venerdì 20 dicembre 2013

Il governo bastona chi combatte i videopoker

Emendamento nel decreto “Salva Roma” taglia i trasferimenti a chi approva norme restrittive al gioco d’azzardo. Maroni: «Vergogna, la potente lobby delle slot machine ha vinto ancora».
Non è ancora legge e già tutti la rinnegano. E’ la porcata di fine anno approvata ieri con i voti della maggioranza, e dunque anche del Pd di Renzi, quella che prevede una diminuzione dei fondi per le regioni e gli enti locali che approvano norme restrittive nei confronti del gioco d’azzardo. Dal momento che queste misure, è il ragionamento della prima firmataria della proposta Federica Chiavaroli del Ncd, fanno diminuire gli incassi allora l’anno successivo riceveranno fondi per un importo inferiore. Così il Governo Letta fa cassa sulla ludopatia nonostante il Parlamento abbia approvato qualche mese fa una mozione presentata dalla Lega Nord che impegnava l’Esecutivo a promuovere, al contrario, misure contro il vizio del gioco d’azzardo, una vera e propria malattia che coinvolge centinaia di persone e intere famiglie. «Che vergogna! La potente e ricchissima lobby delle slot e del gioco d'azzardo ha colpito ancora. Ostacoli le slot machines nel tuo territorio? Lo Stato ti taglia i trasferimenti di denaro» tuona il governatore lombardo Roberto Maroni. «La bastonata ai sindaci e alle regioni che lottano contro il gioco d'azzardo - spiega Maroni - arriva in Senato con l'emendamento presentato dal Nuovo Centrodestra al decreto 'Salva Roma' e approvato con i voti di 140 senatori di Partito Democratico, Scelta Civica e Nuovo Centrodestra. Prevenzione, guerra alla ludopatia e sale bingo lontane dalle scuole: gli spot elettorali di certi partiti e parlamentari scompaiono non appena è  ora di fare cassa. Contrari sono stati 128 parlamentari di Lega, Forza Italia, M5S e Sel». «Il testo - conclude Maroni - riguarda i comuni o le regioni (come la Lombardia) che hanno emanato norme restrittive contro il gioco d'azzardo, diminuendo così le entrate dell'erario. L'anno successivo, questi enti territoriali subiranno tagli ai trasferimenti che verranno interrotti solo quando le norme e regolamenti 'scomodi' saranno ritirati». Scoppia un putiferio: anche il Pd inizia a capire che qualcosa è andato storto e che fare un favore alle lobby non sarebbe passato inosservato. Si ribellano alcuni sindaci del Pd e anche parecchi altri esponenti politici. A quel punto il fenomeno Matteo Renzi rinnega la norma votata anche dal suo partito e ne promette la cancellazione: «È pazzesco, allucinante. Ho chiesto al Pd di rimediare». «Renzi, sveglia. Ora sei segretario - scrive con ironia Massimo Bitonci sul suo profilo Facebook -  è finito il tempo di predicar bene e razzolare male. Vuoi cancellare la norma porcata sulle slot che taglia i finanziamenti ai comuni che combattono il gioco d'azzardo? Peccato che questa misura è passata oggi proprio grazie ai voti dei tuoi del Pd». Sul piede di guerra anche Stefano Candiani, il senatore del Carroccio che in Aula ha fatto una dichiarazione di fuoco contro la misura:  «Mi chiedo come possano dormire tranquilli dal governo e dalla maggioranza dopo aver votato un emendamento che prende a mazzate le amministrazioni che hanno deciso di disincentivare l'uso delle slot machines. Hanno garantito gli interessi dei loro finanziatori politici andando contro una scelta netta e coraggiosa di regione Lombardia che ha detto basta alle slot, ha detto basta allo scandaloso drenaggio delle risorse di cittadini deboli allo Stato». «Purtroppo, per questa maggioranza i cittadini - sostiene Candiani - sono solo delle vacche da mungere perché, per loro ludopatia significa solo maggiori entrate per l'erario. Tutti gli eletti lombardi che hanno votato questo schifoso emendamento si vergognino perché hanno inseguito gli interessi della politica e non dei lombardi e ricordo loro che in consiglio regionale la sospensione delle slot è stata votata all'unanimità». Intanto parte la rivolta anche della Lega sul territorio. I consiglieri veneti del Carroccio Nicola Finco, Paolo Tosato, Bruno Cappon, Cristiano Corazzari criticano la norma approvata in Senato. «Dopo aver condonato a 611 milioni i 98 miliardi di multe alle società del gioco d'azzardo, la maggioranza di governo mette ora un freno agli Enti locali che prendono provvedimenti contro i locali che vietano le slot - contestano i quattro esponenti del Carroccio - L'emendamento presentato dal Nuovo Centrodestra in Senato stabilisce infatti che Regioni e Comuni che prevedono sconti d'imposta per chi vieta le macchinette, si vedranno decurtati i corrispondenti trasferimenti statali. Ecco come la maggioranza romana si assicura l'amicizia delle aziende del gioco sulla pelle dei malati di patologie e dipendenze». Per i consiglieri della Lega la proposta dell'Ncd, «supportata anche dal Pd», reca danno ai Comuni veneti che hanno previsto sconti sull'Imu per i bar che mettono al bando le slot machines, e danneggiano il percorso di proposte legislative di contrasto alla ludopatia. «I dati ci dicono - sottolinea Corazzari che è primo firmatario di una proposta di legge di prevenzione e contrasto alle slot - che ben 15 mila veneti sono vittime della dipendenza da gioco. Nella nostra regione la spesa per il gioco è cresciuta del 43.5 per cento, dall'inizio della crisi nel 2008, con ben 1.072 euro di spesa pro capite. I più colpiti sono gli adolescenti (il 61% dei giovani tra i 15 e i 20 anni partecipa con frequenza a giochi che prevedono vincite in denaro). Sono numeri allarmanti che a Roma ignorano preferendo inchinarsi come Schettino di fronte alle grandi società dell'azzardo». All’attaccp anche il consigliere regionale lombardo della Lega Nord Angelo Ciocca  che ha annunciato la presentazione di una mozione di censura nei confronti del Governo dopo il sì alla norma che sancisce minori trasferimenti alle Regioni e agli locali che abbiano messo in campo strumenti legislativi «in materia di giochi pubblici riservati allo Stato», causando in questo modo minori entrate erariali.
di Iva Garibaldi

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