lunedì 31 agosto 2015

Immigrazione, Zaia: Renzi stessi concetti, ma lui illuminato, noi razzisti

“Matteo Renzi sia il benvenuto tra noi, che sull’immigrazione certi concetti da lui espressi nell’intervista al Corriere li diciamo da tempo immemore. Resta da capire perché, se li esprime lui, è un illuminato statista progressista, se li diciamo noi siamo beceri razzisti”. E’ questo il commento del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ai contenuti sull’immigrazione della lunga intervista rilasciata dal Premier al Corriere della Sera.
“Dico da sempre che siamo di fronte ad una crisi mondiale ed europea e che Lampedusa (che ho candidato al premio Nobel per la pace su Avvenire in tempi non sospetti) non è il confine dell’Italia ma dell’Europa – aggiunge Zaia – e oggi lo dice anche Renzi mentre, però, il suo Governo affronta la situazione con un’approssimazione e un caos borbonici, degni del Regno delle Due Sicilie; dico da sempre che bisogna investire in cooperazione internazionale, agevolare i rimpatri e colpire i trafficanti di uomini, e che occorre una politica europea sull’immigrazione – e oggi Renzi mi dà ragione; dico da sempre che bisogna andare negli Stati di provenienza a creare campi d’accoglienza per valutare sul posto le richieste d’asilo e aiutare i veri bisognosi – e oggi Renzi dice esattamente la stessa cosa. Peccato che lo schieramento politico di cui ora lui è il Premier governi dal 2011”.
“Siamo felici che Renzi ammetta, pur con colpevole ritardo e dopo aver sprecato il semestre di presidenza italiana dell’Ue, che avevamo ragione – incalza Zaia – ma un dubbio sorge spontaneo: se il Capo del Governo italiano la pensa così, ma l’Europa fa il contrario, e l’Onu balbetta di un futuro vertice di parole, non sarà che l’Italia a livello internazionale conta come il due di coppe? Il problema numero uno – conclude Zaia – è questo, perché la risposta è scontata: l’Italia in Europa non conta assolutamente niente, zero, e le conseguenze le pagano i nostri cittadini”.
Regione Veneto

Migranti al''Ospedale De Lellis di Schio. Zaia: «Una follia». Anche l'Ulss4 dice no

VENEZIA. «L'ennesima follia: immigrati a stretto contatto con cittadini che si recano ancora oggi a ricevere cure e servizi. C'è ancora tempo perché si eviti questa rischiosa assurdità. Mi auguro una tempestiva marcia indietro. Il Prefetto sappia sin d'ora che vigileremo sui limiti entro i quali egli eserciterà i suoi poteri».
Così il governatore Luca Zaia, dopo aver saputo dell'intenzione del prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, di utilizzare le strutture non aperte al pubblico dell'Ex Ospedale De Lellis di Schio per collocare una quota non ancora definita di migranti.
Intanto l’Ulss4 Altovicentino si è detta indisponibile «a mettere volontariamente a disposizione della Prefettura la sede dell’Ex ospedale De Lellis di Schio» per l’accoglienza di gruppi di immigrati. Lo ha comunicato al prefetto Eugenio Soldà, con una mail, il direttore generale Daniela Carraro, dopo aver appreso dell’intenzione dell’ufficio di governo di procedere per questo scopo alla requisizione dell’immobile. «La lettera - precisa l’Ulss4 - è stata scritta dopo aver informato il presidente della Regione Luca Zaia». L’ex ospedale "San Camillo De Lellis" di Schio è stato riconvertito nell’ambito della programmazione sanitaria regionale, parzialmente a sede di servizi distrettuali, sanitari e socio sanitari, e parzialmente chiuso ed interdetto a qualsiasi uso.
GdV 31.08.2015

domenica 30 agosto 2015

Vicenza. Bufera sui Classici «Nei Paesi islamici cadrebbero teste»

«Se tutto questo fosse accaduto nel mondo arabo, adesso ci sarebbero delle teste tagliate». Mentre sono in tanti ad attendere la presa di posizione del vescovo che sul caso dello spettacolo all’Olimpico non si è ancora pronunciato, a dare il suo commento alla vicenda che sta facendo discutere la città e infiammare il dibattito politico è padre Giuseppe Zaupa, priore dei Servi di Maria di Monte Berico.
Non interviene volentieri, padre Zaupa, sull’argomento: «Non ho visto lo spettacolo, né so di cosa tratti. Lo conosco soltanto per sentito dire, perché ho letto quanto è stato scritto finora». Il risultato? «Non mi piacciono gli eccessi», taglia corto il priore che argomenta così il suo pensiero: «Quando preparo le proposte culturali per la mia comunità, mi chiedo sempre come verranno accolte e se saranno accettate. Non mi sembra stia accadendo la stessa cosa per quanto riguarda lo spettacolo all’Olimpico». (...)
Laura Pilastro
GdV 30.08.2015

Immigrazione, Zaia: buonismo ipocrita uccide

“Se non si vuole esserne complici, per bloccare la carneficina in atto bisogna bloccare i flussi, cominciando dal colpire le organizzazioni criminali che li gestiscono e affondando barconi e scafisti quando ancora non caricano persone. I buonismi ipocriti uccidono”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia interviene sulla crisi dell’immigrazione, dopo la notizia di altre decine di morti trovati in un Tir in Austria.
“Tanto per cominciare – incalza Zaia – bisogna attaccare senza pietà i criminali che lucrano cifre immense su questo fenomeno. I modi, i mezzi e gli uomini per farlo ci sono: ce lo ha detto anche il Comandante delle Forze Navali Europee Ammiraglio Enrico Credendino in una interessante intervista pubblicata nei giorni scorsi. Bisogna anche – aggiunge il Governatore – buttare a mare le catastrofiche non strategie del Governo italiano, improntate ad un caotico e generico buonismo senza sostanza né organizzazione, e quelle di un’Unione Europea politicante, parolaia, immobile, razzista davvero nel suo immobilismo”.
“Si stanno gettando al vento centinaia di milioni, miliardi di euro, in un’operazione di cosiddetto salvataggio che, in realtà, incentiva i criminali a organizzare partenze ormai di massa, con un sempre più lungo corollario di morti, senza dare a chi arriva e sopravvive alcuna prospettiva – dice Zaia - se non diventare fantasmi sui territori, in molti casi delinquendo e determinando in ogni modo tensioni sociali, problemi di sicurezza, difficoltà agli amministratori locali e comprensibile diffidenza nella gente”.
“Caserme dismesse, la novità delle carceri inutilizzate, residence nelle località turistiche sono costosissime follie. I soldi, tanti, che ci sono su questa partita – insiste Zaia – vanno usati per creare campi profughi internazionali nel Nordafrica, in tutti i Paesi contermini all’area critica libica, ma se del caso anche lì, dove accogliere i migranti, riconoscerli davvero evitando che un immigrato violentatore arrestato in Veneto venga sì fotosegnalato a Lampedusa, ma dando per buono un improbabile nome che non avrebbe ingannato nemmeno un bambino; distinguere i profughi veri che fuggono da guerre e carestie dai migranti economici (che ad oggi sono i due terzi del totale) creando corridoi umanitari sicuri per i primi e respingendo da subito i secondi”.
“Si faccia così – conclude il Governatore – e il Veneto sarà in prima linea per dare una mano. Se invece si continua con questa tragica farsa il nostro è e resterà un secco no”.
Regione Veneto 

