martedì 1 luglio 2014

Sbarchi, ora è allarme vaiolo

Dopo i trenta immigrati morti ieri, scoperti due stranieri infetti. Il Sap denuncia: "Si tratta di vaiolo". E scatta l'allarme.
Alla tragedia dei trenta immigrati morti per asfissia nella stiva del vecchio peschereccio adesso si aggiunge l'allarme vaiolo.
Un allarme che è stato lanciato dallo stesso ministero della Salute e che, sebbene isolato e tenuto sotto controllo dalla Marina Militare, ha già messo in allerta i poliziotti che lavorano a stretto contatto con i clandestini che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste.
"Diffidiamo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dall’impiego di poliziotti che non possono essere tutelati dal punto di vista sanitario - afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap - non solo devono essere adeguatamente previste tutte le profilassi sanitarie, ma soprattutto il personale va reso edotto sui rischi, cosa che attualmente che non viene fatta".
La nave "Orione" destinata ad arrivare al porto di Catania registra, tra i circa 400 immigrati che sono a bordo, due possibili casi di vaiolo. Una malattia, come è noto, molto contagiosa e letale. Probabilmente per questo motivo ieri sera, all'ultimo momento la "Orione" non è stata fatta entrare nel porto etneo. Un primo paziente è stato subito "isolato a bordo" ieri pomeriggio e, come ha prontamente assicurato il ministero della Salute, "sono state attivate le procedure necessarie di routine previste per giungere alla diagnosi del caso". Ma l'allerta resta perché l'allarme scattato ieri sera riguarda il protocollo seguito per patologie che vanno da una semplice influenza aviaria a una febbre emorragica come l’Ebola. In questo caso, però, dovrebbe trattarsi di vaiolo. E i casi, nel corso delle ore, sono diventati due. Tanto che da Catania è arrivato un elicottero attrezzato per il trasporto di malati infettivi.
Il regolamento, varato nel 2005 dall’Oms, comprende una serie di misure a gravità crescente, che possono andare dal rifiuto di ingresso del soggetto nel paese alla quarantena per tutte le persone che sono state in contatto con la fonte di infezione in caso di virus mortali. Nei giorni scorsi, dopo i primi casi di poliziotti contagiati dalla tbc, si è spesso parlato della possibilità di arrivo di casi di virus Ebola, ma tutti gli esperti internazionali, a partire dall’Oms, sono stati sempre concordi nel ritenere improbabile l’eventualita, perché questo tipo di febbre emorragica si manifesta in poche ore, mentre chi arriva sui barconi ha viaggiato in genere per diversi giorni. "La nostra recente denuncia sui casi di Tbc di cui sono state vittime le forze dell’ordine, assurdamente minimizzata dal Viminale, trova quindi oggi altre clamorose conferme - tuona il Sap - la situazione è gravissima per le forze di polizia e anche per i cittadini. Non accetteremo - conclude - come poliziotti, di essere sacrificati".
di Andrea Indini (Giornale)

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