domenica 29 marzo 2015

Zaia: curiamo i veneti e mezza Italia


La Direzione Regionale Area Sanità e Sociale del Veneto, il presidente Luca Zaia e l'assessore Luca Coletto diffondono alcuni dati sulla mobilità verso il Veneto di pazienti nel 2014
Nel 2014 la capacità della sanità veneta di attrarre pazienti da altre Regioni italiane è notevolmente aumentata. Il valore delle prestazioni erogate a pazienti provenienti da tutto il resto d’Italia si è attestato a 325 milioni 705 mila 223 euro, quasi 10 milioni in più rispetto al 2013.
Il dato emerge da uno studio comparativo effettuato sui flussi di pazienti non residenti in Veneto da parte dei tecnici della Direzione Regionale Area Sanità e Sociale.
“Ciò significa – commenta con orgoglio il Presidente della Regione Luca Zaia – che la sanità veneta, che qualche marziano si ostina a descrivere allo sfascio, cura pressochè tutta Italia, accogliendo pazienti non solo da Regioni dove la qualità delle cure è palesemente inferiore, ma anche da altre dove invece il livello è ottimo, come Lombardia, Emilia Romagna, o Friuli Venezia Giulia. Un successo costruito con i fatti, con il lavoro quotidiano di 95.000 uomini e donne in camice, con il livello internazionale della Scuola di Medicina dell’Università di Padova e di un’altra realtà di eccellenza storica come l’Università di Verona, con la qualità diffusa che mette a disposizione picchi d’eccellenza in tutte le strutture sanitarie del territorio e non solo nei grandi centri, con gli investimenti in nuove tecnologie, pari a 70 milioni l’anno. A questa realtà Renzi vuole tagliare 240 milioni di finanziamenti anche nel 2015. Non commento, lascio giudicare alla gente, che è il nostro unico punto di riferimento”.
In termini assoluti i cittadini lombardi sono quelli che hanno richiesto più prestazioni al Veneto, pari ad un valore di oltre 63 milioni, seguiti dagli emiliano-romagnoli con oltre 57 milioni, e dai friulani con oltre 46 milioni. Quindi Sicilia (oltre 23 milioni), Campania (oltre 17 milioni), Puglia (oltre 15 milioni); Lazio (oltre 11 milioni).
Tutte le Aziende Sanitarie e le Ulss venete hanno fatto registrare vistosi tassi di mobilità attiva. Tra queste spiccano, per fare qualche esempio, l’Azienda Ospedaliera di Padova (44 milioni 417 mila euro nel 2014 con più 1 milione 847 mila euro rispetto al 2013), l’Azienda Ospedaliera di Verona (stabile, ma con ben 53 milioni di prestazione erogate nel 2014), l’Ulss 22 di Bussolengo (59 milioni 840 mila euro con più 2 milioni 175 mila euro sul 2013); l’Ulss 20 di Verona (14 milioni 783 mila euro con più 1 milione 566 mila euro sul 2013); l’Ulss 12 Veneziana (13 milioni 279 mila euro con più 1 milione 489 mila euro sul 2013); l’Ulss 17 di Este (10 milioni 498 mila euro con un più 1 milione 146 mila euro sul 2013).
“L’aumento della mobilità attiva verso il Veneto da parte di cittadini del resto d’Italia è la miglior dimostrazione della qualità espressa dalla nostra sanità, ottenuta senza tagli ma con una revisione migliorativa dell’organizzazione complessiva, accompagnata da importanti investimenti in strutture, tecnologie, eccellenze specifiche e professionalità”.
E’ questa la chiave di lettura dell’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto dei dati 2014 sulla mobilità verso il Veneto di pazienti provenienti pressochè da tutte le altre Regioni d’Italia, con un valore complessivo di 325 milioni 705 mila euro, circa 10 milioni in più rispetto al 2013.
“Ciò vuol dire – sottolinea Coletto – che il saldo tra mobilità attiva e passiva è pari a circa 100 milioni a favore del Veneto. Significa che meno veneti hanno scelto di andarsi a curare altrove e più italiani hanno scelto la sanità veneta per guarire”.
“Estremamente significativo – aggiunge Coletto – è anche il fatto che l’aumento arriva dopo alcuni anni di contrazione della mobilità attiva, il che vuol dire che, pur in un lungo periodo di tagli lineari da Roma, con le scelte e gli investimenti fatti in questa legislatura, siamo riusciti ad accrescere la qualità della nostra sanità e la sua percezione fuori dai confini del Veneto. E’ una specie di miracolo – conclude Coletto – che anche quest’anno la legge di stabilità nazionale tenta di annullare con altri tagli per 240 milioni di euro calati sul Veneto”.

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