giovedì 13 marzo 2014

Vicenza: Consiglio degli stranieri. Celebron e la Lega insorgono: "una follia, porcata in salsa Pd"

Il Consiglio degli stranieri sta per diventare realtà a Vicenza. Annunciato dall’amministrazione comunale già diversi tempo fa attraverso l’introduzione nello Statuto comunale, ora dopo l’accelerata voluta nell’ultimo periodo dall’assessore Isabella Sala e dalle associazioni degli stranieri presenti in città, fra pochi mesi sembra arrivato il momento che l’organismo in rappresentanza della comunità straniera residente a Vicenza diventi concretamente operativo. La Lega Nord, però, tramite il segretario cittadino Matteo Celebron insorge.
“Come nel ventennio esistevano i ghetti, nel 2014 a Vicenza istituiscono il Consiglio degli stranieri – afferma l’esponente leghista - peraltro con una indennità per presidente e vice. E’ una follia, l’ennesima da parte di un Comune che forse non ha ben chiare le esigenze reali dei vicentini”. 
“Quello che si appresta ad approvare – continua Celebron – è un provvedimento di pura facciata. Nel regolamento si specifica che ‘il Consiglio si esprimerà su proposte di deliberazione riguardanti le problematiche dell’immigrazione’. Ma quali sono le problematiche dell’immigrazione che non possono già essere risolte dal Consiglio comunale e dai 36 consiglieri eletti solo un anno fa? C’è davvero bisogno di un Consiglio parallelo solo per le problematiche degli immigrati? Ho i miei seri dubbi, e come me anche molti vicentini, immagino”.
Poi il segretario della Lega Nord di Vicenza attacca il Pd, tornando anche sulla questione bollette per i Rom e Sinti:
“Faremo di tutto – annuncia – per contrastare questa porcata in salsa Pd, che dopo le bollette pagate ai nomadi (alcuni dei quali giravano con la Porsche e sono indagati per furto), si presta all'approvazione di una consulta totalmente inutile e che contrasta palesemente con la Costituzione da loro tanto amata e difesa. Se il problema è che questi cittadini pagano le tasse ma non possono eleggere i loro rappresentati in Consiglio comunale, analogo problema si manifesta per i minori di 18 anni italiani che lavorano e contribuiscono alla crescita della Città ma che non possono votare”.

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