domenica 24 agosto 2014

Quel che non sapevano Vanessa e Greta sull’Islam

Da Hamas all'Isis, da Israele al burqa, le due volontarie hanno studiato la lezione dell'Occidente politicamente corretto. Speriamo l'Occidente e loro non debbano farci i conti...
Marzullo e Greta Ramelli sapevano almeno un paio di cose, prima di partire per la Siria dopo aver marciato indossando i colori palestinesi: avevano chiaro che la guerra è ingiusta, noi aggiungiamo che lo è per definizione, e che un popolo di stenti e dolore perisce sotto gli occhi di un’Occidente inerte. Sapevano, Vanessa e Greta, che quei bambini profughi innocenti sono da aiutare, accudire, salvare. Poi arrivano guai, ovvero arriva tutto quello che Vanessa e Greta non sapevano e avremmo preferito non scoprissero sulla loro pelle: come in tutte le cose del mondo, angoli di nero si celano nell’Islam. Non nella sua storia lontana di crociate e colonizzazioni ma nell’attuale e cieca guerra all’infedele, che per inciso secondo il Corano va “sterminato ovunque si trovi”. E loro due sono delle infedeli. Quel che non sapevano Vanessa e Greta è che il popolo palestinese viene affamato e sterminato prima di tutto dall’estremismo, dal terrorismo, e che la più grande colpa dell’Occidente è quella di fingere di non vedere, ché tanto quando esagerano e le fosse comuni e le infibulazioni e le crocefissioni dei cristiani sono impossibili da ignorare ci pensa l’America. Quel che non realizzavano le due volontarie rapite in Siria a fine luglio è che Hamas non smetterà di bombardare Israele mai, perché i bambini ebrei li vuole morti, come le donne e gli uomini liberi e pensanti, paradossalmente primi tra gli altri i palestinesi stessi. Il resto sono scuse. Loro, volontarie vive dell’animo dei diciotto anni, non sapevano che l’Isis il reporter americano lo sgozzerebbe ancora e ancora e Dio non voglia loro siano finite in mano loro. Quel che non potevano sapere è che non può esistere un Padre divino sanguinario, non secondo le dottrine delle bestie che in suo nome dicono di agire. Non sapevano che i guai di quella terra sono cuciti a doppia mandata con l’Islam perché l’Islam non ammette parità né uguaglianza. E che ammettere questo non è dire che tutti i musulmani sono cattive persone, anzi, significa dar loro una via d’uscita. Quel che non sapevano Vanessa e Greta è che il mondo è un mosaico dai tantissimi tasselli e che loro per età, interesse e “indottrinamento” non hanno né avevano neanche idea di quanto sia più complesso, colmo di luci e ombre.
E allora oggi che sono nell’ombra, a un passo dalla libertà come dagli sgozzatori, non puoi non sperare che un sacco di cose su quel ventaglio scuro non le stiano imparando affatto. E poi non puoi non domandarti quanta responsabilità abbiamo noi, abbiano i media europei da decenni compiaciuti nel raccontare un Vecchio continente imbruttito e cattivo, giocosi nel guardare alle dittature altrui (prima di tutto ideologiche) con affascinata malizia. A furia di sputare sulla propria civiltà, sui propri valori, si è finiti per negare valori e disvalori altrui. Allora che per un islamico, sovente e in certi posti, la donna sia un essere inferiore che non deve godere, né sorridere, vivendo senza diritti, non lo puoi dire, perché è politicamente scorretto. E devi difendere le femministe alla Boldrini ma la donna velata no. Dunque no, Vanessa e Greta, a diciotto anni, non potevano sapere un sacco di cose sull’Islam.
Ora conoscono qualcosa in più, ma a che prezzo? Noi le aspettiamo, pregando che dell’Isis scoprano qualcosa solo qui, magari leggendo le geniali stronzate di Di Battista.
di Federica Dato

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