Criminalità, Zaia: sentiamo lo Stato sempre più lontano

“Per mesi ho tentato di risvegliare le coscienze romane a Palazzo Chigi e al Viminale stilando un bollettino pressochè quotidiano sull’allarme criminalità in Veneto e sulla necessità di rafforzare tutti i possibili presidi di legalità. Niente da fare: le coscienze romane proseguono il loro colpevole sonno, mentre in Veneto la criminalità di ogni genere dilaga”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce di una ventina di reati commessi in Veneto solo ieri, torna a lanciare strali e richieste d’intervento al Governo nazionale, “che deve inviare uomini e mezzi per combattere la delinquenza perché i Veneti non ne possono più di regalare a Roma tasse che non vengono mai investite per rispondere alle loro necessità, sicurezza, sanità e lavoro in primis”.
“Il quadro è sempre più fosco – incalza Zaia – con i reati più raccapriccianti, come le violenze o tentate violenze sessuali e le aggressioni e truffe agli anziani, sempre più frequenti e quelli, ahimè oramai abituali, come rapine, furti, razzìe in case, aziende, esercizi commerciali, parcheggi”.
“Ieri nel Trevigiano abbiamo assistito ad un fatto ignobile come uno sciacallo che ha rubato il portafoglio ad una persona deceduta nella sua auto prima che arrivassero i soccorsi, e ad uno emblematico, come l’ennesimo raid ladresco al parcheggio del pattinodromo, praticamente in pieno centro, più l’orrenda violenza carnale subita da una ragazzina in un locale della provincia. Nel Padovano sono state fatte fuori tre aziende nell’Alta e un bar a Selvazzano. Nel Veneziano, Jesolo segnala una violenta rissa fuori da una nota discoteca e una truffa perpetrata ai danni di una coppia di anziani; Martellago il furto in un market, Campalto un tentativo di violenza di gruppo ad una giovane donna. Nel Vicentino, ladri in casa a Bassano e furto persino all’ecocentro di Longare”.
“Mi fermo qui – conclude Zaia – ma per quel che posso continuerò a lottare e denunciare. Abbiamo non una ma due emergenze: la prima è la criminalità, la seconda è l’oblio delle coscienze romane e l’inerzia totale di una Stato che sentiamo sempre più lontano”.
Regione Veneto 

Comitato PrimaNoi: “Contro profughi e per solidarietà a italiani, al via raccolta firme”

Parte alle 15.30 di sabato 29 agosto in piazza Chilesotti a Thiene la raccolta firme indetta dal comitato no-profughi PrimaNoi.
“E’ indirizzata al Prefetto di Vicenza e al Governo italiano – spiegano dal comitato – perché vogliamo che portino a conoscenza del Ministero dell’Interno e del capo del Governo che il vicentino non è più disponibile ad accogliere altri profughi così come più volte sottolineato anche da molti Sindaci della provincia”.
I membri del comitato si dicono convinti che il reiterarsi degli sbarchi e l’assenza di una politica di respingimenti aumenterà il flusso di immigrati anche nel nostro territorio, perciò nella petizione chiediamo che in vista di altri arrivi in Provincia di Vicenza le autorità comunali siano informate preventivamente sulla collocazione degli immigrati dando modo ai Sindaci di avvertire i propri cittadini anche attraverso un periodico tavolo di confronto tra Prefetto, rappresentanti dei Sindaci e il Comitato PrimaNoi sulla ripartizione dei profughi sul territorio di Vicenza”.
Decisi più che mai a contrastare l’emergenza profughi senza rimanere a guardare, i membri del comitato PrimaNoi spiegano: “Dal momento che in provincia stanno emergendo altre situazioni critiche faremo in modo di creare una rete tra i vari gruppi e comitati al fine di unire lo sforzo nel contrasto all’immigrazione selvaggia in atto anche attraverso iniziative comuni come la raccolta firme che abbiamo preparato che in inizialmente sarà proposta in tutti i Comuni dell’alto vicentino”.
L’appuntamento per la prima raccolta firme è sabato 29 agosto dalle 15.30 in poi in piazza Chilesotti a Thiene.
“La funzione del comitato non è solo il contrasto all’arrivo dei clandestini – spiegano da PrimaNoi – ma, dal momento che lo Stato italiano pensa prima agli stranieri, daremo il via a iniziative di carattere sociale propedeutiche a prestare un primo soccorso ai nostri connazionali in modo tale di donare alle vittime della crisi economica e della disoccupazione un sostegno concreto”.
Altovicentinonline 28.08.2015

sabato 29 agosto 2015

Masturbazione con crocefisso, Finco: Regione potrebbe uscire da Fondazione Teatro

“Se questi sono gli obiettivi della Fondazione Teatro comunale di Vicenza, cioè lo svilimento di una religione, credo siano in contrasto pieno con lo Statuto del Veneto. Non sarebbe strano, quindi che la Regione decidesse di uscire dalla Fondazione, di cui è socia dagli esordi e alla quale solo nel 2015 ha conferito un contributo di 100.000 euro per la Stagione”.
A ventilare l’ipotesi è il capogruppo della Lega Nord in Regione Nicola Finco, che interviene sul caso della pièce “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi” di Angelica Liddell, in programma il 18 settembre al teatro Olimpico di Vicenza, che propone anche la masturbazione con un crocefisso.
“Ben difeso dal vicesindaco Bulgarini D’Elci, dall’ex vicesindaco Alessandra Moretti, e nel silenzio totale della Chiesa come se la cosa non la riguardasse, quello spettacolo non è arte ma insulto. Ed indipendentemente da quello che ne penso io come cattolico, faccio notare il mero aspetto tecnico non trascurabile: al comma 3 dell’art. 19 della legge con cui la Regione istituisce la Fondazione, che tra le altre cose coordina ed organizza la stagione dei Classici all’Olimpico, è riportato che ‘La partecipazione della Regione quale socio fondatore è subordinata al fatto che la fondazione persegua le finalità di cui al comma 2’, e cioè ‘la promozione di attività artistiche e culturali che giovino a salvaguardare identità e tradizioni del territorio e a garantirne lo sviluppo’. Non ravvisando in particolare quest’ultimo aspetto, non vedrei strano se la Regione ritirasse il contributo o decidesse di uscire dalla Fondazione che non rispetta più i propri motivi istitutivi”.
“Inoltre – prosegue Finco -, e sempre per trattare la questione senza ideologie e da un punto di vista tecnico, lo Statuto del Veneto all’articolo 5 comma 5 ribadisce che la Regione conforma la propria azione a principi di civiltà cristiana. Ah sì? E dove starebbero questi principi nello spettacolo che l’Amministrazione Variati vuol offrire ai vicentini?”.
“Ora – conclude il capogruppo leghista -, sviscerata la materia dal punto di vista tecnico, mi si consenta di fare un ultimo appunto alla collega Alessandra Moretti. Che, oggi, critica l’opposizione che vorrebbe la sospensione di questo discusso e discutibile spettacolo, ma solo pochi anni fa, da vicesindaco, si permetteva di rimuovere il nome dell’ex sindaco Hullweck dalla targa per i profughi istriani. Quella fu imbarazzante censura, come lei stessa ammise; molto più motivata e legittima è invece la nostra odierna indignazione per un’opera pseudo-artistica che spaccia come cultura una masturbazione con crocefisso”.
Gruppo Lega Nord Consiglio regionale del Veneto

Masturbazione col crocifisso, l'area di sinistra: "libertà espressione artistica e di tutti"

