venerdì 18 aprile 2014

Liberi Rocchetta e Chiavegato. Altri 5 venetisti ai domiciliari. Caduta l'accusa di eversione

BRESCIA. ORE 17.35 «Si dichiara l’incompetenza territoriale del Tribunale di Brescia in favore di quello di Padova per tutti i reati contestati», e si esclude la «gravità indiziaria relativa alle contestazioni dei capi A e B», ovvero l’associazione eversiva ai fini di terrorismo. È il passaggio principale - secondo quanto si apprende dai difensori degli indagati - dell’ordinanza del Riesame di Brescia che, invece, per i soli accusati della costruzione e custodia del tanko (ora ai domiciliari), trasferisce la competenza a Padova.
ORE 15.05 BUSATO: «LO STATO HA PERSO». «Lo Stato italiano ha perso. Viva la Repubblica veneta». Commenta così il leader dei venetisti di Plebiscito.eu, Gianluca Busato, la decisione del Tribunale del Riesame di Brescia che ha deciso la scarcerazione di 7 dei secessionisti arrestati il 2 aprile scorso e i la concessione dei domiciliari ad altri 5. Secondo informazioni raccolte da "Plebiscito", oltre a Franco Rocchetta e Lucio Chiavegato avrebbero ottenuto la libertà Roberto Bernardelli, Riccardo Lovato, Corrado Manessi e Giancarlo Orini (quest’ultimo già ai domiciliari). «La smettano ora e per sempre questi politicanti di infangare la Repubblica Veneta - prosegue il movimento venetista -. La smettano di perseguitare onesti cittadini lavoratori, intellettuali, pacifici e responsabili, che hanno l’unica colpa di essersi assunti le proprie responsabilità e di essersi attivati per amore della propria terra e per garantire il benessere e la felicità del popolo veneto».
ORE 13.30. I giudici del tribunale del Riesame di Brescia hanno disposto la libertà per sette dei 24 secessionisti arrestati il 2 aprile scorso: tra questi l’ex parlamentare Franco Rocchetta e il leader dei Forconi, Lucio Chiavegato, mentre ha disposto i domiciliari per altri cinque. I giudici del riesame di Brescia ritengono competente per la vicenda l’Autorità giudiziaria di Padova. Secondo fonti legali, i giudici ritengono sia venuta meno la gravità degli indizi per l’associazione finalizzata al terrorismo e il reato più grave  ipotizzato sarebbe la costruzione del Tanko, avvenuta nel Padovano.
Grande soddisfazione per la remissione in libertà di Franco Rocchetta da parte del suo legale di fiducia Fabio Pinelli che ha appreso, fuori del carcere di Treviso, dell’ordinanza del Riesame. Pinelli sta attendendo l’uscita dal carcere di Rocchetta, che al momento sarebbe nell’ufficio matricola per le procedure di rito, ma non è stato in grado di fare anticipazioni sulle motivazioni dell’ordinanza. Di certo - secondo il legale - è stato riconosciuto lo spessore umano e quello giuridico di Rocchetta che in 15 giorni di carcere ha perso tra gli otto e i 10 chili di peso. Pinelli - che si riserva di vedere le carte - ipotizza che potrebbero essere state accolte dal Riesame la questione della territorialità che sposterebbe su Padova da Brescia il procedimento ma anche l’aggravante dell’associazione ai fini terroristici. «Sono sensazioni - ha detto al proposito Pinelli - ma dobbiamo attendere di avere le motivazioni per una disamina ed una comunicazione puntuale».
«Giudichiamo la scarcerazione come un ottimo segnale, con l’auspicio che tutta la vicenda giudiziaria si risolva in modo positivo e soprattutto in tempi rapidissimi», commenta il presidente del Veneto Luca Zaia. «Si sta confermando quanto in tanti avevamo sottolineato circa la forza spropositata utilizzata in questa vicenda - aggiunge - un trattamento e un’attenzione che vengono dedicate soltanto ai peggiori delinquenti. Speriamo ora che torni il sereno in queste famiglie».
«Da Brescia arriva una buona notizia ma resta la vergogna dei giorni di galera fatti a causa di una idea», aggiunge il segretario della Lega Matteo Salvini. «Sono contento perchè avevamo detto che avremmo passato Pasqua in galera noi per solidarietà. Quello di oggi è solo l’inizio di un percorso in cui lo Stato dovrà alla fine scusarsi per aver fatto fare la galera a dei cittadini solo per le loro idee. Perchè questo è un processo alle idee».
«Erano state arrestate 24 persone che non dovevano essere toccate, oggi hanno solo liberato degli innocenti», è il commento di Erminio Boso, leader degli indipendentisti della Lega Nord. «Quando uno Stato non rispetta e ha paura dei suoi cittadini, i cittadini devono avere paura di quello Stato e allora non gli resta che scappare. Ma noi oggi dove scappiamo? In una Europa dove domina il pensiero unico della sinistra che metterebbe in galera o in ospedale psichiatrico tutti quelli che non si adeguano? Forse a questo punto ci resta solo la possibilità di andare in Russia a chiedere che Putin ci garantisca lui la libertà...».
(GdV)

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