venerdì 7 febbraio 2014

Maltempo, il Veneto presenta il conto al governo Letta

Il Governatore Luca Zaia ha incontrato il premier: mezzo miliardo di euro la prima stima dei danni.
Mezzo miliardo di danni, allagamenti, crolli, slavine, frane, smottamenti, sfollamenti forzati di centinaia e centinaia di famiglie, evacuazione di scuole ed edifici pubblici. Incalcolabili danni a cose, persone e animali. Questa è la spaventosa fotografia del Veneto che il Governatore Luca Zaia ha portato con sé ieri a Palazzo Chigi, incontrando il premier Enrico Letta, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e il ministro agli Affari Regionali, Graziano Delrio.
Raggiunto al telefono un istante prima di salire sulla scaletta del volo che lo riporterà nel capoluogo lagunale, Luca Zaia conferma quanto hanno battuto le agenzie sin dai primi minuti successivi al faccia a faccia avuto con il presidente del Consiglio. «Ho spiegato dettagliatamente qual è la drammatica situazione del Veneto - ha detto Zaia - un’emergenza che non è certo terminata, e il presidente Letta mi ha rappresentato quella che è una situazione di grossa difficoltà di cassa in questo momento».  È sin troppo evidente che la risposta data a Zaia da Letta non soddisfa affatto il Governatore leghista, il quale, seppur mantenendo la flemma del tutto necessaria in questo delicatissimo momento per la sua terra, è sicuro che nella mente ha già elaborato la replica più indicata alla semi-indifferenza romana nei confronti di un Veneto che convoglia nelle casse statali un gettito molto vicino ai 21 miliardi di euro annui.
Sceglie, per il momento, la strada della diplomazia Zaia e avvisa che «nelle prossime ore contiamo di avere una prima contabilità sommaria per presentare una richiesta di risarcimento danni formale». Cara Roma, come direbbero i veneti in questo momento di incazzatura totale, “adesso fora i schei”. Perché le richieste di supporto economico avanzate da Zaia a Letta non rappresentano certo un capriccio e, dovessero arrivare, non sarebbero ovviamente accettate le briciole o le elemosine di un sistema che considera il Veneto, il Nord intero, come l’ultima regione della quale occuparsi in caso di emergenze o calamità naturali.
«È stato un incontro franco - ha comunque voluto sottolineare il Governatore del Carroccio - ho chiesto al premier di avere  risposte per i veneti e l’ho sensibilizzato su notizie che spesso sono scarne e  sintetiche, da noi la tragedia è vera». Un problema - quello della mancanza di informazione sulla reale situazione nelle regioni del Nord  evidenziato qualche giorno fa sempre dallo stesso Zaia, che ha chiesto ai direttori delle testate giornalistiche locali e nazionali di concedere stessa dignità di cronaca al Veneto nel raccontare i disastri causati dal maltempo. Tendenzialmente, infatti, anche in questa occasione, i media si sono occupati più delle pozzanghere e delle pioggerelle del Sud che delle vere e proprie devastazioni patite dalle terre venete, che ora battono cassa nella capitale. «Non ci potevamo aspettare di avere una risposta  in cifre - ha detto Zaia - ma il Veneto si aspetta una grande risposta dal punto di vista  economico, dal momento che dalle nostre imprese arriva un gettito annuale di 21 miliardi  di euro a Roma». E a chi gli chiedeva un commento alle polemiche secondo le quali l’esecutivo si sta occupando più del Meridione e della stessa Roma - Zaia ha risposto: «Non so cosa stia facendo per Roma,  io sono qui per difendere gli interessi dei veneti. Il Veneto è sempre stato periferia  dell’impero, siamo abituati». Parole pronunciate con una certa irritazione, dettata dal fatto di aver visto con i propri occhi gli immensi danni causati a persone e cose.
Soprattutto le popolazioni del Padovano sono allo stremo, dove, tra Bovolenta cinta quasi d’assedio da un insidiosissimo Bacchiglione e Battaglia Terme sprofondata in alcuni punti in quasi due metri d’acqua,  sono quasi 600 le persone evacuate. La restante provincia è forse anche peggio: evacuazioni anche a Vighizzolo, chiusura delle scuole a Montegrotto, pesanti allagamenti a Selvazzano, Sarmeola e Merlara. Chiusi i battenti anche degli istituti scolastici di Piove di Sacco, Bovolenta, Brugine, Pontelongo Correzzola, Arzergrande e Codevigo.
Senza dimenticare la devastazione delle spiagge della costa adriatica, sommerse da tonnellate di rifiuti ed erose irrecuperabilmente dalle violentissime mareggiate. Per non parlare delle zone dolomitiche, piegate dall’ondata eccezionale di maltempo che ha causato fino a ieri crolli, frane, slavine e smottamenti. Emblematico il crollo dello stadio del curling a Cortina d’Ampezzo, con lo stabile spezzato in due dal peso della neve.

Nessun commento:

Posta un commento