giovedì 26 settembre 2013

C'è la Boldrini a Palazzo Marino. E ci son 14 auto blu



«Tra me e l’auto blindata i problemi non mancano. Nell’abitacolo mi sento soffocare, anche perché i finestrini sono bloccati. Un rapporto travagliato che passa per mal di stomaco e continue soste. Insomma, stavo meglio prima!».
Così Laura Boldrini, in una lettera al quotidiano Libero di qualche settimana fa, descriveva il suo travagliato rapporto con la grossa Bmw in dotazione alla presidenza di Montecitorio. Roba da far morire di tristezza e compassione le migliaia di pendolari che, ogni giorno, prendono le Ferrovie dello Stato o le Ferrovie Nord per recarsi al lavoro: chissà se anche a loro è mai capitato, in un caldo pomeriggio d’estate, sentirsi soffocare nel bel mezzo d’un vagone affollatissimo. Davvero, signora presidente, l’idea che lei stia usando ancora quella fuoriserie made in Monaco di Baviera ci fa piangere il cuore. Eppure ci chiediamo una cosa. Perché, se quella macchina le provoca così tanto orrore, non se n’è disfatta? In fondo poteva benissimo venderla, optare per una più sobria utilitaria oppure prendere anche lei i mezzi pubblici. Ed invece, non sappiamo per quale ragione, ha voluto comminare a se stessa una punizione così severa.
Oggi la Boldrini era a Palazzo Marino per il convegno dal titolo “I Comuni d’Italia per l’Expo”. Mentre dentro si parlava dei problemi insostenibili del bilancio di Stato ed Enti locali, all’esterno – nella via adiacente al Comune – era tutto un lussureggiare di auto blu. Gioielli a quattro ruote che arrivano a costare cifre a cinque zeri. Il capogruppo leghista in Comune Alessandro Morelli ne ha contate la bellezza di 14, tutte rigorosamente parcheggiate in divieto di sosta (alcune addirittra contromano). Ha scattato la foto che potete vedere qui a fianco ed è intervenuto in consiglio comunale per denunciare l’accaduto, sollecitando il presidente dell’assemblea comunale Basilio Rizzo a scrivere al suo omonimo alla Camera dei Deputati per lamentarsi dell’accaduto. «L’argomento del giorno – ha sottolineato Morelli – era Expo e non l’esposizione di autovetture, per carità molto belle, per la maggior parte straniere».
Anche perché resta da capire come mai così tante quando le autorità col bisogno di spostarsi erano solo quattro: la Boldrini, il sindaco di Roma Ignazio Marino, quello di Torino Piero Fassino e il sottosegratrio a Expo Maurizio Martina e il commissario del padiglione Italia Diana Bracco. Ora, anche ponendo che Bracco e Fassino ne abbiano usate ben due a testa vuol dire che da Roma ne sono arrivate 10. «Che bisogno c’è di tante auto –ha proseguito Morelli – tutte da un posto solo? Pur comprendendo la necessità di un mezzo di trasporto non capisco perché non si sia riuscito a fare economia sulle auto blu visto che lo stesso Letta ha detto che ciò sarebbe stato uno dei punti qualificanti della spending review». Riduzione della spesa che pare non interessare molto alla nostra presidente che, alla Camera, l’ha aumentata di ben cinque milioni in sei mesi.
Facendo un calcolo della distanza fra piazza Montecitorio e Piazza della Scala (575 km) dove ha sede il Comune e moltiplicandola per i costi chilometrici Aci per un’auto blu tipica (una Bmw 740) si ottiene un costo di 816 euro ad autovettura. Il che vuol dire, per le 10 presunte auto blu romane (di Boldrini, marino e Martina), una spesa di oltre ottomila euro, senza contare le “indennità di missione” dei vari accompagnatori dei politici (segretari, addetti stampa etc).
Di questi privilegi puoi usufruire se ti chiami Boldrini e Martina ma anche Marino o Fassino (che almeno un’auto di servizio ce l’hanno), tutti guru dell’ambientalismo de noantri. Se invece ti chiami in altro modo l’auto in città non usarla. O se lo fai, mi raccomando, paga l’Area C.
di Matteo Borghi (L'Intraprendente)

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