaccare gli sprechi consideri quindi queste realtà e decida se è giusto che il Veneto debba pagare come altri o se non abbia diritto a veder riconosciuto il suo buon governo dei conti sanitari».

giovedì 23 ottobre 2014

"Noleggia un immigrato": provocazione leghista contro Mare Nostrum

Umberto Bosco, candidato del Carroccio in Emilia: "Hai difficoltà con l'affitto? Prendi in casa un clandestino e Alfano ti regalerà 900 euro al mese".
"Hai difficoltà con l'affitto? Prendi in casa Abdullah e Alfano ti regalerà 900 euro al mese. 
Il mutuo ti strozza? Ospita Fatima sul divano: è incinta, presto il contributo raddoppierà."
"Hai paura di spendere tutti i 900 euro per l'immigrato? Non c'è problema, lo chiudi in cantina a pane e acqua e un secchio per i bisogni": questa la provocazione-choc lanciata da Umberto Bosco, esponente emiliano della Lega Nord, alla vigilia della manifestazione organizzata dal Carroccio sabato scorso contro l'immigrazione clandestina.
Bosco, che è candidato come consigliere regionale alle elezioni in Emilia Romagna, ha creato un video in cui rinfaccia a Renzi, Alfano (ribattezzato Al-Fanoh e vestito con una divisa che ricorda quella di Arafat) e tutto il governo la pessima gestione dell'operazione Mare Nostrum.
"Fino a ieri il business dell'invasione era riservato da scafisti e sfruttatori - prosegue Bosco nel suo videomessaggio - ma grazie al governo Renzi da novembre potrai lucrare anche tu sulle sfighe del continente africano."
Nonostante il suo intento ironico, il filmato ha scatenato però le ire della rete e attirato l'attenzione dei media, tanto da spingere lo stesso Bosco a una precisazione: "Sono rimasto sbigottito dalla svista di la Repubblica secondo cui avrei proposto di lasciare gli immigrati a pane ed acqua - scrive il leghista sulla propria pagina Facebook - Il video  è chiaramente ironico e vuole evidenziare l'assurdità della proposta del governo di affidare chi sbarca alle famiglie italiane"
di Ivan Francese (Giornale)

Arsiero (VI). Sparò ai due zingari: «È un tentato omicidio»

Ricorso accolto, non fu eccesso colposo di legittima difesa E le vittime chiedono i danni.
ARSIERO. Ermes Mattielli torna a processo. Ma questa volta per rispondere del tentato omicidio volontario dei nomadi Blu Helt e Cris Caris. L'ha stabilito ieri il gup Gerace accogliendo la richiesta del procuratore Cappelleri ed ha fissato l'inizio al 20 gennaio.
È un caso, quello che coinvolge il rottamaio Mattielli, 61 anni, invalido civile di Arsiero, assai noto.
La sera del 13 giugno 2006 l'artigiano, esasperato dai continui furti, sparò ai due ladruncoli. In primo grado, a Schio, era stato condannato ad un anno per lesioni, ma il procuratore aveva presentato ricorso in Appello. E i giudici di secondo grado avevano accolto l'istanza dell'accusa pubblica e privata - con il procuratore generale Calogero e l'avvocato di parte civile Andrea Massalin - e avevano riqualificato l'ipotesi di reato. Un tentativo di omicidio dei due giovani che avevano cercato di rubare nel deposito di Scalini di Arsiero, e che erano stati colpiti da 14 colpi di pistola dalla vittima del furto. Ai due nomadi erano stati inflitti 4 mesi. (...)
GdV 22.10.2014

