lunedì 24 agosto 2015

Vicenza. Aspetta da 6 anni status di rifugiato. E intanto spaccia

VICENZA. Denunciato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio; una decina di grammi di marijuana e poco più di tre di hashish, per la precisione, dopo un controllo della polizia nei pressi di Campo Marzo. E fino a qui non ci sarebbe poi nulla di tanto strano. Anche perché si tratta di un immigrato nigeriano a Vicenza senza fissa dimora e regolare permesso di soggiorno. Ma è proprio sul permesso di soggiorno che il caso si fa interessante. Sì, perché il migrante, fermato dagli agenti delle volanti venerdì sera intorno alle 23, risulta essere in Italia dal 2009 e più o meno da quella data essere in attesa dell´esito del ricorso da lui avanzato dopo che la commissione, a Bari, gli aveva negato lo status di rifugiato da lui richiesto.
Insomma facendo due rapidi conti, il nigeriano, classe 1988, da sei anni vaga per il nostro Paese, senza lo straccio di un documento, avendo alla fine eletto Vicenza sua città d´adozione. Risolto quindi il problema della "residenza", è passato alla seconda fase, ovvero la ricerca di un lavoro. Che ha prontamente trovato a Campo Marzo: lo spacciatore. Gli agenti della questura ormai lo conoscono meglio di un parente che magari vedono saltuariamente. Lui è più o meno sempre nella stessa zona. Con la sua bici fa la spola da una parte all´altra della città. Va a rifornirsi della roba (hashish ed "erba") per poi rivenderla al dettaglio. Lo stava facendo anche venerdì, seduto su una panchina con altri amici vicino al parco giochi di via Ippodromo. Alla vista degli uomini in divisa due si sono alzati e sono scappati credendo che gli agenti li seguissero. Invece loro non hanno mangiato l´esca e si sono diretti verso quello rimasto seduto. E infatti, bingo. Nel cestino della sua bicicletta aveva un pacchetto di sigarette pieno di piccoli ovuli di marijuana e di hashish. Droga sequestrata e lui in questura per il fotosegnalamento di rito. E la conferma di quei documenti che non ha e che nemmeno otterrà mai. A Bari, la prima città dove è stato accompagnato dopo lo sbarco, la commissione gli ha già bocciato la sua richiesta. Per i commissari non sarebbe scappato da nessuna guerra e la sua vita non sarebbe mai stata realmente in pericolo. Lui però ha fatto ricorso. E in attesa di giudizio, spaccia.
Matteo Bernardini (GdV 23.08.2015)

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