domenica 13 ottobre 2013

La promessa della Lega a Torino: «Nella Macroregione i clandestini non entreranno mai»


Da Torino l’impegno di Maroni davanti al popolo del Nord. Poi la stoccata ad Alfano: «Fammi una telefonata e ti spiego come si fermano i barconi». Bossi: «La mia legge è buona e sensata». 
Il primo freddo, e le prevedibili provocazioni da parte di alcuni facinorisi, non hanno fermato il popolo del Nord. Una folla di sostenitori della Lega ha  riempito ieri pomeriggio le strade del centro di Torino per protestare contro l'immigrazione clandestina e in difesa della legge Bossi-Fini. Una manifestazione, quella “per la legalità”, pensata l'estate scorsa e che oggi assume ancor più valenza politica dopo l'emergenza sbarchi scoppiata nel Mediterraneo. All'immancabile grido "libertà! libertà!", dopo il raduno nel piazzale antistante la stazione di Porta Nuova, un corteo si è diretto fino a Piazza San Carlo, il "salotto" di Torino, per ascoltare il comizio del Segretario Federale, Roberto Maroni. Il governatore della Lombardia li ha rassicurati: «I profughi finché non ottengono il riconoscimento restano immigrati clandestini. E i clandestini nella Macroregione non entreranno mai». Piemonte, Lombardia e Veneto, dunque, a fronte di specifiche richieste, non li accoglieranno. «La domanda è: si possono fermare? Da ex ministro dell'Interno che si è occupato di lotta alla mafia e di contrastare l'immigrazione clandestina, la risposta è sì. Per questo - ha spiegato il segretario federale - mi rivolgo al ministro Alfano e gli dico: fammi una telefonata, che ti spiego... Primo, un ministro dell'Interno non si deve occupare delle beghe interne del suo partito o di altro, dev'essere operativo 24 ore su 24. Secondo: bisogna mandare le nostre navi vicino alle coste dei Paesi africani».
Alessandro Bonini

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