sabato 23 agosto 2014

"In sto amaro momento": il 23 agosto 1797 a Perasto ultimo atto Repubblica Serenissima

"In sto amaro momento, che lacera el nostro cor; in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, el Gonfalon de la Serenissima Repubblica..." credo che chiunque ami la propria bandiera veda nell'omaggio reso dal conte Giuseppe Viscovich, ultimo Capitano di Perasto, al Gonfalone da Guerra di Venezia il più bel saluto immaginabile per un vessillo, simbolo dell'identità e della storia di un popolo (nella foto Il Bacio di Perasto al Gonfalone di San Marco in un quadro di Giuseppe Lallich).
Ancora oggi quelle parole sincere sulle quali tramontò la parabola della Repubblica Serenissima di Venezia commuovono e spingano a riflettere: il 23 agosto del 1797 Perasto, ultimo baluardo della Serenissima, tre mesi e mezzo dopo la caduta di Venezia, ammainava il vessillo marciano invitto in quella località dell'Albania veneta, oggi Montenegro, che per oltre 377 anni era stata la custode della bandiera da guerra di Venezia.
A Perasto era stato concesso il titolo di "fedelissima Gonfaloniera" per l'aiuto reso alla flotta veneziana nell'assedio di Cattaro nel 1368 e con decreto del Senato marciano alla cittadina fu riconosciuto il privilegio di custodire il Gonfalone da Guerra di Venezia, che veniva issato sull'ammiraglia del Capitano da Mar e difeso in battaglia da dodici perastini, la guardia personale del Doge, armati di sciabola: nelle battaglia di Lepanto, otto gonfalonieri morirono e i rimanenti quattro rimasero feriti pur di difendere la bandiera marciana. Non fu l'unico atto d'eroismo che la guardia di Perasto dedicò alla bandiera di San Marco: lo stesso atto finale, con l'ammainabandiera tramandatoci dalla cronaca di mons. Vincenzo Ballovich è un esempio credo unico nella storia di molte nazioni, che andrebbe perlomeno narrato nelle nostre scuole venete assieme ad altri eventi che costituiscono pietre miliari della storia che il Veneto ha dato all'Europa e al Mondo. 
Chiedere spazio allo studio della cultura e storia Veneta non significa scivolare in uno sciovinismo di provincia, vuoi per il peso che quella storia ebbe nelle vicende continentali, vuoi per i suoi protagonisti nell'arte e nelle cultura, senza i quali l'Europa non sarebbe quello che conosciamo. Il Trentino difende la sua autonomia anche sviluppando istituti di storia locale, musei, percorsi didattici nelle scuole e così facendo fa conoscere e amare ai propri cittadini la loro terra.
Conoscere per amare, per difendere ciò che vale, come ci insegna ancor oggi Giuseppe Viscovich che, come tramanda la cronaca, al termine del suo commovente elogio al Gonfalone da Guerra di Venezia si sarebbe rivolto al bambino che aveva al fianco, suo nipote Annibale: "Inzenocite anca ti, Anibale, e tiente in la mente par tuta la vita". Mercoledì 23 agosto 1797 a Perasto, ancor oggi piccolo gioiello veneziano incastonato nelle Bocche di Cattaro dove vive una splendida comunità italiana che non ha perso la sua memoria.
di Roberto Ciambetti

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