Luigi Poletto, ex esponente Pd ed ex presidente del Consiglio Comunale, diffonde una nota congiunta sulla "vicenda Olimpico" a nome e per conto del Comitato "FUTURO A SINISTRA", dell'Associazione "POSSIBILE" e di "SINISTRA, ECOLOGIA, LIBERTA'". La presa di posizione è intitolata "La libertà di espressione artistica e la libertà di tutti" e ve la proponiamo integralmente di seguito.
Le polemiche sollevate in relazione allo spettacolo “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi”, opera della regista catalana Angelica Liddell programmata presso il Teatro Olimpico, suscitano enorme sconcerto e fortissima preoccupazione.
Non è possibile valutare in questo momento la densità ed il valore artistico dello spettacolo che comunque rientrano in un ambito di valutazione esclusivamente soggettivo accentuato tra l’altro dal carattere sperimentale dell’opera. Ciò che non è accettabile sono la negazione della libertà di espressione artistica (tutelata tra l’altro dall’art. 33 della Costituzione Repubblicana secondo cui “L’arte e la scienza sono libere”) e l’evocazione di uno “Stato etico” quasi fossero i poteri pubblici a dover selezionare preventivamente i contenuti artistici delle opere secondo un criterio arbitrario di astratta moralità. Compito di una civica amministrazione non è quello di assicurare coerenza con una inesistente realtà valoriale unica, ma di costruire gli spazi pubblici nei quali il pluralismo e la multiformità delle espressioni artistiche intersechino l’inevitabile pluralità ed eterogeneità degli orientamenti ideali, dei gusti, delle sollecitazioni intellettuali ed emozionali dei cittadini. La cancellazione dello spettacolo lederebbe non solo la libertà creativa dell’artista ma anche la libertà dei cittadini di assistere alla rappresentazione e di apprezzarla o di contestarla secondo i propri insindacabili sentimenti, opinioni e convincimenti. L’evocazione dei concetti di oscenità, blasfemia e scandalo a proposito di un’opera d’arte rinvia ad altre e superate stagioni culturali e risulta del tutto incompatibile con una moderna civiltà liberale e con una società aperta, pluralista e proiettata nel XXI secolo. Il dibattito di questi giorni non può essere quindi banalizzato perché delinea una faglia enorme tra lo spirito dei valori costituzionali di libertà, tolleranza e pluralismo e gli impulsi di regressione, oscurantismo e involuzione civile purtroppo ricorrenti nella comunità vicentina.
ASSOCIAZIONE “POSSIBILE”
COMITATO “FUTURO A SINISTRA”
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’
Da VicenzaPiù del 27.08.2015

venerdì 28 agosto 2015

Isola Vicentina. Il Comune mette blocchi di cemento contro i nomadi

Blocchi in cemento per impedire l'accesso ai parcheggi da parte di roulotte e camper.
È il nuovo provvedimento preso dalla giunta isolana per scoraggiare l'insediamento di nomadi nella zona industriale di via Scovizze. In particolare, i “dissuasori” servono per concretizzare le disposizioni della relativa ordinanza, la quale istituisce il divieto di transito in via dell'Artigianato, dalla seconda intersezione con via dell'Industria fino al confine del territorio comunale, e in via Sila, nel tratto a sud dell'intersezione con via dell'Industria.
«I blocchi sono stati disposti per evitare che i nomadi entrino e sostino nel parcheggio – spiega l'assessore al patrimonio Nicolas Cazzola –. In passato è capitato che abbiano rotto uno steccato che si trova lì vicino, utilizzando la legna per fare un barbecue. Nell'area, poi, sono stati lasciati rifiuti». (...)
Matteo Carollo
GdV 27.08.2015

Camisano (VI). Profughe in paese. Due sono incinte. La rabbia del sindaco

Anche a Camisano sono arrivati i primi profughi. Le modalità di insediamento sono state pressoché uguali a quelle applicate finora in altri paesi, con un accordo stipulato tra un privato cittadino proprietario di un appartamento, una cooperativa sociale e la prefettura. Il tutto, anche in questo come molti altri casi nel Vicentino, senza avvertire l’amministrazione comunale, venuta a sapere della presenza di un gruppo di migranti nel territorio camisanese, in via Mantegna, solo una quindicina di giorni dopo il loro insediamento.
La particolarità del caso camisanese sta nel fatto che il gruppo di migranti è composto solo da donne. Sette inizialmente, di cui due in stato di gravidanza, poi scese a sei perché una di loro ha chiesto e ottenuto il ricongiungimento con il marito, lontano da Camisano. (...)
Marco Marini
GdV 27.08.2015

giovedì 27 agosto 2015

Lo stupratore seriale: profugo che dice di chiamarsi Carl Marx

Le sue vittime continuano a salire. Per ora sono tre le ragazze che lo hanno riconosciuto. Aspirante profugo, ha cambiato identità tre volte.
Come si chiami veramente, non lo sa nessuno. Non lo sanno le autorità, non lo sanno le prefetture e non ne ha la minima idea nemmeno Alfano.
Ha cambiato identità più volte. L'unica cosa certa è che è un immigrato in attesa di ottenere lo status di rifugiato e che è uno stupratore seriale. Sono tre le sue vittime, tutte giovani ragazze. Anche minorenni.
Ha detto di chiamrsi Carl Marx. È sbarcato a Lampedusa a maggio di quest'anno, ha 22 anni e il governo Renzi lo ha ospitato in un albergo a Montegalda nel vicentino. In attesa di ottenere l'asilo che l'Italia - a quanto pare - sta consegnado a persone che non conosce per nulla, ha pensato di violentare le ragazze italiane. Tre per ora le denunce, ma potrebbero essere molte di più. La prima a presentarsi ai carabinieri è stata una ragazza 17enne. Ha raccontato di essere stata violentata lo scorso 30 luglio nel padovano. Stava aspettando alcune amiche seduta su una panchina, "Carl Marx" - che alloggiava in un vicino albergo messo a disposizione per l'accoglienza dei profughi - le si è avvicinato e dopo le prime avances ha cominciato a palpeggiarla dappertutto. Solo dopo qualche momento la ragazzaè riuscita a sfuggire alla morsa del "profugo", scappando. Subito dopo ha chiamato il padre che ha avvertito i carabinieri: hanno trovato l'immigrato in sella ad una bicicletta ed è stato arrestato.
Ma le sue violenze nonn si fermavano lì. Non appena le forze dell'ordine padovane hanno diramato le immagini del violentatore, altre ragazze si sono fatte coraggio e sono andate a denunciare altri stupri. Una ragazza maggiorenne vicentina si è presentata dai carabinieri, denunciando la seconda violenza del 22 enne del Mali che ha cambiato tre identità. (A quanto si apprende dai media locali, ora avrebbe un nome certo: Yaya Krubally. Oltre a Carl Marx, ha usato altre identità, spesso di altri profughi ospitati nelle strutture di accoglienza italiane).
Ma ieri è arrivato un altro allarme. Le ragazze stuprate dall'immigrato, infatti, sono al momento 3: una giovane di 15 anni ha raccontato che "Carl Marx" le si sarebbe avvicinata parlando in inglese. Poi avrebbe iniziato a palpeggiarla, tentando di baciarla e allungando le mani nelle parti intime. La giovane, impaurita, ha gridato e si è divincolata, scappando via.
Ora che Yaya Krubally è in galera, le ragazze e gli italiani aspettano delle risposte. Come è possibile che le prefetture non abbiano alcuna idea di chi sono i profughi che sono ospitati nelle strutture? Com'è possibile che abbiano la libertà di commettere violenze in giro per l'Italia, cambiando identità e nella totale impunità? "Cal Marx" da Vicenza si è mosso fino a Padova per compiere le sue violenze sessuali. E nessuno ne sapeva nulla.
"Uno delle migliaia di fantasmi senza volto né identità che girano liberamente nel Veneto ha colpito - ha detto Luca Zaia - Purtroppo eravamo stati facili profeti nel lanciare un forte e ripetuto segnale d’allarme rispetto alla possibilità che, nel caos che regna sovrano, si verificassero reati e atti rivoltanti come questo questo delinquente, i carabinieri l’hanno preso e ora non resta che buttare le chiavi, ma siamo di fronte alla prova inconfutabile, non la prima e, temo, purtroppo non l’ultima, del fallimento totale e colpevole di un meccanismo di identificazione che fa acqua da tutte le parti".
A dargli man forte il sindaco di Padova, Massimo Bitonci: "Castrazione chimica - ha scritto su Facebook - Si tratta di un fatto gravissimo che fa capire che in casi come questi dovrebbe essere introdotta in Italia come in alcuni paesi del Nord Europa la castrazione chimica per chi compie reati di tipo sessuale nei confronti di bambini o minori questa gente è pericolosa, come continuo a ripetere da tempo. Non possiamo continuare ad avere nelle nostre strade persone come queste che non sono perfettamente identificate e non hanno uno status di rifugiato politico".
di Claudio Cartaldo (Giornale)

