venerdì 4 luglio 2014

Via dal dormitorio per far posto ai profughi, la Lega: «Vergogna!»


Salvini sulla vicenda di Antonio di Salvo, il senzatetto milanese che da dieci giorni vaga in cerca di un letto perché il suo posto è stato assegnato a un eritreo. L'indignazione popolare convince anche il Comune a rimediare.
Sfrattato da un dormitorio. Perché bisognava lasciare spazio ai profughi eritrei. E lui, Antonio Di Salvo, 56 anni, residente a Milano, costretto a dormire nella sala d'attesa dell'aeroporto di Linate. Una storia come tante, purtroppo. Nella Milano di Giuliano Pisapia una storia ordinaria. 
Sono centinaia i milanesi che si sentono rispondere «non c'è posto» nei dormitori della città, sia in quello comunale di viale Ortles, sia nelle strutture convenzionate. Tutto occupato, perché prima bisogna fare spazio agli altri, siano essi profughi eritrei, siriani, immigrati marocchini o rumeni. La società multirazziale è questa, non quella che esiste solo nella testa della sinistra.
«Chiedo solo un posto per dormire», dice Antonio che da dieci giorni vaga per la città con la sua stampella (residuo di un'operazione all'anca), una busta con i pochi vestiti e uno zainetto con dentro le medicine. «Lavoravo come magazziniere ma non ho ancora accumulato abbastanza anni di contributi per poter andare in pensione», spiega. Due figli, divorziato, «c'è voluto un attimo a perdere tutto». Una crisi aziendale, un divorzio, gli alimenti da pagare e si passa da una condizione «normale» alla strada.
La crisi economica causa anche questo. Il tutto aggravato da amministrazioni come quella di Pisapia, incapace di dare risposte ai bisogni emergenti. Così, Antonio, è stato cacciato dal dormitorio gestito dalla Fondazione Fratelli di San Francesco d'Assisi Onlus «per fare posto ai profughi». Ente che ora si difende: «Antonio è stato ospite per diversi anni della casa e a lui, come ad altri, è stata offerta la disponibilità di una soluzione alternativa, che lo stesso ha tuttavia rifiutato, tenendo conto del fatto che quanto prospettato era un alloggio anche migliore del precedente». Sarà, ma la versione di Antonio è diversa: «Di punto in bianco, - racconta - mi hanno mandato via, insieme ad altri, per far posto ai profughi eritrei. Era il 21 giugno». «Gli assistenti sociali mi hanno chiesto di pazientare un paio di giorni perché per me ci sarebbe stata accoglienza in una struttura vicino al cimitero Monumentale. Ma lì mi hanno rifiutato. Aspetto una chiamata da circa una settimana, non posso continuare così, sto affrontando la fisioterapia e presto dovrò operarmi di nuovo».
Ci ha provato anche con la Questura che lo ha spedito in viale Ortles. Per tre giorni. Tre miseri giorni. «Ma 3 giorni volano, mi serve qualcosa di più stabile. Vorrei poter restare». Ma non è possibile. Ci sono i profughi. L'assessore alle Politiche Sociali, come spesso gli capita, dice di non saperne nulla. Era già successo con i corsi sadomaso da lui autorizzati in strutture del Comune. «Non lo sapevo». Oggi, identica risposta. «Ci tengo a ribadire che: il dormitorio in questione è gestito dalla Fondazione Fratelli di San Francesco. Il Comune mai e poi mai avrebbe approvato una scelta simile; il Comune non sapeva nulla della questione. Pur sapendo, oggi, che la Fondazione avrebbe proposto al cittadino un altro posto ribadisco che mi pare allucinante la gestione di una simile vicenda; Antonio, il cittadino in questione, sarà regolarmente ospitato, viste anche le sue condizioni di salute, nel Centro di accoglienza del Comune di Viale Ortles; qualsiasi ente o struttura che vorrà ospitare i profughi e per questo sfratterà i senzatetto di Milano si vedrà istantaneamente annullata, da parte nostra, qualsiasi convenzione per l'ospitalità dei profughi stessi; alimentare i conflitti tra i deboli è il modo peggiore per aiutarli; i leghisti, però, tacciano. Abbiamo raddoppiato, in due anni, i posti per i senzatetto. Loro li scoprono ora solo perchè intendono alimentare l'odio etnico; una situazione del genere è alimentata dall'immobilismo di Governo e Regione». Perché non è mai colpa sua. «La Giunta Pisapia - osserva il capogruppo leghista in Comune Alessandro Morelli - la deve piantare con lo scaricabarile, è colpa del Governo, della Regione, della Provincia, dell'Onu e dei marziani, visto che la responsabilità dell'emergenza è dovuta al silenzio sull'assurda operazione Mare Nostrum voluta dal Governo Renzi. Pisapia da mesi fa finta di niente, ma è ora di dire "basta", visto che a pagare le conseguenze del suo silenzio sono i milanesi. Ora, per assurdo, la colpa ricade sugli ultimi della catena, le Associazioni che da anni collaborano con il Comune per trovare soluzioni ai problemi della Città».
Sulla vicenda era intervenuto anche il segretario della Lega Matteo Salvini definendo «una vergogna» la vicenda di Antonio.
Critiche che alla fine hanno smosso anche l'assessore. Antonio Di Salvo finalmente, assicura in serata Majorino, avrà un posto nel dormitorio comunale. Ma per le altre centinaia di milanesi che non sono finite sui giornali la soluzione è ancora lontana. Prima i profughi. Poi i milanesi.



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