sabato 12 ottobre 2013

Ma il benessere non è una colpa. Contro la retorica post-Lampedusa



Il benessere non è un regalo, una concessione, un dono del cielo. È una conquista, che spesso va a braccetto con istituzioni politiche democratiche e liberali. Per questo, dopo la tragedia al largo di Lampedusa, è bene mettere qualche puntino sulle i che pure non piacerà a certi buonisti o ai campioni del politicamente corretto e del luogo comune. Gli africani che cercano la salvezza in Europa scappano da Paesi che da secoli vivono nella povertà, non hanno democrazie robuste, spesso sono intrise di quell’islam che ostacola il progresso. È una situazione che, al di là di eventuali responsabilità occidentali, è figlia anche delle popolazioni del luogo. Se dalla notte dei tempi non riescono a rialzarsi e a creare condizioni economiche decenti, è sempre colpa degli altri? Nel continente nero ignorano i profilattici e l’Aids si estende a macchia d’olio. Ci sono malattie di ogni tipo. Ma i governi e i vari dittatori preferiscono investire in armi anziché in scuole e ospedali. La corruzione dilaga.
Ancora più sorprendente che, una volta arrivati a Lampedusa, alcuni immigrati (non migranti, immigrati) si lamentino per la scomodità dei Cie o per la qualità del menu. Come se loro fossero abituati ai confort e alle leccornie 24 ore su 24. E come se anche in Africa non ci fossero regole severe per chi arriva, comprese (capita spesso) precise direttive religiose per non turbare la sensibilità della popolazione del posto. Regola giusta che poi dimenticano una volta arrivati in Italia: alcuni signorini musulmani sono soliti pisciare sul Duomo di Milano e via dicendo, senza le conseguenze che gli occidentali patirebbero in caso di pipì nei pressi di qualche moschea. A Bengasi (2006), i libici assediarono l’ambasciata italiana con la scusa di Calderoli e della sua maglietta con vignette satiriche sull’islam. Pochi si fecero venire il dubbio: è davvero colpa dell’improvvido leghista o della furia talebana dei fan di Maometto? È come se un integralista cattolico sgozzasse il Vauro di turno per qualche disegnino ironico sul Papa. Pochi darebbero al Vauro del provocatore, accusandolo di essersela cercata. Con i musulmani, no. La sinistra chic stravolge logica e buonsenso. È più forte di lei, non riesce a dare responsabilità agli stranieri.
E ancora. Sorprendente che alcuni opinionisti, come Michele Santoro, si siano detti imbarazzati dall’essere italiani dopo la tragedia di Lampedusa. Motivi per vergognarsi d’essere tricolori ne avremmo a decine, ma i clandestini morti affogati proprio no. Nessuno li aveva invitati. Non erano su una barca italiana. Italiano non era il capitano né i passeggeri né gli scafisti. Non ci avevano avvisato del loro arrivo, che anzi infrange le leggi ed è una sfida al buonsenso e alla sicurezza, viste le condizioni di quel barcone. Gli italiani, poi, si son sempre dimostrati di cuore. Aiutando, e ci mancherebbe altro, gli immigrati in difficoltà. Questa volta non è stato possibile. E non si dica che c’entra la Bossi-Fini: cancellarla è una follia da sciacalli, perché le tragedie del mare avvenivano anche prima, con la Turco-Napolitano. Con la sinistra al governo la nostra Marina speronava, affondando, un barcone zeppo di albanesi. Ora c’è chi vorrebbe usare i cadaveri di Lampedusa per lotta politica.
Incredibile, poi, dire che gli altri paesi sono più accoglienti di noi. In Spagna sparano sui clandestini. Germania e Francia ci rispedivano al mittente i profughi libici. Scappavano dalla guerra che pure era stata voluta anche e soprattutto da Parigi. Guardando nel Mondo, in Australia hanno regole ferree e nell’America di Obama non badano a spese per proteggere col filo spinato il confine col Messico. Pure il Congo della Kyenge controlla le frontiere. Noi abbiamo norme disinnescate dai magistrati. Una moltitudine di associazioni che campano sugli immigrati. Idem i sindacati e certi partiti. Pure il Papa va a Lampedusa parlando di accoglienza, quando la vicina Malta non fa un decimo degli interventi in mare aperto affrontati dal nostro Paese per i clandestini in difficoltà. E siamo così ebeti da vergognarci di noi stessi. C’è chi lagna: gli altri son meglio di noi, gli immigrati scappano dalla povertà e dalle guerre, le nostre leggi sono incivili. La verità è che gli altri sono più severi dell’Italia, l’Africa è povera anche per colpa degli africani, la Bossi-Fini andrebbe mantenuta o cambiata in senso più restrittivo. E proclamiamo il lutto nazionale per la morte di più di 300 persone che, da vive, in larga parte avremmo rimpatriato o arrestato.
di Albertino (L'Intraprendente)

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