martedì 10 maggio 2016

La proposta della Lega: "Diamo gli aiuti per i profughi anche agli italiani in difficoltà"

La mozione della Lega a favore degli italiani vittime della crisi: "Non sottraiamo fondi ai rifugiati, ma ai clandestini" 
Dare agli italiani in difficoltà gli stessi aiuti economici che spettano ai profughi prelevando i soldi dallo stesso fondo. È la mozione presentata oggi dalla Lega alla Camera e al Senato.
"Per assegnare gli aiuti ai migranti il governo ha fatto una scelta non condivisa con i cittadini, quella cioè di privilegiare chi è arrivato per ultimo nel nostro Paese rispetto ai cittadini italiani che invece hanno contribuito a farlo grande", ha spiegato Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. "Con la nostra iniziativa non riteniamo di sottrarre fondi ai veri rifugiati ma a chi è considerato migrante economico mentre sostanzialmente è solo un clandestino".
A lanciare l'iniziativa, subito raccolta dalla Lega, sono stati circa sessanta sindaci del Carroccio che hanno scritto ai loro cittadini chiedendo di firmare un modulo perché si adoperassero "affinché lo Stato si faccia carico delle tue necessità e per chiedere al governo italiano, anche per te, lo stesso trattamento economico di euro 35 giornalieri che viene riservato a tutte le persone richiedenti lo status di profugo e che ormai quotidianamente arrivano nelle nostre regioni grazie alle infelici operazioni Mare Nostrum, Frontex e ora Triton".
"La Lega è il sindacato del territorio, noi siamo i portavoce dei nostri sindaci", ha aggiunto il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Fedriga, "Per questo sposiamo questa battaglia per contrastare un fenomeno che vede numeri impressionanti, numeri che non sono forniti dal manuale del perfetto leghista bensì dalla commissione d'inchiesta della Camera. È inaccettabile che il M5S dica su tutti i media di essere per il rigore e poi presenta emendamenti in cui si dice che non si deve toccare il numero ricorsi che i clandestini possono fare e che fino alla Cassazione possono continuare ad avere, soldi, schede telefoniche e quant’altro".
Di Chiara Sarra (Giornale)

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