lunedì 20 ottobre 2014

Mare Nostrum: un anno di proteste del Carroccio in Parlamento e in piazza

Il 18 ottobre 2013 Maroni predisse: «Sono iniziative spettacolari che non servono a risolvere la questione sbarchi nel Mediterraneo. Bisogna andare nei paesi di partenza a fare gli accordi».
«E' partita oggi l'operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale denominata Mare Nostrum che vede impiegato il personale e i mezzi navali ed aerei della Marina Militare, dell'Esercito, dell'Aeronautica Militare, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera e di tutti i Corpi dello Stato che, a vario titolo, concorrono al controllo dei flussi migratori via mare. L'operazione, per la quale l'ufficio stampa della Marina Militare è coordinatore delle attività con i media, prevede il rafforzamento del dispositivo italiano di sorveglianza e soccorso in alto mare già presente, con l'obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della vita umana ed il controllo dei flussi migratori».
E' il comunicato ufficiale del ministero della Difesa che il 18 ottobre 2013 ha dato il via alla sciagurata operazione di trasporto clandestini e pro scafisti nel Mediterraneo. La reazione della Lega? Subito chiara e in perfetta coerenza. Lo stesso giorno Roberto Maroni, all'epoca dei fatti Segretario del Carroccio oltre che Governatore della Lombardia, disse: «Iniziative un po' spettacolari come Mare Nostrum, non servono a risolvere la questione sbarchi nel Mediterraneo, bisogna andare nei paesi di partenza a fare gli accordi». In quel periodo Maroni, che era a Grenoble per firmare un accordo macroregionale europeo per l'area alpina, disse di ritenere che sugli sbarchi di migranti l'Unione Europea non avrebbe mai avuto «capacità d'intervento».  Da quelle dichiarazioni è trascorso un anno. Un periodo che ha dato ragione, purtroppo, al Carroccio. Purtroppo perché gli sbarchi dei clandestini hanno raggiunto numeri da record (circa 150mila persone). E sì, proprio di clandestini si tratta perché i rifugiati accertati (i numeri sono del Viminale) non raggiungono nemmeno il 10% del totale. Anche i morti annegati hanno toccato quote da record: oltre 2.500 disperati hanno perso la vita col miraggio di un futuro migliore. Poi i costi: 9,2 milioni di euro al mese solo considerando le spese legate alle operazioni di raccolta e trasbordo dei clandestini, oltre 1 miliardo in un anno.  Numeri che dicono di un fallimento completo. Eppure la Lega fin dall'inizio ha protestato contro questa operazione nelle aule parlamentari e fuori, nelle piazze, per le strade. L'ultima, in ordine di tempo, se si esclude l'enorme manifestazione di piazza Duomo, c'è stata l'altro giorno alla Camera quando, mentre il ministro Angelino Alfano si vantava dei risultati del disastro Mare Nostrum, i leghisti si sono alzati e con calma e in silenzio si sono tolti le giacche rimanendo con addosso solo le magliette bianche sulle quali campeggiava la scritta "Stop Invasione. Milano 18 ottobre 2004".  Pochi giorni prima è toccato ai senatori, ma ogni mese manifestazioni del Carroccio non sono mancate: presidi, cortei praticamente in ogni città del Nord. Una cronaca quotidiana che racconta di sit-in e dimostrazioni come quella che si è svolta lo scorso 2 agosto nel Bergamasco, dove una trentina di sindaci hanno condiviso un documento inviato al prefetto Francesca Ferrandino, con il quale si chiede di fare chiarezza sui numeri e sullo stato di salute degli immigrati accolti nelle varie strutture, ma anche su «notizie di fughe, registrate nei giorni scorsi, dalle suddette strutture». Protesta la Lega anche al Senato e spesso e con veemenza come il 7 agosto del 2014 quando gli esponenti del Carroccio srotolano enormi striscioni con "Clandestino è reato". Ancora in aula alla Camera, è il 16 maggio del 2014. Da mesi ormai il Carroccio chiede le dimissioni del ministro Alfano. Quella mattina di primavera al grido di «Governo cacciaballe» pronunciate da un infervorato Davide Caparini in occasione della discussione su una mozione per chiedere l'immediato stop dell'operazione militare nel Mar Mediterraneo, i rappresentanti del Carroccio con tanto di fischietti e manifesti urlano tutta la loro rabbia. "Clandestino è reato" recitano i cartelloni e i manifesti bianchi con le scritte blu che ricordano lo scellerato emendamento in salsa grillina che da poco aveva cancellato il reato d'immigrazione clandestina. Ma un impassibile Delrio dichiarò: «La missione va avanti». Una protesta che continua fuori dall'Aula di Montecitorio: «Non parteciperemo ai lavori dell'Aula per ascoltare il ministro Alfano - annunciò il vice presidente Matteo Bragantini -. Rientreremo solo per l'intervento del nostro collega Nicola Molteni».  Un'ondata dietro l'altra, intanto, i clandestini travestiti da profughi continuano ad approdare in Sicilia, a Pozzallo soprattutto. Là, a fine aprile ci va anche Matteo Salvini accolto come un eroe dalla popolazione che proprio non ce la fa più a sopportare il peso di quel continuo scempio della propria terra.  «Presenteremo subito a Camera e Senato la proposta di sospendere l'operazione Mare Nostrum che costa 300mila euro al giorno ai cittadini italiani che finiscono quindi per finanziare gli scafisti e l'invasione delle nostre coste», annunciò Salvini e così feceroMassimo Bitonci e Giancarlo Giorgetti, all'epoca presidenti dei due gruppi parlamentari. E Alfano? Lui continua imperterrito a fare il campione dell'accoglienza. Ieri con Mare Nostrum, oggi con Triton.
di Iva Garibaldi

