giovedì 19 ottobre 2017

Referendum autonomia. Pretto (LN-LV): “Invocare astensionismo significa sabotare la democrazia”

“Andare a votare è un dovere civico oltre che un diritto inalienabile ed è inaccettabile che un rappresentante istituzionale esorti all’astensionismo”.
Con queste parole Erik Umberto Pretto, segretario provinciale della Lega Nord, ha aspramente criticato Jacopo Bulgarini d’Elci, candidato sindaco a Vicenza, che in riferimento al referendum per l’autonomia del Veneto in programma il 22 ottobre, ha invocato “l’astensione contro il costoso e luccicante plebiscito di Luca Zaia”.
“Bisogna rafforzare la nostra capacità di negoziare con lo stato, sentendo l’opinione del Veneto e dimostrando che tutti vogliono più autonomia” aveva detto il governatore della regione Zaia, scatenando positivi riscontri da chi condivide la sua teoria e ponendosi in contrasto con chi invece considera inutile il referendum.
Erik Umberto Pretto è rimasto colpito dalla dichiarazione di Bulgarini D’Elci, delfino del sindaco di Vicenza e considerato il suo successore naturale. “In qualità di segretario provinciale della Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza ritengo ottusa e certamente maldestra l’uscita sulla stampa di Jacopo Bulgarini d’Elci, candidato alle primarie del centro-sinistra in vista delle elezioni amministrative di Vicenza 2018, con la quale consigliava l’astensione al Referendum del 22 ottobre sull’autonomia del Veneto – ha dichiarato Erik Umberto Pretto – L’esercizio del voto è un diritto inalienabile, che dobbiamo anche considerare come un dovere civico. È infatti dovere di ciascun cittadino esprimere, quelle poche volte che ci è concesso, la propria opinione su tematiche di fondamentale importanza che possono cambiare le sorti delle nostre comunità e del territorio in cui viviamo. Appare surreale che un candidato sindaco, che si appresta a chiedere il voto dei cittadini vicentini per soddisfare le sue legittime ambizioni personali, consigli agli stessi cittadini di non recarsi a votare per un referendum così importante”.
Per avvalorare il suo pensiero, Pretto tira in campo anche Paolo Borsellino,  magistrato ucciso perché ‘scomodo’, che aveva detto: “Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale, con la matita in mano”.
Secondo Pretto “In un vero Stato di diritto, le consultazioni popolari dovrebbero essere obbligatorie e soprattutto vincolanti su questioni di primaria importanza. Il voto non è uno strumento che va utilizzato soltanto quando ci fa comodo. In questo caso, è fondamentale esprimersi in favore o contro l’attribuzione alla nostra regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Non è forse determinante, per noi veneti, avere maggiori risorse per gestire in autonomia le politiche sociali ed economiche, le tematiche sanitarie e scolastiche, per condurre le nostre comunità ed il nostro territorio a più alti livelli di qualità della vita e di sviluppo sostenibile? Incitare al non-voto significa sabotare la democrazia”.
Da Altovicentinonline.

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