sabato 28 settembre 2013

A Venezia la sinistra vuole eliminare la pasta Barilla dalle mense

Barilla non fa rima con Venezia. E non solo in termini grammaticali, che si sa, basta una licenza poetica a sconvolgere tutto. C’è qualcuno, là sulla Laguna, a cui la pipetta rigata deve essere rimasta sul gozzo. Proprio andata di traverso. Rimasta lì e mai scesa. Nello specifico, al centro del dibattito, c’è tal Sebastiano Bonzio, consigliere comunale di Fds, Federazione della Sinistra, che cavalcando l’onda di contestazioni che ha avvolto Guido Barilla in questi giorni lancia la proposta: «Eliminiamo la pasta Barilla dalle mense di Venezia». Quello che ormai è già stato soprannominato il Bonzio-pensiero diventa così un’interrogazione, presentata dal consigliere alla giunta veneziana. «Prendendo atto del diritto dell’azienda del signor Barilla ad orientare la commercializzazione dei propri prodotti verso le quote di mercato che ritiene più attraenti» scrive Bonzio «non si può trascurare come, dall’altra parte, stia in capo al consumatore il diritto di scegliere tra la ampia scelta di prodotti disponibili nel mercato in base ai propri gusti e ai propri orientamenti culturali, politici, etici o quant’altro». Dopo una lunga discussione sul valore etico del maccherone, del ditalino e della penna rigata, arriva il punto: «Anche seguendo il consiglio del signor Guido Barilla, cui non vorremmo dispiacere servendo la sua pasta a bambini inclusi in nuclei famigliari che non siano di suo gradimento, sarebbe opportuno verificare la necessità di rivolgersi ad altra realtà produttiva per individuarne una maggiormente rispettosa e in sintonia con la reale composizione della variegata società italiana del 2013».
Dal Comune di Venezia fanno sapere che la proposta, attualmente, è solo stata avanzata e non vi è stato ancora alcun modo di discuterla in consiglio o con l’assessore competente. La questione è tuttavia ridicola. Se il consigliere chiede che i consumatori di pasta possano avere libera scelta sul tipo di famiglia da creare, non è forse un totale controsenso che poi si proponga come giudice supremo della tagliatella e bandisca dalle mense della Laguna un determinato tipo di pasta solo per “antipatia” del suo produttore?  
di Marianna Baroli (Intraprendente)

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