giovedì 14 maggio 2015

L'Europa ha pagato le primarie di Alessandra Moretti

A fare una pesante sortita lontano, ma non scollegata, dalle pure polemiche politiche, cioè sui contenuti dei programmi dei candidati alla presidenza del Veneto, domenica 20 maggio è stato il M5S, sempre attento agli incroci tra doveri pubblici e interessi privati.  «Il Pd usa risorse pubbliche per Alessandra Moretti»- ha tuonato il candidato pentastellato Jacopo Berti.
Che poi ha aggiunto: «Il Partito democratico chiama a raccolta collaboratori e assistenti di parlamentari e consiglieri vari, chiedendo che il personale dia una mano allo staff della Moretti a pochi giorni dalle elezioni. Peccato che fra i collaboratori e gli assistenti chiamati alle armi ci siano anche dipendenti del gruppo che figurano fra il personale del settore pubblico».
A dare seguito alla protesta di Berti  è stato Il senatore veneto del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti che ha subito annunciato un'interrogazione sull'argomento: «ritengo inammissibile e vergognoso che gli assistenti e i collaboratori pagati con i soldi pubblici vengano chiamati ad aiutare una singola candidata».
Ma se, una volta verificata, sarebbe da condannare questa "direttiva" del PD, la volubile  "innamorata" di tanti personaggi politici, e non solo, ha fatto uso anche in proprio di "fondi europei" da europarlamentare, tecnicamente in maniera lecita ma con scelte da far arricciare il naso quando, ad esempio, per un periodo sia pur limitato ha usufruito, tra i suoi sei assistenti tra "accreditati" e "locali", del giovanissimo Giovanni Guzzo, figlio del dirigente regionale del Pd nonchè presidente di Acque Vicentine e consulente marketing di Latterie Vicentine e non solo.
Ma se il giovane Guzzo al tempo dell'incarico europeo avrà avuto solo la "sfortuna" di essere associato al cognome del padre, che rischia mettere in secondo piano le sue qualità personali, il suo "successore" alla corte europea di Alessandra, Enrico Peroni, già assistente dell'ex eurodeputato sempre del PD Franco Frigo e ora inserito nello staff morettiano per le regionali, sta dimostrando le sue nuove qualità: qualche anno fa reagì a una qualche critica, politica, su questo mezzo semplicemente rivendicando stizzito il suo impegno da "volontario" come segretario del Pd vicentino, ora infila in sequenza incarichi "assistenziali", pensiamo, giustamente, ben pagati.
Ma se su Guzzo figlio e sull'ex volontario Peroni (che strano però che Peroni tifi... Moretti!) Jacopo Berti potrebbe aggiungere ai nostri i suoi dubbi su un Pd in cui imperano sempre più il nepotismo e la militanza politica per la carriera personale, ci sarebbe da fare qualche valutazione in più sull'utilizzo, diciamo, improprio, di un'altra sua assistente pagata con fondi europei.
Alessandra Moretti ha condotto, infatti, un'impegnativa campagna per le primarie del Pd, che l'avrebbero incoronata come sfidante di Luca Zaia, non solo, lecitamente, da europarlamentare ma facendosi seguire e supportare passo passo da Beatrice Rutiloni alla guida del suo ufficio stampa.
Per le primarie del Pd, ripetiamo  e non per i più generali e pubblici rapporti col territorio degli europarlamentari nell'esercizio dele oro funzioni, pagata, quindi, non con i contributi dei grandi elettori locali che già avevano spinto per Moretti all'europarlamento e raccolti magari nella famosa cena chez Maltauro, ma con i soldi europei.
Come a dire che la nostra ineffabile trasformista, ora candidata del PDR (Partito di Renzi), ha fatto pagare all'Europa una parte delle spese per uscirne.
Magari l'Europa non si è strappata i capelli per il suo forfait.
E se tanto mi dà tanto col suo pronostico (augurio?) di un 6 - 1 alle prossime regionali 
Matteo Renzi, intelligente forse, furbo di sicuro (e abituato ad altri e alti livelli femminili con Boschi, Madia e Mogherini), sta mettendo a segno il suo ennesimo colpaccio: dopo averle tolto l'appeal femminile, l'unico per cui si distingueva, facendola vestire con un'improbabile collage da suora moderna e manager demodée, la sua sconfitta in Veneto lo libererebbe dell'inaffidabile Moretti col più classico del "promoveatur ut amoveatur".
Ma si consolino i suoi assistenti.
Alla futura consigliera regionale non mancheranno i soldi per pagarli, a lei mancheranno solo i talk show e le copertine con i suoi accompagnatori da gossip.
I più tristi, però, saranno i giornalisti che dopo il grande Berlusconi dovranno fare a meno anche della piccola Moretti.

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