venerdì 22 maggio 2015

Campagna elettorale: china pericolosissima


Il Codice penale all’articolo 294 è chiaro: “Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni” Non basta?

La Corte Costituzionale con la sentenza 125 del 1974 spiegò che: “E' vero che l'impedimento della riunione elettorale costituisce fatto più grave della semplice turbativa in ordine al bene direttamente tutelato, rappresentato dal regolare svolgimento della competizione elettorale. Va peraltro osservato che la turbativa dei comizi è un evento assai pericoloso per la sicurezza pubblica, tale da giustificare, sotto questo profilo, la previsione di pene edittali altrettanto gravi e pari a quelle previste per l'ipotesi d'impedimento”. Secondo la Corte, dunque, non solo l’impedimento, ma anche la semplice turbativa è pericolosa e va repressa e condannata. Andiamo a leggere cosa prevede il Testo Unico del 5 febbraio 1948, n 26, all’art. 72: “Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione di propaganda elettorale, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 309 a 1549 €”. Quanto sta accadendo in questi giorni attorno a Matteo Salvini rientra nella casistica individuata dalla normativa vigente o le leggi non hanno alcun valore quando dovrebbero essere di tutela ad un personaggio scomodo per chi tiene la leva del comando? Perché non si applica la legge? Forse certi contestatori sono liberi di fare ciò che vogliono e a loro viene permesso tutto? Se così fosse, che razza di democrazia è quella che usa estremisti per intimorire gli avversari impedendo loro di fare persino campagna elettorale? Queste ed altre domande sorgono spontanee e stagliano inquietanti ombre sul futuro. Ombre che non dovrebbero mai comparire nel cielo della democrazia, soprattutto quando i contestatori violenti attaccano un uomo politico ed un movimento trasparente e chiaro, accusandolo di chissà quali colpe, e tacciono, invece, proni, davanti ad autentiche nefandezze come la legge Fornero, l’abolizione dei diritti dei lavoratori, le tragedie degli esodati, la mancata applicazione delle sentenze sulle pensioni e via dicendo. Mentre alle grandi multinazionali e i alle potenti lobby che manovrano Matteo Renzi viene perdonato tutto senza la benché minima ombra di critica, mentre si aprono le porte delle patrie galere lasciando in giro fior fiore di delinquenti graziati da una depenalizzazione dei voluta dal governo in carica, i contestatori, gli antagonisti, i No qua no la, scendono in piazza per impedire all’unica voce dell’opposizione reale di esprimersi: Il ministero degli Interni non interviene, non si applica la legge per difendere la democrazia. Stiamo imboccando una china pericolosa. Pericolossissima. 
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto

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