martedì 2 aprile 2013

Ci stiamo perdendo la perla del Nord. Indagine su Venezia.


Le vicende dell’incantevole Venezia non sono delle più belle, e tutti si lamentano: dal sindaco ai cittadini, dai politici agli artisti. Tutti su una base comune, e cioè l’affollamento di turisti e immigrati che invadono la città; proteste comuni con, chiaramente, motivazioni diverse.Il sindaco Giorgio Orsoni (centrosinistra) chiede più soldi per la città lagunare, i politici si lamentano dei troppi immigrati, gli artisti, come la campanilista Patti Pravo, accusano l’amministrazione di far entrare troppi turisti e privati negli affari interni, e di conseguenza svendere la città. I problemi sono facili a dirsi ma difficili da risolvere.
Se a queste lamentele ci aggiungiamo i gondolieri-truffa, la spazzatura accumulata nei viottoli, i topi che invadono le sponde della laguna e tutti i piccoli problemi che può avere una grande città, ci rendiamo conto che l’Italia e il mondo stanno perdendo una meraviglia e un patrimonio artistico che non ha eguali in tutto il pianeta. Di certo, gli italiani e il mondo intero, non vorrebbero mai assistere ad un’altra vicenda Napoli. Venezia, fino a pochi anni fa, era insieme storia, teatro, carnevale, festa, cinema, leggenda, giardini, isolotti lagunari immersi in atmosfere surreali, e simbolo del made in Italy per eccellenza.Da non dimenticare la laguna, che si potrebbe considerare il passepartout per viaggiare lungo tutta Venezia, con i tipici battelli e i piccoli traghetti; Venezia cela uno dei suoi tesori più importanti nella laguna, uno dei territori umidi più importanti d’Europa. Qui la città mostra il suo volto più antico ed autentico, oltre a paesaggi naturali che hanno affascinato poeti e scrittori di ogni epoca ed età. Forse proprio per la sua bellezza e per il suo fascino, paga lo scotto di essere una delle città più affollate d’Italia, e non si parla certamente solo del periodo estivo. Se riflettiamo bene, tutte le proteste delle diverse fonti hanno ragione di esistere. È innegabile che per tenere pulita la città, alzarne in alto il nome, restaurare i teatri, le chiese, i musei, i monumenti e fare continuamente fronte al problema dell’acqua alta, ci vogliano soldi, e molti. 
Sul versante politico, la vexata questio degli immigrati e zingari si fa seria; queste orde di clandestini non fanno certo onore ad una città come Venezia e ai suoi cittadini, ma anche ai turisti, che si trovano continuamente beffati e derubati di borse, portafogli e macchine fotografiche. Molti diranno che queste cose succedono in tutta Italia, ma da una città come Venezia non ci possiamo, e non ci dobbiamo, aspettare questo; quel velo di romanticismo che il turista dà a Venezia, svanisce nel momento in cui viene truffato dal primo zingaro, con a seguito la prole, che gli si avvicina. Se va avanti così, come minimo, la Lega Nord chiederà ai cittadini di Venezia di votare un referendum per l’indipendenza, ritornando davvero alla Repubblica della Serenissima.
Infine ci sono gli artisti, che della loro Venezia hanno fatto la propria arte, la propria musica, il proprio teatro, con maestri che hanno fatto scuola in tutto il mondo. La forte accusa, qui, è di svendere Venezia al primo offerente, dalle banche alle assicurazioni, che hanno comprato antichi palazzi lasciandoli poi al totale degrado. Il problema non sono i vacanzieri, sono i troppi turisti che una città come la Serenissima non riesce a reggere. Veder fare pipì davanti ad una chiesa, mangiare un panino con il piede appoggiato ad una statua, osservare un turista mentre, in Piazza San Marco, getta una bottiglia di plastica in terra, non sono certo sintomi di rispetto per una città che fa parte di noi e della nostra cultura sin da quando era un impero.

di Stefano Bini (L'Intraprendente)

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