martedì 25 novembre 2014

Jobs Act, immigrati favoriti

Verso l'approvazione la legge delega sul lavoro. Bocciato un emendamento della Lega che chiedeva la cittadinanza italiana come requisito per i servizi socio-assistenziali.
A Montecitorio continua la corsa per far approvare entro domani il Jobs Act, la legge delega sul lavoro perno di tutta l'azione riformatrice del governo Renzi. Finora l'esecutivo non ha messo la fiducia, affidandosi all'aula - dove peraltro gli emendamenti sono arrivati già "sfoltiti" - anche se il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non escluso un ricorso nelle prossime sedute al voto di fiducia. 
In aula è arrivato quindi il testo uscito dalla commissione Lavoro della Camera che contiene alcune modifiche rispetto a quello del Senato, in particolare sui licenziamenti licenziamenti illegittimi nell'ambito del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. In particolare, la possibilità di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro (ferma restando la disciplina vigente per i licenziamenti nulli e discriminatori, a fronte dei quali la reintegra è sempre ammessa) è stata esclusa per i licenziamenti economici, mentre per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari ingiustificati è stata limitata a "specifiche fattispecie". Nonostante le professioni di serenità da parte degli esponenti del governo, la "giusta causa" continua a dividere il Pd, tanto che un gruppo consistente di democratici ha votato un emendamento di Sel in difesa dell'art. 18. A favore dell'emendamento, a prima firma Giorgio Airaudo, che chiede che l'art. 18 rimanga per tutti dopo un anno di prova, sono stati i 17 deputati della minoranza: Albini, Argentin, Beni, Carra, Cimbro, Civati, Cuperlo, Farina, Fassina, Fossati, Gregori, Iacono, Laforgia, Mogniato, Pollastrini, Scuvera e Terrosi.  Una contraddizione, nei fatti, delle parole del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che, a proposito del Jobs Act, ha detto che «non c'è alcun rischio di scissione nel Pd». Boschi è tornata anche a cimentarsi con lo sport preferito del governo, sparare sui sindacati, sulla Fiom in particolare: «Credo che Landini stia spostando lo scontro sul piano ideologico perché nel merito del Jobs Act ha poco da dire. Noi abbiamo presentato un piano che estende le tutele, estende gli ammortizzatori sociali ed introduce forme che eliminano il precariato».  Parole che sui la replica del leader Fiom non si è fatta attendere: «Sul Jobs Act il ministro Boschi dice delle cose molto imprecise. Non so se perche' molto presa dalla riforma costituzionale e non ha ancora letto la delega, ma noi non stiamo né spostando l'attenzione né la mettiamo sul piano ideologico, noi parliamo di cose concrete: il governo non sta facendo nulla sul piano degli investimenti, con il Jobs Act nuovi posti di lavoro non si creano».  Durante le votazioni in aula si è accesa la tensione quando è arrivato il momento di votare sulle nuove norme per la videosorveglianza dei dipendenti. I grillini, in segno di protesta, hanno fatto riprese con i telefonini (venendo contro al regolamento dell'assemblea) e poi cercando di impedire al relatore, il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano, di intervenire proprio per illustrare la norma sulla videosorveglianza. Per i grillini «Non si può accettare: i cittadini devono essere sorvegliati e i signori della politica fanno i trattati segreti». I deputati grillini hanno continuato a disturbare l'intervento di Damiano e due di loro, Ivan Della Valle e Michele Dell'Orco, sono così stati espulsi del presidente di turno Roberto Giachetti.  Critiche al Jobs Act sono arrivate anche dalla lega, che si è vista respingere un emendamento. Spiega Emanuele Prataviera, membrod ella commissione Lavoro, «Bocciando il nostro emendamento, in cui chiedevamo che l'eliminazione dello stato di disoccupazione come requisito di accesso a servizi socio-assistenziali fosse riservato ai soli cittadini italiani, il governo continua a favorire gli stranieri rispetto agli italiani. Infatti, senza riconoscere una priorità di accesso ai nostri cittadini, finiranno per usufruirne solo gli extracomunitari. Questo si conferma il governo degli stranieri, che dimentica le necessità dei propri cittadini, dimentica i nostri esodati, i nostri poliziotti ma trova sempre le risorse per i cittadini stranieri».

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