lunedì 26 gennaio 2015

Sanità in Veneto. Zaia: “I tagli imposti da Roma ci sono, ora si va sulle barricate”

Il Veneto dice ‘no’ ai tagli alla Sanità imposti da Roma. Non ha mezzi termini Luca Zaia, governatore della Regione e, dopo avere preso atto che la capitale imporrà dei tagli nel comparto della salute, ha dichiarato senza troppi fronzoli: “E’ il momento di andare sulle barricate. I veneti si ricorderanno di questo schiaffo e per noi sarà la madre di tutte le battaglie”.
Una dichiarazione di ‘guerra’ quindi, che arriva all’indomani del confronto a Roma sulle previsioni della legge di stabilità, appuntamento nel quale Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, ha fatto verbalizzare il ‘no’ della sua regione.
La politica e i giochetti di Roma le esigenze di cure dei Veneti restano – ha commentato Zaia – Diciamo ‘no’ ai tagli alla sanità, che ci sono e sono pesantissimi.
Ed è poi sceso nel dettaglio: “E’ il momento di far sapere dettagliatamente alla gente come stanno le cose e quindi elenco di seguito, voce per voce, tutto quello che il governo ci costringerebbe a rimettere in discussione. Al primo posto non ci sarà nessun aumento del Fondo Sanitario per il 2015, che per noi avrebbe significato circa 200 milioni in più. Poi, ci sarà un taglio generale di 500 milioni su un totale di 800 riservati in sede di Patto Nazionale per la aalute agli investimenti per l’edilizia ospedaliera, che per il Veneto mette a rischio il nuovo Ospedale di Padova e quello del Veneto Orientale.
Ci saranno il mancato rifinanziamento delle prestazioni extra Livelli Essenziali di Assistenza e la riduzione degli investimenti in macchinari, ai quali destiniamo ogni anno 70 milioni di euro. Ci verrà imposta la necessità di porre un limite (mai esistito in Veneto) alla spesa per i farmaci oncologici ad alto costo, tenendo presente che due giorni di terapia possono arrivare a costare 60 mila euro, ciò che consente allo Iov di non avere limitazioni nella prescrizione di questa classe di farmaci. Sarà impossibile dare copertura al 100% del turnover del personale e subiremo il blocco dello sviluppo delle campagne vaccinali, che in Veneto prevede per il 2015 l’erogazione gratuita del vaccino contro il papilloma virus anche ai giovani maschi”.
Cifre iperboliche che fanno ricadere sulle teste dei cittadini una scure pesante e tagliente.
“In teoria – ha aggiunto il Governatore – tutto ciò potrebbe essere finanziato aumentando l’Irpef e i ticket, cosa che dal 2010 non abbiamo mai fatto. E non lo faremo nemmeno stavolta per salvare le migliaia e migliaia di forestali della Sicilia e della Calabria. Confermo che ricorreremo in ogni possibile sede giurisdizionale contro la legge di stabilità. Confermo quindi – ha concluso – che i tagli ci sono eccome e ammontano a cifre esorbitanti che colpiscono le regioni virtuose come il veneto al pari di quelle sprecone”.
Anche Luca Coletto ha sfogato il suo disappunto e ha commentato: “Il nostro no è stato fatto verbalizzare da me in persona, quindi non si parli di accordo raggiunto tra le Regioni. Si sta dando un colpo mortale al diritto costituzionale alla salute uguale per tutti sancito dall’articolo 32 della Carta.
I roboanti impegni ad applicare i costi standard per tagliare davvero gli sprechi e non i servizi si sono dimostrati solo parole e dovremo ancora una volta fare i salti mortali per dare ai nostri cittadini il livello di cure che meritano e che si pagano ampiamente con le tasse. Alla fine del massacro – ha concluso Coletto – sul Veneto cadranno tagli per non meno di 240 milioni”.
Anna Bianchini (ThieneOnLine)

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