lunedì 2 maggio 2016

E adesso chiamatemi razzista

Chiamatemi razzista. Forza, ditelo. Urlatelo con tutta la convinzione che avete. Se pensate di ferirmi, di farmi vergognare, vi posso garantire che vi sbagliate di grosso. Questo “razzista”, come tanti altri, sta lottando anche per voi. Questo italiano, come tanti altri che insultate, sta pensando al futuro vostro e dei vostri figli. È la gente che non ha timore di esprimere quello che pensa, ciò in cui crede, quella che non ha paura di rischiare, che vi aiuta ad andare avanti. Mi domando se vi sentite così superiori, così nel giusto, anche di fronte a italiani, uomini e donne, che per sopravvivere sono costretti a rovistare nell’immondizia. Se vi sentite tanto superiori a chi non riesce, perché non ne ha le possibilità economiche, a donare anche una piccola cosa che farebbe felice il proprio figlio quando ve la chiede guardandovi negli occhi. Se vi sentiti migliori di quelli che devono, pur desiderandola, rimettere quella bistecca sullo scaffale del supermercato perché altrimenti non riescono ad arrivare a fine mese.  Questo “razzista” come tanti altri guarda al suo Paese, e soffre tutti i giorni. Guarda alla sua Italia, alla nostra Italia che sta perdendo tutto e non fa nulla. Troppo piena di persone impegnate a giudicare, a parlare di quello che è politicamente corretto, per non creare problemi. Ma che poi si girano dall’altra parte di fronte a situazioni di difficoltà come quelle che ho descritto, pensando che non toccheranno mai a loro. Uomini mediocri e pericolosi che vogliono privarci di tutto quello che abbiamo per arricchirsi loro. Per costruire capitali personali ed impoverire interi popoli. E vogliono farci vergognare perché chiediamo qualcosa di meglio. Che ci spetta di diritto. Io invece sto dalla parte del popolo. Di quegli uomini valorosi che lavorano e fanno sacrifici, degli onesti che si vedono ripagati con tante belle parole che si trasformano in insulti alla prima occasione. Sì, se è per questo, sono razzista. Sono insensibile. Sono senza cuore. Sono tutte queste cose insieme perché ho detto “basta” all’immigrazione senza controllo, alle banche e alle lobby economiche che usano i soldi del popolo per far profitto, “basta” al razzismo anti-patriottico che vuole sostenere chiunque non sia italiano. E ho detto “basta” a tutte queste tasse che devono pagare i cittadini con la loro fatica, spese da uno Stato ingrato e indegno per mantenere i clandestini o i rom, lasciando morire di fame gli taliani. Ho detto “basta” a queste istituzioni che, anziché tutelare i veri servitori dello Stato come le forze dell’ordine, le umiliano, non le tutelano e le riconoscono uno stipendio miserevole, sebbene queste rischino la propria vita tutti i giorni per difendere la nostra. Sono razzista e senza cuore perché guardo gli italiani che dopo l’alluvione ancora non hanno una casa e penso che loro meriterebbero il nostro aiuto e il nostro conforto, ma soprattutto l’aiuto e il conforto di uno Stato che li ha totalmente abbandonati. Sono razzista perché penso quotidianamente con amore, rispetto e affetto al bene del mio Paese che mi piace ancora definire “Patria”; e credo ciecamente nel mio popolo, con cui condivido idee, radici,storia e valori. Sono stanco di vedere uomini distrutti dalla crisi. Sono stanco e triste nel vedere imprenditori che si suicidano perché questo Stato li vessa in tutti i modi e non sanno più dove sbattere la testa. Sono stanco di vedere operai perdere il proprio posto di lavoro e di conseguenza la loro dignità perché il lavoro rappresenta la dignità di un individuo; persone costrette a vivere una vita di stenti, di rinunce, perché aziende che assumano non esistono più o sono in via di estinzione nel nostro Paese; padri di famiglia che, non potendo più garantire ai propri cari una sicurezza economica, cadono in depressione e si rovinano la vita. Sono stanco di vedere il tasso di disoccupazione salire. Sono stanco di assistere alla fuga dall’Italia di giovani talenti, perché questo sistema marcio premia gli incapaci “amici degli amici” e non i meritevoli e i volenterosi. Pretendo certezze. Pretendo che i cittadini italiani possano vivere in serenità evengano ripagati per tutti gli sforzi e i sacrifici fatti in questi anni. Non c’è nulla di più importante per me. E non smetterò mai di lottare. Perché non è accettabile sopportare tutto questo senza combattere. Senza almeno provarci. Un domani, guardando negli occhi i miei figli, vorrei che sappiano che io ho lottato con tutto me stesso per cercare dicambiare le cose, per poter garantire loro, e a giovani come loro, un futuro migliore in un Paese fantastico e unico al mondo ma che, per colpa di un gruppo di inetti e politicanti da strapazzo, è stato deturpato e stuprato nella propria identità e grandezza. E sì! Io sono un razzista e sono fiero di esserlo se questo vuole dire amare, rispettare e difendere più di ogni altra cosa il mio, il nostro Paese e il nostro popolo. Cerca di farlo anche tu, lettore. Perché l‘unione fa la forza. E sono sicuro che, se ci unissimo tutti con l’intento comune di riconquistare la dignità e la sovranità che spettano al popolo italiano, cacciando questa classe di politicanti traditori e incapaci, un domani potremmo guardare in faccia i nostri figli con orgoglio e senza vergogna perché avremo fatto del nostro meglio come padri e come cittadini per lasciare loro in eredità una civiltà ancora viva e forte. E assicurare loro un futuro da uomini liberi e non da schiavi a casa propria.
Andrea Pasini

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