Vicenza, allarme tubercolosi: profugo nigeriano ricoverato in ospedale, rischio epidemia

Un profugo nigeriano è stato ricoverato al San Bortolo perché affetto da tbc. L'uomo è un senza tetto e potrebbe tornare in strada. Se non si curerà potrebbe ammalarsi di nuovo ed essere contagioso
Le autorità stanno cercando una soluzione per scongiurare il rischio di un'epidemia di tbc a Vicenza. Da due mesi nel reparto di malattia infettive dell'ospedale San Bortolo è ricoverato un profugo nigeriano di 24 anni affetto datubercolosi.
L'uomo è arrivato in Italia dalla Libia poco dopo la caduta di Gheddafi nel 2011. Nonostante una condanna per spaccio e diverse denunce, tra cui due per resistenza a pubblico ufficiale, nel 2013 ha ottenuto lo status di rifugiato. Da allora non ha, però, smesso di frequentare la strada vivendo di espedienti. Senza tetto e con una vita precaria, si è rivolto ai medici solo quando la malattia si è aggravata. 
Al momento è fuori pericolo e non sarebbe contagioso. Il rischio di un epidemia, però, non è ancora finito. Le autorità temono che dopo le dimissioni dall'ospedale, il paziente torni in strada senza continuare a curarsi rischiando così un ritorno della malattia. 
La Caritas diocesana ha dato la sua disponibilità per accogliere il nigeriano e controllare che continui il trattamento anti tbc, ma l'uomo non vorrebbe entrare all'interno del sistema di accoglienza. La sua situazione è al vaglio della prefettura.
Secondo alcune indiscrezioni, non ancora confermate, il nigeriano era nelle condizioni di essere dimesso già da giorni. Starebbe venendo trattenuto in ospedale in attesa che le autorità ne organizzino l'espulsione. L'uomo non avrebbe mai ritirato la documentazione che attesta il suo status di rifugiato. 
da Vicenza Today 27.08.2015

Montegalda (VI), il "profugo" molestatore: le vittime salgono a tre

Un vero e proprio molestatore seriale. Yaya Krubally, almeno a quanto risulta ad oggi agli inquirenti, 22 anni, dalla provenienza non chiara, è stato riconosciuto e denunciato da una terza vittima, appena 15enne.
E' salito a tre il numero delle vittime del richiedente asilo arrestato mercoledì dai carabinieri di Padova e, fino ad allora, ospite in un albergo di Montegalda. 
La foto di Yaya Krubally (o Ibrahim Sidi Beh o Karl Marx, come si era presentato), 22enne africano dalla nazionalità ancora misteriosa, è stata riconosciuta da una 15enne dell'hinterland padovano che è corsa a denunciare il suo aggressore ai carabinieri. 
Il giovane era stato arrestato dopo la denuncia di una 17enne della provincia patavina, che aveva raccontato ai militari della tentata violenza, avvenuta il 30 luglio. Vista la sua foto sul giornale, anche una vicentina, da poco maggiorenne, ha riconosciuto l'africano e ha raccontato in casermo della sua shockante esperienza. L'altro giorno si è aggiunta la denuncia di una ragazzina appena 15enne. 
Gli inquirenti temono che il numero delle vittime possa salire e le indagini proseguono. Il modis operandi dell'uomo è sempre lo stesso, non si fa nessuno scrupolo ad aggredire le ragazze di giorno e all'aperto. 
da Vicenza Today 27.08.2015

mercoledì 26 agosto 2015

Bizzotto al vicesindaco di Vicenza Bulgarini d’Elci: "masturbarsi con un crocifisso è arte?"

“E’ quanto mai opportuno che l’oltraggiosa opera “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi” della regista Angélica Liddell venga cancellata dalla rassegna del Teatro Olimpico di Vicenza. Si tratta di uno spettacolo di cattivissimo gusto, un obbrobrio culturale che offende un simbolo sacro e la storia e la cultura della nostra terra, che va tenuto distante da Vicenza e dal teatro Olimpico”.
Lo dichiara l’europarlamentare vicentina della Lega Nord, Mara Bizzotto, intervenendo sulle polemiche sorte sull’opera “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi” della regista Angélica Liddell che andrà in scena a settembre al teatro Olimpico di Vicenza.
“Sbaglia chi, come il vicesindaco di Vicenza Bulgarini d’Elci, continua a perorare la causa di questo spettacolo paventando il pericolo di una censura artistica – continua l’eurodeputata Bizzotto - Qui non si tratta né di censura né di arte: la questione riguarda piuttosto l’evidente mancanza di rispetto per la nostra religione e per un simbolo sacro. E poi, cosa ci sarebbe di artistico in uno spettacolo in cui ci si masturba con il crocifisso? Più che arte, si tratta di un mix di provocazioni, atti oltraggiosi e oscenità che non dovrebbe in alcun modo trovare spazio nell’offerta culturale di una città come Vicenza”.
Nota di Mara Bizzotto, parlamentare europeo Lega Nord

Toscana, profughi in rivolta: "Vogliamo tornare a Trapani a fare l'acquagym in piscina"

