lunedì 13 ottobre 2014

Zaia: Mare Nostrum porterà a una guerra tra poveri

Dopo Treviso e Vicenza, "insorge" Padova: gli abitanti temono conseguenze per la salute. Il Governatore ai prefetti: «Inviate a Roma la voce del popolo anziché eseguire gli ordini».
Una guerra tra poveri tra veneti vessati dalla crisi e immigrati attirati nel nostro Paese da false promesse. È lo scenario a breve termine tracciato dal Governatore del Veneto, Luca Zaia, tornato ad intervenire sulla situazione determinata in Veneto dal continuo affluire di sedicenti profughi "accompagnati" sulla Penisola dal'operazione Mare Nostrum. «I giorni passano inesorabili, i migranti continuano a morire durante le traversate, quelli che arrivano sono trattati al massimo come pacchi postali, nei territori, abbandonati a sé stessi, cresce l'allarme sociale che pian piano diventa anche paura. Vogliono una guerra tra poveri? Tra i Veneti stremati dalla crisi e i profughi attratti qui da false speranze e dalla mafia degli scafisti? Ci stanno riuscendo perfettamente» è l'analisi di Zaia, che così riassume la situazione nella sua regione: «La scorsa settimana i sindaci del Trevigiano tranne due hanno detto no ad altri arrivi e nel Vicentino è scattato l'allarme full. Oggi l'allarme arriva dal Padovano: altri profughi a Battaglia, Montagnana e Rovolon e gli abitanti minacciano di insorgere ed esprimono timori sul piano della sicurezza sanitaria. Roma e Bruxelles che fanno? Sinora hanno solo parlato, hanno deciso di chiamare Triton Mare Nostrum, si sono detti che il problema è europeo, mentre i Paesi Ue chiudevano le frontiere e l'Italia veniva giorno dopo giorno trascinata nel caos da una gestione renziana a dir poco dilettantistica di un problema planetario con importanti risvolti di salute pubblica».
Il Governatore ribadisce: «Sto con i sindaci che dicono no, un no ben motivato e lontano anni luce da motivazioni razziste. Capisco e condivido le preoccupazioni della gente: esorto gli amministratori locali a portarle sui tavoli delle Prefetture, perché i rappresentanti dello Stato sul territorio non si limitino a eseguire ordini mal dati e farraginosi, ma inviino a Roma la voce del popolo. Prima o poi qualcuno dovrà ascoltare, e quanto prima fare».
Per quanto riguarda Renzi, «se conta qualcosa anche quando non va a portare alla Merkel i compitini da sei meno meno, pesti i pugni e costringa Bruxelles ad aprire un vero tavolo europeo di solidarietà, dove ogni Stato membro si accolli l'accoglienza per quota parte. È al momento l'unica via d'uscita praticabile. L'alternativa è la tensione sociale che, se non trova risposte, nessuno sa dove possa arrivare».
«Ai cittadini veneti - conclude Zaia - dico che sul piano della salute pubblica possono stare tranquilli, perché non ci fidiamo di un'occhiata sulle navi, e abbiamo attivato un nostro protocollo di prevenzione e profilassi che tutte le Ullss stanno attuando, a garanzia di tutti. Non è poco, è il massimo che possiamo fare, oltre che condurre una battaglia di idee perché l'Italia e l'Europa si rendano conto del baratro verso il quale ci stanno portando».
«Ai cittadini veneti - conclude Zaia - dico che sul piano della salute pubblica possono stare tranquilli, perché non ci fidiamo di un'occhiata sulle navi, e abbiamo attivato un nostro protocollo di prevenzione e profilassi che tutte le Ullss stanno attuando, a garanzia di tutti. Non è poco, è il massimo che possiamo fare, oltre che condurre una battaglia di idee perché l'Italia e l'Europa si rendano conto del baratro verso il quale ci stanno portando».

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