venerdì 27 novembre 2015

Vicenza. Il prete denuncia «In carcere inni agli attentatori»

VICENZA. «Allah Akbar. All’interno del carcere si sentono spesso gli islamici che inneggiano al loro Dio. Si tratta di giovani dai 20 ai 30 anni che si professano musulmani, ma non sanno nemmeno che cosa ci sia scritto nel Corano. Ragazzi che, probabilmente, provano simpatia per lo stato islamico perché vedono negli atti di terrorismo una sorta di ribellione contro i loro fallimenti. È accaduto dopo le stragi di Parigi, ma anche in passato».
Don Luigi Maistrello è il cappellano della casa circondariale di Vicenza. Lo è da poco più di un anno, quando il vescovo Beniamino Pizziol decise che doveva lasciare la parrocchia di Grumolo della Abbadesse per sostituire don Agostino Zenere che, per molti anni, seguì i detenuti di via della Scola.
Da sempre impegnato nel mondo del sociale, don Luigi trascorre molte ore della sua giornata tra i reclusi di San Pio X. «Ho sempre sostenuto - ribadisce - che i terroristi non sono nelle moschee, bensì nelle periferie, le banlieue francesi, piuttosto che quelle belghe e non solo. (...)
Chiara Roverotto (GdV 27.11.2015)

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