In Sicilia i profughi, ospiti di un albergatore che avrebbe dovuto provvedere alla loro sussistenza, lavoravano a nero.
"Fateci tornare a Trapani a fare l'acquagym". Una battuta che ha del grottesco: un gruppo di profughi ospitati in una struttura dell'Appennino pistoiese si sarebbe presentato in Questura per protestare per le condizioni di accoglienza riservate loro.
La vicenda avrebbe avuto inizio oltre un anno e mezzo fa, quando i profughi sarebbero stati ospitati, per venti mesi, in una struttura siciliana che avrebbe messo a loro disposizione addirittura la piscina. Quindi, poche settimane fa, il trasferimento in una struttura di montagna sui rilievi toscani, a Maresca: trasferimento che però non sarebbe stato gradito, al punto da spingere gli immigrati a una protesta che ha del clamoroso.
Lo svela un'inchiesta de La Nazione, che racconta come la cooperativa "Gli altri" di Pistoia abbia deciso di porre un freno alle richieste dei richiedenti asilo: "E’ gravissimo che quei ragazzi siano stati abituati a pensare che l’Italia sia il paese del Bengodi e possano vivere in una eterna vacanza", spiega il reponsabile dell'area intercultura Roberto Niccolai.
Dalla coop toscana rivelano inoltre un altro particolare assai grave: già in Sicilia i profughi avrebbero preso a lavorare in nero, in palese violazione di ogni regola sull'asilo. "Mancano norme serie e una gestione univoca dell’accoglienza - denuncia ancora Niccolai - Nel caso dei profughi di Trapani ora a Maresca, ci troviamo di fronte a una prima accoglienza improvvisata. Quei ragazzi, ospiti di un albergatore che avrebbe dovuto provvedere alla loro sussistenza, lavoravano a nero cinque volte a settimana, un giorno per il loro ospite e un altro pascolando le pecore. Il resto della settimana lo trascorrevano senza fare nulla e senza neppure imparare l’italiano."
Ai 106 ospiti è stato fatto firmare un contratto di accoglienza: "Quando quei ragazzi sono arrivati a Maresca abbiamo spiegato loro che avrebbero dovuto seguire dei corsi d’italiano e professionalizzanti. Diritti, ma anche doveri. Questa è la regola. È chiaro che per loro è stato un trauma", chiosano dalla coop.
Eppure già ci sono i primi problemi: un nigeriano è stato "pizzicato" a lavorare come parcheggiatore abusivo. Pur beneficiando di un programma di accoglienza destinato ai senza reddito, sarebbe riuscito ad inviare in Africa circa 300 euro al mese. Subito è stato allontanato.
di Ivan Francese (Giornale)

Malo (VI). Matrimonio con vista sui rom ed è polemica

MALO. Gli sposi vengono da fuori e scelgono il santuario diocesano della maternità come luogo per giurarsi amore eterno. Ma oltre all’affresco antico della Madonna incinta trovano un camper di nomadi, fra l’imbarazzo degli invitati, fra cui numerosi carabinieri.
«Appena ho ricevuto la segnalazione, ho provveduto a sollecitare l'intervento dei vigili, i quali hanno agito assieme ai carabinieri. Le persone che si trovavano a Santa Libera se ne sono quindi andate. Ora contatteremo il custode e il parroco per chiedere loro di far chiudere, nelle ore notturne, la sbarra di accesso all'area». (...)
Matteo Carollo (GdV 26.08.2015)

martedì 25 agosto 2015

Vicenza. Biciclette rubate ritrovate all'hotel dei profughi

VICENZA. Quattordici biciclette rubate: sono quelle recuperate dai carabinieri di Vicenza e Camisano in via Medici e in via Carducci, rispettivamente nelle vicinanze dell'Hotel Adele e dell'associazione "San Paolo", dove sono ospitati diversi profughi. 
Le bici sono state ritrovate nel corso di normali controlli che gli uomini dell'Arma fanno nelle zone dove si trovano attualmente i richiedenti asilo. Indagini in corso. 
GdV 25.08.2015

"Niente pizza e hamburger": e i migranti bloccano Milano

Un video postato in rete da Alessandro Morelli della Lega Nord aiuta a comprendere le ragioni del blocco di Milano di questa mattina.
Milano bloccata per qualche panino e per un po' di pizza. Alessandro Morelli, consigliere milanese della Lega Nord, ha postato su Facebook un video che mostra uno dei protagonista della rivolta degli immigrati di oggi e che spiega le ragioni che stanno alla base di essa.
Nel filmato, si vede un ragazzo di colore che si lamenta del cibo: "Abbiamo chiesto tante volte del cibo migliore.
Ci siamo lamentati cento volte del cibo che ci danno qui, ma a loro non gliene frega niente. Per esempio abbiamo chiesto più volte ma non siamo mai riusciti ad ottenere una pizza o un hamburger".
Il ragazzo di colore che parla ha su degli occhiali da sole a fascia e uno smanicato. È ben vestito. "Il pane è duro.
Non è buono. Il menù è da rifare completamente. Se andassi al ristorante con i miei amici mangeremmo sicuramente meglio di quello che mangiamo qui".
di Andrea Riva (Giornale)

lunedì 24 agosto 2015

Vicenza. Aspetta da 6 anni status di rifugiato. E intanto spaccia

VICENZA. Denunciato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio; una decina di grammi di marijuana e poco più di tre di hashish, per la precisione, dopo un controllo della polizia nei pressi di Campo Marzo. E fino a qui non ci sarebbe poi nulla di tanto strano. Anche perché si tratta di un immigrato nigeriano a Vicenza senza fissa dimora e regolare permesso di soggiorno. Ma è proprio sul permesso di soggiorno che il caso si fa interessante. Sì, perché il migrante, fermato dagli agenti delle volanti venerdì sera intorno alle 23, risulta essere in Italia dal 2009 e più o meno da quella data essere in attesa dell´esito del ricorso da lui avanzato dopo che la commissione, a Bari, gli aveva negato lo status di rifugiato da lui richiesto.
Insomma facendo due rapidi conti, il nigeriano, classe 1988, da sei anni vaga per il nostro Paese, senza lo straccio di un documento, avendo alla fine eletto Vicenza sua città d´adozione. Risolto quindi il problema della "residenza", è passato alla seconda fase, ovvero la ricerca di un lavoro. Che ha prontamente trovato a Campo Marzo: lo spacciatore. Gli agenti della questura ormai lo conoscono meglio di un parente che magari vedono saltuariamente. Lui è più o meno sempre nella stessa zona. Con la sua bici fa la spola da una parte all´altra della città. Va a rifornirsi della roba (hashish ed "erba") per poi rivenderla al dettaglio. Lo stava facendo anche venerdì, seduto su una panchina con altri amici vicino al parco giochi di via Ippodromo. Alla vista degli uomini in divisa due si sono alzati e sono scappati credendo che gli agenti li seguissero. Invece loro non hanno mangiato l´esca e si sono diretti verso quello rimasto seduto. E infatti, bingo. Nel cestino della sua bicicletta aveva un pacchetto di sigarette pieno di piccoli ovuli di marijuana e di hashish. Droga sequestrata e lui in questura per il fotosegnalamento di rito. E la conferma di quei documenti che non ha e che nemmeno otterrà mai. A Bari, la prima città dove è stato accompagnato dopo lo sbarco, la commissione gli ha già bocciato la sua richiesta. Per i commissari non sarebbe scappato da nessuna guerra e la sua vita non sarebbe mai stata realmente in pericolo. Lui però ha fatto ricorso. E in attesa di giudizio, spaccia.
Matteo Bernardini (GdV 23.08.2015)

domenica 23 agosto 2015

Criminalità da Vicenza a Treviso, Zaia: "Pretendiamo sicurezza, basta paga e taci"

