martedì 4 novembre 2014

Bragantini: vendere navi confiscate per finanziare lotta all’immigrazione clandestina

Ad un anno dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum l'unico dato ufficiale in merito ai natanti fermati, sequestrati e confiscati è di sei navi madre, ovvero di imbarcazioni utilizzate dalle organizzazioni criminali per affrontare la parte di viaggio centrale più rischiosa. Non è dato sapere inoltre quante siano ad oggi le imbarcazioni totali sequestrate e quelle confiscate e a quanto ammontino i costi per la detenzione di tali beni e il relativo smaltimento. I migranti, infatti, dopo essere partiti dalla costa del loro Paese con imbarcazioni più piccole e prima di essere abbandonati su altre imbarcazioni, vengono trasportati dalle navi madre. Il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Matteo Bragantini, ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia per sapere se “intendano prevedere interventi finalizzati a riconsiderare l'opportunità di destinare tutti i beni soggetti a confisca all’assegnazione delle comunità locali anche per quanto concerne l'utilizzo parziale dei materiali”. La normativa vigente prevede infatti che le imbarcazioni utilizzate per il trasporto dei migranti vengano sottoposte a sequestro e distruzione del bene. “Se da un lato è vero che queste imbarcazioni nella stragrande maggioranza dei casi non hanno i requisiti idonei per poter essere riutilizzate”, spiega il deputato del Carroccio, “dall'altro lato è irragionevole non prevedere prima della distruzione un riciclo dei materiali come ferro e legno e al contempo provvederne la vendita di tutte le barche, grandi e piccole, al fine di ricavarne risorse da utilizzare proprio nelle attività di contrasto all'immigrazione clandestina”.
GdV 03.11.2014

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