mercoledì 13 agosto 2014

Padova. Bitonci rivoluziona l'iter delle case popolari: prima i residenti


Il primo cittadino di Padova: assegneremo 8 punti in più a chi risiede nella nostra città da almeno 10 o 15 anni.
Prima la battaglia contro i dipendenti pubblici fannulloni. Ora Massimo Bitonci, sindaco leghista di Padova, è pronto a ribaltare lo status quo nelle assegnazioni delle case popolari, spesso, numeri alla mano, destinate a cittadini stranieri. Come? «Semplice - spiega il primo cittadino veneto - : assegneremo otto punti in più per chi risiede a Padova da almeno 10 o 15 anni». Il nuovo regolamento di assegnazione potrebbe essere già pronto entro fine settembre. C'è solo da limare eventualmente sugli anni di residenza. «Lo porteremo in aula, durante il prossimo Consiglio comunale utile» - evidenzia ancora Bitonci -. «Dopo anni e anni di mala gestione e favoritismi nei confronti di alcuni privilegiati, ristabiliremo la giustizia sociale - attacca ancora il sindaco che fa suo il recente appello di Vittorio Feltri - La nostra gente è sfinita. Non può esistere accoglienza dello straniero se questa deve passare attraverso l'abbandono del nostro fratello. Per questo il nuovo regolamento di assegnazione della case popolari prevederà fino a otto punti in più per chi risiede a Padova da 10/15 anni. Lo chiedono i nostri disoccupati, le giovani famiglie in difficoltà, gli anziani con la pensione minima». E ancora: «Lo impone la realtà: appartenere a una comunità significa prendersene cura. Dimenticarla per privilegiare altri significa dimenticare se stessi, le proprie radici e la propria storia. Mentre Renzi prosegue con la politica degli slogan, Padova lancia la rivoluzione: taglio delle tasse e priorità ai cittadini residenti». Insomma Bitonci è uno di parola. In campagna elettorale e prima ancora da presidente dei senatori era intervenuto più volte contestando le modalità di assegnazione delle case Ater e chiedendo l'introduzione di un "coefficiente" di residenza nelle graduatorie, non solo per la casa, ma anche per asili e altri servizi gestiti dal Comune. Di fatto fino ad oggi proprio i padovani sono risultati essere più penalizzati rispetto agli stranieri nell'assegnazione delle case popolari. Più del 50% delle nuove assegnazioni Ater riguarda famiglie di stranieri. «Bisogna privilegiare i residenti, i padovani, così come si fa nel resto del Veneto. Non per egoismo, ma per la necessità di ridurre al minimo un dramma, quello della perdita dell'abitazione, che chi ha contribuito a costruire il benessere di Padova non può affrontare da solo, come se non fosse parte di una comunità». Da qui la proposta di applicare, a chi fa richiesta di un alloggio popolare, un coefficiente basato sulla residenza, che gli consenta di scalare le graduatorie e non finire sempre nelle ultime posizioni, scavalcato da famiglie non residenti ma con più figli. «Questo criterio dovrebbe essere seguito non solo per la casa, ma anche per asili e altri servizi gestiti dal Comune», rimarca Bitonci. Un tema delicato e attuale visto che proprio nel capoluogo veneto l'emergenza abitativa ha raggiunto un livello prima sconosciuto. I dati riportati dalle associazioni e dai sindacati «sono agghiaccianti», ricordava Bitonci a inizio 2014 negli ultimi sei mesi del 2013, a Padova, gli immobili pignorati per l'incapacità di pagare mutui e utenze erano già più di cinquanta. La Padova targata sinistra che in questi anni ha promosso un razzismo al contrario. Lo stesso Bitonci meno di un anno fa aveva interrogato i ministri Alfano e Kyenge (oggi spedita in Europa) proprio sul tema della case popolari. A Padova andava di moda far occupare spazi verdi pubblici ai rom. Questi - denunciava a suo tempo l'attuale sindaco - lo recintavano per poi comprarlo a prezzi stracciati e in contanti. Una pratica impossibile per qualsiasi altro. Questo permetteva ai nomadi di vedersi assegnato un numero civico e la residenza. Tradotto l'iscrizione alle liste comunali e via con le case popolari. A tutto svantaggio dei padovani. Da settembre si cambia musica. Almeno nelle assegnazioni della case popolari.

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