martedì 14 gennaio 2014

Lega Nord, sulla Padania una nuova rubrica: "Qui Cecile Kyenge"

Dopo i disordini in occasione della visita del ministro a Brescia, il quotidiano padano segnala in prima pagina tutti i suoi spostamenti e impegni pubblici.
Chissà come la prenderanno, i politici e gli amministratori locali lumbard, a vedersi affiancati dal ministro dell'Integrazione Cècile Kyenge. No, non nel senso che la Beccalossi girerà la Lombardia insieme alla italo-congolese. Ma perchè la Padania, il quotidiano della Lega Nord, ha da oggi deciso di arricchire la sua prima pagina con una nuova rubrica, che si affianca appunto a Qui Lega territorio, che indica gli appuntamenti pubblici degli esponenti del Carroccio. Si chiama Qui Cecile Kyenge e riporta gli appuntamenti quotidiani del ministro per l'integrazione. Certo, gli impegni pubblici della Kyenge sono tutt'altro che top secret, visto che li riporta già il sito internet del ministero. Ma dopo quanto accaduto nello scorso settimana, col boicottaggio di alcuni esponenti lombardi della Lega in occasione di una visita a Brescia della Kyenge e le tensioni in piazza nella città della Leonessa, i più malevoli potrebbero vedere nella rubrichetta padana una specie di schedatura, o almeno un "pedinamento" lumbard nei confronti della ministra. I più benevoli, invece, un cambio di passo del Carroccio a trazione Salvini dopo la fase "morbida" che ha caratterizzato la segreteria di Roberto Maroni.
Bitonci: Ministro della negritudine - E a riaccendere le polemiche ci ha pensato più o meno in contemporanea il presidente della Lega al Senato, Massimo Bitonci, che a Palazzo Madama se l'è presa con la Kyenge e la sua consigliera Livia Turco: "Vogliono le quote riservate agli immigrati nella società: siamo alla demenza". E sull'abolizione del reato di clandestinità parte l'affondo: "La Turco non sa niente di niente e la Kyenge non è qualificata per questo incarico molto delicato. La Kyenge non sa cos'è l'integrazione, non sa niente di niente. Vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno". Parole definite dal Pd "indegne" espressione di un "movimento popolare ormai ridotto a un partito di xenofobi".
da Libero Quotidiano

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