domenica 19 ottobre 2014

OLTRE 100.000 PERSONE AL CORTEO DELLA LEGA A MILANO CONTRO L'IMMIGRAZIONE

MILANO - Alcune decine di migliaia di persone sono giunte a Milano per la manifestazione della Lega Nord "Stop invasione". Il corteo, partito con mezzora di anticipo, è aperto da una pattuglia di sindaci leghisti con la fascia "Stop invasione" al posto di quella tricolore, "Con Salvini stop ai clandestini", recita lo striscione del primo blocco. "Vogliamo far nascere i nostri bambini e non importare i clandestini", si legge ancora sullo stesso striscione. "Alfano, Imam italiano", si legge su un altro striscione. "Ncd uguale nuove cooperative d'immigrazione" e "Pd uguale portatori d'ebola", in altri striscioni.
Al centro del corteo lo spezzone di estrema destra composto da circa 500 militanti di Casa Pound provenienti da diverse regioni del nord d'Italia. Tra gli altri striscioni "Né razzisti né buonisti, solamente buonisiti" e "Se prendo la ebola contagio Napolitano".
Quello in corso per le strade del centro di Milano "è un corteo pacifico e democratico, è la svolta della gente per bene". Il segretario federale della Lega nord ha replicato così ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sulla partecipazione di un folto gruppo di militanti di estrema destra appartenenti a Casa Pound alla manifestazione "Stop invasione".
"C'è anche tanta gente di sinistra che non vuole l'immigrazione clandestiina", ha detto Salvini, giunto alla testa del corteo poco prima dell'orario ufficiale della partenza, le 16,30, del corteo diretto a piazza Duomo, dove si terrà il comizio conclusivo previsto per le 18.
Il cambio dell'operazione Mare Nostrum ''e' una presa per il culo, cambia il nome in Triton ma la sostanza e' la stessa'' ha detto Salvini arrivando alla manifestazione sull'immigrazione. La sua ricetta e' ''difendere i confini, aiutare chi ha bisogno ma i rifugiati sono solo il 10%, quindi - ha spiegato - mandiamo in Africa i soldi che spendiamo qua e diamo priorita' agli italiani''. Per Salvini ''migliaia di disperati sono concorrenza sleale agli italiani''. 
"Bisognerebbe fare come negli altri Paesi, difendere i nostri confini. Bisogna aiutare chi ha bisogno, ma i rifugiati sono solo il 10 per cento". 
Poco dopo, attorno alle 16.50, il corte si è mosso lungo Corso Venezia. Sono "molte migliaia" - secondo la Questura - le persone che stanno manifestando ''contro l'invasione e le moschee''. E quello del segretario Matteo Salvini e' un one-man-show in strada: i militanti leghisti letteralmente lo acclamano, lo abbracciano e lo definiscono anche nei cartelli ''santo'' o ''capitano''.
Salvini e' in testa al corteo, dove al momento sono presenti, fra gli altri, anche il vice presidente del Senato Roberto Calderoli e l'eurodeputato Mario Borghezio.
Tantissime le bandiere, in un mix di vessilli della Lega, del Veneto, della Padania e anche qualche Tricolore. ''Chi non salta clandestino e''', ''Chi non salta musulmano e''' e ''Secessione'' fra gli slogan piu' intonati dai manifestanti, i cui bersagli privilegiati, come si legge negli striscioni, sono il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Ingente anche lo spiegamento di forze dell'ordine, anche perche' a pochi chilometri di distanza e' in corso la manifestazione contro la Lega organizzata dai centri sociali con l'adesione della Sinistra radicale, per altro un flop di partecipanti: meno di mille, sempre secondo la Questura.

Di Max Parisi

sabato 18 ottobre 2014

La Lega Nord in strada a Milano: "No all'invasione"

Nel pomeriggio di oggi, Milano ha ospitato il corteo della Lega Nord "Stop invasione": la manifestazione contro l'operazione Mare Nostrum, che ha visto la partecipazione di diverse migliaia di persone, si concluderà con un comizio di Matteo Salvini, segretario federale, in piazza Duomo. Salvini, poco prima della partenza del corteo da Porta Venezia, ha spiegato: "E' un corteo pacifico e democratico, è la svolta della gente per bene. Dobbiamo aiutare chi ha bisogno: mandiamo in Africa i soldi che spendiamo qui, e diamo priorità agli italiani. Migliaia di disperati sono concorrenza sleale agli italiani: c'è anche gente di sinistra che non vuole l'immigrazione clandestina". 

venerdì 17 ottobre 2014

Lega nord vicentina a Milano alla manifestazione “Stop invasione”

“Anche la sezione Lega nord di Vicenza con un pullman parteciperà alla manifestazione ‘Stop invasione’ che si terrà a Milano sabato 18 ottobre, evento voluto dal segretario federale Matteo Salvini per dare voce alle migliaia e migliaia di persone che contestano le scelte del Governo in materia di immigrazione”. Lo comunica in una breve nota Matteo Celebron, segretario cittadino del Carroccio.
“Dal gennaio a settembre 2014 – afferma il segretario leghista – le nostre coste hanno visto sbarcare 125.000 extracomunitari; solo il 30% di questi hanno presentato richiesta di asilo politico, e solo il 10% l’ha ottenuta. Ma intanto abbiamo speso 1,2 miliardi per vitto, alloggio, trasferimenti, schede sim, pranzi adeguati alle loro esigenze culturali, e così via”.
“Il dato più drammatico –continua Celebron – è proprio quello legato alle risorse spese dal nostro Governo. In un momento di crisi come questo, e con una Legge si Stabilità in deficit di 11 miliardi, impegnare una simile somma è vergognoso, soprattutto nel rispetto di migliaia e migliaia di italiani che vivono in totale povertà”.
“Sabato lo grideremo a gran voce – conclude il segretario del carroccio – anche ai parlamentari europei del Partito democratico che invece di occuparsi delle questioni che riguardano i cittadini che li hanno eletti, passano i pomeriggi tra un salotto televisivo e l’altro”.
GdV 17.10.2014

