domenica 9 giugno 2013

La Kyenge difende la rabbia degli immigrati




La ministra "capisce" chi si oppone alle leggi italiane e sostiene la cittadinanza farlocca ai figli degli extracomunitari.  
Che ministro è quello che si rivolge ai cittadini di un altro Paese dicendo che le leggi italiane sono ingiuste, che «la rabbia» di chi si oppone ad esse è giustificata, che dispensa illusioni ai figli degli immigrati dotandoli di una cittadinanza farlocca, sterile per chi la riceve, ma utile strumento di propaganda per i politici che l’assegnano? È Cécile Kyenge, deputato del Pd e ministro per l’Integrazione del governo Letta. La signora si è messa a cavalcare l’ultima pagliacciata degli amministratori di sinistra: la concessione della cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati nati in Italia. Il nome di qualche centinaio di bambini nati da famiglie immigrate è stato così  iscritto nei registri municipali «delle cittadinanze onorarie ius soli», creati per l’occasione. È cambiato qualcosa per loro o per i loro genitori? Assolutamente nulla. Queste cerimonie con foto dei bambini sorridenti accanto al ministro e ai sindaci lasciano invariato lo status giuridico, ma in compenso diffondono nei piccoli immigrati e nelle rispettive famiglie l’idea che la cittadinanza non sia un privilegio da ottenere in cambio di qualcosa (la dimostrazione di essersi integrati nella società italiana, comprendere la nostra lingua e accettarne le leggi e i valori e altri requisiti del genere), ma una cosa dovuta, un diritto da acquisire in modo facile e automatico. Idea legittima, che però appartiene solo alla sinistra della signora Kyenge (si oppongono sia il Pdl che il M5S), uscita non esattamente vincitrice dalle elezioni. 
da Liberoquotidiano


 

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