lunedì 6 ottobre 2014

Zaia smarca il Veneto dalle sanzioni Ue anti-Russia


Il Governatore: «L'embargo di Mosca ai nostri prodotti è l'effetto di politiche vergognose che stanno uccidendo la nostra economia. Non baratteremo il futuro con i capricci di Roma».
«Non baratteremo la vita della nostra gente e il futuro del Veneto con i capricci di Roma». Luca Zaia sfida le sanzioni imposte alla Russia dalla Ue per la crisi in Ucraina e subito messe in pratica dal governo Renzi. Una mossa che ha provocato l'immediata reazione di Mosca, con l'embargo per i prodotti europei. Risultato: l'economia del Veneto, ma anche quella di molte altre Regioni, si è trovata dall'oggi al domani privata di un mercato molto ricco per alcune nostre esportazioni. L'effetto ultimo di questo domino giocato sulle teste dei cittadini è un danno colossale per le aziende, ancora più grave nell'attuale recessione.
«La Regione Veneto si svincolerà dalle sanzioni contro la Russia a seguito dell'embargo» ha annunciato il Governatore del Veneto a Fanzolo di Vedelago, nel Trevigiano, dov'era in corso la manifestazione "Caseus veneti" che vede in concorso i migliori formaggi della regione. Proprio questi sono fra i prodotti maggiormente colpiti dal blocco delle esportazioni in Russia. Zaia ha poi anticipato che le misure saranno assunte dalla Giunta regionale la prossima settimana.
«In Veneto abbiamo 160 mila aziende agricole con un fatturato di 6 miliardi l'anno. Siamo la seconda regione agricola dell'Italia - ha sottolineato -. La regione merita di continuare ad avere il suo mercato d'eccellenza che è proprio quello russo». Secondo il Governatore veneto, «l'embargo imposto dall'Europa all'Italia è vergognoso, perché mette in difficoltà l'intero settore primario. Come Veneto abbiamo pertanto deciso di chiamarci fuori». Una forma di «obiezione commerciale» che prevede l'adozione di misure straordinarie per difendere le esportazioni. Zaia non ha però voluto scoprire le carte delle iniziative che la Giunta prenderà a breve. «In queste settimane di embargo il Veneto sta soffrendo - conferma Zaia alla Padania - non solo sul piano commerciale, ma anche perché si è interrotto un fil rouge culturale e sociale che è sempre stato vivo con la comunità russa. E dobbiamo subire tutto questo perché quattro improvvisati a Roma si sentono grandi al punto da dichiarare guerra alla Russia...». Il Governatore rimarca quindi come sul piano economico «sono in gioco parecchi milioni di euro. Il Veneto è il più grosso distretto del mobile per la Russia. Poi ci sono l'hi-tech e il fashion: Diesel, Replay, e non dimentichiamo Luxottica, sono tutti marchi nostri. In più c'è l'agroalimentare. Insomma, l'attuale situazione è un bagno di sangue».
Sulla fattibilità del "piano di riserva" Zaia ostenta sicurezza. «Da quattro anni porto avanti lo slogan "prima il Veneto". Non mancheranno novità anche su questo fronte». In effetti, è tipo che quando dice una cosa, la fa. Lecito dunque aspettarsi un «contropiede veneto» sulla partita. «Come Veneto torneremo a dialogare con la Russia, che è un nostro mercato d'elezione, per difendere anche i nostri formaggi» ribadisce Zaia.
L'atto della Giunta sarà in linea con il protocollo d'intenti condiviso nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio veneto, Clodovaldo Ruffato, dall'assessore all'Economia e sviluppo, Maria Luisa Coppola, dal presidente della commissione Relazioni internazionali,Nereo Laroni, e dai rappresentanti delle associazioni delle categorie del settore agroalimentare (Confagricoltura, Coldiretti, Cia) e della grande distribuzione (Confcommercio, Federdistribuzione, Unicom, Aspiag service, Commerciale Brondolan, Alì, Gruppo alimentare Rossetto, Supermercati Cadoro).
Il documento prevede che per tutelare e promuovere i prodotti agroalimentari veneti la Regione intervenga presso il governo nazionale e gli organismi europei affinché vengano valutati gli effetti negativi dell'embargo sull'economia e sull'occupazione in Veneto. Inoltre prevede azioni di sensibilizzazione dei consumatori e proposte progettuali da elaborare in collaborazione con le imprese del settore agroalimentare e del commercio al dettaglio e della grande distribuzione e sostenute con risorse finanziare regionali, statali e comunitarie. 

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