venerdì 29 agosto 2014

Il profugo era il capobanda. Riforniva di droga Vicenza

Arrestato a Lodi un nigeriano che era arrivato a Lampedusa nel 2008.
È stato arrestato a Lodi lo scorso 22 agosto, dove si era trasferito da qualche mese con la propria famiglia, I.B., di anni 25, considerato il capo della banda di nigeriani che, con base in via Eulero a Padova, riforniva, ormai da tempo, diverse piazze di spaccio nel Veneto, tra cui l’area di Campo Marzo, nel capoluogo berico.
Il giovane africano era, infatti, riuscito a sottrarsi al blitz del 26 marzo scorso, durante il quale i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza avevano fatto irruzione in due appartamenti abitati da numerosi nigeriani. In uno dei due alloggi erano stati rinvenuti decine di panetti di marijuana, di diverso taglio (dal ½ kg ai 2 kg) per un peso complessivo di 25 chilogrammi, pronti per essere venduti all’ingrosso.  In quell'occasione erano stati arrestati, in flagranza di reato, S.U.O. di 32 anni residente a Vicenza, A.C.I. di anni 33 ed E.N. di anni 44, tutti nigeriani. Un ulteriore soggetto, E.P. di anni 36, sempre di nazionalità nigeriana, inizialmente sfuggito al blitz arrampicandosi sul tetto della palazzina (di quattro piani), era stato successivamente individuato e, quindi, catturato dopo un rocambolesco tentativo di fuga lungo la grondaia dell’edificio.
Inoltre, nell’occasione erano stati rinvenuti circa duecento confezionamenti in cellophane già utilizzati, ciascuno relativo a 2 chili di marijuana, che testimoniano uno smercio complessivo, già avvenuto, di circa 400 chili di sostanza stupefacente.
I 25 chili sequestrati avrebbero fruttato all’organizzazione criminale, dalla vendita all’ingrosso, circa 50mila euro, mentre sul mercato al dettaglio il valore della partita è di circa 125mila euro.
Tra l’altro, la medesima indagine aveva già portato, lo scorso 22 febbraio, al fermo di un altro cittadino nigeriano – A. K. di anni 24 – domiciliato a Vicenza, che nascondeva nella propria auto 4,4 kg di marijuana, appena acquistati a Padova, in via Eulero.
Le recenti indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova, dott. Marco Peraro, hanno quindi permesso di risalire alla nuova dimora del capo dell’organizzazione.
Il capobanda che si trova in carcere a Lodi, era arrivato a Lampedusa nell’agosto del 2008 e subito aveva chiesto asilo politico.
Al momento del fermo non aveva alcuna occupazione lavorativa e poteva muoversi liberamente sul territorio italiano grazie ad un permesso di soggiorno per cure mediche.
GdV 28.08.2014

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