Mare Nostrum: la Boldrini insulta i deputati della Lega

Appena hanno mostrato la maglia con scritto: "Stop invasione" la presidente della Camera si è lasciata scappare un "non fate pagliacciate"
"Mare Nostrum è un'operazione criminale, che continuerà anche dopo Triton. Non ci sarà alcuna sostituzione, come chiaramente detto dal direttore esecutivo di Frontex, Gil Arias Fernandez. Alfano sta raccontando balle al paese. Sabato dalla piazza di Milano diremo no all'invasione e con noi ci saranno disoccupati, cassintegrati, disabili, pensionati, stanchi di ricevere elemosina mentre lo stato garantisce ai clandestini 1.200 euro al mese, alberghi di lusso, telefoni e sigarette". Così il deputato leghista Nicola Molteni, capogruppo in commissione giustizia, oggi in aula dopo l'informativa di Alfano sulla gestione dei flussi migratori. "Siamo l'unico paese al mondo che paga per farsi invadere, nella complicità di istituzioni che dovrebbero essere super partes, Boldrini in primis, ormai diventata la sacerdotessa dei clandestini. Quanto ad Alfano, è ormai costola della sinistra, dopo aver preso i voti a destra. Da Guardasigilli nel governo Berlusconi era per i respingimenti, oggi sconfessa quella linea e rinnega se stesso".

Thiene (VI). Arrivano i nomadi in zona industriale: blitz della Polizia Locale e sgombero.

Thiene. Arrivano i nomadi in zona industriale: blitz della Polizia Locale e sgombero. Attimi di tensione 
Uno spiegamento di forze da Parte della Polizia Locale Nord Est Vicentino che ieri pomeriggio è intervenuta nella zona industriale di Thiene per lo sgombero di cinque roulotte di nomadi provenienti da Padova. I rom erano pronti ad accamparsi e  stavano arrivando altri due camper, quando sono spuntati gli agenti, coordinati dal comandante Giovanni Scarpellini in persona.
Secondo quanto riferito da Scarpellini, i rom non ne volevano sapere di andare via ed avrebbero iniziato ad avanzare scuse di vario tipo, come quella del guasto ai mezzi. Ci sono stati attimi di tensione e ad un certo punto, i poliziotti hanno dovuto chiamare rinforzi con i colleghi in servizio che si sono precipitati nella zona industriale per sedare gli animi. Gli agenti hanno così applicato l'art. 33 del Regolamento Comunale di Polizia Urbana, che vieta il campeggio libero senza autorizzazione dell'Amministrazione ed hanno reso esecutivo lo sgombero delle roulotte che hanno abbandonato l'area con il carro attrezzi.
Lo scorso week end, causa avaria dei mezzi, erano state autorizzate a permanere 36 ore ben 14 roulottes degli stessi nomadi di Padova. Quando, domenica pomeriggio, avevano lasciato il posto, risultavano evidenti i segni del loro passaggio con rifiuti abbandonati in tutta l'area. Per tale motivo è stata elevata la relativa sanzione, anche se, con ogni probabilità, non verrà mai pagata.
di redazione Thiene on line 17 Ottobre 2014 

giovedì 16 ottobre 2014

Dl stadi: Senato, Lega espone cartelli, stop invasione "non chiudete le curve, chiudete le frontiere".

Lega cita slogan tifosi "non chiudete le curve, chiudete le frontiere". In provvedimento 130 mln per clandestini.
ROMA, 15 OTT. - "Questo decreto-legge non è il «decreto stadi» questo è il «decreto clandestini», finanzia, con ulteriori 130 milioni di euro in maniera vergognosamente subdola, nascosta, l'accoglienza sottraendoli dal fondo espulsioni. A suon di 1.200 euro al mese regalati agli immigrati clandestini, grazie a mare nostrum, operazione che ci costa 9,3 milioni di euro ogni mese, abbiamo 2,5 milioni di pensionati nel nostro paese che vivono con meno di 500 euro al mese, ai disabili non si danno che sussidi mensili vergognosi di 250 euro. Basta a questa invasione cui siamo ogni giorno sottoposti, basta a milioni e milioni di euro che se ne vanno dalle casse dello stato per il mantenimento di un numero di immigrati clandestini ormai fuori controllo ed ingestibile". Lo ha detto in aula la senatrice della Lega Nord, Patrizia Bisinella in dichiarazione di voto sulla questione di fiducia posta dal governo sul Decreto Stadi. " La Lega ha presentato molte proposte di legge per risolvere in maniera seria e completa il problema della violenza negli stadi, non solo sotto il punto di vista della repressione nei confronti dei tifosi - e ovviamente i tifosi violenti vanno sanzionati e vanno puniti duramente - ma anche il tema della partecipazione del tifoso nella gestione delle società sportive, gli stadi come luogo non solo di sport ma anche di cultura, dove le famiglie si ritrovano. Se si fosse discusso di questo la Lega avrebbe avuto un atteggiamento costruttivo invece si parla con questo decreto nuovamente di immigrazione. Ruberò ai tifosi uno slogan che ho visto recentemente in occasione di una partita: e lo uso come invito al governo - conclude Bisinella - : 'non chiudete le curve, chiudete le frontiere' ".

