domenica 12 maggio 2013

Salvini: «I clandestini di Kyenge uccidono»



La vicenda del ghanese clandestino che ha ucciso un uomo a picconate e ne ha feriti altri quattro riaccende lo scontro politico sull'immigrazione. A gettare benzina sul fuoco è il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini: le aperture del ministro Kyenge sono un cattivo segnale, un'istigazione a delinquere, dice commentando quanto accaduto a Milano e annunciando che nel fine settimana nei gazebo di tutto il Nord saranno raccolte firme per rafforzare ulteriormente la legge Bossi-Fini. Una presa di posizione che provoca la reazione indignata del Pd ( un'«accusa vergognosa»), e dello stesso premier Letta («parole fuori luogo»). Ma è la Lega Nord nel suo insieme a lanciare al governo l'offensiva sull'immigrazione, con la richiesta ad Alfano e Letta di prendere le distanze dalle politiche annunciate dal ministro dell'Integrazione sul riconoscimento dello jus soli e sull'abolizione del reato di clandestinità oltre bloccare i nuovi arrivi con azioni preventive sulla scorta di quanto fatto da Maroni quando era titolare del Viminale.
DA GRILLO A SALVINI. Se il 10 maggio a infiammare la giornata era stato dunque l'annuncio di Grillo di un referendum sullo jus soli, il giorno dopo ad accendere la miccia è Salvini: «Quel che è accaduto stamani a Milano era imprevedibile, indubbiamente, ma il segnale di apertura e di libertà di invasione da parte dei clandestini dato dal ministro Kyenge è un cattivo segnale e non aiuta certo la pace sociale», scandisce commentando la tragedia di Milano. Immediata la reazione del Pd. «Siamo stupefatti», dice dal palco e a nome dell'assemblea del partito Ivan Scalfarotto. A nome del suo partito il leader di Sel Nichi Vendola manda un abbraccio a Kyenge, che deve «subire ogni giorno un oltraggio triplo: perché è donna, nera e ministro».
ANCHE PINI IN TACKLE. Ma non è solo Salvini nel partito di Maroni a prendersela con il ministro dell'Integrazione, anche per i nuovi sbarchi sulle nostre coste. «Non ci troviamo di fronte a profughi ma a immigrati irregolari che tornano alla carica evidentemente incentivati dalle politiche annunciate dal ministro Kyenge», assicura il vice presidente dei deputati leghisti Gianluca Pini, che teme «una vera invasione di clandestini» e chiede ad Alfano di spiegare in parlamento come intende scongiurarla. Nessun dubbio sulla strada da seguire, per il capogruppo dei senatori Massimo Bitonci: «il premier con il ministro Alfano riprendano a più presto il lavoro fatto da Maroni quando era ministro degli Interni per bloccare gli sbarchi attraverso un'azione preventiva, ovvero con gli accordi con i Paesi d'origine». 
da Lettera43_ 11.05.13

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