venerdì 14 febbraio 2014

Appello a Pisapia: ora esiga la testa di chi nega le foibe

È tempo di prendere una posizione. Nonostante le divergenze, la diversa visione politica, l’effettiva distanza ideologica, Sindaco, glielo chiediamo a gran voce. Innanzitutto perché siamo cittadini, soprattutto perché siamo persone. Le foibe sono un dolore di tutti. E i morti, anche questi, vanno rispettati. Nonostante le bandiere sotto cui sono caduti, nonostante tutto. Ed è tempo che lei, Pisapia, prenda una posizione. Non una di quelle con la via di fuga, la scappatoia laterale pronta all’evenienza. Abbiamo bisogno che, dopo due anni e mezzo di mandato, lei si decida. Stringa i denti, asciughi il sudore sulla fronte, metta da parte il panico e la paura di sbagliare e dica “basta”. La sua voce, Sindaco. È giunto il momento che si faccia sentire con i compagni di Rifondazione Comunista, nuovi o vecchi che siano.
La stessa Rifondazione in cui militava da giovane, quella che ora si accompagna alla scritta Sinistra per Pisapia. Beh, lei, caro Pisapia, è tempo che alzi il dito e dica di «no». No allo scempio di una simile mancanza di rispetto. No all’assurdità di giovani, trentenni o poco più, che non conoscono il dolore delle foibe. No all’ancora più folle consapevolezza che nemmeno le “vecchie leve” riescono a tacere un minuto per onorare un massacro. No al nascondersi dietro la tattica del “state strumentalizzando le nostre parole” per lavarsi via i pensieri più sporchi. Con questi giovani, come Leonardo Cribio, dovrebbe essere intransigente. A gente come Garufi, dovrebbe tirare il colletto e chiedere “che stai dicendo, Pippo?”. Cribio nel Consiglio di zona 9, Garufi in zona 5, manifestano con le loro idee quel lato della politica che lei, caro Sindaco, cerca di combattere. Cerca, appunto. Dopo due anni, è tempo di farcela. Almeno un pochettino, è tempo di lasciare le frasi di circostanza e condannare con decisione la stupidità di questi due personaggi. Come è capogruppo di Rifondazione comunista il primo, lo è pure il secondo. «Nelle foibe c’è ancora posto», scriveva su Facebook Leonardo Cribio, classe 1982. «Le foibe le hanno inventate i fascisti», strilla Giuseppe Garufi uscendo dall’aula del consiglio di zona 5 evitando così il minuto di silenzio in commemorazione dei martiri di Tito. Sindaco, lei cosa intende fare? A noi, sentirla liquidare la questione con “sono parole vergognose” non basta più. È tempo, sindaco, che lei si alzi e faccia qualcosa. Cacci questi personaggi. Non sono dai consigli di zona, dal loro ruolo di capogruppo (Cribio ha rassegnato le dimissioni in serata, ndr), ma dalla faccia della politica milanese. Sindaco, questa volta, tocca a lei.
di Marianna Baroli (L'Intraprendente)

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