mercoledì 15 ottobre 2014

Padova: "Certificato medico per chi viene dall'Africa"

PADOVA. «Stiamo lavorando ad un’ordinanza che vieti la dimora a Padova, anche occasionalmente, di persone provenienti da Paesi dell’area africana, se non in possesso di certificato attestante lo stato di salute». Con queste parole il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, ha annunciato l’intenzione di firmare nei prossimi giorni una specifica ordinanza. «Il sindaco è l’autorità sanitaria locale e può emanare ordinanze specifiche, qualora si verifichino emergenze sanitarie o di igiene pubblica», spiega Bitonci, invitando i sindaci veneti a «fare squadra per tutelare la salute di tutti». Il «crescente allarme causato dall’epidemia di ebola, unitamente alla diffusione nel territorio comunale padovano di malattie da tempo debellate, quali per esempio la scabbia, con particolare rischio per i minori, gli agenti delle forze dell’ordine e i sanitari, impongono misure straordinarie», ha affermato Bitonci. «Non è mia intenzione nè discriminare, nè negare il diritto alla cura - ha aggiunto -. Ritengo però doveroso che, in questo contesto storico e dato l’allarme internazionale sul rischio nuove epidemie, lo stato di salute di chi proviene da zone a rischio sia verificato da un medico ed eventuali patologie siano curate, senza rischi per gli altri cittadini. I trasgressori potranno essere segnalati al Prefetto. Mi appello agli altri sindaci veneti: facciamo squadra per tutelare la salute di tutti».
GdV 15.10.2014

Accoglienza e smistamento migranti in Italia, Ciambetti: le norme sanitarie sono incredibili


Mentre le autorità sanitarie mondiali si interrogano su come contrastare e contenere il virus dell'Ebola, i nostri poliziotti e quanti si trovano a gestire l'emergenza immigrazione operano in condizioni decisamente inferiori a standard medico-sanitari adeguati per evitare contagi o trasmissioni di malattie infettive. Non c'è solo l'Ebola a preoccupare e le condizioni di viaggio di migranti e profughi lasciano adito a molti dubbi e preoccupazioni che crescono se andiamo a leggere le note operative a cui le Forze dell'Ordine sono tenute ad attenersi.
Nella circolare del 25 settembre scorso "Emergenza immigrazioni. Indicazioni operative" inviato ai Questori dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno apprendiamo che i migranti sono dapprima sottoposti a visita di medici delle Marina Militare o del Ministero della Salute: "I medici provvedono così ad individuare i casi che, nell'immediatezza, necessitano di accertamenti ulteriori e di terapia, inviandoli negli ospedali dei luoghi di approdo": Fin qui tutto nella norma di una profilassi scontata, ma è quando viene detto dopo, tra il burocratese e l'incredibile, a lasciar perplessi: "Dopo tale iniziale filtro sanitario, viene rilasciato una certificazione medica cumulativa che attesta l'assenza di malattie infettive e contagiose in atto nel gruppo dei migranti". Già l'idea di un certificato medico cumulativo è singolare, ma quanto segue lascia ancor più sgomenti: "Tale certificazione consente il proseguimento dell'iter di accoglienza e contiene, in dettaglio, tutte le informazioni sulle condizioni morbose eventualmente riscontrate. I migranti che presentano malattie infettive e contagiose, anche sospette, o che necessitano di cure per qualsivoglia altra patologia, come detto sopra, vengono tempestivamente avviati nei locali nosocomi e non possono ovviamente continuare l'iter successivo, se non dopo che gli accertamenti effettuati in sede ospedaliera escludono (sic) qualsiasi rischio di natura infettiva". Altro che screening iniziale: questo potrà anche esserci, ma presenta, per ammissione delle stesse autorità ministeriali, grandi falle.
Da queste righe, infatti, comprendiamo come esista una ampia possibilità per cui casi sospetti vengano smistati nel territorio, al punto tale che la stessa circolare sottolinea come la Direzione Centrale di sanità della Polizia di stato è in costante contatto con la medici della Polizia delle sedi dove ventgono smistati i migranti al punto d'aver attivato "puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario, con particolare e primario riferimento al personale della Polizia di stato impegnato a vario titolo nelle operazioni".
Da quanto si capisce i controlli al momento degli sbarchi sono approssimativi e questo, per altro era stato denunciato anche da molti poliziotti, ma capiamo anche come venga scaricato il costo sociale nel territorio chiamato ad ospitare queste persone che, per altro, hanno una forte propensione a fuggire e dunque non essere controllata in alcun modo.
Di certo, il personale che viene a contatto con tutti i gruppi di migranti, è a rischio e nessuno può escludere che a rischio siano anche i cittadini delle località in cui vengono ospitati quelli che, in burocratese, sono chiamati casi sospetti.
Davanti a queste indicazioni del Ministero degli Interni non si può non rimanere spaesati e allibiti. Il mondo si sta mobilitando per contrastare il virus dell'ebola e l'allarme sanità è scattato nei principali aeroporti e porti. Da noi migranti in condizioni sanitarie sconosciute vengono scarrozzati e smistati in giro per l'Italia.