"Rapinatori violenti al Toys di Treviso che picchiano una commessa; rapinatore violento che punta una pistola sulla faccia di un gioielliere di Jesolo; spacciatori presi grazie all'abnegazione di Forze dell'Ordine allo stremo sia di organici che di mezzi e subito liberati grazie a leggi colabrodo; quattro case con gli abitanti dentro visitate dai malviventi a Rossano, nel vicentino. Quattro situazioni particolarmente vistose, ma oggi ne contiamo una ventina in tutto il Veneto, che testimoniano come la morsa della criminalità continui a stringere il Veneto e i Veneti, mentre Roma guarda, inerme, distaccata, colpevolmente assente".
Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia torna oggi a lanciare l'allarme criminalità, di fronte all'intensificarsi dei reati su tutto il territorio.
"Il quadro è sempre più fosco - incalza Zaia - e i delitti sono sempre più efferati: sempre più spesso la violenza si abbatte non solo sui beni, ma anche sulle persone. Fa rabbia e schifo dover registrare poi che sempre di più le vittime sono quelle più indifese, a cominciare dagli anziani, dalle donne che lavorano negli esercizi commerciali, dalle famiglie nella propria casa, sorprese spesso nel sonno". "E Alfano che fa? - si chiede Zaia - rilascia dichiarazioni forcaiole con la faccia truce ma poi non fa seguire un fatto che sia uno. Il Veneto e i Veneti - dice Zaia - ricordano all'impero romano che gli mandano ogni anno 21 miliardi di tasse delle quali nemmeno un euro torna sul territorio. Il Veneto e i Veneti non chiedono più, adesso pretendono, la sicurezza che meritano: più Carabinieri, più Poliziotti, più Finanzieri, l'Esercito a presidiare strade, borghi e parchi dello spaccio. Se devono fare spending review comincino dal buco miliardario della Sicilia, che qui siamo stufi di subire tagli ai servizi per pagare gli sprechi altrui. Qui da noi - conclude il Governatore - l'andazzo storico del paga e taci è definitivamente chiuso".
Giunta Regione Veneto

venerdì 21 agosto 2015

Il funerale di Casamonica: Roma, la città dove persino le crune degli archi si trasformano in archi di trionfo per i boss

Il pacchiano e milionario (sacrilego?) funerale di Vittorio Casamonica a Roma, boss romano e rom della famiglia omonima, sta facendo discutere in tutto il mondo ed è diventato un caso politico. Sull'argomento, riceviamo e pubblichiamo il commento del presidente del Consiglio regionale del Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti.
"E' più facile a un cammello passare per la cruna d'un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio", figuriamoci se poi il ricco è tale perché boss del mercato della droga e dell'usura. Macché, a Roma si riesce persino a riscrivere il Vangelo.
Credo che le esequie del boss dei Casamonica, cosca di origini nomade che controlla lo spaccio di stupefacenti e una buona fetta dell'usura a Roma, sia un caso emblematico del disastro morale capitolino. Quello che è definito dalla stampa romana come il capo di una cosca mafiosa è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio da una banda musicale che lo accoglie nella chiesa del Tuscolano dedicata a Don Bosco suonando ile note del Padrino: per uno che s'avvia verso la Casa del Padre, il Padrino è un bel segnale. Davanti la chiesa una gigantografia con su scritto "Vittorio Casamonica: Re di Roma" e il fotomontaggio combina l'immagine del "re degli zingari" con una Croce e il Colosseo, con quel richiamo evidente alla Via Crucis celebrata dal Papa nel Venerdì santo. Evidentemente il "re di Roma e degli zingari" gode di alta stima tra i suoi amici e sostenitori, certi che, come spiega un altro manifesto, "Hai conquistato Roma, ora conquisterai il Paradiso" e lo stesso celebrante non sembra dubitarne affatto tanto da assicurare che Cristo "aspetta a braccia aperte questo fratello". Sorge il sospetto che dalle parti di quel Paradiso a cui accenna il prete del Tuscolano le crune degli aghi devono essere di dimensioni ragguardevoli. All'uscita della chiesa, per quanto non ne sia all'altezza, la banda intona tra una stecca e l'altra l'Introduzione del poema sinfonico "Così Parlò Zarathustra" di Strauss, il celeberrimo brano che apre "2001 Odissea nello Spazio" e dal cielo un elicottero sparge sulla folla petali di rosa: per quanto straziate le note di Strauss, nel citare il film di Kubrick o l'inizio della "Storia Pazza del Mondo" di Mel Brooks, diventano una sorta di ironia involontaria che non riesce tuttavia a scacciare lo sgomento e l'amarezza.
Questa, che accoglie un boss della malavita come un beato, è la stessa chiesa che nelle scorse settimane dava lezioni di etica e morale a proposito dell'accoglienza e non più tardi di qualche giorno fa aveva vietato la preghiera degli Alpini per toni da alcuni ritenuti provocatori e guerreschi? Ma siamo a Roma, a Roma nello stesso giorno in cui viene annunciata la data del maxiprocesso Mafia Capitale, nella città Santa, dove strutture ecclesiastiche gestiscono 297 case per ferie, molte delle quali non pagano le tasse o hanno contenzioso tributario per decine di milioni, con circa 13 mila posti letto, disponibili ad accogliere a braccia aperte ovviamente le maggiori Carte di credito. In questa città, per un boss della malavita le crune degli aghi vengono trasformate in archi trionfali. Chissà cosa diranno quei preti che ogni giorno, ovunque nel mondo, si dannano l'anima per assolvere ai loro compiti, aiutare i poveri e dare accoglienza a poveri cristi qualunque: sono questi preti, i loro collaboratori, i consigli pastorali e tanta gente che onestamente ogni giorno, tra catechismo, assistenza, animazione e tanto impegno ad essere offesi da questa pantomima assurda nella città il cui vescovo arriva dall'altra parte del mondo e ha scelto il nome di Francesco.
da VicenzaPiù

Lavori ai profughi, Comitato "Prima Noi": "Sono clandestini, che vadano a casa"

Da Bassano del Grappa a Vicenza si sta pensando di occupare il tempo dei profughi con quelli che un tempo venivano definiti lavori socialmente utili. Il comitato di cittadini "Prima Noi" nato nell'Alto vicentino contro la presenza degli stranieri e salito alla ribalta in queste settimane per aver bloccato a Velo d'Astico assieme ad alcuni residenti della frazione l'ingresso in una abitazione privata ad alcuni africani, oltre che per le continue segnalazioni di "immigrati in fuga lasciati a bivaccare per le strade dei nostri paesi", non ci sta e lancia una stoccata ai sindaci "complici di un Governo incapace di gestire la questione immigrazione".
"Riteniamo che il documento proposto da alcuni sindaci con il quale la Prefettura dovrebbe distribuire un immigrato ogni mille abitanti sia una baggianata di natura squisitamente politica utile solo a gettare fumo negli occhi dei cittadini, allo stesso modo - proseguono i rappresentanti del comitato - fare lavorare i falsi profughi è una sovrana ingiustizia verso quei concittadini disoccupati che in mancanza d'altro lavorerebbero volentieri al posto degli immigrati pur di guadagnare qualche euro".
"Se sulla carta può sembrare giusto far lavorare questi immigrati cui diamo gratuitamente servizi e ospitalità che la nostra gente nemmeno si sogna - sottolineano da Prima Noi - consideriamo inaccettabile che siano spese ulteriore risorse a beneficio di stranieri che solo i servi di regime possono ancora definire profughi visto che abbiamo a che fare sopratutto con immigrati clandestini". Dal comitato Prima Noi arriva quindi l'annuncio di una serie di azioni volte a disturbare non solo l'arrivo degli immigrati ma il lavoro delle cooperative che gestiscono il business dell'accoglienza: "Le istituzioni governative devono comprendere che non possono passare sempre sopra la testa della gente, perché è palese che i veneti e i vicentini sono sì ospitali ma non sono disposti a farsi prendere per i fondelli ulteriormente".
Comitato "Prima Noi"

giovedì 20 agosto 2015

Report immigrazione: ‘Il triplo dell’anno scorso’

