venerdì 10 ottobre 2014

Zaia su aziende beriche danneggiate dal tribunale e Vicenza "full" per Mare Nostrum


Lo stato in cui versa la giustizia vicentina, con le aziende locali che si rivolgono ad altri tribunali per ottenere il pagamento dei crediti, e l’allarme “tutto esaurito” per i progughi con 300 posti già utilizzati su un totale di 329 assegnati nel vicentino, sono sotto “osservazione” del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.
“I grandi difensori dei palazzi governativi e dei loro inquilini continuino pure a dipingere come disfattismo e demagogia gli allarmi che il sottoscritto e la Regione del Veneto lanciano da tempo sulla insopportabilità delle scelte romane in materia di giustizia in provincia di Vicenza, ma abbiano anche il coraggio di spiegare alle aziende e agli imprenditori di quell’area perché debbano essere penalizzati gravemente dai ritardi che derivano dalla mancanza di personale, dall’assurda chiusura del tribunale di Bassano, dalla inadeguatezza di talune sedi e dall’incredibile inutilizzo di quelle nuove, dalla complessiva ingestibilità della situazione creata dai Governi che hanno votato e continuano a sostenere”.
“Tra blalblabla e promesse vane, tra falsi ravvedimenti e rassicurazioni di facciata – sottolinea Zaia – il Governo romano e i partiti che lo sostengono stanno affossando il sistema della giustizia del vicentino e con esso l’economia di una delle aree produttive più importanti d’Italia. Dalla Regione e dai nostri territori non cesseranno le denunce per il trattamento che lo Stato ci riserva e sono sicuro che la gente veneta, vicentina e bassanese sa distinguere tra le persone, le associazioni e le amministrazioni che sono realmente e onestamente impegnate a porre rimedio ai danni causati dalla obbrobriosa riorganizzazione degli uffici giudiziari, e quelle che millantano soluzioni irrealizzabili, dagli acrobati del giustificazionismo, dagli opportunisti della politica. E non dimenticherà”.
“Tanto tuonò, e tanto i sordi di Roma e Bruxelles non sentirono, che piovve. E’ amaro constatare come le preoccupazioni di allarme sociale che vado esprimendo da tempo si stiano materializzando. Sto con i Sindaci, gli unici che conoscono davvero le loro realtà territoriali e che si ribellano ai Prefetti e allo Stato centrale, sto con i Veneti che già hanno accolto in spirito di vera integrazione e solidarietà oltre 500.000 immigrati presenti in regione, ma adesso non ce la fanno più, sto con i migranti, che Mare Nostrum sta trattando come pacchi postali, come un problema da scaricare altrove al più presto, sto con chi dice basta. Dico basta”.
“Consiglio al Governo ai suoi rappresentanti sul territorio – aggiunge Zaia – di non considerare come ostilità preconcetta la posizione dei sindaci che, con due sole eccezioni, una delle quali condizionata, hanno detto no ad altri arrivi. Sono loro che stanno tutti i giorni a contatto con la gente, loro che conoscono ogni centimetro quadrato dei territori che guidano, loro che stanno al fronte h24, loro che si ritrovano a dover sapere al bar del paese (è successo nel veronese) che arrivano dei migranti. Se dicono no, è sicuramente un no ben motivato, che va tenuto nella massima considerazione, invece che minacciarli di lasciare i profughi per le strade”.
“A tutti comunque – dice il Governatore – chiedo raziocinio e senso civico. La protesta fa parte della democrazia, ma deve rimanere nell’alveo della legalità e del civismo. Valicare questi limiti equivarrebbe a vanificare l’ottenimento degli obiettivi comuni”.
Zaia conclude ribadendo la sua “assoluta condanna” dell’atteggiamento dell’Europa e del Governo nazionale: “mentre sui territori rischia di scatenarsi un sorta di guerra tra poveri – incalza – loro si pavoneggiano in inutili vertici informali come ieri a Milano e nessuno pensa davvero a cercare l’unica soluzione possibile a questo dramma planetario: attivare a ore un tavolo di solidarietà europea, dove ogni Stato membro garantisca l’immediata disponibilità a farsi carico per quota parte di una reale assistenza a questi derelitti e anche del controllo che tra essi non si nascondano infiltrati di qualche organizzazione terroristica. Se c’è la volontà, massimo in una settimana si può attivare tutto. Ma la sensazione – conclude – è che il vero egoismo, il vero razzismo, sia condiviso in certa Europa anche più della moneta unica”.

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