sabato 24 ottobre 2015

Vicenza. Stranieri espulsi. Tre su quattro restano in città

Si fa presto a dire espulsioni. La politica le invoca a gran voce, i “tecnici”, ovvero agenti e funzionari della questura, replicano sommessamente: «Dateci i mezzi». Le difficoltà per allontanare i migranti irregolari? Leggi, burocrazia, organici e risorse in calo. I rimpatri costano tanto, in termini economici e di impegno, e funzionano poco: dei clandestini pizzicati dalle forze dell’ordine in provincia che ricevono l’ordine di lasciare l’Italia, solo uno su quattro viene effettivamente accompagnato alla frontiera. Quando va bene, uno su tre.
DOCUMENTI. Il primo, grande, scoglio, è il riconoscimento. Prima di essere espulso, uno straniero deve essere identificato. E per fare questo serve la collaborazione della polizia dello Stato di provenienza. «In alcuni Paesi africani non esiste neppure l’anagrafe», spiegano dall’ufficio immigrazione della questura berica, per dare un’idea degli ostacoli. Ovviamente non per tutti è così: Tunisia e Marocco collaborano e hanno consolati a Milano e Verona. Altre nazioni, come la Sierra Leone, non hanno neppure un’ambasciata in Italia. (...)  Paolo Mutterle (GdV 24.10.2015)

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