martedì 14 ottobre 2014

Tutela famiglia "naturale" in Veneto, Caner: Lega Nord vota "sì"

Il capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale Federico Caner annuncia, alla vigilia del voto, il sostegno dell’intero suo gruppo alla mozione sulla famiglia “naturale”, documento che sarà sottoposto all’aula come primo punto all’ordine del giorno ed è stato presentato dalla vice capogruppo leghista Arianna Lazzarini, la quale risponde ai consiglieri di Pd, Idv e Sel contrari alla mozione.
Di seguito le parole di Lazzarini e anche di Caner che precisa “rispetto chi voterà secondo la propria sensibilita’.
“Domani la Lega Nord voterà convintamente la mozione per la tutela della Famiglia tradizionale, ed invito a fare altrettanto tutti i colleghi che comprendono quanto non sia un documento ‘contro’, ma ‘a favore’ di determinati valori. Su questa tematica, come su altre che attengono alla sfera personale e alla sensibilità individuale, non esistono però indirizzi di partito, trattandosi di valori trasversali all’appartenenza politica. Ci auguriamo che il sostegno alla mozione sia forte, ma rispettiamo chiunque la pensi diversamente e si esprima di conseguenza”.
“Non si tratta di fare differenze o ‘classifiche’ sui valori della famiglia tradizionale rispetto a quella omo – specifica Caner -, bensì a fissare alcuni concetti su cui penso si possa essere d’accordo, sia in maggioranza che all’opposizione. Concetti semplici: dalla libertà di due genitori di educare i propri figli in modo diverso rispetto al ‘Documento standard per l’educazione sessuale’ imposto da UNAR e OMS fin dall’asilo, alla tutela e al riconoscimento dei valori tradizionali per chi volesse praticarli. Si tratta solo di sancire questa libertà, non di escluderne altre. E su questo obiettivo, credo, si possa convergere senza connotare la sfera familiare ‘naturale’ di un significato politico che non deve avere”.
“Sarà mai possibile che due genitori non possano chiedere per i loro figli un’educazione scolastica differente da quella prevista da ‘Documento standard per l’educazione sessuale in Europa’, promosso da OMS e UNAR e che prevede fin dall’asilo nido concetti come la masturbazione infantile precoce, il contatto fisico come espressione d’amore, il gioco del dottore, il diritto di esplorare le libertà di genere, l’abuso e la violenza sessuale, il sesso nei media, l’autostimolazione? Perché, se esiste la Giornata contro l’omofobia (17 maggio), non possiamo prevedere anche la Festa della famiglia tradizionale? Perché il centrosinistra in Consiglio regionale vuole impedire che chi segue i valori naturali sia riconosciuto con gli stessi diritti di una coppia omosessuale, senza sentirsi bollato come omofobo o retrogrado?”.
“Noi non siamo contro nessuno; vogliamo soltanto affermare il legittimo diritto-dovere dei genitori ad educare i figli secondo i propri desideri, e celebrare con una Giornata ad hoc chi sceglie di trasmettere valori naturali del tutto diversi da quelli (sconvolgenti) contenuti nel documento dell’UNAR (Ufficio anti discriminazioni razziali del Ministero del lavoro) in uso nelle nostre scuole”.
“Devo smentire il PD anche sui contributi regionali per la Famiglia – conclude Lazzarini –. Io stessa ho fatto approvare e finanziare il Fondo di sostegno per genitori soli (legge regionale 29/2012), ed ho appoggiato l’assessore Sernagiotto nei diversi Bandi attivati dal 2010 per i nuclei numerosi. I tagli al Sociale sono stati operati dai governi romani da loro sostenuti, da Monti, Letta e ora Renzi, non certo da Zaia. Ora il PD cerca di sfruttare strumentalmente questa mia mozione per non sfigurare di fronte ad ambienti cattolici che pure ne hanno sostenuto i candidati in più occasioni. Smascherare questo giochetto è semplice, e sarà ancora più chiaro dopo il voto di domani in aula”.