Per la prima volta il numero di migranti registrati ai confini dei paesi Ue nel luglio di quest’anno ha superato la soglia delle 100.000 unita’ in un singolo mese. 
Lo dicono i dati diffusi oggi dall’agenzia Ue per il controllo delle frontiere, Frontex, che riferisce di una “pressione senza precedenti sulle autorita’ per il controllo delle frontiere in Grecia, Italia e Ungheria”. 
Per la precisione sono 107.500 i migranti giunti alle frontiere dell’Unione Europea lo scorso luglio (il terzo incremento consecutivo mensile), oltre il triplo rispetto al luglio del 2014 mentre, nel complesso, dall’inizio dell’anno nell’Ue si sono registrati circa 340.000 arrivi, cifra di molto superiore al totale degli arrivi avvenuti nello scorso anno.
La maggior parte degli sbarchi di un mese fa sono stati segnalati nelle isole greche di Lesbos, Chios, Samos e Kos (circa 50.000), mentre in Italia gli arrivi hanno superato le 20.000 unita’ a luglio, portando il numero di arrivi totali nel paese dall’inizio dell’anno a 90.000. Secondo i dati forniti da Frontex, la maggior parte dei migranti che sbarcano in Italia sono eritrei e nigeriani e nel 90% dei casi arrivano dopo essere partiti dalla Libia. In aumento sono anche i migranti che arrivano nell’Ue attraverso la rotta balcanica. 
(AGI)

Salvini: ‘Umanità per i profughi? Giusto, ma stessa attenzione per italiani in difficoltà’

“Non ce l’ho con i vescovi, ma con un vescovo, questo Galantino. Non ho criticato Mattarella, ho aggiunto qualcosa al suo pensiero, perché Mattarella ha detto che bisogna avere umanità nei confronti dei profughi. Più che giusto; mi piacerebbe la stessa attenzione, la stessa umanità ad esempio nei confronti di quei quattro milioni di italiani senza lavoro, alcuni dei quali vittime della legge Fornero, difesa dallo stesso Capo dello Stato”. Lo ha detto al Gr1 Rai il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
Debora Serracchiani l’accusa di essere il problema e non la soluzione… “Se il problema dell’Italia fosse Salvini – ribatte il segretario della Lega Nord – me ne vado domani e gli italiani sono tutti felici e contenti. Temo che il problema dell’Italia sia un governo assolutamente incapace”.
Salvini parla infine anche della serrata di tre giorni lanciata per la ripresa autunnale, proposta che non ha raccolto molte adesioni. Come pensa di convincere Berlusconi? “Più che dei partiti – ha risposto – mi interessa la reazione dei cittadini, che stanno morendo di tasse. Io spero che chi è all’opposizione di Renzi ci dia una mano, che si torni a votare e si faccia finalmente qualcosa, e spero che Berlusconi sia della partita”. 
(adnkronos)

Padova. Immigrato dal Mali assale una minorenne

PADOVA. I carabinieri di Padova hanno arrestato un 22enne del Mali per violenza sessuale. Il giovane, in un Comune del Padovano, ha avvicinato in bicicletta una minorenne che stava camminando in strada per poi baciarla e palpeggiarla. Immediatamente sono scattate le manette, non appena la ragazza è riuscita a divincolarsi, a scappare e chiedere aiuto al padre, che ha chiamato i carabinieri. L’uomo era arrivato a Lampedusa dal Nord Africa a bordo di un gommone. Ancora incorso indagini per capire dove dimorasse nel Padovano.
GdV 20.08.2015

mercoledì 19 agosto 2015

Vicenza, nomade in tribunale con un coltello: "La prossima volta torno con la pistola"

Una 58enne era andata con tutta la famiglia ad assistere al processo della figlia per tentato furto, ma è stata trovata dalla security in possesso di un coltello. Dopo la denuncia lo sfogo: "Torno con una pistola"
Una 58enne è stata fermata dalla sicurezza del tribunale di Vicenza con un coltello nella borsa: con la security prima si è giustificata dando la colpa al nipotino, poi, è passata lle minacce: "La prossima volta porto la pistola".
Come riportato da il Giornale di Vicenza, il fatto è avvenuto alle 12.30 di lunedì, la donna, una nomade, voleva assistere con tutta la famiglia al processo per direttissima della figlia accusata di tentato furto. Quando il metal detector ha segnalato la lama, nascosta all'interno di un foulard, lei ha prima tentato di nasconderlo  e poi, accompagnata all'interno degli uffici della polizia giudiziaria si è giustificata dando la colpa al nipotino che senza pensarci avrebbe nascosto l'arma a sua insaputa. La giustificazione, però, non è servita ad evitarle la denuncia per porto abusivo di armi e le pratiche di identificazione.  Solo a quel punto sono scattate le minacce.
Con la nomade il conto delle persone fermate dalla sicurezza del tribunale con un arma, sempre un coltello, sale a 5. In un caso un vicentino aveva nelle tasche un caricatore con sette colpi al suo interno.
da Vicenza Today

Case private a profughi, l'altolà del Comune: "Ci vuole un permesso"

In Lombardia un sindaco pone fine agli arrivi selvaggi: "Prima di accettare nuovi arrivi dalle Prefetture privati e associazioni dovranno chiederci il nulla osta"
Volete accogliere i profughi nelle strutture private? D'ora in poi dovrete chiedere prima l'approvazione del Comune.
È questa la singolare novità approvata settimana scorsa dal consiglio comunale di Salvirola, in provincia di Cremona.
Come riporta il giornale locale La Provincia di Cremona, l'amministrazione municipale ha deciso di regolamentare l'accoglienza sul territorio, cercando di porre un freno alle assegnazioni dei richiedenti asilo stabilite direttamente con un accordo tra Prefetture, privati e associazioni.
Salvirola sono attualmente ospitati 17 migranti da più di un anno. Nonostante sino ad ora non si siano mai registrati problemi di convivenza tra profughi ed abitanti, il comune ha deciso di chiedere alla prefettura di non assegnare ulteriori arrivi al Comune senza aver consultato sindaco e consiglio, diffidando contestualmente i privati dal concedere strutture private senza previo consenso da parte del municipio.
Come a dire: gli enti locali non sono più disposti a subire passivamente l'allocazione dei profughi, ma vogliono poter dire la loro.
di Ivan Francese (Giornale)

martedì 18 agosto 2015

Profughi a Caldogno (VI): "No del Comune ad alloggi in Piazza Europa"

L'Amministrazione comunale di Caldogno è fortemente critica sulla gestione dell'emergenza profughi da parte del Governo Italiano. "Non possono essere sempre i Sindaci a trovarsi in prima linea", afferma il vicesindaco Nicola Ferronato. L'ulteriore invio di profughi nel vicentino fa dire al Prefetto che "nessuno potrà dirsi escluso dall'accoglienza dei migranti".
E Ferronato commenta: "Non siamo d'accordo perché questa emergenza è spesso gestita come un parcheggio in divieto di sosta e di fermata, che sembra dimostrarsi conveniente solo ad alcuni".
"L'amministrazione di Caldogno non condivide le modalità e l'individuazione dei luoghi in cui i profughi sono "parcheggiati", prosegue il vicesindaco Ferronato : "Le strutture individuate dalla Prefettura dovrebbero essere verificate con attenzione e questo dovrebbe essere fatto da uffici tecnici in tempi e modi consoni".  "Inoltre come amministrazione comunale", annuncia Ferronato, "saremo assolutamente contrari se, come si paventa, in paese a Caldogno (e più precisamente in Piazza Europa) sorgesse per "merito" di privati, una casa di accoglienza per profughi: il luogo è sicuramente inadatto per questa forma di assistenza", sottolinea il vicesindaco. "Siamo e restiamo sicuramente sensibili nei confronti di questo problema", conclude Nicola Ferronato, "ma lo dobbiamo e vogliamo affrontare nel rispetto assoluto dei nostri cittadini".
Comune di Caldogno

