mercoledì 25 marzo 2015

I "nuovi italiani" dell'Isis. Sgominata cellula terroristica: ecco come reclutavano i jihadisti


Una cellula di estremisti islamici che operava tra l’Italia e i Balcani è stata smantellata dall’Antiterrorismo della Polizia, al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell’Isis.
Sono tre le persone arrestate nell’operazione della Polizia contro una cellula di estremisti islamici attiva in Italia e nei Balcani. Gli arresti sono stati eseguiti in provincia di Torino e in Albania. Perquisizioni nei confronti di alcuni soggetti ritenuti simpatizzanti dell’Isis sono in corso in Lombardia, Piemonte e Toscana.
I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip di Brescia nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote: il primo è residente in Albania mentre il secondo vive in provincia di Torino così come il terzo arrestato, che è un ventenne cittadino italiano di origine marocchina. L’accusa ipotizzata nei confronti dei due albanesi è di reclutamento con finalità di terrorismo mentre nei confronti del 20enne il reato contestato è apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di internet.
L’indagine, rende noto il direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), il prefetto Mario Papa, è durata due anni ed è stata coordinata dall’Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle questure di Torino, Como e Massa Carrara. Uomini dell’ Antiterrorismo, della questura di Brescia e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia stanno operando anche in Albania, nella zona di Tirana.
Il ventenne italiano di origine marocchina arrestato oggi nell’ambito dell’operazione antiterrorismo della Polizia, sarebbe l’autore del documento di propaganda dell’Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola “Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”.
Il giovane, secondo le indagini, era attivissimo su Internet e avrebbe preparato il documento, di cui si è saputo solo lo scorso 28 febbraio, a novembre scorso. Il testo illustra nel dettaglio le attività del Califfato in Siria e Iraq, descrivendolo come uno Stato che offre protezione ai suoi cittadini ed è spietato con i nemici. L’importanza del documento, sostengono gli investigatori, sta non tanto nei contenuti quanto nel fatto che è stato ideato specificatamente per il pubblico italiano. Le indagini hanno accertato che dopo esser stato messo in rete dal ventenne, il documento è stato rilanciato da diversi utenti, attraverso Facebook e siti internet.
Altovicentinonline (25/03/2015)

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