lunedì 1 agosto 2016

I profughi “guest star” tra le montagne vicentine: reportage da Tonezza del Cimone

A prima vista sembrano normali villeggianti, chiacchierano ai tavolini e camminano per le vie del centro. Auricolari alle orecchie, occhiali da sole, infradito, musica a palla dalle stanze e su e giù per le salite in mountain bike. Qualcuno potrebbe scambiarli anche come calciatori in ritiro estivo, viste le quotidiane e intense partite di calcetto che mettono in scena su uno dei campi di calcio in paese. Solo che, a differenza dei calciatori "vip", loro sono immigrati arrivati a Tonezza del Cimone dalle terre del centro e nord Africa, o dai paesi mediorientali, dopo estenuanti e costose traversate, per poi entrare nel programma per rifugiati ed essere accolti all'Albergo Belvedere.
Nel tranquillo paesino vicentino immerso tra boschi e montagne pare che un'ottantina di profughi abbiano stravolto la serenità quotidana, tanto che sono salite in cima ai mille metri sulle prealpi venete le telecamere di Mediaset per la trasmissione “Dalla vostra parte” in onda nel pre serale di Rete 4, attirate dal presunto scontro tra africani scoppiato nella sala mensa per una disputa sulla quantità di cibo versata sul piatto.
Ma la quotidianità del paese, da quando un anno fa sono cominciati ad arrivare i nuovi “ospiti”, è realmente cambiata?
Profughi Tonezza
A Tonezza ci abbiamo trascorso una settimana e abbiamo potuto "osservare" come il contesto nel quale sono divampate polemiche e discussioni tra paesani e villeggianti è di un paese politicamente diviso in tre fazioni, scenario che rispecchia anche quello politico nazionale, dopo l'ascesa del Movimento 5 Stelle. In questa località montana con poco meno di cinquecento abitanti, al di fuori dalla stagione vacanziera, le diverse visioni sulla questione migranti vanno dagli estremi opposti di “negri di merda” alla “porta di casa aperta a tutti” sentite negli ultimi tempi in paese. Una posizione più in equilibrio è invece quella di un tonezzano “doc”, Nereo Menegolli, presidente del mandamento di Arsiero di Confartigianato che raggruppa anche tutti i comuni vicentini contermini, idraulico in età di pensione ma che continua a lavorare con passione e si prodiga anche come volontario della Protezione civile.
"A me salutano sempre, sono cordiali - esordisce Menegolli - finora non mi è "saltato addosso" nessuno: alcune donne invece passando davanti li provocano, ed è normale che se guardi qualcuno con sospetto, anche lui ti guarderà male".
"Sono due o tre che creano disagi - continua il suo racconto - come a scuola o in qualsiasi altra comunità, e per questo con frequenza vengono cambiati i più esagitati: sarebbe utile, come accade già a Vicenza, portarli a lavorare, per tagliare l'erba, o li porterei per dei fare dei lavori con la Protezione civile, ma purtroppo manca l'assicurazione. Intanto alla Giornata ecologica organizzata in paese un gruppo di loro è venuto con noi a raccogliere i rifiuti gettati a terra (nelle foto). Oppure ancora meglio sarebbe insegnare loro a fare un mestiere, farli diventare piccoli artigiani nei loro rispettivi Paesi: io sarei disponibile ad andare là per insegnarglielo".
"C'è bisogno di integrazione - conclude Menegolli - non di creare paura nei turisti che arrivano:
Abbiamo cercato di coinvolgere i profughi nel torneo di calcetto comprando loro anche le scarpe da calcetto: rispetto a loro danno più fastidio gli africani ambulanti che vagano per la strada, suonano i campanelli ed entrano nei giardini delle contrade isolate...
".
Tra i villeggianti le posizioni sono discordanti:
"Io non ho nulla contro di loro, ma di sicuro nella zona vicino all'hotel dove sono alloggiati non ci passo da sola", dice una signora.
È lo stesso paese di sempre” fanno notare altri.
E c'è anche chi ci scherza sull'argomento, proponendo sarcasticamente “andiamo a bere il caffè al Belvedere?”.

Giornata ecologica
Intanto tra bar e vie del centro gli ospiti "guest star" sulla bocca di tanti di certo non passano inosservati: più di qualcuno fa notare, forse con un pizzisco d'invidia, che tengono tra le mani telefonini di ultima generazione. Non sembrano per nulla pericolosi ma qualcun altro ricorda come non esista nemmeno una sezione dei Carabinieri o di altre Forze dell'ordine a Tonezza, per assicurare un senso di maggiore sicurezza. Ciò che fa discutere è anche la testimonianza riportata durante la trasmissione di Rete 4 di una ragazza di pelle nera con padre africano ma sposata con tonezzano dal quale ha avuto una figlia: lei non andrà più al parco giochi, ha dichiarato in diretta televisiva, perché dice di essere stata importunata e poi minacciata da tre profughi ospiti al Belvedere.
E la Chiesa come si sta comportando? A Tonezza per qualche settimana di vacanza è arrivato anche Don Giovanni Sandonà, che da settembre lascerà il testimone di guida della Caritas vicentina dopo vent'anni, “rifugiandosi” come nuovo parroco a Sandrigo. Qualche consiglio sulla gestione degli immigrati ospiti nel paesino l'ha dato al parroco di Tonezza, don Lorenzo Bizzotto, il quale dopo le uscite dei suoi concittadini su tv e giornali e gli scontri tra paesani nelle assemblee, durante una affollata messa domenicale ha lanciato una dura omelia, ricordando il concetto di ospitalità biblica. Nella messa domenicale del 31 luglio, intanto, una qundicina di profughi musulmani erano presenti nei banchi in prima fila nella chiesa di Tonezza, come avvenuto nelle altre chiese in Francia e Italia in segno di solidarietà dopo il recente omicidio di un parroco francese: uno degli islamici presenti ha letto al microfono dell'altare un messaggio in italiano ricordando come "le religioni non sono per la guerra, ma sono tutte per la pace".

Pace che ci pare continui a regnare nella vita e nella quotidianità tra le montagne tonezzane.
Quella che non c'è più è la presenza di "vip" che passavano le vacanze a Tonezza come avveniva tanti anni fa.
Ora in paese le "star" sono i profughi.
Da Vicenzapiù

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