Nuova Provincia di Vicenza. Lega Nord quasi al 40% da sola contro l'ammucchiata del partito unico Pd, NCD, Forza Italia, ecc.

Se si voleva avere la prova provata di come vanno male le faccende politiche in Italia, basta guardare a quanto è accaduto per le elezioni del nuovo Presidente della Provincia di Vicenza. Lo scollamento tra elettori e politici che ritengono che a loro tutto sia permesso appare in modo evidente. L'aver messo insieme Partito democratico, il Nuovo centro destra e perfino Forza Italia non risponde certo al "sentito" degli elettori di questi partiti.
Le differenze, marcate per anni, della propagandata superiorità morale del partito democratico, erede dell'impegno morale di Enrico Berlinguer, che "c'azzeccano" con i seguaci di Berlusconi che per vent'anni sono stati qualificati, e squalificati, con i più tremendi giudizi? Niente! Ai seguaci di Forza Italia non basta il coro di voci clamanti e vocianti contro di loro, perché la seduzione delle poltrone, che poi non ha nemmeno avuto un seguito reale, ha avuto partita vinta. Che cosa otterranno dal nuovo Presidente della Provincia? Quello che tanti suoi seguaci hanno ottenuto: niente come ben dimostra la lista civica di Giuliari, di fatto costretto, al primo cenno di non consenso, ad andarsene. Variati non divide il potere che con i propri sodali diretti e nemmeno con quelli "generici" della sua lista, relegati spesso a ruoli marginali, di cui sono costretti ad accontentarsi pur di avere un po' notorietà con idee, come quella delle unioni non matrimoniali in cui magari Variati li manda in avanscoperta senza esporsi troppo... Forza Italia esce, quindi, rovinata dall'inciucio. Chi esce rafforzato è il Nuovo centro destra, che dovrebbe essere l'erede di una visione che con la sinistra, variatamente intesa, nulla può aver a che fare per storia passata ed attuale. Chissà che cosa ha sperato? Ha dei consiglieri, ma avranno lo stesso trattamento dei variatiani in Comune di Vicenza a cui abbiamo accennato.
Sarebbe interessante sapere che cosa ne dicono coloro che a sinistra han sempre cercato di cantarle alla destra e al centro berlusconiano, da loro definito prossimo al nazionalsocialismo. Taceranno e, come hanno fatto sempre, voteranno per l'idea, mentre intanto gli uomini concreti fan quel che vogliono. Un po' di autocritica del partito democratico farebbe bene, alla Mao Tse Dong o almeno un mea culpa, visto che un bel po' di democristiani vi son confluiti a fare da "coro" alle alte vette delle loro intuizioni di gestione della politica, come insegnarono gli ultimi capi della Democrazia Cristiana. Alla nuova destra che possiamo dire? Se la sua strada non avrebbe dovuto svoltare, per il classico inciucio alla "variatitaliana" verso il centro sinistra, deve solo augurarsi che non sappia la destra, gli elettori, quel che fa la sua sinistra, i capi.
L'unica bella figura di questa tornata elettorale indiretta, è quella del Sindaco di Montecchio, Milena Cecchetto; almeno lei ha mantenuto lo charme non solo femminile, ma anche politico. E infatti l'hanno trombata. Pardon, mala tempora currunt, l'hanno bocciata.
di Italo Francesco Baldo (VicenzaPiù)

Nuove Province. Zaia: carrozzone politico nato senza democrazia.

“La riforma più pasticciata del millennio ha celebrato il suo rito. Si voleva eliminare il carrozzone delle Province, ammesso che tali fossero, e se ne sono creati due, le ‘nuove Province’ fatte solo di poltrone ma svuotate di ogni significato, e le Città Metropolitane, dove un Sindaco nominato ma non eletto comanda altri sindaci che, loro sì eletti dal popolo, non contano più niente. Risparmi? Zero o giù di lì. Confusione tanta, al punto che il giorno dopo molti commentatori chiedono ‘chiarezza’, come il Presidente dell’Anci, e altri, che condivido, ritengono si sia trattato semplicemente di un’operazione partitica per riciclare più di qualche nome della vecchia politica”.
Così il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, boccia senza appello il nuovo “assetto istituzionale” che si va creando sui territori dopo le elezioni nelle Province e quelle per le Città Metropolitane.
“Ero e resto convinto che tutto ciò sia un male per il Paese – incalza Zaia – e sia persino incostituzionale, come abbiamo ritenuto noi che, come Regione, abbiamo impugnato la legge sulle Città Metropolitane di fronte alla Consulta, perché dovunque il popolo sia escluso dal voto è vietato parlare di democrazia”.
“Attendiamo con fiducia il pronunciamento dei Giudici Costituzionali – aggiunge il Governatore del Veneto - ma nel frattempo dobbiamo tristemente prendere atto che il nuovo avanza solo via tweet, mentre il vecchio poltronismo spartitorio continua a proliferare grazie alla ‘storica’ riforma di Roma. Uno sfregio ai cittadini, che sempre di più si vogliono amministrare tramite nominati e non tramite eletti”.
“Ora arrivano le richieste di chiarezza – prosegue Zaia – come a voler chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Ciò che oggi emerge sia da chiarire andava chiarito prima di cominciare. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere in partenza se le Province servivano o no. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere che cosa doveva essere una Città Metropolitana: un carrozzone con un Sindaco a capo di altri sindaci svuotati di poteri e rappresentanza, o un’entità utile solo per certe aree del Paese, come le vere Metropoli, e quindi non certo Venezia in un Veneto che è di per sé un’unica città metropolitana. Ma con Venezia elevata a Città Stato, come ci sono vari ottimi esempi nell’Ue. E in ogni caso, comunque, legittimata da un voto popolare”.
“Niente di tutto questo – chiude Zaia – solo confusione e moltiplicazione di sedie”.
ThieneOnLine, 14 Ottobre 2014