lunedì 17 agosto 2015

Il pallottoliere del Viminale dà i numeri: reati su, risorse giù

A leggere le dichiarazioni del ministro Alfano i reati sono in calo e l'Italia è un paese sicuro. Ho riletto precedenti dichiarazioni del ministro degli Interni: i reati dal febbraio 2014 sono sempre in netta e decisa diminuzione. Come sanno gli studiosi di criminalistica le statistiche ufficiali sono autoreferenziali, difficilmente attendibili, spesso non contemplano tutte le tipologie di reato.
Basta poco per presentare un quadro positivo: reati per i quali non esistono sanzioni penali nella maggioranza dei casi non vengono computati e in Italia proprio il governo Renzi ha depenalizzato reati con pene inferiori ai cinque anni, tra cui tutta una serie di frodi, l'appropriazione indebita, lo stalking e via dicendo: facile abbattere il numero dei crimini e restituire così uno scenario positivo in cui lo stato dimostra di avere la situazione sotto controllo.
Gli studi del Censis presentano uno scenario ben diverso dal quadro idilliaco del Ministro degli Interni: in Italia c'è un furto in abitazioni ogni due minuti. Negli ultimi dieci anni l'incremento dei furti in Veneto vede dei picchi devastanti: Padova (+143,3%), Venezia (+120,9%), Verona (+103,4%). In aumento nel decennio del 195.45% le rapine nelle abitazioni. Nelle indagini del Censiscolpisce l'allarme lanciato a maggio scorso per la Capitale: a Roma negli ultimi tre anni (2010-2013) i borseggi sono aumentati del 75% (molto più della media nazionale, pari a +43,7%), i furti nei negozi del 29,5% (+15,2% in Italia), i furti sulle auto in sosta del 20,6% (+5,1% il valore medio del Paese). La capitale è tale anche nello spaccio di droga: nell'ultimo triennio questi reati sono aumentati del 43,4% contro una media nazionale pari solo a +3,3%.
Secondo la Cgia di Mestre lo scenario dei furti nei negozi è altrettanto allarmante: negli ultimi 10 anni i furti nei negozi e nelle botteghe artigiane sono aumentati del 165,5%. Nel 2013 si sono verificati mediamente 286 tra furti e spaccate al giorno; praticamente uno ogni cinque minuti. In Veneto l'incremento nel decennio è del 158,3%. Il 77% di questi reati in Italia rimane impunito.  Nelle stesse ore in cui il ministro degli Interni sabato scorso parlava di controllo ottimale del territorio Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap spiegava che "Quando il ministro Alfano ripete a ogni piè sospinto che le forze dell''ordine garantiscono il controllo del territorio, nella migliore delle ipotesi è disinformato. Dati alla mano, sono meno di 24.000 i mezzi a disposizione della Polizia di Stato, un terzo in riparazione costante". E a questo scenario desolante andrebbero aggiunti gli organici insufficienti con una carenza stimata attorno alle 40 mila unità, le dotazioni tecnologiche scadenti o inesistenti, ma anche scarsità di munizioni, divise e benzina: bastano queste note per comprendere perché sia crollata l'azione di prevenzione e di lotta al crimine.  Del resto, molti poliziotti e personale delle forze dell'ordine, vivono una situazione di profonda frustrazione, perché vedere liberati nel volgere di poche ore delinquenti, spacciatori, violenti, ladri, che non di rado poi minacciano chi li aveva arrestati, non è esattamente confortante né motivante.  Il pallottoliere del Viminale dà i numeri: come per altre statistiche, specie in economia, a smentire i dati del governo ci pensa la realtà quotidiana. L'Italia non è un Paese sicuro, ma un posto dove troppi criminali non vengono perseguiti né puniti, troppi clandestini la fanno franca e la malavita organizzata controlla intere regioni.
di Roberto Ciambetti

La tempesta perfetta: flussi migratori, cittadini ed enti locali lasciati soli

Quanti sono i rifugiati e profughi che hanno diritto di asilo in Italia? Secondo le statistiche internazionali al 2014 i dati erano i seguenti: 13.357 Eritrei, 12.213 Somali, 8.991 Afghani, 6.293 Nigeriani, 5.764 Pakistani, 5.552 dal Mali ai quali vanno infine aggiunti 813 apolidi. Il totale è di 52.983 rifugiati e profughi arrivati in Italia nel corso degli anni e ufficialmente censiti.
Le statistiche ufficiali del Ministero dell'Interno dicono che nel 2014 sono arrivati in Italia 170.100 immigrati, cioè tre volte il numero dei veri rifugiati e solo in Sicilia, da gennaio al 6 agosto 2015, si sono contati 67.223 immigrati sbarcati. E' evidente che buona parte degli immigrati giunti in Italia non sono né profughi, né persone che possono chiedere asilo: si tratta di immigrati. Non è una questione lessicale: il diritto internazionale ci dice che abbiamo l'obbligo di ospitare profughi e richiedenti asilo. Nessuna norma del diritto internazionale impone di ospitare, accogliere e assistere immigrati. 
Altra spinosa questione che sta emergendo: il rapporto tra immigrazione, clandestinità e reati: molti studi ci spiegano che i reati commessi  in Italia sono inferiori per numero a quelli commessi dagli stessi italiani. Mi limiterò a prendere il dato ufficiale del 2012, prima dell'ondata di arrivi registrati nel 2014 che hanno portato ad una impennata nelle cifre: nel 2012 le denunce a carico degli immigrati furono 241.450. Quelle contro gli italiani - comprese le liti condominiali - circa 642.992: il rapporto è circa 1 su 3, cioè le denunce imputate agli italiani erano il triplo rispetto a quelli degli stranieri, ma è anche vero che gli italiani, al dicembre 2012, erano circa 55 milioni e gli stranieri 4 milioni: in proporzione al peso demografico è indubbio che la propensione a delinquere sia ben maggiore tra gli immigrati, tanto che i detenuti nel gennaio 2012 erano 42.723 italiani e 24.174 stranieri. Il problema dei flussi è andato ad innestarsi in un tessuto sociale già profondamente segnato dalla crisi economica, che vede quelle regioni a forte presenza extracomunitaria, come il Veneto, in difficoltà: negli stessi anni in cui il governo non riusciva a gestire il problema dei flussi migratori, venivano meno gli aiuti economici, i sussidi e l'assistenza del welfare mettendo sotto tensione l'intero tessuto della rete sociale e troppe famiglie italiane che non arrivano alla fine del mese. Contestualmente, per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, il governo Renzi dispose la depenalizzazione di 112 tipologie di reato puniti fino a un massimo di 5 anni di pena: il risultato è quello di aver rimesso in giro non pochi delinquenti ma ancor più diffuso una cultura dell'impunità di cui si fanno forti troppi delinquenti, italiani come stranieri. Proprio l'incapacità di far rispettare le leggi e le norme più semplici dell'educazione è un punto debolissimo del sistema Italia . Aggiungiamo lo scaricabarile governativo, che ha fatto ricadere ogni problema su sindaci, prefetti, Presidenti di regioni e s'è lavato le mani, salvo finanziare un meccanismo assistenziale su cui s'è innestato un business in alcuni casi decisamente immorale. Enti locali, cittadini lasciati soli. La miscela di questi fattori è a dir poco esplosiva. Come si vede, ci troviamo nella tempesta perfetta e questa volta non è una conseguenza di casualità o di fenomeni imprevedibili: siamo stati spinti verso la tragedia. E c'è ancora chi fa finta di non vedere e capire i rischi che ciò determina.
di Roberto Ciambetti