lunedì 13 ottobre 2014

Zaia: Mare Nostrum porterà a una guerra tra poveri

Dopo Treviso e Vicenza, "insorge" Padova: gli abitanti temono conseguenze per la salute. Il Governatore ai prefetti: «Inviate a Roma la voce del popolo anziché eseguire gli ordini».
Una guerra tra poveri tra veneti vessati dalla crisi e immigrati attirati nel nostro Paese da false promesse. È lo scenario a breve termine tracciato dal Governatore del Veneto, Luca Zaia, tornato ad intervenire sulla situazione determinata in Veneto dal continuo affluire di sedicenti profughi "accompagnati" sulla Penisola dal'operazione Mare Nostrum. «I giorni passano inesorabili, i migranti continuano a morire durante le traversate, quelli che arrivano sono trattati al massimo come pacchi postali, nei territori, abbandonati a sé stessi, cresce l'allarme sociale che pian piano diventa anche paura. Vogliono una guerra tra poveri? Tra i Veneti stremati dalla crisi e i profughi attratti qui da false speranze e dalla mafia degli scafisti? Ci stanno riuscendo perfettamente» è l'analisi di Zaia, che così riassume la situazione nella sua regione: «La scorsa settimana i sindaci del Trevigiano tranne due hanno detto no ad altri arrivi e nel Vicentino è scattato l'allarme full. Oggi l'allarme arriva dal Padovano: altri profughi a Battaglia, Montagnana e Rovolon e gli abitanti minacciano di insorgere ed esprimono timori sul piano della sicurezza sanitaria. Roma e Bruxelles che fanno? Sinora hanno solo parlato, hanno deciso di chiamare Triton Mare Nostrum, si sono detti che il problema è europeo, mentre i Paesi Ue chiudevano le frontiere e l'Italia veniva giorno dopo giorno trascinata nel caos da una gestione renziana a dir poco dilettantistica di un problema planetario con importanti risvolti di salute pubblica».
Il Governatore ribadisce: «Sto con i sindaci che dicono no, un no ben motivato e lontano anni luce da motivazioni razziste. Capisco e condivido le preoccupazioni della gente: esorto gli amministratori locali a portarle sui tavoli delle Prefetture, perché i rappresentanti dello Stato sul territorio non si limitino a eseguire ordini mal dati e farraginosi, ma inviino a Roma la voce del popolo. Prima o poi qualcuno dovrà ascoltare, e quanto prima fare».
Per quanto riguarda Renzi, «se conta qualcosa anche quando non va a portare alla Merkel i compitini da sei meno meno, pesti i pugni e costringa Bruxelles ad aprire un vero tavolo europeo di solidarietà, dove ogni Stato membro si accolli l'accoglienza per quota parte. È al momento l'unica via d'uscita praticabile. L'alternativa è la tensione sociale che, se non trova risposte, nessuno sa dove possa arrivare».
«Ai cittadini veneti - conclude Zaia - dico che sul piano della salute pubblica possono stare tranquilli, perché non ci fidiamo di un'occhiata sulle navi, e abbiamo attivato un nostro protocollo di prevenzione e profilassi che tutte le Ullss stanno attuando, a garanzia di tutti. Non è poco, è il massimo che possiamo fare, oltre che condurre una battaglia di idee perché l'Italia e l'Europa si rendano conto del baratro verso il quale ci stanno portando».
«Ai cittadini veneti - conclude Zaia - dico che sul piano della salute pubblica possono stare tranquilli, perché non ci fidiamo di un'occhiata sulle navi, e abbiamo attivato un nostro protocollo di prevenzione e profilassi che tutte le Ullss stanno attuando, a garanzia di tutti. Non è poco, è il massimo che possiamo fare, oltre che condurre una battaglia di idee perché l'Italia e l'Europa si rendano conto del baratro verso il quale ci stanno portando».